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Nella tesina sulla follia viene analizzato il concetto di follia, seguendo uno specifico percorso multidisciplinare. Quando si parla di “folle” spesso ci viene in mente la figura del degente in ospedale psichiatrico, ci viene in mente una persona affetta da schizofrenia, con tanto di allucinazioni, ci vengono in mente immagini, forse viste in televisione, di persone malate chiuse in “case di cura” che vengono imbottite di psicofarmaci, legate ai letti o chiuse dentro le “camere d’isolamento”.
Ma nel mio percorso ho voluto scavare più a fondo sul significato della parola follia. Non solo in termini psicologici o psicoanalitici, anche nel lato sociale e morale.
Se la follia potrebbe essere definita come la sovrapposizione della nostra parte istintuale su quella razionale, il comportamento di un folle non potrebbe essere soltanto quello che noi tutti possediamo nel nostro inconscio?
Allora l’artista, che riesce a tirar fuori le proprie emozioni e le proprie sensazioni in modo anche confusionale e disorganizzato, non potrebbe essere definito folle?
Oppure quando una persona si definisce “follemente innamorata” ai nostri occhi non appare guidata da un comportamento illogico, bensì fantastico.
Allora se la follia ci aiuta ad affrontare il nostro io, e ci aiuta a tirar fuori la parte più creativa di noi stessi, perché non accoglierla come parte fondamentale della nostra personalità?
Nella prospettiva moderna il folle non è affatto visto come colui che manifesta la propria personalità, ma come un individuo da isolare, e viene posto ai margini della società.
A mio parere questa visione della follia è totalmente sbagliata, basta prendere in considerazione artisti e intellettuali dello scorso secolo, come Van Gogh, Nietzsche, o Virgina Woolf, di cui è stata accertata la malattia mentale, per capire che il folle può esprimere una realtà che agli occhi di persone “normali” può apparire “distorta” soltanto perché non è una visione comune.
Gli argomenti trattati nella tesina sulla follia sono attinenti a varie materie.
In ambito letterario Luigi Pirandello, analizzò il tema della follia sotto molti aspetti, e non a caso sua moglie soffriva di “malattia mentale”, riuscì a capire ad analizzare il ruolo del folle come l’unico capace di capire la funzione delle maschere.
Nietzsche, in “La gaia scienza” fa comparire il folle come un profeta di una realtà che non tutti gli uomini riescono ad accettare. Ma lo stesso Nietzsche soffriva di “follia”.
Van Gogh in seguito a un attacco di follia si tagliò il lobo dell’orecchio destro.
Virginia Woolf soffrì di depressione e attacchi di ansia fino ad arrivare al suicidio. Ma scrisse testi molto significativi per la letteratura inglese.
Ma perché non considerare una “follia umana” anche la vicenda dell’antisemitismo di Hitler? Come ha potuto una sola persona far mobilitare l’intera massa e far uccidere milioni di persone con la sola colpa di appartenere alla cultura ebrea e rom?
Il film Train de vie narra la storia di una piccola comunità di ebrei in un villaggio dell’europa centrale che, allo scoppiare della guerra, vengono presi dalla paura delle deportazioni che stanno subendo i villaggi circostanti.
Il folle del villaggio, durante il consiglio dei saggi, suggerisce l’idea folle e geniale che mette in moto il meccanismo narrativo: organizzare una finta deportazione che muti il corso degli eventi.
Ma la scena conclusiva, rimescola tutte le carte e ci fa scoprire che tutto è stato solo un sogno. E’ stata solo una evasione fantastica per sopravvivere? O la follia di un pazzo che racconta a modo suo la tragedia?
In tutte queste figure scorge una sorta di genialità, quella, che in una persona giudicata dalla società normale, non potrebbe venir fuori. Con ciò voglio dire che alcune particolari visioni del mondo possono venir fuori solo da chi vede il mondo in modo diverso, e nello stesso tempo, è visto in modo diverso dal mondo.
In questa tesina di maturità analizzerò tutti questi aspetti di “follia” e di sorta di “genialità”. Al fine di riflettere sulla stigmatizzazione sociale che consegue sulla figura del malato mentale.
Integrando vere testimonianze, immagini, film, canzoni e documenti.
Italiano:
- La follia in Pirandello.
- Il folle e la comprensione della funzione delle maschere.
Filosofia:
- "La Gaia scienza" di Nietzsche.
- La follia di Nietzsche.
Storia dell'arte:
- L'attacco di follia di Van Gogh.
Storia:
- L'antisemitismo di Hitler.
Cinema:
- Il film "Train de vie".
- La finta deportazione degli ebrei.
- Il folle del villaggio .
Inglese:
- La depressione di Virginia Woolf.
Genio e follia - Tesina esame maturità - Tesina in power point per liceo scientifico che tratta il tema della follia attraverso un percorso multidisciplinare.
