I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni e lo studio autonomo di eventuali testi di riferimento in preparazioneall’esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell’università attribuibile al docente del corso o al relatore
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Appunti di Diritto penale

La tesi analizza approfonditamente i delitti di malversazione a danno dello Stato e di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, rapportandole entrambe con la truffa allo Stato e indicando le prospettive future di riforma. Ovviamente un occhio di riguardo è dato alla giurisprudenza ed alle direttive europee.
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Esame Diritto penale

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. N. Mazzacuva

Università Università degli Studi di Bologna

Tesi
Tesi di laurea in diritto penale sul riciclaggio, suddivisa in 3 capitoli, suddivisi nel: 1 il fenomeno, dove si parla del fenomeno del riciclaggio di denaro in generale 2 il reato, disciplina di diritto penale 3 disciplina amministrativa di contrasto.
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Esame Diritto penale

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. V. Mormando

Università Università degli Studi di Bari

Tesi
Tesi: I diritti politici consistono in quelle potestà giuridiche, attraverso i quali i cittadini partecipano alla vita costituzionale ed amministrativa dello Stato.Le libertà politiche ed i diritti che ne derivano possono essere inficiate da fattispecie criminose che ledono il corretto svolgimento dei procedimenti elettorali e la genuinità dei risultati elettorali.
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Esame Diritto penale

Facoltà Giurisprudenza

Tesi
Tesi per la Facoltà di Giurisprudenza, dell'Università degli Studi La Sapienza - Uniroma1 elaborata dall’autore nell’ambito del corso di Diritto penale tenuto dal professore Ramacci dal titolo Abusi sessuali sui minori. Scarica il file in formato PDF!
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Tesi in diritto dell'esecuzione penale sull sovraffollamento delle carceri. vengono analizzate la legge 354/1975, le cause e le conseguenze elaborata dall’autore nell’ambito del corso di diritto penale tenuto dalla professoressa Del Tufo. Scarica il file in formato PDF!
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Testi di Laurea in Diritto Penale sulla Riforma del 2012 riguardante i reati contro la pubblica amministrazione. Fucus 3° Capitolo relativo al Piano Triennale per la prevenzione della corruzione 2014/2016: l'adeguamento al piano dell'università "Federico II di Napoli".
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La tesi si divide in 4 capitoli i cui titoli sono: 1. La funzione rieducativa della pena; 2. Pena fuori dal carcere: le misure alternative alla detenzione; 3. L’affidamento in prova al servizio sociale; 4. Il servizio sociale in ambito penitenziario; Scarica il file in formato PDF!
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Esame Diritto penale II

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. M. Riverditi

Università Università degli studi di Torino

Tesi
Tesi di laurea in diritto penale, incentrata sul reato di tortura in Italia. Si sottolinea la mancanza di un'apposita normativa interna, nonostante gli impegni internazionali presi, a partire dal 1984. Un capitolo è dedicato alle associazioni che si sono occupate dell'argomento.
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Il presente elaborato si è posto l'obiettivo di determinare una preliminare analisi storica e legislativa sull'evoluzione del concetto di terrorismo nazionale e internazionale, noncché offrire un'opportuna e approfondita disamina sulle fattispecie codicistiche volte al contrasto del fenomeno.
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Esame Diritto dei detenuti

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. S. Talini

Università Università degli Studi Roma Tre

Tesi
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Tesi per la facoltà di giurisprudenza, dell'università degli Studi Roma Tre - Uniroma3, elaborata dall’autore nell’ambito del corso di Diritto dei detenuti e Costituzione tenuto dalla professoressa Talini dal titolo Il diritto delle donne detenute nel sistema costituzionale . Scarica il file in formato PDF!
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Esame Diritto penale minorile

