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Appunti di Diritto penale

Esame Diritto penale

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. G. Demuro

Università Università degli Studi di Sassari

Tesi
Trattasi dell'ormai abrogato reato di abuso di ufficio che tanto ha fatto discutere la dottrina e la giurisprudenza Italiana degli ultimi 20 anni. Si tratta l'argomento dal punto di vista storico e giuridico, analizzando quelle che sono state le evoluzioni di questo reato e le varie difficoltà interpretative affrontate, per arrivare fino alle varie proposte di legge, poi realizzatesi, di abrogazione.
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Esame Giustizia riparativa e mediazione penale

Facoltà Giurisprudenza

Tesi
Master II livello in “Scienze criminologiche”. Quello della delinquenza minorile è un fenomeno antico che ha sempre destato e desta, soprattutto oggi, forte preoccupazione. Col presente lavoro di tesi, infatti, ho voluto indagare sulle cause della devianza minorile (la quale, nel peggiore dei casi, è l’antecedo della criminalità adulta) e le teorie legate alla criminogenesi minorile, tra cui le teorie psicobiologiche, teorie sociologiche, teorie dell’apprendimento; ancora i fattori predittivi della devianza, subculture, e fenomeni estremamente attuali come “baby gang”, “revenge porn” e “cyberbullismo”. Qui interviene la giustizia penale minorile (dpr 448/88) e la Giustizia Riparativa, in particolar modo la Mediazione Penale Minorile (dlgs 150/22, cd Riforma Cartabia) le quali intervengono per evitare l’effetto etichettanento, la stigmatizzazione della società dopo la commissione di un atto penalmente rilevante con trattamenti individualizzati sul singolo minore tendenti, ex art 27 co2 Cost., alla rieducazione, reinserimento, responsabilizzazione del minore, riduzione della recidiva e ridurre la carcerazione ad extrema ratio (principio della minima offensività del processo). E proprio la Giustizia Riparativa assurge a questi obiettivi quale “child friendly justice”, ovvero come soluzione psico-socio-pedagogica attraverso cui il minore prende coscienza delle conseguenze del reato mediante il “face to face” con la vittima, mediante l’ascolto e il dialogo si ha il riconoscimento della vittima e la comprensione dei suoi dolori; in mediazione la vittima è riconosciuta, ha un proprio spazio (totalmente assente nel processo penale minorile in quanto non può costituirsi neanche parte civile), è tutelata, può esprimere i suoi dolori, cercare risposte e chiudere un cerchio, una ferita ancora aperta, evitando così la vittimizzazione secondaria. Emblematico è, infine, il caso di Lorenzo Sciacca che da adolescente criminale, attraverso un percorso di Mediazione Penale in carcere, come catarsi sviluppa una nuova consapevolezza che lo porta a diventare Mediatore Penale presso il Centro di Giustizia Riparativa di Padova.
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Il regime detentivo speciale di cui all’art. 41 Bis della legge 26 luglio 1975 n.354 (O.P.) costituisce indubbiamente un tema quanto mai attuale e assai dibattuto dall’opinione pubblica. Prima di volgere l’attenzione sulle peculiarità del regime in questione è doveroso ripercorrere brevemente le ragioni che hanno portato alla sua introduzione. All’indomani delle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio dei primi anni novanta, il legislatore ha dovuto prendere atto della risposta insufficiente dei regimi detentivi ordinari rispetto alla repressione della capacità criminale delle organizzazioni di stampo mafioso. Si è toccato con mano come, in costanza di detenzione, i capi mafia non vedevano diminuito, ma anzi paradossalmente accresciuto, il proprio potere direzionale riuscendo a colpire lo Stato ai suoi massimi livelli. Il legislatore ha perciò affidato al secondo comma dell’art.41 Bis O.P. il compito di rispondere a tale esigenza: evitare, o quanto meno ostacolare, contatti e comunicazioni tra esponenti detenuti della criminalità organizzata con quelli ancora operanti all’esterno. Tale regime, definito di “carcere duro”, mira, infatti, attraverso la sospensione delle normali regole trattamentali e con la previsione di severe limitazioni, a rendere impermeabile la struttura carceraria rispetto a possibili contatti con la realtà esterna. Ciononostante, accertata la necessità dell’istituto in un’ottica di neutralizzazione dei detenuti per reati di stampo mafioso, si è discusso, e tutt’ora rappresenta una questione dibattuta, la compatibilità di tale regime con i principi cardine del nostro ordinamento. L’estrema afflittività della misura suscita interrogativi in ordine ai limiti entro i quali possono essere compressi i diritti fondamentali degli individui a favore di esigenze di prevenzione e di sicurezza. Nello specifico, appare estremamente arduo trovare un punto di equilibrio tra le due esigenze antitetiche. Il riconoscimento di esigenze general - preventive ha fatto sì che il regime ex art. 41 Bis O.P. venisse incanalato all’interno dei confini della legittimità costituzionale: la compressione dei diritti fondamentali del detenuto si giustifica in quanto volta a realizzare obiettivi di tutela dell’ordine e della pubblica sicurezza, secondo la logica del bilanciamento. La Corte Costituzionale, chiamata più volte a pronunciarsi sulla legittimità dell’art. 41 Bis comma 2 O.P., ha sempre “salvato” la norma riconoscendo come valore precipuo la finalità perseguita di contenere la pericolosità della tipologia di detenuti in discorso. L’immediata percezione dell’efficacia della disposizione, confermata dalla risposta terroristica di Cosa Nostra, ha fatto sì che la misura da “risposta emergenziale” sia divenuta uno strumento permanente di prevenzione speciale.
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Esame Diritto dell'esecuzione penale

