I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni e lo studio autonomo di eventuali testi di riferimento in preparazioneall’esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell’università attribuibile al docente del corso o al relatore
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Appunti di Economia - Università degli Studi di Cagliari

Questa undicesima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IAS 8, lo standard che regola la scelta e l’applicazione dei principi contabili, i cambiamenti di principi e stime e la correzione degli errori. L’obiettivo è garantire bilanci significativi, affidabili e comparabili nel tempo e tra diverse imprese. I principi contabili guidano la rilevazione e la rappresentazione delle operazioni e derivano dagli IAS/IFRS o, se mancano indicazioni, si segue una gerarchia: altri IFRS analoghi, il Framework IASB, standard di altri organismi e letteratura consolidata. I cambiamenti di principio contabile sono ammessi solo se richiesti da nuovi IFRS o per rendere il bilancio più fedele e rilevante. Se possibile, si applicano retroattivamente, ricostruendo i valori passati; altrimenti si procede prospetticamente, sempre con trasparenza e informativa sugli effetti. Un esempio è il passaggio dal CMP al FIFO nelle rimanenze, con adeguamento del patrimonio netto e dell’utile. I cambiamenti di stima contabile riguardano aggiornamenti basati su nuove informazioni e si applicano prospetticamente, come modifiche alle quote di ammortamento. Gli errori, invece, vanno corretti retroattivamente se rilevanti; se non quantificabili, si procede prospetticamente, fornendo sempre informazioni su natura ed effetti cumulativi.
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Questa decima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IAS 2, lo standard che regola la rilevazione e la valutazione delle rimanenze di magazzino, cioè beni destinati alla vendita o utilizzati nei processi produttivi. Il principio fondamentale è semplice: le rimanenze devono essere iscritte in bilancio in modo prudente, evitando sovrastime e riflettendo sempre ciò che l’azienda può effettivamente ricavare. Non tutte le attività rientrano nello IAS 2: lavori su ordinazione, attività finanziarie e attività biologiche seguono regole specifiche. Lo standard distingue varie classi: merci, materie prime, prodotti in corso di lavorazione e prodotti finiti. Il criterio chiave è il minore tra costo e valore netto di realizzo. Il costo comprende acquisto o produzione, con costi diretti e spese generali ripartite; il valore netto di realizzo è il prezzo stimato al netto dei costi per completare e vendere i beni. Per prodotti congiunti, i costi si ripartiscono tra output principali e sottoprodotti secondo criteri di mercato. Costi accessori come magazzinaggio e oneri finanziari si capitalizzano solo se legati al processo produttivo; interessi impliciti e differenze di cambio non si capitalizzano. Il costo può essere determinato con metodo specifico, FIFO o costo medio ponderato; il LIFO non è più ammesso. Se il valore di realizzo scende sotto il costo, si registra una svalutazione; in caso di aumento, è possibile un ripristino, senza superare il costo storico.
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Questa nona parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IAS 36, il principio che disciplina la riduzione di valore delle attività. Il concetto centrale è semplice: nessuna attività può rimanere in bilancio a un valore superiore a quello effettivamente recuperabile. Se il valore contabile eccede ciò che l’azienda può ricavarne, scatta l’impairment. Il valore recuperabile corrisponde al maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita e il valore d’uso, cioè i flussi di cassa futuri attualizzati. Lo IAS 36 prevede il test annuale per l’avviamento e le immateriali a vita indefinita, mentre per le altre attività si attiva solo in presenza di indicatori di perdita di valore, come obsolescenza, cali di performance o variazioni sfavorevoli del mercato. Se il valore recuperabile è inferiore a quello contabile, la svalutazione si applica prima all’avviamento e poi alle altre attività della CGU proporzionalmente. I corporate assets vengono allocati tra le unità che ne beneficiano. Il ripristino del valore è consentito per le attività, ma l’avviamento non si rivaluta mai.