Facoltà Scienze politiche

Dal corso del Prof. M. Sirimarco

Università Università degli Studi di Bologna

Tesi
Tesi per la facoltà di scienze politiche, dell'università degli Studi di Bologna - Unibo, elaborata dall’autore nell’ambito del corso di Diritto penale minorile tenuto dal professore Sirimarco dal titolo Il minore e la devianza. Scarica il file in formato PDF!
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Tesi per la facoltà di giurisprudenza, dell'università degli Studi di Firenze - Unifi elaborata dall’autore nell’ambito del corso di diritto penale tenuto dal professore Cingari dal titolo I delitti di pornografia minorile: tra esigenze di tutela e principi di garanzia. Scarica il file in formato PDF!
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Il reato di maltrattamenti in famiglia contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.), ha come obiettivo primario la tutela della salute e dell’integrità psicofisica dei soggetti che appartengono all’universo familiare e para- familiare. La disposizione, dopo vari cambiamenti che si sono susseguiti, anche a livello storico e culturale, fin dai codici preunitari, ad oggi si rifà principalmente alla riforma del 2012, che ha conferito alla fattispecie in esame una portata più ampia e generale. La norma, trova collocazione nell’undicesimo titolo del secondo libro del codice penale, all’interno del capo IV, intitolato “dei delitti contro l’assistenza familiare”; proprio tale sistemazione ha dato vita, negli anni, a numerose critiche che, in primo luogo, hanno riguardato la collocazione sistematica della norma, e successivamente, sono andate a ricomprendere anche altre questioni, inerenti al bene giuridico tutelato dal reato stesso.
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Mi chiamo Dalia Zin Eddin e propongo la mia tesi magistrale in Diritto Penale intitolata 'Il delitto di Incesto. Tra morale e diritto' grazie alla quale mi sono laureata con un'ottima valutazione di 108/110. Per presentare sinteticamente le argomentazioni di questa tesi, partiamo dal concetto di incesto che, come ben si sa, varia nelle sue manifestazioni da cultura a cultura e da ordinamento ad ordinamento e, nonostante ciò dipende da molteplici fattori. L’incesto è socialmente ripudiato e nondimeno diversi studi etnologici hanno mostrato la caratteristica di sostanziale 'universalità' della refrattarietà nei confronti delle relazioni incestuose e dei rapporti sessuali tra i membri dello stesso nucleo familiare, dai più vicini a quelli meno prossimi. In questa tesi si ci si propone di fornire una rappresentazione fedele e dettagliata del fenomeno dell’incesto all'interno dell'ordinamento italiano e di quali problemi presenti, oggi, una fattispecie delittuosa – costruita sul vischioso concetto di 'pubblico scandalo' - ancorata a paradigmi di tutela non più attuali, come, in particolare 'la moralità pubblica'. Auguro una buona lettura!
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Con il presente lavoro si vuole sottolineare come il processo di globalizzazione stia portando ad un incontro sempre più frequente di popoli e soprattutto di culture differenti. Nella nostra società le forti immigrazioni degli ultimi decenni hanno causato numerosi problemi sia sociali sia giuridici per quanto riguarda la convivenza dei gruppi etnico-culturali: ciò è stato causato anche dal ritardo, da parte dell’ordinamento italiano, nella ricerca di soluzioni legislative adeguate alla nuova ondata di flussi immigratori, adeguate altresì al fenomeno della clandestinità e alla necessità d’inserimento dei soggetti stranieri all’interno del tessuto sociale. In questo contesto di forte instabilità e poca chiarezza legislativa, si inseriscono i “reati culturalmente motivati”, centro dell’analisi della nostra ricerca. Tali reati sono causati principalmente da uno scontro tra norme culturali: la compresenza sul medesimo territorio di un numero sempre crescente di persone appartenenti ai più svariati gruppi etnici, linguistici e religiosi provoca, dal punto di vista penale, uno scontro normo-culturale consistente in situazioni di antinomia tra il sistema giuridico del Paese ospitante e quello del gruppo d’appartenenza del soggetto immigrato. Le norme culturali e giuridiche dei due gruppi, essendo profondamente differenti nell’affrontare i principi valoriali di cui sono portatrici, causano il cosiddetto “conflitto culturale” favorendo così l’insorgere del “reato culturalmente motivato”. Dopo aver inquadrato il concetto di “cultura” e la definizione di tali reati, si vuole cercare di analizzare nel prosieguo di questo lavoro, la struttura di questi ultimi e le soluzioni che il legislatore italiano ha adottato nel difficile bilanciamento tra diritto alla cultura e diritti costituzionalmente tutelati. Si deve tener