I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni e lo studio autonomo di eventuali testi di riferimento in preparazioneall’esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell’università attribuibile al docente del corso o al relatore
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Appunti di Economia - Università degli Studi di Cagliari

Esame Macroeconomia

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. P. Fadda

Università Università degli Studi di Cagliari

Domande aperte
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1° Parte aggiornata all'anno 2023, comprendente le domande aperte di Macroeconomia d'esame fatte dal professore in aula. Macroeconomia 2023 - Università degli studi di Cagliari 2 anno. Buono studio!
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Esame Storia economica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. C. Ferrai

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti di Storia economica, professoressa Cecilia Ferrai, Università di Cagliari, in Economia e gestione aziendale, anno accademico 2021/2022. In questo paniere si possono trovare tutti gli appunti per far si che si passi l'esame di Storia Economica.
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Esame Diritto privato

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. M. Rinaldo

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti presi regolarmente a lezione di Diritto privato, che mi hanno aiutato a prendere 30 all'esame di diritto privato. Contengono tutto il necessario per studiare passo passo in previsione dell'esame, essendo divisi anche per lezioni.
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Esame Microeconomia

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. A. Isoni

Università Università degli Studi di Cagliari

Schemi e mappe concettuali
Formulario per l'esame Microeconomia da utilizzare per studenti con DSA. Approvato e utilizzato per sostenere l’esame di Microeconomia con il professor Andrea Isoni. Presenti le formule di entrambi i moduli.
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Esame Economia aziendale

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. L. Fenu

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Lezioni frontali, integrati con slide e libro concentrati in un unico file, utilizzato per preparare l’esame di Economia aziendale nell’università degli studi di Cagliari. Esame superato al primo tentativo dallo studio del documento.
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Esame Statistica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. G. Contu

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti del modulo 1 del corso di Statistica dell’università degli studi di Cagliari della facoltà di economia e gestione aziendale. Appunti con schemi, formule e teoremi fino ai concetti di probabilità semplice.
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Esame Statistica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. G. Contu

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti del modulo 2 del corso di Statistica dell’università degli studi di Cagliari, economia e gestione aziendale. Appunti, schemi e formule dalla probabilità alla statistica inferenziale, con esercizi d’esame.
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Esame Microeconomia

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. A. Isoni

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti di Microeconomia riguardo l’analisi del comportamento dei consumatori, analisi della domanda, elasticità della domanda, grafici, schemi ed esercizi d’esame. Università degli studi di Cagliari.
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Esame Statistica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. M. Cannas

