I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni e lo studio autonomo di eventuali testi di riferimento in preparazioneall’esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell’università attribuibile al docente del corso o al relatore
…continua

Filtra per

Tutte le tipologie

Ordina

Filtra

Appunti di Scienza politica

Esame Metodologia e tecniche della ricerca politica

Facoltà Giurisprudenza

Panieri
Paniere nuovo con tutte le risposte chiuse corrette per l’esame di Metodologia e tecniche della ricerca politica per il cdl in scienze politiche e sociali della prof.ssa Pishchikova Kateryna dell’Università Telematica eCampus.
...continua

Esame Scienza politica

Facoltà Scienze politiche

Dal corso del Prof. L. Fasano

Università Università degli Studi di Milano

Appunti esame
Appunti completi sia primo che secondo parziale per l’esame di scienza politica. Professore Rasano, corso di Laurea scienze internazionale ed istituzioni europee, scaglione (l -z), sia spiegazioni che libri che approfondimenti degli Stati.
...continua

Esame Scienza politica

Facoltà Giurisprudenza

Schemi e mappe concettuali
Esame di Scienza politica (Unitelma Sapienza) da 10 Crediti formativi universitari del professore Davide Angelucci. Studiato solo su questo materiale, senza svolgere e-tivity del corso, votazione: 25.
...continua
Il presente elaborato analizza i temi della democrazia, del segreto in politica e un caso specifico, quello dell’archivio Mitrokhin che coinvolge l’intelligence italiana, britannica e russa. L’obiettivo della tesi è trovare le regolarità che determinino l’utilizzo degli arcana imperii, la legittimità e le differenze che intercorrono nell’utilizzo fra democrazie e non. Il primo capitolo riassume le teorie che sottendono la segretezza in politica, il secondo riguarda la configurazione dei servizi segreti come strumento della politica e il terzo analizza il caso Mitrokhin nello specifico.
...continua
La psyops (operazione psicologica) rappresenta quella complessa e pianificata propaganda, contro uno specifico target, che è rinvenibile in ogni contesto attuale: politico, economico, sociale e di guerra. Seppur questo, nell’ultimo caso, assume oggi una funziona essenziale tendente a ridurre la necessità di fare un uso pesante della artiglieria, persuadendo l’avversario ad arrendersi; negli altri, assume un carattere più oscuro, quasi impercettibile all’intelligibilità dell’uomo che, senza una giusta conoscenza delle tecniche usate da questi manipolatori, verrebbe condotto a fare qualcosa senza che se ne accorga. Questa rappresenta la vera forza della propaganda che facendo leva sull’esigenze del popolo lo spingerebbe ad accettare situazioni che normalmente non avrebbe accettato scavalcando quell’assetto democratico per la quale da anni si è lottato. Si è voluto trattare questo argomento proprio per questa sua senziente arma che in Italia nello specifico non verrebbe affrontata e risolta nei giusti modi. Difatti gli elementi base di queste operazioni psicologiche sarebbero state studiate da importanti manuali statunitensi che in virtù della pericolosità di questo strumento dovrebbe indurci a riflettere sulla necessità di aggiornare i nostri modelli operativi di sicurezza. È vero che i nuovi mass media hanno migliorato la qualità dell’individuo ma, se lo si osserva dall’altro lato, si nota come questi lo avrebbero reso schiavo dei suoi effetti, immettendolo all’interno di quella gabbia disinformata che oramai sta sopprimendo quella essenziale parte critica utile a discernere il vero dal falso. L’epidemia all’interno delle folle (come Gustave Le Bon le intende) si è già diffusa, milioni di visualizzazione ormai regnano incontrastate all’interno di tutti quei messaggi propagandistici che diffondono odio e rassegnazione, la massa viene spesso mobilitata all’azione ma, soprattutto la cosa più grave è che il bulbo non può essere estirpato dalla radice attraverso la censura. Quest’ultima sarebbe impossibile proprio per la grandezza della marea informativa che con le sue svariate onde affonderebbe questi messaggi strategici all’interno di luoghi sempre meno visibili come negli attuali “Hashtag”, “condividi” o ancora peggio del deep web. Inoltre, oltre che la posizione anche la quantità è notevole tartassando la mente del lettore attraverso variopinte fonti e diversi mezzi di comunicazione. Questa consapevolezza è ciò che ha reso questa tesi innovativa in quanto mi ha condotto a riflettere su quell’unica ancora di salvezza che ancora oggi potesse trasmettere quella luce di speranza all’interno di questa ombra, cioè l’individuo: nel risveglio di quel lato critico che si possiede, ribaltando quel paradigma della sicurezza che non potendo prevenire l’accaduto, lo affronta dall’interno, limitandone gli effetti. Difatti se nel passato si è sempre cercato di evitare la formazione di folle ritenute acefale e indomabili oggi lo sguardo deve essere rivolto a loro, che educate in una certa maniera possono curare ogni singolo soggetto appartenete alla “vecchia società”, tramite una reazione a catena conscia di responsabilità e consapevolezza. Il metodo usato è stato assolutamente critico come il risultato che si vuole ottenere, attraverso un profilo logico che partendo dall’alto si è pian piano intercalato all’interno di questo ingranaggio fino a raggiungere la base, con la speranza di ripartire da lì, per avviare un processo inverso utile a espellere quell’aria inquinata, dalla propaganda, attraverso la quale ancora oggi si respira. Tutto questo allo scopo di riportare il cittadino di qualunque Stato al suo ruolo cardine di soggetto attivo, promotore di idee e evoluzione; fuoriuscendo da quella bolla, che da anni ormai, l’avrebbe ibernato come soggetto passivo in quanto “consumatore di prodotti” venduti dalle false lusinghe della propaganda. Per concludere, se informare è un dovere ed essere informati è un diritto, quest’ultimo aspetto deve essere assolutamente promosso dalle istituzioni che in questo caso non dovrebbero solo evidenziare il problema propagandistico, ma avviare quel processo di terapia umana affinché l’evoluzione dell’uomo possa avvenire completamente libera da ogni contrasto o senziente arma manipolatoria.
...continua
Riassunto per l'esame di Scienza politica, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Amadio Viceré Maria Giulia: Scienza politica, Cotta, Della Porta, Morlino. Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma, facoltà di Scienze politiche. Scarica il file in PDF!
...continua
Riassunto per l'esame di Scienza politica, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Pasini Nicola: Scienza politica, Caramani. Università degli Studi di Milano, facoltà di Scienze politiche. Scarica il file in PDF!
...continua