conto tuttavia, del fatto che i reati culturalmente motivati costituiscano una delle sfide più recenti che il sistema penale si trova ad affrontare, in quanto la società italiana sino a pochi decenni fa era una società culturalmente coesa e priva di gruppi minoritari di rilievo. Infatti mentre Paesi come l’Inghilterra o gli Stati Uniti affrontano la tematica del multiculturalismo ormai da tempo, l’Italia solamente da pochi decenni si è trovata a dover prendere in considerazione le implicazioni dovute alla convivenza di diversi gruppi etnici all’interno del proprio territorio. Si vedrà che il nostro Paese si trova in una situazione ibrida, in bilico tra assimilazionismo e multiculturalismo: nonostante le norme poste a tutela del pluralismo culturale come quelle presenti nel T.U. sull’ immigrazione, l’atteggiamento dell’Italia può essere considerato prevalentemente di tipo assimilazionista. La giurisprudenza italiana infatti, nella risoluzione del caso concreto, si pone in modo sfavorevole di fronte alla valutazione del fattore culturale, come si nota dalla forte valenza punitiva che acquistano le norme riguardanti le mutilazioni genitali femminili e il reato di impiego di minori nell’accattonaggio. Le linee guida da seguire dunque, in un panorama così confuso, rimangono i principi costituzionali, i quali servono al bilanciamento tra il diritto “alla propria cultura” e gli altri diritti fondamentali potenzialmente in contrasto con il primo. Per affrontare tutti gli aspetti problematici di tale tipologia di reati, il presente lavoro è strutturato in più parti: nella prima sezione affronteremo l’analisi dei concetti generali e antropologici che hanno portato alla definizione del concetto di reato culturalmente motivato, ossia il concetto di cultura e di conflitto culturale. Nella seconda parte verrà posto il rilievo il principio di tolleranza e le strategie che possono essere d’aiuto nel cercare di raggiungere una convivenza pacifica e rispettosa delle culture differenti dalla nostra. In seguito, dopo aver analizzato il panorama europeo di fronte ai reati culturalmente motivati, si passerà ad un’analisi più specifica del caso italiano attraverso la descrizione dei reati concernenti l’abbigliamento rituale, il delitto di mutilazioni genitali femminili, il delitto di impiego di minori nell’accattonaggio e infine le violenze in famiglia. Infine nell'ultima sezione verrà preso in considerazione il reato culturalmente motivato all’interno della struttura quadripartita del reato: si analizzerà quindi la valenza assunta dalla motivazione culturale nel sistema giuridico a livello di tipicità, antigiuridicità, colpevolezza e punibilità. Tutto ciò per vedere se sia possibile concedere un’effettiva protezione al “diritto alla propria cultura” o se esso debba essere messo da parte di fronte alla lesione di beni giuridici considerati di valore fondamentale dalla maggioranza degli italiani.
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Tesi master di Criminologia. titolo: La violenza sugli animali, correlazione con condotta antisociale e/o criminale. Analisi dettagliata dei fenomeni di criminalità correlata a violenza pregressa sugli animali.
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L’intento del presente elaborato è evidenziare i principali profili di criticità relativi alla disciplina delle circostanze del reato e i reati aggravati dall’evento, alla luce delle rispettive discipline normative, degli inquadramenti proposti dalla dottrina negli ultimi decenni, nonché dell’atteggiamento della giurisprudenza nei confronti di tali sfuggenti categorie. Pare opportuno muovere da alcune premesse metodologiche. In prima battuta si intende approfondire il percorso storico della disciplina delle circostanze del reato, a partire dal codice Zanardelli del 1889 fino ad arrivare, mediante lo studio delle numerose novelle che ne hanno modificato il contenuto, ai giorni nostri; successivamente, verranno sottoposti ad attenta disamina i tratti caratteristici e fisionomici delle circostanze del reato, con particolare attenzione alle circostanze comuni disciplinate agli articoli 61, 62 e 62-bis del codice penale. Tale trattazione è finalizzata a i profili di incertezza applicativa, nonché le criticità di tali forme di manifestazione del reato, categoria nell’ambito della quale sembra riconducibile altresì l’istituto della recidiva, al quale si dedicherà qualche cenno, privilegiandone l’analisi storica della disciplina odierna; a seguire, ci si soffermerà sugli effetti che le circostanze del reato implicano laddove applicate: precisamente si analizzeranno gli strumenti attraverso cui si opera la commisurazione della pena in presenza di una o più circostanze; infine sarà fatto riferimento anche al rapporto che intercorre tra accidentalia delicti e vari