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Esercitazione numero 1 di Statistica, con prof Cannas, guardare bene e le sue esercitazioni sono utilissime per l'esame, stare attenti e osservare bene, tutti gli esercizi sono fondamentali e importanti, questa è la numero 1.
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Questa prima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, offre una panoramica chiara e ben strutturata dell’evoluzione del bilancio in Italia. Il percorso parte dal Medioevo e dal contributo di Luca Pacioli, attraversa le prime norme del Codice di Commercio e arriva al Codice civile del 1942, che attribuisce allo Stato Patrimoniale un ruolo centrale. Con il dopoguerra e la IV Direttiva CEE, il bilancio si trasforma in uno strumento sempre più informativo. L’introduzione degli IAS/IFRS e la riforma del 2003 aprono il sistema italiano alla standardizzazione internazionale, processo poi consolidato dal Decreto 139/2015. Oggi convivono principi OIC e IAS/IFRS, con semplificazioni pensate per PMI (Piccole e Medie Imprese) e microimprese. Nel complesso, il testo mostra come il bilancio sia passato da semplice documento contabile a strumento informativo completo e affidabile, fondato su chiarezza, veridicità, prudenza e competenza economica.
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Questa seconda parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, introduce in modo chiaro il bilancio consolidato, lo strumento che permette di leggere un gruppo di imprese come se fosse un’unica realtà. Grazie al consolidato è possibile superare i limiti dei bilanci delle singole società, evitando duplicazioni e correggendo gli effetti delle operazioni infragruppo. La disciplina si fonda sul D.Lgs. 127/1991, sull’OIC 17 e sull’IFRS 10, richiesto soprattutto alle società quotate e ai gruppi internazionali. L’obbligo riguarda le società controllanti, anche se la normativa prevede casi di esclusione ed esonero. Il processo di consolidamento integra attività, passività, costi e ricavi di tutte le imprese del gruppo, elimina i rapporti interni e gestisce quote di minoranza, differenze di consolidamento e avviamento. In questo modo il gruppo viene rappresentato in modo trasparente, coerente e facilmente leggibile.
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Questa terza parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, offre una descrizione del Framework IASB 2018 e dell’evoluzione degli IAS/IFRS, spiegando come questi principi si collocano nel sistema normativo italiano ed europeo. In Italia convivono due modelli: Codice civile e principi OIC, seguiti dalla maggior parte delle imprese, e gli IAS/IFRS, obbligatori per le società quotate secondo il D.Lgs. 38/2005 e la Legge 145/2018. Le imprese che redigono il bilancio abbreviato non possono applicarli. A livello internazionale il percorso inizia nel 1973 con lo IASC, sostituito nel 2001 dallo IASB, che introduce gli IFRS aggiornando o sostituendo gli IAS. L’adozione europea prevede l’analisi tecnica dell’EFRAG, l’approvazione dell’ARC e il regolamento finale della Commissione UE, con possibili carve-out. Il Framework IASB 2018, pur non vincolante, chiarisce obiettivi, qualità informative, definizioni degli elementi, criteri di rilevazione e misurazione e concetti di capitale, fungendo da guida teorica agli IFRS. Nella gerarchia prevalgono sempre gli standard, salvo rare deroghe previste dallo IAS 1.
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Questa quarta parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, spiega lo IAS 1, lo standard che definisce struttura e principi di presentazione del bilancio secondo gli IFRS. L’obiettivo è fornire informazioni utili e comparabili tramite cinque documenti obbligatori: Stato Patrimoniale, Conto Economico Complessivo, Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, Rendiconto Finanziario e Note integrative. Tra i principi fondamentali ci sono rappresentazione fedele, continuità aziendale, competenza economica, rilevanza, divieto di compensazione e uniformità nel tempo. Lo Stato Patrimoniale distingue tra voci correnti e non correnti, mentre il Conto Economico può essere presentato in uno o due prospetti, includendo l’OCI e senza elementi straordinari (dal 2027 arriverà l’IFRS 18). Il Prospetto del patrimonio netto evidenzia movimenti nelle riserve e nelle quote di minoranza, il Rendiconto Finanziario classifica i flussi in operativi, di investimento e di finanziamento, e le Note completano il quadro con criteri contabili, rischi e informazioni generali.