Esame Scienza politica

Facoltà Scienze politiche

Dal corso del Prof. G. Baldini

Università Università degli Studi di Bologna

Appunti esame
Paper di Scienza politica sulle posizioni euroscettiche di FDI dalla nascita ad oggi, un'analisi che spiega i rapporti originali e quelli odierni tra FDI e l'UE e il suo posizionamento all'interno del parlamento europeo dalle elezioni del 2019.
...continua
La goepolitica è composta da varie geopolitiche: quella classica, quella imperialista, quella fascista (anni ’20-’40, scuola tedesca), quella della Guerra Fredda (dove il termine quasi scompare), e poi c’è il ritorno della geopolitica negli anni ’80, con la fine del bipolarismo. Bisognerebbe quindi parlare di geopolitiche. La geopolitica nasce durante il periodo dell’imperialismo, in particolare durante la corsa all’Africa (scramble for Africa, ossia le rivendicazioni europee su diverse zone del continente africano avvenuta tra il 1880 e la Prima guerra mondiale). L’Africa era un territorio ancora poco conosciuto allora, ma dopo pochi decenni è stato occupato. Le potenze hanno effettuato una vera e propria “corsa” per occupare lo spazio. La geopolitica è figlia della percezione che il mondo è un mondo finito: non c’è più spazio da occupare. È una visione claustrofobica. Bisogna quindi occupare i territori degli altri, c’è competizione per lo spazio. La geopolitica si sviluppa quando sono effettuate le grandi esplorazioni, quando il mondo viene suddiviso. C’è una visione fortemente conflittuale delle relazioni. 
La geopolitica classica verrà influenzata da un’altra disciplina che prende piede in quegli anni: il darwinismo sociale. Il discorso di Darwin sullo struggle for life è al centro di questa visione: c’è stata una selezione per la vita tra animali e piante portata al livello sociale, quindi applicata alle società umane. La selezione naturale è una teoria che spiega come “solo i più forti sopravvivono”. Applicata alle scienze umane, la teoria dice che o si domina, o si è dominati. O si vince o si perde. Lo spazio è limitato, finito, e la competizione è solo sullo spazio già occupato. È una visione fortemente agonale delle relazioni internazionali. La geopolitica parte da una visione hobbesiana. L’azione politica è sempre collegata allo spazio. L’approccio è soprattutto realista, c’è l’idea che ci sia anarchia internazionale che non lascia spazio all’idealismo e che la politica estera abbia il primato. Ci sono scorci di geopolitica nell’antichità (Tucidide), ma nasce ufficialmente in questo.
 Quella critica (critical geopolitics), un filone che revisiona la geopolitica classica e democratica. Contesta 
 profondamente il linguaggio e l’assunto di base della geopolitica.
 La differenza principale tra la geopolitica classica e quella contemporanea è nel metodo in cui si traduce il sapere geopolitico, non tanto nel contenuto teorico o esplicativo. È quindi un metodo di discorso che riguarda il modo in cui si guarda potere, geografia e alle relazioni tra potere e geografia
 Per la geopolitica classica lo spazio è uno spazio chiuso, claustrofobico. Il mondo è finito, non c'è più terra libera, se uno spazio è limitato può essere conquistato solo sottraendolo agli altri, si sottolinea la mancanza di spazio e di risorse, l'unico modo per ottenerli è il conflitto con gli altri. Non c'è una posizione cooperativa, è fortemente conflittuale
 Per i contemporanei lo spazio geografico è quello che sta nel mondo, non è il mondo che sta nello spazio geografico, lo spazio non è solo orizzontale, ma anche verticale e virtuale. C'è un'attenzione al dato micro, ossia alla realtà locale. Le definizioni di geopolitica. La migliore definizione di geopolitica, naturalmente, è quella secondo cui non c’è una vera definizione di geopolitica. Ma se ne individuano quattro fondamentali: 
 Tre di questi punti sono puramente geografici, due sono correlati al fattore umano e uno è di natura politica. Secondo Mahan la geografia condiziona le decisioni, ma le scelte degli uomini e il carattere del governo sono dunque importanti, la geografia non determina quindi, ma condiziona la politica e la strategia possono e devono essere dei re equilibratori dei condizionamenti geografici.