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. S. Carnevale

Università Università degli Studi di Ferrara

Tesi
Questa tesi offre un'analisi approfondita e critica dell'ergastolo ostativo, una pena perpetua che, di fatto, preclude l'accesso ai benefici penitenziari in assenza di collaborazione con la giustizia per specifici reati. Il lavoro ripercorre l'evoluzione storica dell'ergastolo dalle sue origini pre-codice Zanardelli fino alle più recenti modifiche normative del 2022, nate dal tentativo di superare le annose questioni di legittimità costituzionale. Attraverso un'attenta disamina normativa e giurisprudenziale, la tesi esplora la nascita del cosiddetto 'doppio binario penitenziario' e le diverse 'versioni' dell'ostatività che hanno caratterizzato la storia repubblicana, culminando con le pronunce che ne hanno messo in discussione il nucleo. Viene analizzato il travagliato percorso che ha portato all'intervento legislativo del 2022, destinato a riformare l'istituto dopo le significative pronunce di incostituzionalità. Il lavoro si concentra poi sulla disciplina attuale dell'ergastolo ostativo, evidenziandone le criticità ancora irrisolte, i presupposti per la liberazione condizionale e le differenze tra i regimi ostativi di 'prima', 'seconda' e 'terza fascia'. Un'attenzione particolare è dedicata alla nuova categoria dei reati 'ostativi per connessione' e alle stringenti condizioni di accesso ai benefici per i detenuti non collaboranti. Infine, la tesi propone riflessioni essenziali sull'ergastolo in generale, mettendolo a confronto con la pena di morte, interrogandosi sulla sua utilità e analizzando i diversi profili di incostituzionalità sollevati, tra cui il principio di rieducazione, l'umanità della pena e il diritto al silenzio. Le conclusioni valutano i risultati della recente riforma, cercando di delineare le direzioni auspicabili per il futuro di questo controverso istituto. Questa tesi rappresenta uno strumento prezioso per chiunque voglia comprendere a fondo la complessa evoluzione dell'ergastolo ostativo, le sue implicazioni giuridiche e le sfide che ancora oggi pone al sistema penale italiano.
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Esame Diritto penitenziario

Facoltà Giurisprudenza

Dal corso del Prof. O. Bruno

Università Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Tesi
Bozza di tesi sul diritto penitenziario in generale con attenzione ai temi come salute e carcere femminile e particolare attenzione alla nuova normativa in tema penitenziario e particolare alla salute.
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Tesi Master 2 livello Master Management delle Aziende Sanitarie. Profili di Responsabilità medica con particolare riferimento all'aspetto penale alla luce della legge Gelli Bianco da qualche anno entrata in vigore.
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