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Questa quinta parte, basata sugli appunti presi a lezione sull’IFRS 13, presenta il principio che ha rivoluzionato la misurazione del fair value. Dal 2013 il fair value è definito come exit price: il prezzo di mercato a cui un’attività potrebbe essere venduta – o una passività trasferita – in condizioni ordinarie. La misurazione parte dal mercato principale (o da quello più vantaggioso) e si basa su tre approcci: market (prezzi osservabili), cost (costo di sostituzione) e income (flussi futuri attualizzati). La misurazione segue una gerarchia dei livelli: Livello 1 utilizza dati pienamente osservabili sul mercato, Livello 2 si basa su informazioni indirette o derivanti da mercati simili, mentre Livello 3 si fonda su stime interne. Questo principio si applica a immobilizzazioni, strumenti finanziari, investimenti immobiliari e attività biologiche, rendendo le valutazioni più aderenti al mercato, pur introducendo una maggiore variabilità. In Italia il D.Lgs. 38/2005 limita la distribuzione degli utili derivanti dal fair value, salvo alcune eccezioni.
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Questa sesta parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce le differenze tra bilancio civilistico e IFRS e introduce lo IAS 16, uno dei principi chiave sulle immobilizzazioni. Con gli IFRS il bilancio cambia volto: ai classici quattro documenti si aggiunge il Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, gli schemi diventano più flessibili e la classificazione distingue voci correnti e non correnti. Anche la filosofia cambia: il Codice Civile tutela i creditori, mentre gli IFRS si rivolgono principalmente agli investitori. Sul piano valutativo, si osserva un progressivo superamento del criterio del costo storico in favore del fair value, riflettendo la maggiore attenzione degli IFRS a fornire informazioni più rappresentative della situazione economica e patrimoniale dell’impresa. In questo contesto, lo IAS 16 disciplina il trattamento contabile di immobili, impianti e macchinari destinati alla produzione o alla locazione, prevedendo l’iscrizione iniziale al costo comprensivo degli oneri direttamente attribuibili, come trasporto, installazione e collaudo. Le manutenzioni ordinarie vanno a Conto Economico, mentre le sostituzioni si capitalizzano. Con il component approach, i beni complessi si suddividono in parti con vita utile diversa. Dopo l’acquisto, si può optare tra il cost model e il revaluation model; l’ammortamento inizia quando il bene è pronto all’uso e, se il suo valore diminuisce significativamente, si effettua l’impairment test.
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Questa settima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, introduce lo IAS 38, lo standard che disciplina il riconoscimento, la valutazione e la presentazione in bilancio delle attività immateriali, come software, marchi, brevetti e altri diritti. Gli IFRS stabiliscono criteri chiari: un’immobilizzazione immateriale può essere iscritta solo se è identificabile, sotto il controllo dell’impresa e in grado di generare benefici economici futuri; in assenza di uno di questi requisiti, l’iscrizione non è consentita. Gli acquisti da terzi vengono rilevati al costo d’acquisto, comprensivo delle spese direttamente attribuibili, mentre nelle aggregazioni aziendali si utilizza il fair value; ciò che non è identificabile viene classificato come avviamento. Le attività generate internamente richiedono maggiore attenzione: l’avviamento interno non è rilevabile in bilancio, i costi di ricerca vanno a Conto Economico, mentre i costi di sviluppo possono essere capitalizzati solo se il progetto è fattibile, promettente e supportato da dati e risorse concrete. Una volta iscritte, le attività immateriali seguono il modello del costo o, se esiste un mercato attivo, quello della rivalutazione. L’ammortamento si applica solo se la vita utile è determinata; se indefinita, l’attività è soggetta a impairment test annuale. Infine, se un’attività immateriale smette di generare benefici economici, viene eliminata dal bilancio, garantendo che restino iscritti solo beni che producono valore reale.
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Questa ottava parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce l’IFRS 16, il principio che ha rivoluzionato la contabilizzazione dei leasing. L’idea centrale è che il leasing non va considerato solo come un affitto, ma come un contratto che conferisce al locatario il diritto d’uso di un bene, valore che deve essere riportato in bilancio. Il locatore concede l’utilizzo del bene, mentre il locatario ne trae i benefici economici. La novità principale riguarda proprio il locatario: l’IFRS 16 elimina la distinzione tra leasing operativo e finanziario, imponendo di rilevare sempre due elementi in bilancio: un’attività relativa al diritto d’uso e una passività per gli impegni verso il locatore. Il valore iniziale si determina attualizzando i pagamenti contrattuali, utilizzando il tasso implicito del leasing o, se non disponibile, il tasso di finanziamento marginale dell’impresa. Ogni pagamento riduce la passività e genera un interesse a conto economico, mentre il diritto d’uso viene ammortizzato secondo il modello del costo, salvo particolari eccezioni previste da IAS 16 o IAS 40. Per i leasing di breve durata o relativi a beni di scarso valore, come telefoni o piccoli arredi, è prevista una semplificazione: i canoni sono contabilizzati direttamente a conto economico, a meno che il contratto includa un’opzione di acquisto. Il locatore, invece, continua a distinguere tra leasing finanziario, in cui trasferisce rischi e benefici e registra un credito, e leasing operativo, in cui mantiene il bene in bilancio, lo ammortizza e rileva i canoni come proventi da locazione.