 Il compito dell'analista e saper leggere la realtà geografica, umana e politica correlandola agli obiettivi che si è prefissata e tenendo presente i condizionamenti geografici. Mahan analizza la grande vicinanza geografica, umana e politica tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Geograficamente hanno gli stessi condizionamenti, hanno la stessa cultura e gli stessi obiettivi e politicamente hanno forme di governo simili, sistemi liberali, parlamentari contrapposti ai sistemi autocratici. Storicamente, secondo me negli Stati Uniti potranno evitare il declino e essere una grande potenza solo sapendo leggere i condizionamenti geopolitici. Quindi abbracciando la lezione Geo storica, devono impegnarsi a costruire una grande flotta militare che va correlata a quella inglese. Durante il 1800, quando la potenza tedesca emerge, Mahan è il primo a capire che il vero nemico della Gran Bretagna non sono Francia o Russia. Ma la Germania, guglielmina, perché i condizionamenti naturali, le scelte politiche, il fattore umano vanno in quella direzione. Francia e Russia non saranno mai veri avversari della Gran Bretagna, in un'epoca sempre più complessa, con sempre più potenze, non è più immaginabile avere il predominio di un unico Stato. Sono necessarie le alleanze? Un tema che Mahan deriva dalla sua analisi storica e politica, ma che in realtà non è un'osservazione neutrale. Il suo obiettivo era far uscire gli Stati Uniti dall'isolamento. Secondo lui è quindi necessaria un'alleanza tra le due marine più simili, perché i due Stati hanno interessi più simili. gli Stati Uniti devono quindi abbandonare l'isolamento.
 Mahan si interroga poi sul tipo di flotta che occorre, la sua è ancora un'analisi apparentemente scientifica, che però non è affatto neutrale. Secondo lui ci sono due tipi di flotte. Riprende il pensiero di Mahan. Del SEE Power e lo aggiorna, Corbett è specializzato in storia marittima e anche professore di storia e di strategia marittima a Oxford. La sua opera principale e Some Principles of Maritime strategy del 1911 è un grande teorico del potere marittimo, mentre Mahan si concentrava più sul potere navale. Rispetto a Mahan Corbett, sostenendo il primato delle potenze marittime, lo relativizza subordinandolo e accordando la strategia marittima a quella generale. Soprattutto Corbett enfatizza il valore ed importanza della strategia di pace. Ciò non significa che fosse pacifista. La strategia di pace per lui è qui ad attuare prima della guerra. Parte da una constatazione, per le potenze si Power è fondamentale il controllo delle vie marittime, quindi delle vie di comunicazione per le potenze marittime. Il punto fondamentale risiede nella libertà dei commerci e nella capacità di commerciare; quindi, nella possibilità di avere porti punti di rifornimento e le rotte marittime. Fondamentali, ma anche l'accesso ai grandi fiumi che sono vie privilegiate dei commerci. E le potenze marittime l'obiettivo strategico fondamentale è il commercio e il controllo delle rotte marittime per le potenze terrestri. L'obiettivo e il controllo del territorio, controllare il territorio terrestre è un'azione molto più aggressiva rispetto al controllo delle vie commerciali marittime perché comporta alleanze o conflitti di un paese con quelli vicini. Le frontiere terrestri vanno controllate tutte e sempre ciò fa si che l'atteggiamento delle potenze marittime sia meno aggressivo e meno votato al controllo del territorio, ad esempio la Gran Bretagna non teme attacchi o invasioni, finché ha una Marina forte. Al contrario, la Germania ha sempre dovuto avere un forte controllo del territorio. Con la strategia di pace del seapower la guerra può essere ridotta. Corbett comprende anche che in caso di guerra non si può vincere solo col potere marittimo o navale. La vera importanza del potere marittimo e la sua influenza sulle operazioni militari. Corbett è il primo a teorizzare le operazioni. Aggiunte mare terra. Una strategia che oggi è chiamata interforze. La collaborazione tra Marina aviazione ed esercito. Corbett dice che una Marina di d'esercito devono funzionare come un'unica arma, è un Consiglio che gli inglesi seguono da subito. per l'Italia ci vorrà molto più tempo. Oggi si può dire che l'aria pivot corrisponde al cuore euroasiatico del continente, la Mezzaluna marginale e l'Europa occidentale, Medio Oriente, India e parte dell'Asia del Pacifico. La Mezzaluna esterna è formata da Stati Uniti, Regno La sua riflessione parte dal motivo per cui la Germania ha perso la Prima guerra mondiale, perché i tedeschi militarmente più forti hanno perso la guerra? La sua risposta è che