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MINERVINI SIMONA ANGELA SCIENZA POLITICA 5
CAPACITÀ DI MODELLIZZARE E FARE PREVISIONI anche con informazioni limitate.
INTERESSE EGOISTICO guida gli attori, non solidarietà, quindi non ha senso studiarle → complicazioni
La SCELTA RAZIONALE non è necessariamente informata, non si è onniscienti.
INDIVIDUALISMO METODOLOGICO: unità elementare della vita sociale è l’azione dell’individuo.
Oltre agli individui come ATTORI abbiamo anche partiti politici, Governi, Stati Nazione.
Questo approccio offre una spiegazione sul perchè ci troviamo davanti a problemi di azione collettivi: la razionalità
individuale crea un risultato negativo per tutti.
LIMITI:
PREVISIONI NON IMPECCABILI, ma permettono di identificare casi razionali da studiare.
• Se gli attori fossero razionali agirebbero come la teoria, non succede, quindi serve spiegazione.
ORIGINI DI OBIETTIVI RESTANO INESPLORATE e date per scontate.
• INTERESSI DINAMICI e INFLUENZATI dalla società → semplificazione eccessiva.
• SCOSTAMENTI da RAZIONALITÀ ci sono SISTEMATICAMENTE x necessità psicologiche come:
• ! AUTOIMMAGINAZIONE POSITIVA: pensare che si stia facendo del bene.
! SPONTANEITÀ: non abbiamo sempre il tempo di valutare razionalmente le scelte.
! PENSIERO DI GRUPPO: si pensa poco da soli e molto in gruppo → devianze dal gruppo
5. APPROCCIO INTERPRETATIVO → interpretazione degli attori della vita politica le dà sostanza.
NB: il lavoro del ricercatore comporta sempre un’interpretazione. Due approcci:
MARX → idee come conseguenza della prassi politica
• HEGEL → le idee guidano la pratica politica
•
Approccio interpretativo si colloca a metà tra i due.
CORNICE CONCETTUALE: spazio delle idee all’interno del quale si situano i diversi attori; si guarda molto ai documenti
e ai media prodotti per comprendere l’interpretazione data dai soggetti dell’azione politica.
COSTRUTTIVISMO: la nostra percezione del mondo è socialmente e storicamente determinata.
LIMITI:
STUDIO DEI SIGNIFICATI non dice molto sulle relazioni con altri casi → difficile generalizzare
• ! Guardare ogni dettaglio di una situazione richiede molte risorse;
! Difficile che i dettagli cambino il quadro in maniera fondamentale;
Si cerca il dettaglio non per interesse verso generalizzazione, ma verso il dettaglio.
STUDIO DI UN SIGNIFICATO non dice molto sulle CONSEGUENZE dell’attività umana: capiamo perchè una
• persona ha fatto qualcosa, ma non capiamo quello che farà
Identificare il significato della politica dovrebbe essere il PUNTO DI PARTENZA, NON DI ARRIVO
•
3. STRATEGIE DI RICERCA
POSSIBILI STRATEGIE DI RICERCA (=maniera precisa e strutturata di agire):
STUDIO DI CASO: studio approfondito di un singolo esempio di ampia significatività.
•
MINERVINI SIMONA ANGELA SCIENZA POLITICA
6 COMPARAZIONE QUANTITATIVA: comparazione qualitativa tra pochi esempi.
• ANALISI QUANTITATIVA: ricerca di cause via valutazioni statistiche delle relazioni tra variabili
• ! Studio di variabili; non interessa il caso individuale ma come variano rispetto alla tematica.
ANALISI STORICA: ricostruzione di un processo genera spesso un risultato noto.
• ! Studio di un processo, inteso come problematice che si sono già dipanate
1. STUDIO DI CASO → caso esemplifica una categoria + generale e comporta un’analisi più estesa.
Esame della letteratura accademica → articoli accademici pubblicati sul tema di interesse;
• Valutazione dei documenti secondari → ciò che viene detto da attori non ricercatori;
• Analisi approfondita delle fonti principali → intervista a membri, analisi di post, focus group;
• Interviste ai soggetti coinvolti e altri osservatori → persone con titolo di parlare del tema;
• Esperienza diretta dell’unità oggetto di studio → APPROCCIO ETNOGRAFICO
•
Da tutta questa informazione si trova una sintesi attraverso uso ed elaborazione dei dati.
Tipi di studio di caso:
PROTOTIPICO: tipico della categoria;
• DEVIANTE: eccezione alla regola → quello che aiuta meglio a capire la norma
• ESEMPLARE: crea la categoria;
• CRITICO: se funziona qui, funzionerà ovunque → permette di testare la proposizione in circostanze poco
• favorevoli
2. STUDI COMPARATI → qualitativi o quantitativi, condividono alcuni punti di forza e alcune debolezze.
PUNTI FORTI:
Migliora la nostra comprensione
• Consente di classificare strutture politiche e processi politici
• Consente di testare delle ipotesi sulla politica
• Offre un certo potenziale di previsione e controllo
•
PUNTI DEBOLI:
Uno stesso fenomeno può assumere significati diversi in Paesi diversi;
• Globalizzazione fa sì che i paesi non possano considerarsi indipendenti tra loro;
• Ogni coppia di paesi differirà sotto molti aspetti, quindi sarà difficile tenere costanti tutti i fattori tranne quello
• di cui vogliamo misurare l’impatto → sarebbe la condizione ideale
I paesi selezionati per lo studio potrebbero costituire un campione poco rappresentativo;
•
2.1. COMPARAZIONE QUALITATIVA → può essere BINARIA (due fenomeni) o TRIANGOLARE (tre);
Identificare e spiegare i contrasti e le affinità trovate tra i casi presi in esame.
