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Appunti di Ecologia applicata

Esame Ecologia applicata

Facoltà Scienze matematiche fisiche e naturali

Appunti esame
Appunti di Ecologia applicata. Ieri abbiamo iniziato una panoramica generale sull’atmosfera e sulle principali problematiche a essa collegate. In particolare, abbiamo introdotto il tema dell’anidride carbonica (CO₂) e del suo bilancio, analizzando in che modo sia possibile stimare le dinamiche di emissione e assorbimento. Uno degli aspetti critici è rappresentato dalla difficoltà, nel caso dell’atmosfera, di definire un “fattore di diluizione” valido, poiché i parametri meteoclimatici sono altamente variabili e influenzano la distribuzione spaziale degli inquinanti. Per comprendere il movimento dell’aria e, di conseguenza, la dispersione delle emissioni, risulta fondamentale modellizzare tali parametri, con particolare attenzione ai gradienti termici che determinano differenze di densità e dunque influenzano gli spostamenti atmosferici.
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Appunti esame
Appunti di Ecologia applicata. L’impianto di depurazione visitato, situato a Bresso, serve un bacino urbano esteso e densamente popolato. Si tratta di un'infrastruttura complessa, progettata per il trattamento delle acque reflue provenienti dalla rete fognaria e per la restituzione di un effluente compatibile con i limiti normativi previsti per lo scarico nei corpi idrici recettori. In tale contesto, l’impianto rappresenta un nodo centrale del sistema di gestione del ciclo idrico integrato e costituisce un esempio significativo di come sia possibile conciliare esigenze ambientali, sanitarie e tecniche.
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Facoltà Scienze matematiche fisiche e naturali

Appunti esame
Appunti di Ecologia applicata. Gli impianti di depurazione rappresentano un elemento fondamentale nella gestione del ciclo integrato delle acque reflue urbane. Si tratta di strutture complesse, composte da una sequenza di reattori nei quali si susseguono diversi processi di trattamento. Per questo motivo, gli impianti occupano generalmente superfici ampie, poiché ciascun reattore è deputato a una fase specifica del processo depurativo. L’intero impianto è alimentato da collettori che convogliano i reflui provenienti dalle reti fognarie dei centri abitati o delle zone industriali.
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Appunti esame
Appunti di Ecologia applicata. La valutazione della qualità ecologica dei laghi richiede un approccio integrato, che tenga conto sia dei parametri chimico-fisici sia delle componenti biologiche, e che consideri le caratteristiche morfologiche, climatiche e geografiche del bacino lacustre. Tali analisi risultano fondamentali per la classificazione dello stato ecologico dei laghi e per l’attuazione delle strategie previste dalle direttive europee in materia di tutela e gestione delle acque.
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Appunti di Ecologia applicata. Il suolo lo calpestiamo tutti i giorni. È a contatto con l'aria e con l'acqua, rappresenta l'habitat per numerosi organismi, costituisce il substrato per le piante e forma la base per qualsiasi tipo di comunità. Svolge molteplici funzioni e fornisce diversi servizi ecosistemici, come abbiamo definito in precedenza. In primo luogo, assolve a una funzione produttiva legata alla crescita vegetale, che dipende dalla sua fertilità. In sostanza, questa funzione può essere definita come la capacità di sostenere e favorire la produzione di alimenti, foraggio e biomassa vegetale in generale, creando così habitat. È importante ricordare che la vegetazione rappresenta contemporaneamente una risorsa e un habitat: è sia una risorsa naturale e alimentare, sia un ecosistema.
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Appunti di Ecologia applicata. Il suolo svolge numerose funzioni fondamentali a livello ambientale, ecosistemico, economico e produttivo. Esistono diversi criteri e modalità per valutarne le caratteristiche e i valori, ma un aspetto trasversale che riguarda tutte le risorse naturali è l’importanza del contesto specifico. Anche partendo da criteri di valutazione generali, il valore di una risorsa non può mai essere considerato assoluto: esso va sempre rapportato al caso concreto. Un esempio utile in questo senso è fornito dal Piano di Governo del Territorio del Comune di Livigno. In questo caso, è presente un’unica area utilizzabile per l’agricoltura. Secondo la classificazione della capacità d’uso dei suoli, quell’area rientra nella classe 3 o 4, quindi non è considerata di elevata qualità.
