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Il principio della separazione dei poteri è uno dei fondamenti dello Stato di diritto
moderno. L’idea nasce nel XVIII secolo, in un contesto europeo caratterizzato da
monarchie assolute, con lo scopo di limitare l’accentramento del potere nelle
mani di un solo soggetto, generalmente il sovrano.
Il primo a formulare in modo chiaro questo principio fu Montesquieu, nel suo
celebre libro “Lo spirito delle leggi” (1748). Secondo lui, per garantire la libertà
dei cittadini, era necessario che le funzioni dello Stato fossero divise in tre poteri
distinti:
Potere legislativo, incaricato di fare le leggi;
Potere esecutivo, che attua le leggi;
Potere giudiziario, che applica le leggi nei casi concreti.
La teoria di Montesquieu non era solo teorica: egli si ispirava al sistema inglese,
che già a quel tempo si basava su un equilibrio tra Parlamento, Corona e giudici.
2. L’applicazione nella Costituzione italiana
Nella Costituzione della Repubblica Italiana, la separazione dei poteri è presente,
anche se non in maniera rigida. L’Italia adotta un modello parlamentare, in cui i
poteri dello Stato non sono completamente separati, ma piuttosto collaborano e
si controllano a vicenda.