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Numerosi sono stati gli artisti che si sono distinti per la loro eccentricità, per il loro
distacco dalla gente comune, tra questi Dalì è stato di sicuro l’esempio più eclatante;
nel 1929 si innamora della moglie dell’ amico poeta Eluard, Gala Diakonoff, che
abbandona marito e figlio per unirsi a Dalì del quale diverrà moglie, amante e
soprattutto musa ispiratrice di numerosissimi suoi dipinti ( come in ”Galatea” dove
essa è raffigurata come una apparizione della madonna, allegoria che si ripete in
“Ecumenico” opera in cui Gala scende ad ispirare l’artista ....)
Nel 1930 pubblica nel primo numero della rivista surrealista “Le surrealism au
service de la revolution” uno scritto intitolato “L’ane purri” (l’asino putrefatto) in cui
spiega e indica i pregi dell’uso consapevole del delirio paranoico, cioè una sorta di
pazzia autoindotta dell’artista, con lo scopo di suscitare un mondo di fantasie o
simulacri di realtà folle e parallela, metodo ricavato sulla base della sua
interpretazione di Freud.
Questo metodo, da lui definito “metodo paranoico-critico” fu un modo per i
surrealisti, diverso da quello di automatismo psichico(e perciò con il completo
distacco dalla realtà) per aprire le porte dell’inconscio.
A prima vista, infatti, le sue opere sembrano quasi realistiche, impeccabili, Dalì è
dotato di una tecnica e di una bravura capaci di creare elementi identici alla realtà,
utilizzati per dare vita ad un mondo completamente stravolto. Disse:” Il vero artista è
quello capace di dipingere pazientemente una pera circondata dai tumulti della storia”.
Simboli ricorrenti e ossessioni, volti deformati, animali e simboli sessuali anche
nascosti (come nel “Cannibalismo d’autunno” dove nel desiderio della carne e
nell’impazienza delle azione si nascondono molteplici significati, ) sono ripetuti
innumerevoli volte nel delirio paranoico di questo artista, creando confusione e
intrigando lo spettatore.
Dalì disse: <” Si deve creare sistematicamente scompiglio:
ciò mette in moto il processo creativo. Tutto quanto genera contraddizione
è sinonimo di vita”>.
L’artista fa sempre più ricorso a spazi prospettici dilatati, in cui inserire i suoi
elementi che si deformano e combinano insieme nei modi più assurdi e irrazionali,
provocando sconcerto anche nella critica.
Nel 1934 si trasferisce a New York con Gala dove ottiene un successo senza
precedenti, dove i ricchi collezionisti fanno a gara per partecipare alle feste bizzarre e
spesso orgiastiche organizzate per accrescere la fama eccentrica e folle di Dalì.
Verrà poi espulso dal movimento surrealista per il suo rifiuto a prendere le distanze
da Franco nella guerra civile spagnola.
Nel 1951 segue una svolta mistica, i suoi dipinti si caricano di carattere religioso con
una forte carica allusiva(come….”Crusifixion ” o “Cristo di San Giovanni della
croce” dotato oltretutto di una visione prospettica molto particolare....).
Preso da antiche fobie e crisi depressive Dalì si isola sempre di più dal mondo
circostante, muore dopo 10 anni dalla scomparsa di Gala nel gennaio del 1989, a
Figueras.
Disse:< “L’unica differenza fra un pazzo ed io è che io non sono pazzo”>
Anche se raramente il genio, l’arte e la follia si sono mescolati così bene, Dalì nella
sua vita aveva scelto la via dell’eccesso, della sperimentazione e curiosità sfrenata di
tutte le tentazioni, incluse le perversioni erotiche e le pulsioni nevrotiche distruttive.
Oltre l’esibizionismo narcisistico:”< Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo
specchio, provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador Dalì.”>
oltre la dilapidazione dionisiaca del proprio denaro e del proprio talento, Dalì giunse
fino alla perdita totale di se stesso.
Orwell di lui disse:” <bisognerebbe essere capaci di tenere presente che Dalì è
contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano. Una cosa non
esclude l’altra ne, in alcun modo, la influenza”.