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Appunti di Ecologia applicata sui laghi (3). A profondità di un lago rappresenta un parametro morfometrico di primaria importanza, influenzando numerosi aspetti chimico-fisici, biologici ed ecologici. Essa incide, in primo luogo, sulla temperatura dell’acqua, che tende a diminuire all’aumentare della profondità. In un lago profondo, il fondo si mantiene infatti più freddo rispetto a quello di un lago di scarsa profondità. Ad esempio, il lago d’Iseo, che raggiunge una profondità di circa 250 metri, presenta sul fondo temperature decisamente inferiori rispetto a quelle riscontrabili nel lago di Endine, che ha una profondità massima di appena 9 metri. Questa differenza termica ha importanti ripercussioni sulla presenza e distribuzione delle specie ittiche, le quali, come noto, sono sensibili alle variazioni di temperatura e tendono a colonizzare preferenzialmente gli ambienti che soddisfano le proprie esigenze fisiologiche.
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Appunti di Ecologia applicata sui laghi. Tra i fenomeni che più hanno attirato l'attenzione degli studiosi nell'ambito della limnologia, l’eutrofizzazione è certamente uno dei più indagati. Per molti anni è stata considerata il problema centrale nello studio dei laghi, tanto da oscurare l’esistenza di altre criticità, che sono emerse solo successivamente. La sua rilevanza ha condotto alla definizione, già nel 1981, di un sistema di classificazione dello stato trofico dei laghi, basato su parametri semplici e misurabili: la concentrazione di fosforo totale, la concentrazione di clorofilla a e la trasparenza delle acque, valutata mediante la profondità alla quale scompare il disco di Secchi.
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Appunti di Ecologia applicata sui laghi che rappresentano ecosistemi di fondamentale importanza nel bilancio idrico e nei cicli biogeochimici dei bacini imbriferi. Per una corretta analisi e gestione di questi corpi idrici, è essenziale comprendere le loro caratteristiche morfometriche, le dinamiche di ricambio delle acque e i processi termici che si instaurano all’interno della colonna d’acqua. La morfometria di un lago, ossia la sua forma e le sue dimensioni, influenza direttamente sia il comportamento idrologico che i processi ecologici interni.
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Acque interne, lezione 5 Ecologia applicata. Un estratto: nel contesto della Direttiva Quadro sulle Acque (Water Framework Directive, 2000/60/CE), l’Unione Europea ha introdotto un approccio innovativo e integrato alla gestione delle acque superficiali, basato sulla classificazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici. L’obiettivo centrale della direttiva è il raggiungimento del “buono stato” per tutti i corpi idrici, sia superficiali che sotterranei, entro tempi prestabiliti, attraverso il monitoraggio sistematico, la valutazione dello stato di qualità e l’adozione di misure adeguate. In Italia, l’attuazione di questa direttiva è stata realizzata tramite specifici decreti, in particolare il D.M. 260 del 2010, che ha stabilito i criteri e le modalità per la classificazione dei corpi idrici.
