I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni e lo studio autonomo di eventuali testi di riferimento in preparazioneall’esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell’università attribuibile al docente del corso o al relatore
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Appunti di Farmacia - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Appunti completi di Biochimica applicata del prof Eustachio Attico, Unimore, anno 2024. Esame da 4 crediti, appunti sufficienti per prendere il massimo all’esame. Appunti integrati con le slide proiettate a lezione.
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Appunti presi personalmente a lezione della prof Laura Bertoni per parziale di Anatomia in osteologia e artrologia. Unimore, facoltà di farmacia. comprende articolazioni e ossa del corpo umano. Presenti diverse immagini.
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Appunti di Analisi quantitativa dei medicinali e dei prodotti per la salute 2025, appunti completi di domande e risposte d’esame in base agli appunti presi a lezione e slide. Non comprende gli esercizi d’esame.
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Appunti completi delle lezioni di Chimica generale e inorganica svolte dal professore Sola. Gli appunti non comprendono gli esercizi di stechiometria svolti alla fine delle lezioni. Ma dagli appunti si può capire come si svolgono gli esercizi.
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Appunti completi di Chimica analitica su: - cifre significative; - acidi e basi deboli/forti/polifunzionali; - solubilità; - soluzioni tampone; - calibrazione; - statistica. Completo anche di esercizi svolti a lezione. Spiegazione appunti e slide della prof.
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Esame Biologia animale

Facoltà Farmacia

Appunti esame
4 / 5
Appunti studenteschi di Biologia animale. appunti presi a lezione e non rivisti a casa, di fatti possono esserci delle imperfezioni. Consiglio di consultare il libro per vedere argomenti non compresi.
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Appunti realizzati seguendo le lezioni del professore Carlo A. Bortolotti, integrati con slide e presentazioni del professore e arricchiti con esercizi svolti e grafici utili ai fini dell'esame. Completi ed esaustivi per un' adeguata preparazione all'esame di Chimica fisica.
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Esame Anatomia umana

Facoltà Farmacia

Appunti esame
5 / 5
Gli appunti si basano sulle lezioni della professoressa Laura Bertoni, sono integrati con il materiale fornito dalla professoressa. Arricchiti di immagini per comprendere al meglio i concetti. Completi ed esaustivi per un' adeguata preparazione all'esame.
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Esame Biologia animale

Facoltà Farmacia

Appunti esame
3 / 5
Appunti di Biologia animale realizzati seguendo le lezioni del professore Michele Cesari, integrati con slide e presentazioni del professore e ricchi di immagini per comprendere al meglio i concetti. Completi ed esaustivi per un' adeguata preparazione all'esame.
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Appunti di Anatomia umana su: Uretra: la vescica si continua inferiormente con l’uretra. L’uretra è diverso nel maschio e nella femmina. Nella femmina è di pertinenza unicamente dell’apparato urinario, è corta 3-4 cm, rettilinea, si apre anteriormente rispetto all’orifizio vaginale. Lungo il suo breve tragitto, viene circondata da muscolatura striata che forma il muscolo sfintere dell’uretra, permette il controllo della minzione. Nel maschio l’uretra è più lunga, circa 15-18 cm, non è rettilinea. Da un certo punto in poi è comune sia all’apparato urinario che al genitale maschile. Infatti nel maschio l’uretra è divisa in 3 tratti, dapprima attraversa la prostata, a questo livello riceve lo sbocco dei dotti eiaculatori che fanno parte delle vie spermatiche, da questo punto in poi l’uretra è comune sia all’apparato urinario che al genitale maschile. Al di sotto della prostata, l’uretra viene circondata da muscolatura