aspetti procedurali, quali la competenza del giudice, le misure cautelari, l’esecuzione della pena, i riti speciali e soprattutto la prescrizione del reato. Nella seconda sezione, invece, sarà descritto il tortuoso percorso storico dell’art. 59 c.p. in ordine al regime di imputazione delle circostanze aggravanti e attenuanti, vero cardine della disciplina di cui si tratta. Successivamente, verrà approfondita la questione inerente al rapporto tra le circostanze del reato e le fattispecie autonome: la difficoltà che tutt’oggi si incontra nel distinguere questi due istituti, tra loro molto diversi sotto molteplici punti di vista, rende questa analisi particolarmente interessante e ricca di spunti, soprattutto alla luce di una mancante disciplina positiva in materia. I riferimenti saranno puramente giurisprudenziali e dottrinali, ma non si mancherà di sottolineare la necessità di un intervento legislativo volto a dare certezza e ordine ad un settore del diritto penale che appare particolarmente ombroso. La terza sezione sarà interamente incentrata sui reati aggravati dall’evento. Trattandosi di una vexata quaestio - in ragione sia della sua complessità sia della sua vicinanza a temi quali la responsabilità oggettiva che costituiscono alcuni dei principali “nervi scoperti” del diritto penale dei nostri giorni, risulta fondamentale un’indagine approfondita dell’istituto. In primis si cercherà di dar conto delle caratteristiche di parte generale che connaturano i reati aggravati dall’evento, partendo dal concetto di evento e arrivando fino all’analisi del nesso di causalità, arricchendo il tutto con molteplici riferimenti dottrinali; proseguendo, si classificheranno le diverse tipologie di reati aggravati dall’evento, distinguendo i casi in cui l’evento che aggrava il reato sia voluto, da quelli in cui sia indifferente la volontà o meno dell’evento e, infine, da quelli ove è necessario che l’evento non sia voluto dal soggetto attivo. In quest’ultima ipotesi, si farà riferimento alle varie tipologie di reati aberranti e alla tortuosa disciplina che ne discende; successivamente verrà trattato il delitto preterintenzionale, con particolare riguardo ad una delle pochissime ipotesi contemplate dal codice penale, ovverosia la previsione di omicidio preterintenzionale di cui all’art. 584 c.p. L’importanza di questo istituto è dato dal costante richiamo al tema della responsabilità dell’agente (in particolare, anche qui, al celato rischio di attribuire una responsabilità eminentemente oggettiva) e le varie diatribe sul tema che si sono verificate; sulla stessa scia, la trattazione proseguirà con lo studio del delitto disciplinato all’art. 586 c.p. (morte o lesioni come conseguenza di altro delitto) in quanto strettamente collegato all’omicidio preterintenzionale, con il quale condivide svariati profili strutturali; poi, si cercherà, come detto, di far emergere le potenziali tensioni rispetto al principio di colpevolezza, che si traducono nel rischio di configurare casi di responsabilità oggettiva; infine, si passeranno in rassegna eventuali soluzioni applicative alternative, soprattutto alla luce delle due celeberrime sentenze della Corte Costituzionale del 1988 (364 e 1085). La quarta ed ultima sezione del presente elaborato mira a sottoporre a disamina quattro diversi delitti disciplinati dal nostro codice penale, la cui struttura e disciplina costituisce la concretizzazione dei profili di criticità emersi nel corso della trattazione. In particolare, l’esame del primo delitto, ovverosia quello di furto disciplinato all’articolo 624 e seguenti del codice penale, permette di focalizzarsi sui criteri distintivi che hanno trovato riscontro nella prassi applicativa nel tentativo di tratteggiare il discrimen tra circostanza e fattispecie autonoma di reato; nel dettaglio si analizzerà la natura giuridica del furto con strappo e del furto in abitazione di cui all’art. 624-bis c.p., ponendo l’accento sui suoi rapporti rispetto alla fattispecie base, oltre che alla serie di circostanze speciali contenute all’art. 625 c.p. Il secondo delitto prescelto per condurre tale indagine è, invece, il delitto di lesioni personali di cui all’art. 582 c.p., in ordine al quale si porrà la lente. Sarà centrale, poi, interrogarsi sulla valenza circostanziale o meno e del relativo rapporto che intercorre tra lesioni lievissime, lievi, gravi e gravissime. Rilevante, poi, è il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi ex art. 572 c.p.: non solo per la sua forte rilevanza pratica, ma anche per le particolari novelle che hanno interessato la fattispecie nel corso del tempo e soprattutto per le figure limitrofe alla fattispecie-base quali la violenza reciproca, la violenza assistita, il mobbing e ulteriori delitti in cui appare difficile capire se possano essere assorbiti