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Acque interne, lezione 4 Ecologia applicata. Un estratto: nel contesto della gestione delle reti fognarie e dei bacini idrografici, un elemento di notevole importanza è costituito dalla presenza delle cosiddette acque parassite. Queste acque non derivano da scarichi civili o industriali, né dalle precipitazioni atmosferiche che si riversano nei collettori fognari in occasione di eventi piovosi, bensì rappresentano infiltrazioni di origine sotterranea che si immettono nella rete fognaria attraverso fessurazioni, giunti non perfettamente sigillati o altre discontinuità delle condotte. Le acque parassite compromettono l'efficienza dell’intero sistema fognario, andando a occupare parte della capacità di trasporto delle condotte. Per esempio, se un canale è dimensionato per una portata massima di un metro cubo al secondo e 400 litri al secondo sono costituiti da acque parassite, la portata utile per il deflusso delle acque reflue o meteoriche si riduce a soli 600 litri al secondo. Questo fenomeno comporta un rischio significativo, in quanto anche eventi piovosi di modesta entità possono determinare il superamento della capacità della rete e l’attivazione degli scaricatori di piena. Tali dispositivi, progettati per evitare il sovraccarico degli impianti di depurazione, permettono lo sversamento diretto nei corpi idrici superficiali delle acque in eccesso, che spesso non sono state trattate adeguatamente.
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Acque interne, lezione 3 Ecologia applicata. Un estratto: La definizione di inquinamento delle acque, secondo il Decreto Legislativo 152 del 2006, riguarda qualsiasi alterazione delle caratteristiche qualitative e quantitative, fisiche, chimiche e biologiche delle acque superficiali o sotterranee, tale da compromettere gli ecosistemi acquatici, le risorse idriche, gli usi legittimi e la salute umana. Questo concetto implica una valutazione complessa che tiene conto non solo delle concentrazioni di contaminanti, ma anche delle modifiche agli equilibri naturali e agli usi ecosistemici delle risorse idriche. Il degrado della qualità delle acque può derivare sia da fonti puntuali, come gli scarichi civili e industriali, sia da fonti diffuse, come il dilavamento dei terreni agricoli e le emissioni atmosferiche che si depositano al suolo. Per affrontare l’inquinamento delle acque, risulta essenziale analizzare il bacino imbrifero, cioè l’unità idrografica che raccoglie e convoglia le precipitazioni verso un unico punto di chiusura, come un lago, un fiume o il mare. Questo approccio permette di considerare tutte le componenti che influenzano il ciclo dell’acqua e i carichi inquinanti, valutando l’interazione tra uso del suolo, attività antropiche e caratteristiche naturali. L’analisi del bilancio idrico del bacino è uno strumento fondamentale per quantificare i volumi d’acqua in ingresso (precipitazioni) e in uscita (evapotraspirazione, deflussi, infiltrazioni), oltre a stimare i potenziali carichi inquinanti che si muovono all’interno del sistema.
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Seconda lezione della prof di Ecologia applicata sulle acque interne, un estratto: la stima degli afflussi idrici in un bacino rappresenta una delle fasi più complesse nella valutazione del bilancio idrico. Le difficoltà derivano principalmente dalla necessità di effettuare approssimazioni su scala territoriale, poiché è raro disporre di dati puntuali sufficientemente densi e continui per ogni area del territorio. In tal senso, come spesso accade nello studio dei fenomeni ambientali, diventa essenziale adottare metodologie condivise che, pur nella loro approssimazione, consentano confronti significativi tra situazioni differenti. Uno dei metodi più utilizzati per stimare gli afflussi è il metodo di Thyssen, che permette una valutazione cosiddetta regionalizzata delle precipitazioni. Questo metodo si basa sull'assunto che i dati pluviometrici raccolti da una rete di stazioni siano rappresentativi di specifiche porzioni del territorio. Il principio guida è quello di attribuire un’area di influenza a ciascun pluviometro e di calcolare, per ciascuna di queste aree, il volume di pioggia caduto.
