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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Natalizia Gabriele

Dal corso del Prof. G. Natalizia

Università Università degli Studi di Roma La Sapienza

Appunti esame
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In questo documento sono contenute tutte le lezioni tenute dal professore Natalizia Gabriele relativamente al corso di Scienza politica dell'anno accademico 2021/2022. Il materiale è più che sufficiente per passare l'esame.
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La psyops (operazione psicologica) rappresenta quella complessa e pianificata propaganda, contro uno specifico target, che è rinvenibile in ogni contesto attuale: politico, economico, sociale e di guerra. Seppur questo, nell’ultimo caso, assume oggi una funziona essenziale tendente a ridurre la necessità di fare un uso pesante della artiglieria, persuadendo l’avversario ad arrendersi; negli altri, assume un carattere più oscuro, quasi impercettibile all’intelligibilità dell’uomo che, senza una giusta conoscenza delle tecniche usate da questi manipolatori, verrebbe condotto a fare qualcosa senza che se ne accorga. Questa rappresenta la vera forza della propaganda che facendo leva sull’esigenze del popolo lo spingerebbe ad accettare situazioni che normalmente non avrebbe accettato scavalcando quell’assetto democratico per la quale da anni si è lottato. Si è voluto trattare questo argomento proprio per questa sua senziente arma che in Italia nello specifico non verrebbe affrontata e risolta nei giusti modi. Difatti gli elementi base di queste operazioni psicologiche sarebbero state studiate da importanti manuali statunitensi che in virtù della pericolosità di questo strumento dovrebbe indurci a riflettere sulla necessità di aggiornare i nostri modelli operativi di sicurezza. È vero che i nuovi mass media hanno migliorato la qualità dell’individuo ma, se lo si osserva dall’altro lato, si nota come questi lo avrebbero reso schiavo dei suoi effetti, immettendolo all’interno di quella gabbia disinformata che oramai sta sopprimendo quella essenziale parte critica utile a discernere il vero dal falso. L’epidemia all’interno delle folle (come Gustave Le Bon le intende) si è già diffusa, milioni di visualizzazione ormai regnano incontrastate all’interno di tutti quei messaggi propagandistici che diffondono odio e rassegnazione, la massa viene spesso mobilitata all’azione ma, soprattutto la cosa più grave è che il bulbo non può essere estirpato dalla radice attraverso la censura. Quest’ultima sarebbe impossibile proprio per la grandezza della marea informativa che con le sue svariate onde affonderebbe questi messaggi strategici all’interno di luoghi sempre meno visibili come negli attuali “Hashtag”, “condividi” o ancora peggio del deep web. Inoltre, oltre che la posizione anche la quantità è notevole tartassando la mente del lettore attraverso variopinte fonti e diversi mezzi di comunicazione. Questa consapevolezza è ciò che ha reso questa tesi innovativa in quanto mi ha condotto a riflettere su quell’unica ancora di salvezza che ancora oggi potesse trasmettere quella luce di speranza all’interno di questa ombra, cioè l’individuo: nel risveglio di quel lato critico che si possiede, ribaltando quel paradigma della sicurezza che non potendo prevenire l’accaduto, lo affronta dall’interno, limitandone gli effetti. Difatti se nel passato si è sempre cercato di evitare la formazione di folle ritenute acefale e indomabili oggi lo sguardo deve essere rivolto a loro, che educate in una certa maniera possono curare ogni singolo soggetto appartenete alla “vecchia società”, tramite una reazione a catena conscia di responsabilità e consapevolezza. Il metodo usato è stato assolutamente critico come il risultato che si vuole ottenere, attraverso un profilo logico che partendo dall’alto si è pian piano intercalato all’interno di questo ingranaggio fino a raggiungere la base, con la speranza di ripartire da lì, per avviare un processo inverso utile a espellere quell’aria inquinata, dalla propaganda, attraverso la quale ancora oggi si respira. Tutto questo allo scopo di riportare il cittadino di qualunque Stato al suo ruolo cardine di soggetto attivo, promotore di idee e evoluzione; fuoriuscendo da quella bolla, che da anni ormai, l’avrebbe ibernato come soggetto passivo in quanto “consumatore di prodotti” venduti dalle false lusinghe della propaganda. Per concludere, se informare è un dovere ed essere informati è un diritto, quest’ultimo aspetto deve essere assolutamente promosso dalle istituzioni che in questo caso non dovrebbero solo evidenziare il problema propagandistico, ma avviare quel processo di terapia umana affinché l’evoluzione dell’uomo possa avvenire completamente libera da ogni contrasto o senziente arma manipolatoria.
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