Dando uno sguardo più approfondito al metodo paranoico-critico che caratterizzò la
sua vita e i suoi dipinti, vediamo come a suo parere, le immagini che si fissano sulla
tela nascono dal caos dell’inconscio (la paranoia) e riescono a prendere forma solo
grazie alla realizzazione di questo delirio (momento critico).
La paranoia, secondo Dalì, non è altro che ”una malattia mentale cronica, il cui
sintomo caratteristico è la delusione sintomatica, che può avvenire con o senza
allucinazione e distacco dal reale. La delusione può prendere la forma di persecuzione,
di ambizione, o di mania di grandezza”.
Da questa idea possiamo capire come mai Dalì fosse interessato, e , oserei dire, quasi
ossessionato dalla figura di Hitler, a tal punto da avere dei fastidi con gli altri
surrealisti, che lo accusarono di nutrire simpatie per l’oscura figura del dittatore.
Hitler è visto dall’artista come un paranoico masochista, capace di”< scatenare una
guerra colossale solo per il piacere di perderla e autodistruggersi nella catastrofe”>.
Ritrae Hitler anche in alcuni suoi dipinti dell’epoca(“La masturbazione di Hitler”, “
“L’enigma di Hitler”) dove si intravede un ossessione quasi morbosa della figura
anche a livello sessuale. Hitler viene infatti spesso raffigurato come una donna;
Dalì scriveva Considero lo sguardo e le spalle molli di Hitler di un lirismo poetico
:<”
e si definiva:
irresistibile”> <”Affascinato dai fianchi bianchi e grassocci di Hitler…
la più che divina carne di una donna di pelle bianchissima”>.
L’opera più importante su questa figura è L’enigma di Hitler, quadro ora esposto a
Madrid, pieno di significati allegorici sulla guerra in corso e sulla figura psicotica del
dittatore. Dipinto che, come il titolo stesso presenta, apre solo nuove domande e
aumenta il mistero su questa particolare figura.. qui… in un piatto con qualche
fagiolo (elemento sempre presente nei quadri dell’ artista) risiede una sua foto
estremamente realistica in bianco e nero, sopra la quale una cornetta rotta gocciola da
un ramo,come lacrimando, al quale è appeso anche un ombrello chiuso...
Nel dipinto vediamo anche l’apparizione di pipistrelli che potrebbero significare le
tenebre in cui essi amano vivere e quelle che stavano dilagando in tutta Europa…
Storia: Hitler manie di grandezza, persecuzione, follia, propaganda
In ambito storico credo che al tema della “follia razionalizzata”, sia strettamente
collegata la figura, instabile e allo stesso tempo carismatica di Hitler.
Mosso dalle sue teorie sulla superiorità della razza ariana, fece un’interpretazione
personale delle teorie di Nietzsche sul Superuomo, cioè il superamento dell’essenza
umana da parte di coloro che erano dotati di una forza maggiore.
(Nietzsche parla della superiorità dell’individuo e della capacità di azione che si
fonde con l’orizzonte del destino…)
Così Hitler diventò la più autentica realizzazione del superuomo Nietzscheliano,
l’uomo del destino, il cui compito sarebbe quello di realizzare la missione storica del
popolo tedesco.
Mosso anche dalle idee divulgate sulla congiura ebraica e sulla teoria dello spazio
vitale, seppe dare una svolta totalitaristica al governo tedesco.
Il totalitarismo è un “ideologia” che cerca di accentrare ogni aspetto della vita civile e
politica nello stato. È un regime dittatoriale basato sulla convinzione e sulla fede
assoluta di un’ ideologia che porta alla mobilitazione delle masse.
Il regime totalitario si distingue dalle altre forme di governo nel distruggere ogni
presupposto di libertà, personale o di gruppo, e nel reprimere forzatamente ogni tipo
di conflitto.
Il totalitarismo utilizza perciò ogni mezzo di comunicazione e propaganda ai fini di
obbligato indottrinamento e convincimento delle masse. Hitler diceva:< La
propaganda non deve servire la verità, specialmente perchè questa potrebbe servire
l'avversario">
Il totalitarismo utilizza tutti gli strumenti repressivi possibili per controllare ogni
aspetto della vita civile: economia, stampa, educazione, arte, scienza, …
Esclude qualsiasi ambito di libertà personale o scelta volontaria con, ad esempio, la
creazione di un unico partito,l’eliminazione, perciò, di tutti i partiti all’opposizione,
(ovviamente quando parliamo di totalitarismo non ci riferiamo solo alla Germania
nazista ma anche all’ Italia di Mussolini).
