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Gli screening neonatali e l'obbligo dello screening neonatale esteso
Gli screening neonatali nel 1992 sono stati resi obbligatori per la fenilchetonuria, la fibrosi cistica e l'ipotiroidismo. Successivamente è stato introdotto lo screening metabolico allargato, che valuta non solo queste malattie ma anche le malattie metaboliche.
Le malattie metaboliche causano un'alterazione del metabolismo, in cui manca o è ridotta la presenza di un enzima, portando all'accumulo di substrati e alla carenza o assenza di prodotti. La valutazione delle malattie lisosomiali viene effettuata solo in alcune regioni, entro le prime 24-48 ore dalla nascita, al fine di prevenire le manifestazioni e intervenire tempestivamente per rallentarne l'evoluzione.
Nel 2016, una legge ha introdotto l'obbligo di effettuare lo screening neonatale esteso su tutto il territorio, al fine di valutare non solo le malattie precedentemente menzionate, ma anche le malattie metaboliche.
Nel 2020, in Emilia-Romagna, sono stati sottoposti allo screening neonatale esteso.
è soggetto ad ipertrofia. Questo può avvenire ad esempio nei muscoli scheletrici in seguito ad un allenamento intenso o nella ghiandola mammaria durante la gravidanza. iperplasia L'iperplasia è un aumento del numero di cellule in un tessuto o in un organo. Questo può avvenire ad esempio nel tessuto epiteliale dell'utero durante il ciclo mestruale o nella prostata in seguito ad un aumento degli ormoni sessuali. atrofia L'atrofia è una riduzione delle dimensioni delle cellule e del tessuto interessato. Questo può avvenire ad esempio nei muscoli scheletrici in seguito ad un periodo di inattività o nell'utero dopo la menopausa. metaplasia La metaplasia è una trasformazione di un tipo di tessuto in un altro tipo di tessuto. Questo può avvenire ad esempio nelle vie respiratorie dei fumatori, dove il tessuto normale viene sostituito da tessuto di tipo squamoso. È importante sottolineare che questi processi di adattamento cellulare possono essere reversibili se lo stimolo viene rimosso, altrimenti possono portare a patologie più gravi come il cancro. Pertanto, è fondamentale individuare e trattare tempestivamente le patologie del metabolismo per prevenire danni ulteriori.è de nito ipertro co come nell’ipertro a muscolare e cardiaca, le cause possono essere aumento delle richieste funzionali e aumento della stimolazione ormonale ma possono essere anche condizioni patologiche (gigantismo) e può essere dovuta dall’iperalimentazione con l’aumento del volume degli adipociti.
iperplasiaC’è un aumento del n° di cellule e spesso si accompagna ad ipertro a, infatti i processi possono essere innescati dallo stesso stimolo siologico, le cause dell’iperplasia siologica possono essere aumento delle capacità funzionali in risposta ad una necessità (ormoni ghiandola mammaria) o compensatoria ovvero in mancanza o asportazione di uno dei 2 organi (reni) o parti importanti di altri (fegato), la parte rimanente aumenta di dimensioni per compensare la riduzione funzionale. L’iperplasia patologica può essere quella della prostata causata da un aumento di androgeni o psoriasi.
atro aC’è
Una riduzione del volume di un organo e/o tessuto in seguito ad una diminuzione delle dimensioni e/o del numero di cellule. L'atrofia fisiologica può avvenire in alcune strutture embrionali (notocorda) che si atrofizzano durante lo sviluppo fetale, l'utero dopo il parto o la riduzione del testicolo nella vecchiaia per mancanza di stimoli ormonali gonadotropi. Le cause che portano all'atrofia sono la riduzione del carico di lavoro (atrofia da disuso come nel caso dei muscoli o immobilizzazione di un arto), perdita innervazione (poliomelite o lesioni traumatiche di colonna vertebrale), riduzione dell'apporto ematico (ischemia cerebrale), una nutrizione inadeguata, perdita della stimolazione endocrina e la pressione (compromissione tessuto per un lasso di tempo come l'espansione di un tumore benigno).
I meccanismi cellulari e molecolari che si associano all'atrofia sono:
- Riduzione di dimensioni delle cellule
La metaplasia è una modifica potenzialmente reversibile in cui una tipologia cellulare differenziata (epiteliale o mesenchimale) viene sostituita da altre cellule di medesima origine ma differenziate in modo diverso. È la sostituzione adattativa di cellule sensibili ad un tipo di stress con cellule più adatte a sopportare delle condizioni sfavorevoli come nel caso della carenza di vitamina A o il fumo.
Processi coinvolti nella risposta allo stress cellulare: - Degradazione proteica attraverso il sistema ubiquitina-proteosoma (UPS); - Autofagia; - Proteine da stress; - Stress del reticolo endoplasmatico e la risposta UPR.
Sistema ubiquitina-proteosoma: l'attivazione dell'ubiquitina avviene attraverso enzimi e il consumo di ATP.