• Diverse dimensioni e sfaccettature da studiare in una comparazione.
•
PRINCIPIO DI
MASSIMA SIMILARITÀ: studiare un set di casi simili rispetto a un fenomeno sotto studio e vedere se questa
• similitudine comporta gli stessi risultati;
MASSIMA DIFFERENZA: studiare un set di casi diversi rispetto a un fenomeno sotto studio;
•
2.2. COMPARAZIONE QUANTITATIVA
BIG END STUDIES: studi su grandi numeri; non interessa comportamento in modo diretto, ma in maniera
• indiretta attraverso lo studio delle variabili, che possono essere:
! DIPENDENTI: quella che va spiegata;
! INDIPENDENTI: quella che spiega il fenomeno;
Questa comparazione procede attraverso IPOTESI (=inferenze basate su letteratura o studi preliminari).
•
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Concetti ricorrenti nelle comparazioni quantitative:
COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE misura accuratezza con cui si prevede una variabile
• ! CORRELAZIONE POSITIVA: valori delle due variabili salgono o scedono entrambi;
! CORRELAZIONE NEGATIVA: quando il valore di una variabile sale, l’altro scende;
RETTA DI REGRESSIONE misura accuratezza con cui si prevede una variabile con un’altra
• ! OUTLIER: casi lontani dalla retta, possono essere interessanti da studiare
RISCHI:
CORRELAZIONI SPURIE: forte correlazione tra due variabili solo poichè dipendono da un terzo fattore non
• misurato.
CORRELAZIONE NON È CAUSAZIONE, la correlazione tra la variazione di una variabile e di un’altra non significa
• che una causi l’altra.
3. ANALISI STORICA → misto tra scienza politica, storia e sociologia.
Utilizza ampiamente il caso di studio approfondendo alcuni aspetti di un evento storico.
Esamina come una determinata sequenza di mosse genera un determinato risultato.
CASUALITÀ ha a che fare con la giustificazione che diamo agli eventi.
Facciamo differenze quando facciamo un’analisi storica basandoci su due concetti:
PATH DEPENDANCY: destinazione politica dipende da decisioni prese in precedenza.
• PATH INDIPENDANCY: destinazione politica si raggiunge indipendentemente dal percorso.
•
Concetti chiave che si sono sviluppati col tempo nel fare analisi storiche:
DIPENDENZA DALL’ANDAMENTO PREGRESSO: esito di un processo non è inevitabile ma dipende da decisioni
• iniziali che danno origine a un determinato orientamento.
GIUNTURA CRITICA: punto di svolta che definisce interessi, strutture destinati a persistere.
• ORDINE SEQUENZIALE: l’ordine degli eventi, non solo il loro accadimento, incide sul risultato.
• CAUSE A LENTA EVOLUZIONE: fattore di influenza che si modifica lentamente ma, nel lungo periodo,
• sostanzialmente.
4. STATO
STATO: unità fondamentale della vita politica contemporanea e di chi la studia.
Possiedono il potere sovrano di governare la popolazione di un territorio specifico.
• Fenomeno recente e destinato a cambiare → concetto dinamico
• Si tratta di una forma politica della prima modernità.
•
NASCITA avviene tra XVI e XVIII secolo in Europa; motivazioni sono esplorate con analisi storica:
Fine DOMINIO TRANSNAZIONALE della CHIESA per via di fratture interne e poteri forti nuovi.
• Attori che diventeranno centrali negli Stati, a causa di:
• ! Perdita di forza politica della Chiesa, possono ambire in alto;
! Scomparsa dei signori feudali locali, possono ambire in basso;
INVENZIONI cambiano le formazioni e le campagne militari;
• ! Armamenti richiedono investimenti, che richiedono esenzione dalle tasse;
! Serve amministrare gli investimenti → crescita di BUROCRAZIA
REGOLAMENTI UNIFORMI e condivise portano alla nascita della DIPLOMAZIA.
• SCISSIONE DELLA CHIESA → principio fondamentale del controllo religioso del principe.
• ! POLITICA (=autorità secolare) influenza RELIGIONE (=autorità religiosa)
MINERVINI SIMONA ANGELA SCIENZA POLITICA
8 Dibattito su cos’è e non è lo Stato → affermazione e giustificazione teorica dello Stato
• ! BODIN → idea di sovranità;
! HOBBES → contratto sociale;
! LOCKE → diritti naturali inviolabili;
RIVOLUZIONE AMERICANA (1776) → affermazione dei valori liberali nello stato;
• RIVOLUZIONE FRANCESE (1789) → affermazione della sovranità in termini democratici;
• RESTAURAZIONE NAPOLEONICA non rappresenta la fine dell’affermazione dello Stato;
•
LIBERISMO → economico: salvaguardia dell’imprenditoria
Cerca di assicurare le migliori condizioni possibile per l’individuo;
•
LIBERALISMO → politico: posizione non progressiva ma conservatrice
Tutela dell’individuo rispetto all’invasione della comunità e dello Stato;
•
SISTEMA DI WELFARE viene messo in dubbio → NEOLIBERISMO: ridurre impronta dello stato nella società per avviare
un periodo di ridimensionamento statale.
CENTRALIZZAZIONE: penetrazione del potere centrale in un determinato territorio.
• STANDARDIZZAZIONE: maggiore uniformità all’interno della società.
• FORZE: rafforzamento del monopolio della forza legittima.
• MOBILITAZIONE: maggiore capacità di estrarre risorse dalla società.
• DIFFERENZIAZIONE: istutizioni e dipendenti statali si differenziano dal resto della società.
• FUNZIONI: allargamento del compito dello stato e maggiore i