In Germania le ideologie naziste si riflettono in ogni struttura, le università si
occupano dello studio della razza tedesca, della filosofia tedesca, della letteratura e
matematica tedesca, etc … Hitler diceva: Non voglio un'educazione intellettuale. Il
<
sapere mi rovina la gioventù.>
Anche l’arte e l’architettura ne vengono coinvolte (interi quartieri vengono distrutti e
ricostruiti secondo i nuovi canoni dell’ideologia...)
Ma quali furono gli eventi che permisero a Hitler di istituire un governo totalitario?
1)La notte dei lunghi coltelli.
Originariamente nel partito nazista si fronteggiavano due fazioni, una
filoconservatrice (che stava dalla parte di Hitler), e l’altra più rivoluzionaria e
anticapitalista, guidata da Rohm. Col passare del tempo Hitler cominciò a sentire le
pressioni dei suoi alleati che volevano la limitazione del peso politico delle SA.
Quindi, in questa notte, denominata dei lunghi coltelli, Hitler fece assassinare dalle
SS i principali esponenti delle SA.
2) l’incendio del Reichstagh
Fu appiccato dalle SS che non tardarono ad attribuirne la colpa ai partiti comunisti.
Ciò permise a Hitler di eliminare i partiti di sinistra e di istituzionalizzare il partito
nazista come unico senza tanti disaccordi della popolazione. Hitler utilizzò infatti
questo pretesto per far approvare al vecchio presidente un decreto che aboliva degli
articoli della costituzione di Weimar che garantivano la libertà civile e personale:
finiva così lo stato di diritto in Germania.
In quel periodo il paese necessitava di sicurezza e tranquillità, che trovavano sfogo in
questo carismatico personaggio, che, oltre a dare sicurezza, elevava la purezza dello
spirito e della razza, incitava le folle trovando un capro espiatorio per tutti i mali,
reprimeva nel silenzio ogni inizio di opposizione, e insegnava all’obbedienza fin
dalla più tenera età...
Gli elementi fondamentali della sua ideologia furono:
1) Antisemitismo e persecuzioni razziali
Inizialmente i provvedimenti persecutori contro gli ebrei si mantengono sul piano
economico e lavorativo, per poi passare progressivamente all’emarginazione.
Con le leggi di Norimberga sono privati della nazionalità tedesca e quindi privati
di ogni diritto. Fino ad arrivare all’annientamento e allo sterminio della razza
ebraica nei campi di concentramento. diceva Hitler: .<"Annientare una vita senza
valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto>
Hitler formulò un vero e proprio discorso sulla razza ebrea: < I mali del mondo
sono dovuti ad una malattia: l’ebraismo. Gli ebrei non hanno patria, sono avidi di
denaro, legati al commercio e hanno contribuito alla diffusione del comunismo... per
questo motivo sono una razza maligna, inferiore e per ciò devono essere eliminati>
Hitler parla di superiorità non solo ideologica ma anche biologica, in una teoria per
cui alcune razze sono diverse (e perciò superiori) le une dalle altre per elementi non
solo culturali.
2) teoria dello spazio vitale:
Secondo Hitler tutti i popoli che appartengono al ceppo germanico devono essere
unificati sotto uno stesso governo.
Riarma perciò la Germania convincendo le masse sul fatto che la razza ariana
deve crearsi condizioni migliori per governare in Europa, condizioni che gli
spettano di diritto e di dovere.
Ciò portò a 12 anni di totalitarismo, ad uno sterminio di più di sette milioni di
ebrei, alla costruzione e all’uso di molti campi di concentramento in tutt’ Europa
e all’utilizzo di esseri umani come cavie da laboratorio.. per finire con una
catastrofica guerra dalla quale la Germania esce a pezzi, e nella quale lo stesso
Hitler muore suicida.