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Questa ottava parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce lo IFRS 16, il principio che ha rivoluzionato la contabilizzazione dei leasing. L’idea è semplice: il leasing non è solo un affitto, ma un contratto che concede il diritto d’uso di un bene, valore che va riportato in bilancio. Il locatore concede l’uso, il locatario lo sfrutta e ne ricava i benefici economici. La novità principale riguarda il locatario: l’IFRS 16 elimina la distinzione tra leasing operativo e finanziario, imponendo di rilevare sempre due elementi: un’attività per il diritto d’uso e una passività per gli impegni verso il locatore. Il valore iniziale si calcola attualizzando i pagamenti contrattuali con il tasso implicito del leasing o, se non disponibile, con il tasso di finanziamento marginale dell’impresa. Ogni canone riduce la passività e genera un interesse a conto economico, mentre il diritto d’uso viene ammortizzato secondo il modello del costo, salvo casi particolari regolati da IAS 16 o IAS 40. Per i leasing di breve durata o beni di scarso valore (come telefoni o piccoli arredi) è prevista una semplificazione: i canoni vanno direttamente a conto economico, a meno che il contratto includa un’opzione di acquisto. Il locatore, invece, continua a distinguere tra leasing finanziario, dove trasferisce rischi e benefici e registra un credito, e leasing operativo, dove mantiene il bene in bilancio, lo ammortizza e contabilizza i canoni come proventi da locazione.
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Questa settima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, introduce lo IAS 38, lo standard che regola il riconoscimento, la valutazione e la presentazione in bilancio delle attività immateriali, come software, marchi, brevetti e diritti vari. Gli IFRS stabiliscono regole precise: un’immobilizzazione immateriale può essere iscritta solo se è identificabile, sotto il controllo dell’impresa e capace di generare benefici economici futuri; se uno di questi requisiti manca, l’iscrizione non è consentita. Gli acquisti da terzi si registrano al costo d’acquisto comprensivo delle spese dirette. Nelle aggregazioni aziendali si usa il fair value, mentre ciò che non è identificabile diventa avviamento. Le attività generate internamente richiedono attenzione: l’avviamento interno non è riconoscibile, i costi di ricerca vanno a Conto Economico, mentre i costi di sviluppo si capitalizzano solo se il progetto è fattibile, promettente e supportato da dati e risorse. Una volta iscritte, le attività seguono il modello del costo o, se esiste un mercato attivo, il modello della rivalutazione. L’ammortamento si applica solo se la vita utile è definita; se indefinita, scatta l’impairment test annuale. Se un’immateriale smette di generare valore, viene eliminata dal bilancio, perché restano solo beni che producono benefici reali.
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Questa sesta parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, approfondisce le differenze tra bilancio civilistico e IFRS e introduce lo IAS 16, uno dei principi chiave sulle immobilizzazioni. Con gli IFRS il bilancio cambia volto: ai classici quattro documenti si aggiunge il Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, gli schemi diventano più flessibili e la classificazione distingue voci correnti e non correnti. Anche la filosofia cambia: il Codice Civile tutela i creditori, mentre gli IFRS si rivolgono principalmente agli investitori. Le valutazioni passano dal costo storico al fair value. Lo IAS 16 si applica a immobili, impianti e macchinari utilizzati per la produzione o la locazione. Il bene si iscrive al costo iniziale, comprensivo di trasporto, installazione e collaudo. Le manutenzioni ordinarie vanno a Conto Economico, mentre le sostituzioni si capitalizzano. Con il component approach, i beni complessi si suddividono in parti con vita utile diversa. Dopo l’acquisto, si può optare tra il cost model e il revaluation model; l’ammortamento inizia quando il bene è pronto all’uso e, se il suo valore diminuisce significativamente, si effettua l’impairment test.
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Questa quinta parte, basata sugli appunti presi a lezione sull’IFRS 13, presenta il principio che ha rivoluzionato la misurazione del fair value. Dal 2013 il fair value è definito come exit price: il prezzo di mercato a cui un’attività potrebbe essere venduta – o una passività trasferita – in condizioni ordinarie. La misurazione parte dal mercato principale (o da quello più vantaggioso) e si basa su tre approcci: market (prezzi osservabili), cost (costo di sostituzione) e income (flussi futuri attualizzati). La misurazione segue una gerarchia dei livelli: Livello 1 utilizza dati pienamente osservabili sul mercato, Livello 2 si basa su informazioni indirette o derivanti da mercati simili, mentre Livello 3 si fonda su stime interne. Questo principio si applica a immobilizzazioni, strumenti finanziari, investimenti immobiliari e attività biologiche, rendendo le valutazioni più aderenti al mercato, pur introducendo una maggiore variabilità. In Italia il D.Lgs. 38/2005 limita la distribuzione degli utili derivanti dal fair value, salvo alcune eccezioni.