striata che forma il muscolo sfintere esterno, qui avviene il controllo della minzione. Omero: è l’osso del braccio, un osso lungo, presenta una diafisi e due epifisi. L’epifisi prossimale ha una testa a segmento di sfera, oltre a questa testa si trova il collo anatomico, vi sono due processi la grande e la piccola tuberosità. Al limite tra epifisi prossimale e diafisi si trova il collo chirurgico, viene chiamato così perché è la sede dove si possono avere più fratture dell’omero. La diafisi è più o meno di forma cilindrica. L’epifisi distale presenta anteriormente due superfici articolari, che sono la troclea più mediale che serve per l’articolazione con l’ulna e il condilo più laterale per l’articolazione con il radio. Ai lati di queste superfici articolari di sono due sporgenze, epicondilo mediale e epicondilo laterale. L’epifisi distale posteriormente presenta una fossa che è la fossa olecranica, serve per accogliere l’olecrano, una sporgenza dell’ulna. A livello posteriore l’unica superficie articolare visibile è la troclea. La testa dell’omero si articola con la cavità glenoidea della scapola, è una sferartrosi, un articolazione che premette tutti i tipi di movimenti, è l’articolazione più mobile che possediamo, questo anche grazie al fatto che la superficie della cavità glenoidea è molto piccola rispetto alla superficie della testa dell’omero. Permette movimento in tutte le direzioni, dal momento che la superficie è molto piccola, è molto facile che la testa dell’omero esca dalla sede. Sistema nervoso: è tra gli apparati della vita di relazione, perché è un sistema che permette di avere coscienza di sé, dell’ambiente che ci circonda, di percepire gli stimoli e di dare risposte adeguate a questi stimoli. Il sistema nervoso permette di coordinare e controllare tutti gli altri apparati. È la sede delle funzioni intellettive più complesse, memoria, apprendimento, sentimenti, abilità matematiche, artistiche, logiche. Il sistema nervoso è costituito da due componenti: sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico. Il sistema nervoso centrale SNC è formato dall’encefalo che è racchiuso nella scatola cranica, e dal midollo spinale che è contenuto nel canale vertebrale, è protetto dalle vertebre. Il sistema nervoso periferico SNP comprende i nervi cranici, i nervi spinali, i gangli e i recettori. Il sistema nervoso è formato dal tessuto nervoso che è formato da cellule tra cui i neuroni, sono cellule eccitabili e in grado di trasmettere segnali ad altre cellule. Le funzioni del sistema nervoso sono principalmente 3: Funzione sensitiva, ha il compito di percepire e raccogliere gli stimoli, cambiamenti che avvengono all’interno e all’esterno del corpo; Funzione integrativa, integra le informazioni, gli stimoli che ha raccolto, interpreta l’impulso sensitivo e decide cosa deve essere fatto in ogni momento; Funzione motoria, è in grado di produrre una risposta motoria, tramite la sua azione sui muscoli e sulle ghiandole.
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Appunti completi di Botanica farmaceutica su: - Arnica. - Nome volgare: arnica. - Nome scientifico: arnica montana. - Famiglia: asteraceae o compositae. Note: Il nome del genere (Arnica) potrebbe derivare da una alterazione del tardo-latino ptàrmica, a sua volta derivato dal greco ptarmikos (starnutarono) con allusione alle proprietà starnutatorie connesse con l’odore della pianta. Altri autori però preferiscono partire dalla parola greca arnakis (pelle di agnello) facendo riferimento alla delicata tessitura delle sue foglie. Il nome Arnica in antichità venne impiegato più volte per specie diverse aventi in generale grandi capolini gialli. La prima documentazione dell’Arnica montana risulta del 1731 a proposito di un manuale di giardinaggio. In Francia è molto comune la denominazione di Tabc des Vosges in quanto gli abitanti delle regioni montane se ne servono come tabacco da fiuto. Le foglie secche venivano usate come tabacco dai montanari. Più spesso però si usava contro le contusioni, gli ematomi e le fratture. Si facevano inoltre macerare i fiori nella