Il partito politico
Termine
Il partito politico è un insieme di persone che si organizzano per correre alle elezioni con l'obiettivo di collocare i propri membri nell’apparato di governo.
Significato
Tutti i partiti politici che partecipano alle elezioni, sia nei paesi democratici che non, come Movimento 5 Stelle, Forza Italia, PD.
Oggetto
Si usano termini diversi perché definiscono cose diverse, che devono sempre avere un referente empirico (l’oggetto). Il referente empirico, dunque l’oggetto, dipende dalla quantità di attributi che si è potuto associare al nostro termine. Tanto più è ristretta la sfera degli attributi, tanto più il concetto sarà vago e applicabile a più soggetti (es. se associamo il termine democratico a tutti i paesi, perde il suo significato).
Connotazione e denotazione
- Ogni concetto ha una connotazione e una denotazione.
- Definire la connotazione (intenzione): fissarne le dimensioni e le caratteristiche essenziali. Sono le caratteristiche, le priorità e gli attributi del significato del concetto.
- Definire la denotazione: l’estensione empirica dell’oggetto in esame, ovvero gli oggetti a cui si riferisce, i suoi riferimenti empirici.
- Con una connotazione più limitata abbiamo una denotazione più ampia: rapporto di proporzionalità inversa.
Dunque alla crescita della connotazione corrisponde una diminuzione della denotazione e viceversa. I concetti empirici, una volta formulati tenendo conto della connotazione e della denotazione, ci permettono di precisare quale sia l’unità di ricerca, ovvero l’oggetto della nostra ricerca.
La scala di astrazione (o albero di Porfirio)
Connotazione e denotazione servono per individuare il livello di generalità del concetto. Fungono da criteri guida all'uso della scala di astrazione (è una premessa all’operazionalizzazione) che rappresenta il livello di astrazione di un concetto:
- Ai piedi della scala: massima concentrazione.
- In cima alla scala: massima astrazione.
L'albero di Porfirio aiuta a capire la regola fondamentale per cui connotazione e denotazione di un concetto sono inversamente connesse. Secondo il triangolo di Ogden e Richards, il lato che lega il termine al significato coglie ciò che possiamo chiamare la connotazione o intensione del concetto, ovvero l'insieme delle caratteristiche che caratterizzano tale concetto. Il lato che associa il significato ai referenti empirici definisce la denotazione complessiva, ovvero l'estensione posseduta dal concetto in esame.
Operazionalizzazione
La operazionalizzazione è la trasformazione dei concetti astratti in concetti implicitamente osservabili quando siamo di fronte ad un concetto astratto lo si può trasformare empiricamente.
- Osservabile e analizzabile nella realtà mediante la cosiddetta operazionalizzazione.
- La maggior parte dei concetti usati nella scienza politica non sono direttamente osservabili: necessità di intervenire per "riempire" il percorso tra significato di un concetto e i suoi referenti empirici.
- Operazionalizzazione: diversi passaggi attraverso i quali si attribuisce un contenuto empirico a concetti non immediatamente osservabili.
- Specificazione del concetto individuando le dimensioni che le compongono.
- Individuazione di indicatori ritenuti importanti per le dimensioni enucleate: concetti maggiormente vicini alla realtà empirica (ponte).
- Espressione dell’indicatore in variabili direttamente rilevabili.
ES. Democrazia costruita mediante due elementi: partecipazione e confronto. Il governo democratico si fonda sull’esistenza di un’opposizione.
Dal concetto alle variabili
Concetto → Dimensione del concetto → Indicatore → Variabile. Per concretizzare un concetto dobbiamo prima scomporlo. ES. Democrazia = partecipazione, stato di diritto, competizione. È una buona scomposizione, però questi termini hanno bisogno di indicatori, ovvero concetti che leghino il significato alla realtà. Come indicatore della democrazia l’esistenza del suffragio universale, o l’intensità della partecipazione, o la competizione, o lo stato di diritto.
Classificazioni, tipologie e modelli
La classificazione è la divisione di un concetto in classi o tipi, ovvero in classi distinti fra di loro in base alle diverse priorità (es. io sono interessato come si differenziano tra di loro i parlamenti nelle democrazie, vado a vedere tutte le democrazie parlamento, poi individuiamo i paesi con un parlamento con due o un parlamento; oppure possiamo dividere i parlamenti in base alle organizzazioni,). Una volta definito il fenomeno, si procede con una ricognizione del fenomeno: come si presenta nella realtà nelle sue varietà.
- Classificazione: operazione di individuazione di un criterio distintivo di differenziazione tra diverse realtà e di attribuzione di quelle realtà alla singole classi (divisione dell'estensione di un concetto).
Von Beyen ha proposto una classificazione dei partiti politici in base alla famiglia spirituale (partiti comunisti, socialisti, liberali, cristiano-democratici). Duverger, nel 1950, ha classificato la varietà dei partiti in base alla sezione, comitato, milizia cellula, quindi ha diviso in base alle loro organizzazioni.