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Prima lezione di Ecologia applicata sulle acque interne, ecco un piccolo estratto:l funzionamento degli ecosistemi. Esse includono i corpi idrici superficiali, come fiumi e laghi, e quelli sotterranei, come le falde acquifere. Comprendere la distribuzione, la dinamica e la qualità di queste acque è essenziale per una gestione sostenibile delle risorse idriche, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici e pressioni antropiche crescenti. I corpi idrici superficiali e sotterranei: I corpi idrici superficiali comprendono fiumi, torrenti, laghi, stagni e paludi. Questi sistemi sono visibili in superficie e soggetti all'influenza diretta delle condizioni climatiche, come le precipitazioni e l’evaporazione, oltre che alle attività umane. I fiumi, ad esempio, nascono generalmente in zone montane, dove l'acqua delle precipitazioni e della neve sciolta si raccoglie e scorre verso valle, formando una rete idrografica che alimenta bacini sempre più grandi fino a raggiungere il mare. I laghi, invece, sono corpi d'acqua chiusi o semi-chiusi che si formano in depressioni del terreno, dove l’acqua si accumula per effetto delle precipitazioni, dello scioglimento dei ghiacci o per alimentazione da corsi d’acqua. Possono essere naturali o artificiali, come i bacini idroelettrici. Le acque superficiali svolgono funzioni importanti: forniscono habitat per numerose specie, regolano il clima locale attraverso l’evaporazione, sono utilizzate per la produzione di energia, per l’irrigazione agricola e come fonte di acqua potabile. Le acque sotterranee si trovano invece nel sottosuolo, all’interno di porosità o fratture di rocce e sedimenti. Le principali riserve di acqua sotterranea sono le falde acquifere, suddivise in falde libere e falde confinate. Le falde libere si trovano sopra una formazione impermeabile e sono direttamente collegate alla superficie, quindi facilmente ricaricabili ma anche vulnerabili all’inquinamento. Le falde confinate, invece, si trovano tra due strati impermeabili e sono sottoposte a pressioni superiori a quella atmosferica. L'acqua sotterranea, pur meno visibile, costituisce una riserva strategica, soprattutto nei periodi di siccità, perché più stabile e meno soggetta a variazioni stagionali. Il bacino imbrifero e quello idrogeologico Per comprendere il funzionamento delle acque interne è fondamentale distinguere due concetti: il bacino imbrifero e quello idrogeologico. Il bacino imbrifero, o bacino idrografico, è l’area di territorio delimitata da spartiacque orografici all'interno della quale tutte le acque piovane confluiscono verso un unico corpo idrico, come un fiume o un lago. È definito da confini fisici visibili sul terreno e rappresenta l’unità territoriale di base per la gestione integrata delle risorse idriche. Il bacino idrogeologico, invece, è definito in funzione delle caratteristiche del sottosuolo e riguarda il flusso delle acque sotterranee. I suoi limiti non coincidono necessariamente con quelli del bacino imbrifero, perché l’acqua sotterranea può muoversi attraverso le rocce secondo gradienti idraulici e non segue la morfologia superficiale. Di conseguenza, un bacino idrogeologico può intercettare porzioni di più bacini imbriferi o estendersi oltre i confini orografici di un bacino superficialeLe principali riserve di acqua sotterranea sono le falde acquifere, suddivise in falde libere e falde confinate. Le falde libere si trovano sopra una formazione impermeabile e sono direttamente collegate alla superficie, quindi facilmente ricaricabili ma anche vulnerabili all’inquinamento. Le falde confinate, invece, si trovano tra due strati impermeabili e sono sottoposte a pressioni superiori a quella atmosferica. L'acqua sotterranea, pur meno visibile, costituisce una riserva strategica, soprattutto nei periodi di siccità, perché più stabile e meno soggetta a variazioni stagionali. Il bacino imbrifero e quello idrogeologico Per comprendere il funzionamento delle acque interne è fondamentale distinguere due concetti: il bacino imbrifero e quello idrogeologico. Il bacino imbrifero, o bacino idrografico, è l’area di territorio delimitata da spartiacque orografici all'interno della quale tutte le acque piovane confluiscono verso un unico corpo idrico, come un fiume o un lago. È definito da confini fisici visibili sul terreno e rappresenta l’unità territoriale di base per la gestione integrata delle risorse idriche. Il bacino idrogeologico, invece, è definito in funzione delle caratteristiche del sottosuolo e riguarda il flusso delle acque sotterranee. I suoi limiti non coincidono necessariamente con quelli del bacino imbrifero, perché l’acqua sotterranea può muoversi attraverso le rocce secondo gradienti idraulici e non segue la morfologia superficiale. Di conseguenza, un bacino idrogeologico può intercettare porzioni di più bacini imbriferi o estendersi oltre i confini orografici di un bacino superficiale.