Follia: quel mistero oltre la ragione - Tesina di maturità che tratta del tema della follia attraverso uno studio multidisciplinare.
Follia - La lente della follia - Tesina di maturità che analizza i processi di cambiamento della follia.
Follia - Anche la follia merita i suoi applausi - Tesina per terza media che analizza i vari aspetti della follia anche con collegamenti esterni.
Follia - Quel mistero oltre la ragione - Tesina di maturità che descrive la figura del folle.
Follia: oltre i limiti della ragione - Tesina in power point che affronta il tema della follia in vari campi.
Follia - Abc della mente - Tesina che tratta il tema della follia sul piano legislativo.
Follia e Genio - Tesina che tratta il tema della follia e dell'irrazionalità, partendo dal surrealismo.
Normalità è follia - Tesina per la maturità che analizza il confine tra follia e normalità.
Genio e follia - Tesina per isituto tecnico commerciale che descrive il tema della follia in relazione alle materie d'esame.
Genio e follia, luce e buio - Tesina multidisciplinare sul binomio genio-follia.
Quel mistero oltre la ragione: genio e follia - Tesina che affronta il tema della follia attraverso la letteratura, la storia e la psicologia.
Follia: l'altro volto della ragione - Tesina sulla follia che tratta della follia come malattia o come un'altra manifestazione dell'uomo.
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Follia, quel mondo oltre la ragione - Tesina che analizza il tema della follia attraverso Nietzsche, Pirandello, Seneca, Cervantes, Beckett, Hitler, Proust, Gauss e Lagrange.
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Follia, non solo disagio e malattia - Tesina per la maturità che tratta del tema della follia, dell'identità e della percezione delle cose.
Viaggio nell'uomo: la follia - Tesina per il liceo classico che tratta della problematica della follia nell'essere umano.
Follia: essere ordinari in un mondo fuori dagli schemi - Tesina che tratta della follia attraverso la matematica, l'italiano, l'educazione fisica.
Follia - Hominis Insania - Tesina che analizza il tema della follia attraverso vari autori letterari.
Decadentismo - Delirio, Pazzia e Suicidio - Tesina in Power Point per l'istituto tecnico industriale che tratta del decadentismo attraverso un percorso multidisciplinare.
Follia dell'ultimo secolo - Tesina per istituto tencico per geometra che tratta la problematica della follia attraverso le vicende storiche che hanno segnato il Novecento.
Mente umana e follia - Tesina per istituto tecnico per il turismo che analizza la follia considerata come condizione della mente umana.
Follia: molteplici aspetti - Tesina che analizza lo stato di alienazione mentale, noto come follia.
Secondo Freud la personalità è equilibrata quando le tre parti si integrano
e si completano senza che una parte prevalga eccessivamente sulle altre.
La follia potrebbe essere quindi definita e come una sovrapposizione della
nostra parte istintuale (Es) su quella razionale (Io). Secondo FREUD nel
momento in cui una delle due parti prevale in maniera eccessiva sull’altra
il nostro comportamento può apparire irrazionale e privo di logica, viene
così alla luce la follia.
Secondo Freud questo comportamento apparentemente irrazionale ha
delle logiche ben precise anche se sono molto difficili da capire e si
origina attraverso la formazione dell’Io e del Super Io che consiste in una
serie di fasi di sviluppo psicosessuale a partire della prima infanzia. Nel
corso di esse il bambino interagisce e realizza una serie di identificazioni
con figure adulte di riferimento, attraverso le quali forma il proprio Io.
La formazione della personalità è in gran parte conclusa nella seconda
infanzia (intorno ai 5-6 anni di vita) e un ulteriore accrescimento verrà
con il periodo successivo fino al raggiungimento della maturità sessuale e
della condizione adulta, in cui chi ha raggiunto una personalità bene
integrata sarà capace di “amare e lavorare” all’interno della società.
LO STUDIO DELLA MALATTIA MENTALE IDENTIFICATA COME
PSICOSI
Le psicosi endogene e le psicosi organiche 7
Nel corso degli studi della malattia mentale sono state identificate come
“vere” le psicosi, che vengono divise in due gruppi distinti
schizofrenia,
Le endogene, ossia che nascono da dentro come la
depressione mania,
e e le organiche ovvero derivate da alterazioni
celebrali quali la demenza e la confusione mentale.
Ciò che accomuna tutte le forme di disturbi mentali è l’interpretazione
della realtà differente e la difficoltà ad avere controllo di se e delle proprie
esperienze.