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Questa quarta parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, spiega lo IAS 1, lo standard che definisce struttura e principi di presentazione del bilancio secondo gli IFRS. L’obiettivo è fornire informazioni utili e comparabili tramite cinque documenti obbligatori: Stato Patrimoniale, Conto Economico Complessivo, Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, Rendiconto Finanziario e Note integrative. Tra i principi fondamentali ci sono rappresentazione fedele, continuità aziendale, competenza economica, rilevanza, divieto di compensazione e uniformità nel tempo. Lo Stato Patrimoniale distingue tra voci correnti e non correnti, mentre il Conto Economico può essere presentato in uno o due prospetti, includendo l’OCI e senza elementi straordinari (dal 2027 arriverà l’IFRS 18). Il prospetto del patrimonio netto evidenzia movimenti nelle riserve e nelle quote di minoranza, il rendiconto finanziario classifica i flussi in operativi, di investimento e di finanziamento, e le Note completano il quadro con criteri contabili, rischi e informazioni generali.
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Questa terza parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, offre una descrizione del Framework IASB 2018 e dell’evoluzione degli IAS/IFRS, spiegando come questi principi si collocano nel sistema normativo italiano ed europeo. In Italia convivono due modelli: Codice civile e principi OIC, seguiti dalla maggior parte delle imprese, e gli IAS/IFRS, obbligatori per le società quotate secondo il D.Lgs. 38/2005 e la Legge 145/2018. Le imprese che redigono il bilancio abbreviato non possono applicarli. A livello internazionale il percorso inizia nel 1973 con lo IASC, sostituito nel 2001 dallo IASB, che introduce gli IFRS aggiornando o sostituendo gli IAS. L’adozione europea prevede l’analisi tecnica dell’EFRAG, l’approvazione dell’ARC e il regolamento finale della Commissione UE, con possibili carve-out. Il Framework IASB 2018, pur non vincolante, chiarisce obiettivi, qualità informative, definizioni degli elementi, criteri di rilevazione e misurazione e concetti di capitale, fungendo da guida teorica agli IFRS. Nella gerarchia prevalgono sempre gli standard, salvo rare deroghe previste dallo IAS 1.
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Questa seconda parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, introduce in modo chiaro il bilancio consolidato, lo strumento che permette di leggere un gruppo di imprese come se fosse un’unica realtà. Grazie al consolidato è possibile superare i limiti dei bilanci delle singole società, evitando duplicazioni e correggendo gli effetti delle operazioni infragruppo. La disciplina si fonda sul D.Lgs. 127/1991, sull’OIC 17 e sull’IFRS 10, richiesto soprattutto alle società quotate e ai gruppi internazionali. L’obbligo riguarda le società controllanti, anche se la normativa prevede casi di esclusione ed esonero. Il processo di consolidamento integra attività, passività, costi e ricavi di tutte le imprese del gruppo, elimina i rapporti interni e gestisce quote di minoranza, differenze di consolidamento e avviamento. In questo modo il gruppo viene rappresentato in modo trasparente, coerente e facilmente leggibile.
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Questa prima parte, basata sugli appunti presi a lezione durante il corso di Contabilità e Bilancio, offre una panoramica chiara e ben strutturata dell’evoluzione del bilancio in Italia. Il percorso parte dal Medioevo e dal contributo di Luca Pacioli, attraversa le prime norme del Codice di Commercio e arriva al Codice civile del 1942, che attribuisce allo Stato Patrimoniale un ruolo centrale. Con il dopoguerra e la IV Direttiva CEE, il bilancio si trasforma in uno strumento sempre più informativo. L’introduzione degli IAS/IFRS e la riforma del 2003 aprono il sistema italiano alla standardizzazione internazionale, processo poi consolidato dal Decreto 139/2015. Oggi convivono principi OIC e IAS/IFRS, con semplificazioni pensate per PMI (Piccole e Medie Imprese) e microimprese. Nel complesso, il testo mostra come il bilancio sia passato da semplice documento contabile a strumento informativo completo e affidabile, fondato su chiarezza, veridicità, prudenza e competenza economica.
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Esame Statistica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. M. Cannas