la Germania non ha saputo leggere correttamente da un punto di vista geopolitico. La guerra, la Letta come una classica guerra europea ed è stato un errore catastrofico. La Germania non ha ragionato in termini di Sistema mondo. Era priva di una visione planetaria e non ha capito che la guerra era mondiale e non regionale e che occorresse una visione tale in ambito di rapporti tra le potenze. Soprattutto non aveva compreso l'importanza di capire il ruolo di territorio nel confronto globale. La Germania si era messa nelle condizioni di essere sconfitta perché si era posta contro lo hartland sia il sei Power. La guerra su due fronti è una catastrofe per una regione svantaggiata geograficamente, con una posizione particolarmente sfavorevole. Secondo Auser, era fondamentale per la Germania ottenere lo spazio vitale. Questo concetto sarà anche utilizzato da nazisti, ma non in modo geopolitico. Hitler? Non assimila mai nulla di geopolitica, lo spazio vitale non è lo spazio indiscriminato e occupare lo spazio necessario per la Germania per non essere più schiacciata da altre potenze. Da qui il ruolo della geopolitica tedesca, insegnare alla Germania a ragionare in termini geopolitici per riprendere lo spazio che le spetta. Perché era stata punita ingiustamente con il trattato di Versailles, a casa di un'imposizione di una pace troppo pesante. Seconda Haushofer, la geografia fornisce la geopolitica alla cornice entro cui deve svolgersi ogni azione politica. Se vorrà essere coronata da successo duraturo, la geopolitica, In altre parole, di Haushofer deve essere la coscienza geografica dello Stato. Lo Stato ha una coscienza geografica che è data dalla geopolitica. Gli studiosi francesi del dopoguerra hanno scritto che dopo lo shock della sconfitta, la geopolitica permette alla Germania di pensare al suo ruolo all'interno del mondo. -  Che la guerra non serva agli interessi sovietici. È un punto fondamentale, perché negli anni Settanta si erano 
 discusse le teorie secondo cui l’URSS non volesse fare una guerra. Secondo queste teorie Cuba lo dimostrava. 
 Secondo Gray, invece, i sovietici attendono solo il momento migliore per scatenarla.
 Nel 1990 Gray invitava a non sottostimare i pericoli dell’URSS, ma nel 1991 c’è la sua disgregazione.
 Saul B. Cohen
 Studioso di geografia politica, meno antisovietico di Gray, è considerato un autore post- classico. Va oltre la geopolitica classica, ma non la rinnega. Unisce l’analisi micro a quella di macro-livello. Una sua definizione di geopolitica è che è lo studio della relazione esistente tra la politica internazionale di potenza e le corrispondenti caratteristiche della geografia. Una delle sue opere più importanti, che lo porta al centro dell’attenzione, è un libro del 1963 chiamato Geography and Politics in a World Divided. Cohen sottolinea un dato fondamentale per la geopolitica contemporanea: la soggettività. Insiste molto sulla soggettività della rappresentazione politica.
 Nonostante dia attenzione alla geografia e ai dati geografici, Cohen è molto critico riguardo il concetto di regione 
 (Buzan, regional security complex), che non è mai una realtà geografica oggettiva, ma è solo un dispositivo analitico che serve a dividere il mondo secondo criteri arbitrari. Le regioni non sono definite per sempre, ma riescono sia i rapporti di forza, sia la soggettività dell’analista. La parte soggettiva dell’analisi è molto importante. Per questo è necessario fare attenzione a non prendere come scientifica e permanente una visione che è sempre condizionata dai bias cognitivi di un certo momento storico. 
 La realtà geopolitica è unita alla rappresentazione, alla narrativa. Questo, più l’attenzione al dato micro, permette a Cohen di essere critico su una delle interpretazioni più in voga delle relazioni internazionali, la domino theory. Cohen la considera come una ricezione acritica e profondamente distorta dei principi della geopolitica classica.
 Vengono ripresi anche i concetti classici della dicotomia terra/mare, anche se Cohen rifiuta gli schematismi della geopolitica classica, in particolari alcuni della interpretazione di Mackinder e di Spykman. Secondo Cohen il fulcro dello heartland è la ricerca costante dell’unità strategica dello spazio, attraverso il controllo delle vie di comunicazione (strade, ferrovie). Il potere marittimo, invece, è legato alle vie di comunicazione navali e soprattutto ai commerci. 