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Appunti esame
4 / 5
Appunti dettagliati con immagini di ecologia applicata della prof Mezzanotte. Comprende: Definizione di inquinamento · Descrizione dei principali fenomeni di inquinamento atmosferico e idrico. · Deflusso minimo vitale · Rifiuti solidi. · Sistemi di gestione e depurazione delle acque reflue · Valutazione di impatto ambientale · LCA
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Appunti di Ecologia Applicata presi durante le lezioni della prof.ssa Mezzanotte all'università Milano Bicocca-Unimib. Appunti completi, integrati con libri e fonti ARPA. Gli argomenti comprendono: ipotesi Gaia, il suolo, inquinanti, differenza tra carico e concetrazione, problemi legati all'atmosfera, problemi legati ai corpi idrici, impianti di depurazione, valutazione di impatto ambientale e sostenibilità. Gli appunti sono altamente sufficienti per sostenere l'esame.
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Appunti di ecologia applicata basati su appunti personali del publisher presi alle lezioni del prof. Galli dell’università degli studi di Milano Bicocca - Unimib, facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, Corso di laurea in scienze biologiche. Scarica il file in formato PDF!
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Appunti di ecologia applicata basati su appunti personali del publisher presi alle lezioni del prof. Galli dell’università degli Studi di Milano Bicocca - Unimib, facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, Corso di laurea in scienze biologiche. Scarica il file in formato PDF!
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Beni e servizi ecosistemici e relazioni con capitale naturale, benessere umano e biodiversità. Millennium Ecosystem Assestment. Stress: caratteristiche, esempi, metodo Stresser, modello Lichtenthaler. Stress idrico: conduttanza stomatica, risposte e adattamenti di alcune specie vegetali tipiche del clima mediterraneo, aridità e modelli IPCC, heat index, potenziale chimico delle matrici di crescita e delle piante, casi di studio Parco Nazionale del Circeo, strategie di risposta. Inquinamento atmosferico: limiti UE e OMS, direttiva 2008/50/CE, Convenzione sull'Inquinamento Atmosferico Transfrontaliero a grande distanza, produzione e ciclo fotochimico ozono, AOT40 e FO3, danni micro/macro-scopici prodotti dall'ozono e risposte fisiologiche, camere di crescita, ICP, casi di studio. Fitorimedio: tecniche, Short Rotation Forestry, vantaggi e svantaggi, piante idonee, strategie di risposta a metalli pesanti (casi di studio applicativi su Salix alba e Phragmites australis). Bosco di Mestre come esempio di progetto di riqualificazione ambientale, servizio ecosistemico e gestione selvicolturale. Telerilevamento: caratteristiche, riflettanza, tipi di risoluzione, modello raster e vettoriale, spot vegetation, curve di riflettanza dell'acqua, fattori che influenzano curva di riflettanza della vegetazione e stress, NDVI, modelli di classificazione Unsupervised e Supervised, casi di studio applicativo area del bacino del fiume Sacco e Parco Nazionale Circeo. Cenni di fitosociologia. Nature Based Solution, infrastrutture verdi, modelli di deposizione e rimozione PM10 e ozono, quantificazione della rimozione di inquinanti da parte delle varie fisionomie strutturali della vegetazione, caso di studio applicativo Riserva di Castel Porziano, isola di calore urbana. Metodo della Fluorescenza per monitorare stato di salute della vegetazione.
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Appunto
3,7 / 5
Appunti completi del corso di Ecologia Applicata. Comprendono tutti gli appunti presi a lezione integrati con il materiale e i documenti consigliati dal professore durante il corso. Università degli Studi di Milano Bicocca - Unimib. Scarica il file in formato PDF!
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