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Appunti di scienze dell'educazione e della formazione - Università telematica Guglielmo Marconi di Roma

Esame Storia della filosofia

Facoltà Scienze dell'educazione e della formazione

Dal corso del Prof. C. Rinaldi

Università Università degli Studi di Palermo

Appunti esame
Appunti Dell’autore Marx, studiato per sostenere l’esame di “Storia della filosofia”. Appunti ripresi dallo studio del libro consigliato: “Storia della filosofia”. Appunti dettagliato e scritto bene. Con riferimento ad altri autori.
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Esame Psicologia generale

Facoltà Scienze dell'educazione e della formazione

Tesi
L’argomento scelto per la mia tesi verte sulla relazione tra Disturbi Specifici dell’Apprendimento e le emozioni. Ho voluto affrontare questo argomento perché ho potuto conoscere il mondo scuola in prima persona e ho notato come il turbinio di emozioni avvolga gli studenti in generale, ma ancor di più gli alunni con DSA. Ho desiderato illustrare l’idea di una connessione tra tali disturbi e la bassa autostima, ansia, stati depressivi e senso di inefficacia, stati d’animo che impediscono allo studente di affrontare con serenità l’apprendimento scolastico. Il presente lavoro si basa, inizialmente, su un approfondimento bibliografico sui disturbi specifici dell’apprendimento, andando a specificare le varie caratteristiche di essi che sono dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. I soggetti che hanno questi disturbi hanno un QI nella norma, talvolta anche superiore alla media, ma faticano ad apprendere nel modo tradizionale, hanno solo bisogno di trovare un metodo adeguato alle loro difficoltà per poter avere successo in ambito scolastico. Codeste difficoltà se non interpretate in modo tempestivo possono portare a problemi internalizzanti come bassa autostima, depressione o esternalizzanti come aggressività, ecco perché credo che sia fondamentale per la scuola avere un mezzo come il Piano Didattico Personalizzato che possa fornire metodi compensativi e dispensativi in modo da poter non solo aiutare l’alunno a livello didattico, ma anche a livello emotivo, in quanto lo studente vivendo il percorso scolastico con maggiore consapevolezza e maggiore serenità, può ottenere ottimi risultati, come la letteratura in materia sottolinea, un ambiente sereno e positivo aiuta i discenti ad affrontare meglio la scuola. A sostegno della tesi ho analizzato tre articoli scientifici che hanno portato all’obiettivo di delineare quali potrebbero essere le strade che dovrebbe intraprendere la scuola e tutta la comunità che gira intorno ad essa per includere completamente questi alunni e poter conoscere meglio tali disturbi e quali siano i vissuti emotivi che li contraddistinguono. Nelle conclusioni ho pensato di mettere in risalto il “metodo DADA” perché ho avuto modo di conoscerlo personalmente e ritengo possa essere una nuova strategia di insegnare ed apprendere, in quanto trasforma la scuola della tradizionale lezione frontale, con la scuola del “fare”, ricca di esperienze e laboratori, dove gli alunni sono portati a lavorare in gruppo, le aule sono immersive e gli studenti sono davvero inclusi.
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Esame Storia della filosofia