grappa e con questo macerato si frizionavano le zone doloranti per reumatismi o artrosi. Si usava anche preparare un estratto prendendo un fiasco pulito e senza paglia che veniva poi riempito di fiori freschi di arnica e lasciato al sole per tutta l’estate. In questo modo si formava nel fiasco un succo concentrato che veniva poi filtrato e usato diluito contro delle infezioni o contro infiammazioni esterne (internamente è velenoso). Pianta: E’ una pianta erbacea perenne, montana, presente sulle Alpi e sugli Appennini a quote intorno ai 2000 m. In Italia è una specie protetta. Presenta un robusto rizoma e porta una rosetta basale di foglie. Foglie: rosetta di foglie basali, intere, lanceolate, al momento della fioritura parte il caule infiorescenziale che porta uno o due paia di piccole foglie opposte ed un grosso capolino di colore giallo. Fiori: sono portati in infiorescenze a capolino. I capolini sono più grandi, presentano un involucro costituito da brattee, le brattee terminano a punta e sono ricoperte di peli gialli. Presenta fiori periferici ligulati gialli, e fiori tubulosi centrali ermafroditi gialli. Sia nei fiori periferici che nei fiori tubulosi l’ovario è munito di un pappo. Frutto: cipsela pubescente. Droga: capolini. Principi attivi: Flavonoidi, lattoni sesquiterpenici, considerati responsabili della proprietà antiflogistica, antibatterica, antireumatica, e l’arnicatolide che presenta un certo interesse come antitumorale. Categoria: Tradizionalmente i preparati a base di arnica sono considerati antinfiammatori, analgesici e risolventi delle ecchimosi, ma bisogna ricordare che tutte le preparazioni a base di arnica sono allergizzanti e tossiche.
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Gli appunti sono stati inglobati con i lucidi del prof, comprende anche la parte relativa all’anatomia. Ricci di immagini. Anteprima: Le origini della vita: Si suppone che il primo organismo vivente sia apparso circa un miliardo di anni dopo la formazione della Terra, che ebbe luogo 4,7 miliardi di anni fa. Il nostro pianeta allora era molto diverso da quello che noi conosciamo oggi. Innanzitutto, l’atmosfera era priva di ossigeno, e quest’ultimo si ritrovava solamente disciolto nell’acqua, era legato all’idrogeno, non era libera, respirabile. Per questo motivo i primi organismi che si svilupparono erano organismi procarioti che erano in grado di vivere in condizioni di anaerobiosi, ovvero in assenza di ossigeno, effettuano la fermentazione. L’ossigeno gassoso si forma quando alcuni di questi organismi procariotici cominciano a fare la fotosintesi (che ha come prodotto di scarto l’ossigeno). Tra questi ricordiamo i cianobatteri (o alghe azzurre), procarioti unicellulari che tre miliardi di anni fa erano la forma più diffusa —> l’acqua era verdastra a causa della colorazione dei cianobatteri. Questo ossigeno inizialmente viene usato per ossidare il ferro che si trova nelle rocce, quando il ferro è tutto ossidato, allora l’ossigeno non ha più nessun elemento con la quale reagire e comincia ad accumularsi. L’ossigeno libero O2 prodotto da questi organismi inizialmente si accumulò nell’atmosfera, portando a profonde modifiche quali ad esempio la formazione dello schermo di ozono O3. L’ozono, in grado di bloccare le radiazioni dannose (come, ad esempio, i raggi ultravioletti), favorì la crescita di forme più evolute. Le nuove condizioni ambientali permisero a queste alghe di sfruttare l’ossigeno atmosferico, sviluppando così un nuovo metabolismo di tipo aerobico, con l’utilizzo di ossigeno, che si avvaleva del processo di respirazione. La respirazione ha lo scopo di produrre energia. L’aerobiosi si dimostrò circa sedici volte più efficiente della fermentazione, per questo motivo molti procarioti passarono a questo nuovo metabolismo. Circa un miliardo e mezzo di anni fa poi si formarono le prime cellule eucariotiche, la cui origine non è certa, ma sostenuta da molteplici ipotesi. Ipotesi sull’origine della cellula eucariote Prima differenza tra cellula eucariotica e cellula procariotica —> le cellule eucariotiche sono compartimentate, ogni