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Esercitazione numero 1 di Statistica, con prof Cannas, guardare bene e le sue esercitazioni sono utilissime per l'esame, stare attenti e osservare bene, tutti gli esercizi sono fondamentali e importanti, questa è la numero 1.
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Esame Microeconomia

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. A. Isoni

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti di Microeconomia riguardo l’analisi del comportamento dei consumatori, analisi della domanda, elasticità della domanda, grafici, schemi ed esercizi d’esame. Università degli studi di Cagliari.
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Esame Statistica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. G. Contu

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti del modulo 2 del corso di Statistica dell’università degli studi di Cagliari, economia e gestione aziendale. Appunti, schemi e formule dalla probabilità alla statistica inferenziale, con esercizi d’esame.
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Esame Statistica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. G. Contu

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti del modulo 1 del corso di Statistica dell’università degli studi di Cagliari della facoltà di economia e gestione aziendale. Appunti con schemi, formule e teoremi fino ai concetti di probabilità semplice.
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Esame Economia aziendale

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. L. Fenu

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Lezioni frontali, integrati con slide e libro concentrati in un unico file, utilizzato per preparare l’esame di Economia aziendale nell’università degli studi di Cagliari. Esame superato al primo tentativo dallo studio del documento.
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Esame Microeconomia

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. A. Isoni

Università Università degli Studi di Cagliari

Schemi e mappe concettuali
Formulario per l'esame Microeconomia da utilizzare per studenti con DSA. Approvato e utilizzato per sostenere l’esame di Microeconomia con il professor Andrea Isoni. Presenti le formule di entrambi i moduli.
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Esame Diritto privato

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. M. Rinaldo

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti presi regolarmente a lezione di Diritto privato, che mi hanno aiutato a prendere 30 all'esame di diritto privato. Contengono tutto il necessario per studiare passo passo in previsione dell'esame, essendo divisi anche per lezioni.
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Esame Storia economica

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. C. Ferrai

Università Università degli Studi di Cagliari

Appunti esame
Appunti di Storia economica, professoressa Cecilia Ferrai, Università di Cagliari, in Economia e gestione aziendale, anno accademico 2021/2022. In questo paniere si possono trovare tutti gli appunti per far si che si passi l'esame di Storia Economica.
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Esame Macroeconomia

Facoltà Economia

Dal corso del Prof. P. Fadda

Università Università degli Studi di Cagliari

Domande aperte
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1° Parte aggiornata all'anno 2023, comprendente le domande aperte di Macroeconomia d'esame fatte dal professore in aula. Macroeconomia 2023 - Università degli studi di Cagliari 2 anno. Buono studio!
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