 Ciò gli permette di creare la sua cartina geopolitica, che offre una narrativa del mondo. Il mondo vede la presenza di sfere geostrategiche (geostrategical realms). Sono due, e presentano forti divisioni interne. All’interno di ogni sfera geostrategica esistono degli insiemi geopolitici più piccoli ma più coesi, meno diversificati. A separare queste due sfere geostrategiche ci sono le shatter belts. Sono linee di frattura, zone in cui si scaricano o si accumulano le tensioni tra i due geostrategical realms. Cohen immagina una sfera geopolitica più piccola che prende parte continente euroasiatico, fatto dallo heartland e da una appendice orientale (l’Europa orientale è parte del Rimland minacciato dalla Guerra Fredda) e forti proiezioni nel sud- est asiatico. 
 L’altra sfera è legata ai commerci marittimi (trade-dependent maritime realm) e attraversa gli oceani Pacifico, Indiano e Atlantico. Al suo interno ci sono una serie di insiemi geopolitici: la regione anglo- americana, l’Europa marittima (Europa occidentale e Maghreb), l’offshore Asia, l’America meridionale. Ci sono poi una serie di shatter belts, luoghi dove si accumula la tensione che non sempre si può scaricare: la linea di frattura più evidente è quella lungo il Rimland europeo, che divide l’Europa occidentale e quella orientale. È una 
 shatterbelt dove la tensione non si può scaricare; se succedesse, si avrebbe una guerra nucleare tra NATO e Patto di Varsavia. Un luogo dove si può scaricare la tensione è la shatterbelt mediorientale.
 Cohen scrive negli anni Sessanta, quando l’Africa è appena diventata indipendente. Non percepisce ciò che diventerà l’Africa nel decennio seguente. 
 La geopolitica è importante perché mostra la continuità strategica di queste sfere. La sfera euroasiatica continentale è sempre più aggressiva di quella marittima, legata ai commerci, perché l’obiettivo della sfera euroasiatica è quello di raggiungere i mari caldi, luoghi in cui si può davvero diventare potenza di sea power. Cohen suggerisce che la lettura ideologica dell’aggressività dell’URSS sia solo una componente della questione, perché il reame euroasiatico tende naturalmente all’aggressività, tende a cercare, dal punto di vista strategico, l’unione dello spazio euroasiatico. Non 
 strategia nucleare è anomala, perché serve a prevenire il conflitto, non a vincere. Se si impedisce lo scontro si previene la vittoria ipotetica dell’altro, ma anche la propria. La deterrenza spinge verso l’impossibilità della guerra nucleare, e quindi anche all’impossibilità di una vittoria. Ma poiché tensioni e rivalità ci sono, il sistema come fa a gestirle? La risposta è che ha mantenuto la guerra convenzionale (Corea, Vietnam), il meccanismo tipico di competizione tra gli stati del sistema vestfaliano. Se ciò accade si possono utilizzare i tradizionali sistemi di analisi e i ragionamenti della geopolitica sono ancora utili. Nella Guerra Fredda, a livello convenzionale, permangono le stesse regolarità geopolitiche che, dice Zoppo, sono quelle di Mackinder. Lo heartland (URSS) preme per espandersi e il Rimland è protetto dal sea power (USA). Sono le forze statunitensi presenti in Europa, Medio Oriente e Asia che rendono impossibile l’espansione dello heartland, o almeno a renderla molto difficile. La rende impossibile in Europa e la limita nel Pacifico (Giappone).
...continua
Riassunto per l'esame di Scienza politica, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Palano Damiano: Capire La politica, Pietro Grilli di Cortona. Università Cattolica del "Sacro Cuore", facoltà di Scienze politiche. Scarica il file in PDF!
...continua
Riassunto per l'esame di Scienza politica, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Palano Damiano: Capire la politica, Pietro Galli di Cortona. Università Cattolica del "Sacro Cuore", facoltà di Scienze politiche. Scarica il file in PDF!
...continua
Appunti a computer, basati sull'intero corso del proff. Andrea Locatelli, per l'esame di Studi strategici dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, anno scolastico 2023/2024. Gli appunti comprendono le lezioni del professore, non i seminari.
...continua
Riassunto per l'esame di Scienza politica, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Brunazzo Marco: Elementi di scienza politica , Capano, Piattoni, Raniolo, Verzichelli. Università degli Studi di Trento, facoltà di Sociologia. Scarica il file in PDF!
...continua