Facoltà Scienze dell'educazione e della formazione

Appunti esame
Appunti molto utili e completi per la preparazione dell'esame di Storia della filosofia moderna, con esame molto esaustive per arrivare preparati soprattutto per l'esame orale e scritto, tutte domande molto utili e chiare per ulteriori approfondimenti.
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Cos’ è la disabilità intellettiva? Come afferma Tregold nel 1937, è una “Condizione di sviluppo mentale incompleto, di un certo tipo e grado per cui la persona è incapace di adattarsi al normale ambiente, proprio dei suo i simili, in modo da condurre un'esistenza in maniera indipendente da forme di supervisione, controllo o sostegno esterno”; il termine disabilità intellettiva è quello che negli ultimi anni ha sostituito quello di ritardo mentale (il nuovo termine copre la stessa popolazione di soggetti che in passato è stata diagnosticata come affetta da ritardo mentale in numero, tipologia e durata di disabilità e riconosce la stessa necessità che i soggetti con questa disabilità hanno di servizi e supporti individualizzati). La mia dissertazione è basata su un’esperienza lavorativa direttamente vissuta all’interno di una classe che accoglie un bambino con disabilità intellettiva, con difficoltà moderate nell’elaborazione delle richieste e di conseguenza di esecuzione del compito dettato dall’insegnante. È stato analizzato il ruolo della scuola, riconosciuta come prima agenzia educativa nel promuovere l’inclusione. L'istituzione scolastica svolge un ruolo estremamente importante oggi ed è forse il primo luogo in cui è possibile far crescere persone con menti inclusive. La riflessione è stata articolata attraverso un’analisi delle pratiche educative inclusive, dei modelli di intervento e delle sfide quotidiane affrontate nel contesto classe, con l’intento di delineare percorsi e strategie inclusivi. Sono stati presentati gli strumenti che le scuole sono tenute a adottare per poter garantire l'inclusione di allievi disabili: Profilo di funzionamento, Piano Didattico Formativo e Piano Educativo Individualizzato. È stato fatto riferimenti agli attori chiamati all'attuazione dell'inclusione, tra cui insegnanti, compagni di classe e famiglie. In particolare, è stata posta attenzione al ruolo fondamentale dei compagni di classe, indagando come le interazioni tra studenti possano influenzare positivamente il processo inclusivo, creando un ambiente di apprendimento più accogliente e favorevole per tutti. La presenza di bambini considerati con bisogni “speciali” nel contesto scolastico, è vissuta come risorsa per tutte le parti chiamate in causa e ciò è possibile solo attraverso un’efficace azione educativo-didattica. Nello specifico, lo sguardo tra compagni e l’aiuto reciproco tra loro davanti a questa molteplicità di differenze è stata per me una bellissima riscoperta del valore dell’essere umano oggi. Affinché questo sia possibile è quindi necessario programmare attività, come quella del laboratorio teatrale, che consentano ai bambini con disabilità di sfruttare le risorse e il potenziale di cui dispongono. Tutto ciò può avvenire se vi è collaborazione tra insegnanti, alunni, famiglie e Specialisti. È essenziale che queste figure collaborino e cooperino tra loro per il raggiungimento di un obiettivo comune; solo così vi sarà una vera inclusione. Il laboratorio teatrale, si è prestato perfettamente alla sperimentazione di quanto affermato precedentemente, svolto nella scuola primaria in cui lavoro a Milano e a cui hanno preso parte i bambini di classe prima dell'istituto; è stato pensato e strutturato con l’aiuto di professionisti del mestiere con una parte di riscaldamento corporeo, di conoscenza del proprio corpo, di riconoscimento dei propri compagni ( attraverso il gioco del “ trova lo sguardo” ) per poi affrontare la lettura insieme del libro “ il Piccolo Principe” libro che può essere riproposto a tutte le età; vi è stata poi un’analisi di protagonisti e antagonisti del racconto con successivo laboratorio artistico in cui i bambini hanno riprodotto il loro personaggio, successivamente si è passati alla costruzione di pannelli in cui sono stati rappresentati i mondi esplorati dal protagonista. Al termine della costruzione dei pannelli, è stato possibile adempire alla recita finale. Il laboratorio teatrale ha permesso a tutti i bambini , anche a chi ha più difficoltà, di riscoprire quel pezzo di “iceberg” sommerso, in cui ci sono emozioni inesplorate e capacità ancora non pienamente riconosciute. Insieme ai bambini, una volta terminato il laboratorio è stato bello affrontare le tematiche di “disabilità” e “normalità” che oggi si pensa siano a due estremi su una bilancia, è stato elaborato con loro il pensiero che solo riconoscendo le differenze, si possa giungere a considerare la “normalità” come molteplicità di differenze.
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La presente ricerca è dedicata alla separazione genitoriale nella declinazione conflittuale e traumatica. Viene data particolare attenzione all’impatto psicologico che tale disgregazione genera sui figli, portando successivamente ad esplorare la co-genitorialità. L’intento non è apportare un giudizio alla genitorialità ma condurla verso una riflessione consapevole, avvalendosi del supporto del Parent training, per ritrovare una genitorialità riflessiva e centrata sui bisogni dei figli. Tendiamo ad affrontare la questione valorizzando dunque il co-parenting, anche di fronte ai rischi annessi alla separazione traumatica, riconoscendo valore e risorse in ogni membro familiare e riflettendo sulle possibili azioni migliorative attraverso il supporto del training. Si vuole inoltre offrire un taglio resiliente legato alle nuove circostanze, riconoscendo che sia possibile “resistere” alle avversità della separazione e ricostruirsi, sia in qualità di genitori ritrovando una co-genitorialità adattiva alle nuove circostanze, sia in termini individuali aprendosi a nuove possibilità e opportunità personali. Vengono affrontati i temi della disgregazione del nucleo familiare e dell’alta conflittualità, osservandone i risvolti nei diversi ambiti psico-sociali. Particolare attenzione è riservata ai casi in cui si presentano violenza domestica e assistita, maltrattamenti sui minori e sindrome da alienazione genitoriale, con un’analisi delle conseguenze traumatiche e dei fattori di rischio nello sviluppo psicologico infantile. Viene approfondita la co-genitorialità centrata sui figli, attraverso l’esplorazione di una genitorialità sufficientemente buona, delle rappresentazioni interne, delle funzioni e degli stili genitoriali. Si analizza inoltre il ruolo del Parent training, la valutazione dei rischi nei percorsi psico-educativi in contesti conflittuali e di violenza e la promozione di una genitorialità riflessiva. La ricerca approfondisce infine la genitorialità resiliente, l’evoluzione del concetto di resilienza e i suoi fattori in età evolutiva, ponendo attenzione alla possibilità di re-inventarsi come individui e genitori attraverso percorsi psico-educativi. Un’indagine multriprospettica su un campione di 43 genitori separati analizza i vissuti legati alla separazione e alla violenza, la fruizione dei servizi psico-educativi, il livello di co-genitorialità raggiunto e la resilienza individuale e familiare.
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