o se, al contrario, debbano concorrere con l’art. 572 c.p. Non mancherà un’attenta analisi delle circostanze aggravanti e attenuanti speciali ivi disciplinate. Infine, l’ultimo delitto di cui si vuole dar conto è il delitto di omicidio di cui all’art. 575 c.p., che si analizzerà congiuntamente alla pluralità di circostanze che vengono disciplinate agli articoli ad esso successivi. In particolare, verrà svolta un’indagine circa il campo applicativo delle circostanze, l’interpretazione che dottrina e giurisprudenza ne danno con particolare riferimento alla loro natura, nonché l’eventuale emersione di problematiche relative alla convivenza con altre figure di reato. In sostanza, come emerge, questa tesi ha l’obiettivo di sviscerare il tema delle circostanze del reato e dei reati aggravati dall’evento non solo su un piano meramente teorico-dogmatico ma anche e soprattutto su un piano pratico, in quanto è proprio lì che affiorano tutte le problematiche interpretative e applicative non evidenti icto oculi. L’analisi delle criticità risulta fondamentale al fine di poter correggere e riformare i settori del diritto penale che maggiormente risultano fragili sotto un profilo prettamente dogmatico, o financo di legittimità costituzionale.
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La tesi verte su aspetti penalistici di notevole rilievo riguardo ad un tema socio-giuridico parecchio dibattuto quale è l’aborto. L’interruzione volontaria di gravidanza già disciplinata dalla l. n. 194/1978 continua difatti a costituire oggetto di animati dibattiti sul tema della maternità e della tutela della vita. Fermo restando l’esistenza di norme che consentono le pratiche abortive entro precisi limiti legislativi, l’attenzione del presente elaborato si focalizza sui reati che possono essere perpetrati in tale ambito e che di recente hanno trovato collocazione nel capo (I-bis del titolo XII) del codice penale intitolato alla tutela della maternità con la riserva di codice realizzata con il d.lgs. n. 21/2018.
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Tesi di Laurea Triennale in Servizio Sociale. Titolo elaborato: Le misure alternative alla detenzione: l'affidamento in prova al Servizio Sociale e i diritti del detenuto. Carico il documento per consultazione.
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Questo elaborato si propone di indagare i profili giuridici e normativi legati alla diffamazione online, con l’obiettivo di analizzare le risposte del nostro ordinamento e le interpretazioni della giurisprudenza in merito. Partendo dal tema della diffamazione in generale, si delineeranno i principali aspetti normativi e giurisprudenziali per comprendere le basi della tutela dell’onore e della reputazione, esaminando poi le principali difficoltà che sorgono nel trasferire questi principi in un contesto digitale, dove la comunicazione non è più limitata dal tempo e dallo spazio, e dove il rischio di lesione dell’onore e della reputazione è amplificato dalla natura permanente e accessibile del contenuto online, focalizzandosi su come la giurisprudenza e la dottrina abbiano affrontato le peculiarità di questo fenomeno nel tentativo di adattare le norme esistenti a un contesto digitale. Parte della riflessione è il necessario bilanciamento tra la tutela dell’onore e della reputazione e il diritto alla libertà di espressione, un diritto fondamentale garantito dall’articolo 21 della Costituzione Italiana, che consente a ciascuno di esprimere il proprio pensiero senza censure. Tuttavia, l’esercizio della libertà di espressione, come sancito anche in ambito europeo dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (articolo 10 CEDU), 5 trova dei limiti necessari laddove entri in conflitto con altri diritti, come il diritto all’onore e alla reputazione, che anch’essi meritano una protezione adeguata. Il tema richiede un’attenta riflessione, poiché le stesse libertà che garantiscono il diritto di manifestare il proprio pensiero possono facilmente diventare lo strumento per lesioni indebite della reputazione altrui, soprattutto in un contesto come quello digitale, in cui i contenuti offensivi raggiungono un pubblico ampio e sono spesso difficili da rimuovere. Le riflessioni si ampliano ulteriormente in relazione alla figura e alle responsabilità che ricadono sui provider di servizi digitali, che si trovano a ospitare contenuti generati dagli utenti senza poter sempre materialmente esercitare un controllo preventivo. Il Digital Services Act, recentemente introdotto dall’Unione Europea, rappresenta un importante tentativo di disciplinare questa materia, imponendo obblighi specifici ai provider di servizi per rimuovere contenuti illeciti e per tutelare la libertà di espressione dei singoli utenti.
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