Esame Elementi di scienza politica

Facoltà Scienze politiche

Dal corso del Prof. A. Locatelli

Università Università Cattolica del "Sacro Cuore"

Appunti esame
Appunti di tutte le lezioni del corso Elementi di scienza politica, perfettamente sostitutivi della frequenza e della lettura del libro Capire la politica di Grilli, sufficienti quindi per passare l'esame a pieni voti.
...continua

Esame Scienza politica

Facoltà Scienze politiche

Panieri
5 / 5
Test domande per autovalutazione esame di Scienza politica per il corso di laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali del prof. De Rosa Roberto dell'Università degli Studi Niccolò Cusano - Unicusano.
...continua

Esame Sistema politico italiano

Facoltà Scienze politiche

Dal corso del Prof. A. Seddone

Università Università degli studi di Torino

Appunti esame
Appunti completamente sostituitivi di Sistema politico italiano, presi personalmente da frequentante con aggiunta di approfondimenti che mi sono serviti per comprenderne i concetti base. Sono completi e validi presi nell'anno 2022-2023.
...continua

Esame Governance multilivello e rapporti centro periferia

Facoltà Giurisprudenza

Prove svolte
E-tivity della materia di Governance Multilivello e Rapporti Centro Periferia - 6 Crediti - Università Unitelma Sapienza - Professore Luca Carrieri. Valutata positivamente: +2 punti alla votazione in sede di esame.
...continua

Esame Governance multilivello e rapporti centro periferia

Facoltà Giurisprudenza

Appunti esame
Appunti della materia Governance Multilivello e Rapporti Centro Periferia - 6 crediti - Unitelma Sapienza - Professore Luca Carrieri. Votazione studiando solo su questi appunti e facendo l'etivity: 30.
...continua
Riassunto per l'esame di Introduzione alla politica internazionale, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Giacomello Giampiero: Una trama del mondo, Michele Chiaruzzi. Università degli Studi di Bologna, facoltà di Scienze statistiche. Scarica il file in PDF!
...continua
Riassunto per l'esame di Analisi e teoria politica, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Tarchi Marco: Italia populista. Dal qualunquismo a Beppe Grillo, Marco Tarchi. Università degli Studi di Firenze, facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri. Scarica il file in PDF!
...continua