La schizofrenia
La schizofrenia è il disturbo tradizionalmente identificato come “follia”. Al
contrario di quanto si creda, i pazienti schizofrenici non hanno una
"personalità divisa". Tuttavia, percepiscono la realtà in modo
completamente diverso dagli altri. Spesso, soffrono di sintomi terribili:
sentono voci che provengono dall'interno che nessun altro sente, credono
che gli altri possano leggere il loro pensiero, controllare i loro pensieri o
stiano tramando contro di loro. Poiché vivono in una realtà distorta da
allucinazioni e deliri, possono sentirsi spaventati, ansiosi, confusi e
tendono ad isolarsi.
Possono anche comportarsi in modo diverso in occasioni diverse, a causa
modo distorto in cui vivono la realtà. A volte sembrano distanti, assenti o
preoccupati e possono stare seduti per ore immobili, senza pronunciare
una sola parola. Altre volte, si muovono continuamente, perennemente
impegnati in qualche attività, apparentemente all'erta e vigili.
I soggetti con schizofrenia manifestano generalmente due tipi di sintomi.
Definiti in psicologia positivi e negativi. allucinazioni, deliri e pensiero
I sintomi positivi si possono dividere in
disorganizzato.
allucinazioni
Le sono disturbi della percezione comuni nelle persone
affette da schizofrenia. Si tratta di percezioni che non hanno alcun
riscontro nella realtà. Sebbene le allucinazioni possano interessare
qualsiasi senso (udito, vista, tatto, gusto ed olfatto), la forma più comune
di allucinazione in corso di schizofrenia è data dal sentire le voci. Le voci
possono descrivere le attività del paziente, conversare con lui, avvertirlo
di eventuali pericoli o impartirgli degli ordini.
deliri
I sono costituiti da convinzioni personali irrazionali ed erronee che
non hanno alcun riscontro nella realtà, che vengono mantenute
nonostante l'evidenza di prove contrarie e che non possono essere
spiegate sulla base del background culturale del paziente. I pazienti che
soffrono di sintomi di tipi paranoiche (circa un terzo dei pazienti)
manifestano deliri di persecuzione, o credono irrazionalmente di essere
vittima di inganni, minacce, avvelenamenti o cospirazioni. In alcuni casi
sono presenti deliri di grandezza, a causa dei quali la persona ritiene di
essere un personaggio famoso o importante. Alcuni pazienti manifestano
deliri bizzarri, come credere che un vicino li stia controllando tramite onde
magnetiche o che i personaggi della televisione stiano inviando loro
messaggi o ancora che i loro pensieri vengano divulgati ad altri.
I soggetti con schizofrenia spesso non presentano una normale fluidità dei
disorganizzati)
pensieri. I pensieri (appunto vanno e vengono
rapidamente, la persona non è in grado di concentrarsi su un unico
pensiero per molto tempo e tende a distrarsi ed a perdere la
concentrazione. I soggetti con schizofrenia possono non essere in grado
di decidere cosa sia importante, e cosa non lo sia, in una situazione. A
volte non riescono a collegare i pensieri in sequenze logiche al punto che 8
questi diventano disorganizzati e frammentari. Questa assenza di
continuità logica dell'ideazione, definita con il termine "disturbo del
pensiero", rende la conversazione con questi pazienti molto difficile e può
provocarne l'isolamento sociale. Se chi lo ascolta non riesce a dare un
senso a ciò che il paziente sta dicendo, si sente a disagio e tende ad
isolarlo.
Per sintomi negativi si intende ciò di cui il paziente si estranea, si
allontana e non riconosce. Si tratta di capacità psicologiche che la
maggior parte delle persone possiedono, ma che i soggetti con
schizofrenia "hanno perso" mancanza di iniziativa isolamento sociale
apatia, insensibilità emotiva (“appiattimento") . Spesso, i pazienti con
schizofrenia manifestano un "appiattimento" dell'affettività. Ciò è dovuto
ad una grave riduzione della capacità di esprimere emozioni. I soggetti
affetti da schizofrenia possono non mostrare i segni caratteristici delle
normali emozioni (parlano con un tono monotono, mostrano una ridotta
mimica facciale e sembrano estremamente apatici). Inoltre, possono
allontanarsi dagli altri evitando ogni tipo di contatto e quando sono
obbligati ad interagire possono non avere nulla da dire, come riflesso del
loro "pensiero impoverito”
La motivazione risulta molto ridotta come l'interesse o la gioia di vivere.
Nei casi più gravi, il paziente può trascorrere giorni interi senza fare
niente ed addirittura senza occuparsi dell'igiene della propria persona.
Questi problemi correlati all'incapacità di esprimere le emozioni o la
propria motivazione, estremamente problematici per familiari ed amici,
rappresentano i sintomi della schizofrenia e non devono essere
considerati difetti del carattere o debolezze personali.
La demenza
La demenza è un disturbo acquisito e con base organica delle funzioni
intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria (a breve e
lungo termine ) e almeno una tra pensiero astratto, capacità critica,
linguaggio, orientamento spazio temporale, con conservazione dello stato
Nel complesso è affetto da demenza oggi circa il 5% della
di coscienza vigile.
popolazione over 65 anni, ma addirittura il 30% degli over 85.
il 5% della popolazione over 65 anni, ma addirittura il 30% degli over 85.