è in grado di legarsi ad un altro enzima il quale si lega ad un ulteriore enzima che è in grado ditrasferire l’ubiquitina a livello della catena andando incontro a ubiquitazione, queste proteine possonoessere mono, multi o poli-ubiquitinate. Dopo tale modi cazione la proteina va incontro a degradazionenel proteosoma 26s costituito da 2 subunità (19s e 20s), la 19s ha la capacità attraverso dei recettoridi riconoscere l’ubiquitina legandola e staccandola dalla proteina in modo tale che la proteina possaentrare nella 20s dove verrà degradata.
Autofagia: indotta a digiuno, riciclo nutrienti, ischemia, eliminazione organelli danneggiati, protezioneneuro-degenerazione e prevenzione tumorigenesi. Può avvenire in 3 modi:
- Macro-autofagia: il materiale da degradare viene avvolto da doppia membrana e si forma il fagoforoche si fonde con il lisosoma ricchi di enzimi e nella fusione avviene la degradazione del
contenuto;
- Micro-autofagia: la membrana dell'endosoma si invagina avvolgendo il materiale da degradare;
- Chaperonine-autofagia: le chaperonine sono proteine in grado di riconoscere sequenze specifiche sulla proteina da degradare formando un complesso, tale complesso viene riconosciuto da recettori presenti sopra il lisosoma, il complesso viene internalizzato e in seguito degradato.
- Proteine da stress: l'induzione dell'espressione di proteine dello stress dette Hps seguito da un numero che indica il PM, hanno la funzione di andare a regolare e promuovere una struttura corretta della proteina, perciò la proteina viene sintetizzata, queste si legano ad essa e fanno sì che assuma la struttura nativa corretta in modo da essere in grado di svolgere la loro funzione, inoltre evitano l'accumulo di proteine mal ripiegate che possono formare aggregati che possono essere tossici per la cellula.
- Stress del reticolo: la risposta UPR può portare alla
fosforilata e va ad attivare il fattore che ha la funzione di bloccare la trascrizione e regolare l'omeostasi redox e promuovere l'espressione di proteine pro-apoptotiche regolando la morte per apoptosi. ATF6 è un fattore transmembrana che, una volta attivato, viene portato nel citosol, entra nel Golgi dove viene tagliato e una parte di esso va ad agire a livello del nucleo per indurre la produzione di chaperonine. La risposta UPR è di bloccare la trascrizione, promuovere la sintesi di chaperonine che portano le proteine mal ripiegate in corretta conformazione ed eventualmente indurre la produzione di proteine pro-apoptotiche inducendo la morte per apoptosi.
La capacità delle cellule di adattarsi non è infinita, possono non esserne più in grado, se avviene un insulto dannoso esso porta al danno cellulare che si può avere per stimolo dannoso o per l'incapacità di adattamento della cellula.
Gli stimoli del danno cellulare sono un
ridotto apporto di ossigeno, danno chimico, infezione microbica e il danno può essere reversibile se lo stimolo è acuto e transitorio oppure irreversibile se lo stimolo è progressivo e intenso. Le cause di danno cellulare possono essere mancanza di ossigeno, agenti fisici, agenti chimici, agenti infettivi, reazioni immunologiche, alterazioni genetiche e deficit nutrizionali. Il danno può essere reversibile o irreversibile, reversibile significa che la cellula è in grado, in seguito all'eliminazione dello stimolo, di tornare in una condizione di omeostasi mentre irreversibile porta alla morte cellulare. In base alla durata del danno si verificano delle alterazioni biochimiche, cambiamenti intrastrutturali, cambiamenti morfologici lievi o morfologici macroscopici in tale ordine poiché se si va a vedere al microscopio e si vedono cambiamenti morfologici macroscopici significa che i precedenti sono già avvenuti. Nel danno reversibile la cellula tende.Ad aumentare di volume, sia il citoplasma che gli organuli vanno incontro ad un rigonfiamento. Ciò comporta che la cellula non funzioni come uno stato di omeostasi. Se si hanno tali alterazioni significa che questo comporta dei cambiamenti con la riduzione di attività, e a livello della membrana plasmatica si formano delle protrusioni (bleb). Quando lo stimolo cessa o viene eliminato, la cellula ritorna nella sua condizione di omeostasi. Nel danno irreversibile si è in un punto di non ritorno e avviene la morte cellulare, la quale si divide in necrosi e apoptosi. I bersagli dell'azione lesiva sono l'integrità dei mitocondri, le membrane, il genoma, il RE e il citoscheletro.
Necrosi: si può avere inizialmente un danno reversibile con il conseguente rigonfiamento della cellula. Se lo stimolo si protrae si arriva ad un punto di non ritorno dove la cellula va incontro ad una morte non regolata, si ha la rottura degli organuli, membrane cellulari.
tra cui la plasmatica, alterazioni del nucleo e proprio perché c'è la rottura della membrana plasmatica tutto ciò che è contenuto nella cellula.