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Questa nona parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IAS 36, il principio che disciplina la riduzione di valore delle attività. Il concetto chiave è semplice: nessuna attività può rimanere in bilancio a un valore superiore a quello effettivamente recuperabile. Se il valore contabile supera ciò che l’azienda può realisticamente ottenere, scatta l’impairment. Il valore recuperabile corrisponde al maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita e il valore d’uso, cioè i flussi di cassa futuri attualizzati. Lo IAS 36 richiede il test annuale per l’avviamento e per le attività immateriali a vita utile indefinita, mentre per le altre attività il test si effettua solo in presenza di indicatori di perdita di valore, come obsolescenza, cali di performance o variazioni sfavorevoli del mercato. Se il valore recuperabile risulta inferiore a quello contabile, la svalutazione viene applicata prima all’avviamento e poi, proporzionalmente, alle altre attività della cash-generating unit (CGU).
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Questa decima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IAS 2, il principio che disciplina la rilevazione e la valutazione delle rimanenze di magazzino, ossia beni destinati alla vendita o impiegati nei processi produttivi. Il principio fondamentale è chiaro: le rimanenze devono essere iscritte in bilancio con prudenza, evitando sovrastime e riflettendo ciò che l’azienda può realisticamente ricavare. Non tutte le attività rientrano nello IAS 2: lavori su ordinazione, attività finanziarie e attività biologiche seguono regole specifiche. Lo standard distingue diverse categorie di rimanenze: merci, materie prime, prodotti in corso di lavorazione e prodotti finiti. Il criterio principale è il minore tra costo e valore netto di realizzo. Il costo include l’acquisto o la produzione, comprensivo dei costi diretti e delle spese generali ripartite, mentre il valore netto di realizzo corrisponde al prezzo stimato di vendita al netto dei costi necessari per completare e vendere i beni. Per i prodotti congiunti, i costi si ripartiscono tra output principali e sottoprodotti secondo criteri di mercato. Costi accessori come magazzinaggio e oneri finanziari si capitalizzano solo se strettamente legati al processo produttivo; interessi impliciti e differenze di cambio non vengono capitalizzati. Il costo può essere determinato con metodo specifico, FIFO o costo medio ponderato, mentre il LIFO non è più ammesso. Se il valore di realizzo scende al di sotto del costo, si registra una svalutazione; in caso di aumento, è possibile un ripristino, senza mai superare il costo storico.
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Questa undicesima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IAS 8, lo standard che disciplina la scelta e l’applicazione dei principi contabili, i cambiamenti di principi e stime e la correzione degli errori. L’obiettivo dello standard è garantire bilanci significativi, affidabili e comparabili nel tempo e tra diverse imprese. I principi contabili guidano la rilevazione e la rappresentazione delle operazioni e derivano dagli IAS/IFRS; in assenza di indicazioni specifiche, si segue una gerarchia composta da altri IFRS analoghi, dal Framework IASB, dagli standard di altri organismi e dalla letteratura consolidata. I cambiamenti di principio contabile sono ammessi solo se richiesti da nuovi IFRS o se consentono di rendere il bilancio più fedele e rilevante. Quando possibile, si applicano retroattivamente, ricostruendo i valori passati; in alternativa, si procede prospetticamente, con adeguata trasparenza e informativa sugli effetti. Un esempio pratico è il passaggio dal CMP al FIFO nelle rimanenze, che comporta l’adeguamento di patrimonio netto e utile. I cambiamenti di stima contabile riguardano invece aggiornamenti basati su nuove informazioni e si applicano prospetticamente, come avviene per le modifiche alle quote di ammortamento. Gli errori vanno corretti retroattivamente se rilevanti; se non quantificabili, la correzione avviene prospetticamente, sempre con informazioni chiare sulla natura e sugli effetti cumulativi.
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