funzione risiede in un organulo diverso. Nelle cellule procariotiche non ci sono organuli, è tutto sparso nel citoplasma. Primo passaggio evolutivo: formazione interna alla cellula di ripiegamenti di membrana che delimitano gli organuli. Secondo passaggio evolutivo: formazione di due organuli fondamentali, mitocondri (adibiti alla respirazione cellulare) e cloroplasti (per la fotosintesi). Questi due fenomeni possono trovare una possibile spiegazione grazie alla Teoria dell'endosimbiosi —> la teoria dell’endosimbiosi sostiene che mitocondri e cloroplasti si siano formati a partire da procarioti fagocitati da un’altra cellula procariotica eterotrofa di dimensioni maggiori rispetto alla prima, con la quale iniziò un processo di collaborazione. Secondo questa teoria c’era una cellula procariotica che viveva fagocitando altre cellule procariotiche, era quindi eterotrofa. A un certo punto fagocita un’altra cellula procariotica ma non la digerisce, la accoglie al suo interno lasciandola in grado di vivere: si hanno quindi due cellule vive una dentro l’altra e inizia una sorta di convivenza, ovvero stabiliscono una simbiosi vantaggiosa per entrambe. La cellula fagocitata probabilmente aveva già un sistema di respirazione; la cellula grande dava nutrimento, carbonio alla cellula fagocitata e quest’ultima usava il nutrimento per dare energia con la respirazione, che la cellula grande non sapeva fare. Piano piano la cellula piccola che sapeva respirare dopo milioni di anni, perse la sua individualità di cellula e diventò un organulo di quella grande, ovvero il mitocondrio. Per i cloroplasti: una cellula fagocitante ingloba una cellula in grado di fare la fotosintesi, un’alga azzurra, un cianobatterio, inizia questo rapporto di collaborazione. Il cianobatterio sa fare la fotosintesi, produce glucosio, zuccheri dalla luce solare che può cedere alla cellula che lo ha fagocitata, sfruttando i prodotti che la cellula fagocitante produce. Quindi inizia questo rapporto che porterà nei milioni di anni a trasformare il cianobatterio fagocitato in organulo in grado di fare la fotosintesi. C’è un ordine. Non è avvenuto casualmente. Siccome i mitocondri sono presenti in tutte le cellule eucariotiche è ovvio che sarà stato il primo passaggio, è stato quello che tutte le cellule hanno messo in atto. Poi successivamente alcune cellule hanno fagocitato i cloroplasti, ma non tutte, sennò esisterebbero solo piante, questo passaggio lo hanno fatto solo le cellule vegetali. SISTEMA PARENCHIMATICO Si tratta di un tessuto adulto, quindi il processo di accrescimento e differenziamento è già terminato. Questo sistema è costituito dai tessuti parenchimatici (più di uno) che hanno funzione di riempimento, cioè vanno a riempire gli spazi molli della pianta, quelli non lignificati. Si trovano nelle parti erbacee della pianta, nei semi e nei frutti, ma si possono trovare anche in altri punti, ad esempio negli spazi che rimangono vuoti tra i vasi di conduzione. La caratteristica che hanno tutti i tessuti parenchimatici è quella di essere formati da cellule vive, che hanno una forma generalmente sferica, grandi, presentano grandi vacuoli e generalmente sono cellule tutte vicine tra loro, ma che lasciano spazi intercellulari più o meno ampi. Gli spazi intercellulari sono gli spazi vuoti che rimangono tra una cellula e l’altra (sono cellule sferiche, non combaciano perfettamente come dei parallelepipedi). Alcune delle cellule che compongono il tessuto parenchimatico possono mantenere la capacità di diversi. Infatti, generalmente, i tessuti meristematici secondari prendono origine da cellule parenchimatiche che riacquistano la capacità di dividersi. Quindi il cambio cribro-vascolare e il cambio subero-fellodermico sono formati da cellule che in tutto il percorso di crescita e differenziamento si differenziano come cellule parenchimatiche, ma mantengono una possibilità meristematica che poi riprenderà nel momento opportuno. Oppure ci sono cellule parenchimatiche che riprendono la capacità di dividersi in corrispondenza di zone in cui avvengono nella pianta delle ferite (una incisione, un taglio, un ramo spezzato...). Visto che sono cellule abbastanza morbide che devono adattarsi agli spazi che vanno a riempire, non possono possedere una parete troppo rigida, quindi la maggior parte delle cellule parenchimatiche posseggono solo la parete primaria, una volta terminato il processo di crescita non inizia la deposizione di cellulosa per formare la parete secondaria. Queste sono caratteristiche generali che accomunano tutti i tessuti considerati parenchimatici, ciascun tessuto poi ha una sua specifica caratteristica che li differenzia per funzione e morfologia. I tessuti parenchimatici sono 5: Parenchima clorofilliano o clorenchima, si trova nella foglia specializzato nella funzione fotosintetica. Parenchima aerifero o aerenchima, tipico delle piante acquatiche, esalta la conduzione gassosa di ossigeno e anidride carbonica. Parenchima acquifero, tipico delle piante che hanno una grande capacità di riserva di acqua. Parenchima di riserva, tipico degli organi di riserva, ricco di leucoplasti. Parenchima conduttore, aiuta la conduzione di sostanze.
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Completo di immagini delle slide. Anteprima. Legami chimici: I legami chimici sono forze che tengono uniti due o più atomi, consentono la formazione dei composti chimici (molecole), ogni legame rappresenta una certa quantità di energia potenziale, si formano e si rompono grazie a reazioni chimiche. I legami chimici dal punto di vista biologico si possono suddividere in: Legami forti: sono il legame covalente e il legame ionico, per formare una molecola ho bisogno di tantissima energia, sono legami molto stabili, molto difficili da distruggere. Legami deboli: sono il legame a idrogeno e l’interazione di Van der Waals, sono legami a cui serve pochissima energia per formare la molecola, sono meno stabili, facili da distruggere, danno meno stabilità alle strutture biologiche. Il legame covalente è molto forte perché i due atomi condividono gli elettroni, la maggior parte delle volte i legami covalenti sono apolari, gli elettroni sono condivisi in modo equivalente, però ci sono anche dei casi di legami covalenti polari dove i due elettroni sono condivisi in modo non equivalente. La molecola nella sua struttura ha una parte più positiva e una parte più negativa. L’acqua è una molecola che deriva dall’interazione di due idrogeni e di un ossigeno con legami covalenti polari, quindi vuol dire che l’acqua è polare e la polarità le consente di interagire in vari modi con le altre molecole. Il legame ionico deriva dal trasferimento di elettroni, si formano cationi (ione positivo) e anioni (ione negativo), come NaCl. In forma solida (cioè in assenza di acqua) i legami ionici sono molto forti. Interazioni di Van der Waals sono tipi di legami che fanno interagire delle molecole già formate, non agiscono a livello di atomi, consentono di far interagire molecole già formate con legami covalenti, agiscono su brevi distanze, sono attrazioni molto deboli e temporanee. Si possono rompere molto facilmente. Le interazioni di Van der Waals sono alla base della formazione delle membrane biologiche. Insieme di un numero elevato di interazioni di Van der Waals può generare una forza attrattiva considerevole, si può ottenere una struttura abbastanza stabile, ma facilmente distruttibile. Il legame a idrogeno è un legame debole che viene quasi sempre coinvolto dalle molecole d’acqua. Si forma tra un atomo di idrogeno che è legato in modo covalente con un atomo di ossigeno che si lega con un atomo che ha una carica negativa, in questo caso l’ammoniaca. I trattini continui indicano il legame forte, i puntini indicano il legame a idrogeno. Determinano la struttura tridimensionale di grandi molecole biologiche (es. DNA, proteine). Si formano e si rompono facilmente e rapidamente. Molti legami a idrogeno presi nel loro insieme sono però forti. Glicocalice Il glicocalice è una struttura presente nella stragrande maggioranza delle membrane plasmatiche delle cellule. Molto importante negli enterociti, sono le cellule che costituiscono il lume