E’ un disturbo caratterizzato dalla progressiva perdita dell’intelligenza e
della memoria per la morte di un consistente numero di cellule cerebrali.
La demenza deriva da cause patologiche (atrofia cerebrale,
arteriosclerosi, traumi, tumori cerebrali ecc.), ma anche dal semplice
invecchiamento, cioè dal fisiologico deterioramento mentale cui va
incontro l’essere umano nel corso della sua esistenza.
Franco Basaglia
Il contributo dello psichiatra Franco Basaglia alla chiusura
dell’orrenda istituzione manicomiale (Anno 1978-1994) 9
Franco Basaglia è lo psichiatra maggiormente conosciuto nel secolo
scorso, per la battaglia condotta negli anni '70 volta a chiudere l'orrenda
istituzione manicomiale.
Fu direttore dal 1961 dell' dell'Ospedale Psichiatrico di Gorizia dove vi fu
un forte impatto con la realtà manicomiale: c'era la massima
segregazione dei malati mentali, la contenzione, la camicia di forza e
l'elettroshock. Basaglia sosteneva che "Un malato di mente entra nel
manicomio come ‘persona’ per diventare una ‘cosa’
Il malato, prima di tutto, è una ‘persona’ e come tale deve
essere considerata e curata. Noi siamo qui per dimenticare di
essere psichiatri e per ricordare di essere persone".
Prima della riforma i manicomi erano poco più che luoghi di
contenimento fisico dove i applicava ogni metodo di contenzione e
pesanti terapie farmacologiche e invasive.
Ed ancora: "La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste
ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società,
per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la
follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la
follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la
sua ragion d' essere".
La legge 180 del 1978 alla quale Basaglia ha dato il nome (legge
Basaglia) nasce con l’intenzione di ridurre le terapie farmacologiche,
instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società,
riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei
pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali.
Da allora i malati mente devono essere trattati come uomini, persone in
crisi, non più come individui pericolosi da nascondere in manicomi.
Di fatto solo dopo il 1994 si completò la chiusura effettiva dei manicomi e
la relativa trasformazione in ospedali psichiatrici. 10
Nonostante critiche e proposte di revisione della suddetta legge la 180 è
ancora oggi la legge quadro che regole l’assistenza psichiatrica in Italia
Conseguentemente alla luce di nuovi approcci e a seguito di studi,
accadimenti e nuovi modelli terapeutici la legge 180 è ancor oggi oggetto
di discussione.
Secondo numerose associazioni di familiari va migliorata, mantenendone
fermi i principi antimanicomialisti e il riferimento al territorio come luogo
principale di cura e accoglimento della persona affetta da disturbo
mentale.
Da ricordare L’articolo 32 della Costituzione Italiana
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se
non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i
limiti imposti del rispetto della persona umana.”
Follia e cultura 11
Luigi Pirandello e il tema dell’identità dell’individuo, delle
maschere e della follia.
Pirandello nasce a Grigenti (in provincia di Agrigento) nel 1867.
Viene avviato dal padre agli studi tecnici; ma fin da piccolo si appassiona
alla letteratura tanto che a 12 anni scrive una tragedia e la mette in atto
con gli amici.
Con l’appoggio della madre può iscriversi alla facoltà di lettere prima a
Palermo, poi a Roma per laurearsi a Bonn (in Germania) nel 1981 con una
tesi su dialetti siciliani.
Tornato in Italia si sposa con una donna psicologicamente fragile, e si
stabilisce a Roma dove si inserisce negli ambienti letterari.
Nel 1901 scrive il suo primo romanzo “L’esclusa” e inizia a pubblicare
novelle su alcune riviste. Viene chiamato a insegnare alla Facoltà di
Magistero. L’anno successivo lo scrittore è colpito da due gravi disgrazie.
Una solfare crolla allagandosi e questo provoca la rovina economica della
famiglia. Ora insegnare e scrivere su giornali e riviste diventa per
Pirandello una vera e propria necessità. In più la moglie Antonietta rivela i
primi sintomi di una malattia mentale che negli anni peggiorerà, fino al
ricovero in manicomio che diventerà definitivo nel 1919.
Tuttavia per pirandello si apre per Pirandello una stagione creativa ricca e
fu Mattia
fortunata. Già nel 1904 esce il suo romanzo più famoso. Il
Pascal. Sei anni più tardi, nel 1910 alcuni capocomici cominciarono a
chiedere a Pirandello testi da mettere in scena che egli ricavò dalla sue
novelle. Si apre così la sua lunga e fertilissima carriera teatrale
caratterizzata da testi appositamente scritti per il teatro siciliano recitati