- Tipologia: classificazione multidimensionale, ovvero differenziazione della realtà sulla base di più di un criterio distintivo. I criteri che utilizzano sono gerarchicamente sullo stesso piano.
Sartori: tipologia dei sistemi di partito (quanti partiti ci sono e come interagiscono tra di loro). Vengono analizzati i paesi e, per distinguere quanti sistemi di partito hanno i paesi selezionati, Sartori sceglie l’utilizzo simultaneo di due criteri, ovvero il numero dei partiti presenti e la distanza ideologica che c’è tra di essi. Componendo il numero di partiti con le distanze ideologiche otteniamo tipi di partito diversi.
- Modelli: sono insieme di caratteristiche rispetto alle quali i casi concreti possono essere valutati ma non si ritrovano nella realtà.
Leipart presenta due modelli di democrazia opposti: Westminster, Consensuale. Ciascuno di questi due modelli ha 10 caratteristiche che sono le stesse ma si presentano in modo molto diverso nell’uno e nell’altro. Hanno a che fare con il rapporto tra parlamento e governo, numero di parlamentari… Però comunque c’è da dire che nessuno stato riesce a incarnare a pieno le 10 caratteristiche elencate, ma comunque quasi tutte le democrazie si avvicinano o al Modello Consensuale o al Modello Westminster.
Le regole di Mill per la costruzione di classificazione e tipologie
- Esclusività: la classificazione deve essere formulata in modo che ogni oggetto deve appartenere esclusivamente a una classe e non può appartenere contemporaneamente anche a un’altra. Es. quando un partito viene classificato in due famiglie spirituali (classificazione di Von Beyen).
- Esaustività: Le classi individuate nella classificazione o i tipi individuati nella tipologia devono contenere tutti i referenti empirici, nessun referente empirico può rimanere fuori dalle classi o da un tipo. Es. nessun partito politico può rimanere fuori da una famiglia spirituale (classificazione di Von Beyen).
La raccolta dei dati
Il primo compito per un ricercatore politico in una ricerca è di raccogliere i dati (informazioni, numeri…) relativi al contesto dei paesi che si vuole analizzare. I dati possono essere raccolti attraverso:
- Fonti primarie attraverso:
- Interviste fatte ad èlite (gruppo ristretto) con risposte aperte.
- Questionari somministrati a livello di massa.
- Infiltrazioni.
- Fonti secondarie attraverso:
- Prendere i dati da banche dati già esistenti.
- Atteingere i dati da altre ricerche pubblicate.
Relazioni di base tra variabili
Lo scienziato politico deve anche esprimere la relazione di base tra variabili, dunque deve ipotizzare una relazione tra variabili. Dobbiamo, innanzitutto, distinguere tra:
- Variabile dipendente: (y) quello che vogliamo spiegare (explanandum) → Bipartitismo.
- Variabile indipendente (x): la causa del fenomeno che vogliamo spiegare (explanans) → Sistema maggioritario a turno unico o secco (x) produce il bipartitismo (y).
- Variabili intervenienti (z): variabili che disturbano le relazioni (ruolo di terze variabili) che spiega perché x produce y in determinate circostanze e non in altre. (ES. perché un partito in alcuni territori riceve più voti rispetto a un altro territorio perché sono più ancorati in un determinato territorio d’Italia).
L'obiettivo delle scienze sociali è quello di isolare quanto più possibili queste variabili intervenienti cioè renderle costanti → parametrizzare una variabile. Il ricercatore nello spiegare il fenomeno, che significa trovare una causa all’effetto, deve tener conto di queste terze variabili. Allora quando facciamo la verifica della relazione causale è necessario utilizzare degli elementi di controllo che servono a parametrizzare le terze variabili.
I metodi di controllo per la verifica delle ipotesi
- Sperimentale (come nelle scienze dure): spesso infrequenti nelle scienze sociali sebbene nell’ultimo periodo stia prendendo campo.
ES. Lo scienziato politico vuole capire come l’appartenenza partitica condizioni il modo di vedere le cose. Lo scienziato politico può dividere e formare due campioni di persone, rappresentativi di ciò che voglio rappresentare, uno è un gruppo di controllo e l’altro è un gruppo sperimentale. All’interno dei gruppi, affinché si vadano ad assottigliare le variabili, come quelle di tipo anagrafico, provenienza ecc., i due gruppi devono contenere persone di tutte le età, provenienze ecc… Al primo gruppo, ovvero quello di controllo, faccio la domanda standard; (es. sei d’accordo o contrario all’elezione diretta del capo del governo?) con una risposta complessiva possibile dei partecipanti pari a 50 contro 50. All’altro gruppo, al gruppo sperimentale, il ricercatore sottopone uno stimolo in più (es. sei d’accordo all’elezione diretta del capo di governo, così come proposta dal partito Fratelli d’Italia?), la risposta ricevuta può essere diversa come 30.