intestinale. Il lume intestinale è delimitato da enterociti, queste cellule hanno nella loro membrana plasmatica delle proteine che hanno il ruolo di recuperare le molecole dal lume e portarle nel corpo, nel ciclo sanguigno. Gli enterociti sono cellule prismatiche o cubiche e per poter svolgere al meglio questa loro funzione di assorbire, visto che questa funzione è svolta dalle proteine sulla membrana, uno dei lati dell’enterocita, presenta una serie di estroflessioni che sono i micro villi. In questo modo aumentano la superficie della membrana plasmatica, aumentano la superficie in cui possono mettere delle proteine che servono a recuperare nutrienti dal lume. Collegamento cito scheletro Glicocalice è uno strato spesso che avvolge la membrana plasmatica esterna. Protegge l’epitelio intestinale perché questi micro villi vengono a contatto con il lume intestinale, dove ci possono essere anche sostanze patogene. Ha anche funzione di resistenza meccanica. Composizione chimica: doppio strato di lipidi e strutture azzurre che sono zuccheri. Il glicocalice è un insieme di glicoproteine e glicolipidi. Ogni cellula ha la propria composizione specifica.
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Appunti di Informatica e statistica medica su: - Memoria principale : RAM Che compito ha la RAM? - Cache. - ROM. - Internet: interconnected networks. - Internet sono tante reti che dialogano tra loro. - Come funziona internet e il web? - Internet: un problema di comunicazione - Cos’è la comunicazione? Scambio bidirezionale di informazioni fra un mittente e un destinatario. - Arpanet.
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Appunti di Statistica medica. La statistica medica è la disciplina che si occupa dell’elaborazione dei dati clinici e verifica ipotesi cliniche. Il materiale di base della statistica è costituito dai dati, che sono dei numeri. I numeri vengono raccolti con una misurazione oppure derivano da un conteggio. I dati sono numeri, i numeri contengono informazioni e lo scopo della statistica è di analizzare e valutare la natura ed il significato di questa informazione. La ricerca clinica e l’incertezza In medicina l’incertezza è fisiologica, un certo grado di incertezza è fisiologico, però dentro questa incertezza c’è ne certamente una quota che potrebbe essere evitata, che potrebbe essere ridotta. In fin dei conti, il ruolo del ricercatore è proprio questo: è quello di ridurre quell’incertezza che è riducibile. Esistono 3 tipi di quesiti: - efficacia: può essere di tipo differenza/superiorità, equivalenza o non inferiorità; - prognosi; - diagnosi. Un esperto non è sempre la fonte più valida. Perché l’esperienza potrebbe essere ingannevole? decorso naturale delle malattie Caso (chance)
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1ª parte di 2 del programma completo per sostenere l’esame orale di biochimica generale con la prof. Battini. Gli appunti sono dotati di immagini, reazioni e nomi degli enzimi, suddivisi per argomento.
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2ª e ultima parte degli appunti completi del programma di biochimica generale del corso di farmacia con la prof. Battini. Gli appunti sono dotati di immagini, reazioni, nomi degli enzimi e sono suddivisi per argomenti.
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Parte generale completa del corso di fitoterapia che servirà per la parte speciale che verrà spiegata in seguito. Gli appunti sono stati presi a lezioni e sono suddivisi per macro-argomenti per poi andare nello specifico.
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Appunti completi del programma di biologia animale della prof. Rebecchi, necessari per sostenere l’esame orale della materia in questione, sono dotati di immagini e sono suddivisi per macro argomenti.
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Appunti presi e trattati a lezione del corso di patologia generale, programma completo, necessario per sostenere l’esame orale. Gli appunti sono suddivisi per macro-argomenti e sono dotati di immagini.
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