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Appunti di Lettere e filosofia - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. La connotazione di orientale per i Latini era negativa. In una prima fase più antica, nel II sec. a. C., nella concezione di orientale era compresa la Grecia. Massimo esponente dell'opposizione alla penetrazione dell'elemento greco-orientale nella cultura romana fu Catone. In una fase successiva, nel I sec. d.C., quando oramia la Grecia era considerata parte dell'occidente, ciò che era orientale era visto come negativo ed estraneo, ma vi era anche una curiosità verso di esso. Per mondo orientale si intendono l'India e l'Iran. Gli orientalismi penetrati nel mondo latino in questo periodo riguardano principalmente la cultura materiale e la zoonimia.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. L'italiano presenta elementi germanici antichi in comune con le altre lingue romanze, elementi gotici dovuti alla presenza del regno gotico in Italia, elementi longobardi più tardi dovuti alla dominazione longobarda in Italia. Il lessico gotico entrato in italiano è limitato ai campi semantici della vita quotidiana. Si parla di influenza di superstrato. Tracce di gotico in Italia sono nell'onomastica e nella toponomastica. Il gotico e il longobardo hanno influenzato soprattutto il campo semantico dei colori.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Vi sono pochi prestiti dalle lingue germaniche in latino prima del IV sec. d.C. Tacito cita framea, che è un a lancia, e Cesare e Plinio menzionano nomi di animali. Apicio cita invece melca, una specie di latte acido. Dopo la fine dell'impero romano e con le invasioni germaniche, parlanti lingue romanze vennero in contatto con popoli germanici. Nei secoli V-IX prestiti germanici si trovano solo nelle lingue romanze occidentali. Quando tutte le lingue romanze presentato una stessa parola germanica, deve trattarsi di un prestito molto antico, entrato quando le lingue romanze non erano ancora differenziate. Ma una parola germanica può anche essere presente in tutte le lingue romanze perché entrata in una di esse e poi passata come prestito a tutte le altre.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Alcuni campi lessicali presentano un maggior numeri di prestiti latini antichi nelle lingue germaniche: - commercio; - alimentazione; - aspetto estetico; - tecnica militare; - religione; - qualità morali; - istruzione. Importanti sono soprattutto le testimonianze di Tacito e Marziale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. I prestiti consentono talora di stabilire la cronologia relativa tra due fenomeni fonetici e la cronologia assoluta, ossia la datazione di una legge fonetica. Ad esempio il ted. keller dal lat. cellarium è un prestito antico entrato in tedesco quando ancora i Latini pronunciavano <c> [k], mentre ted. zella dal lat. cella è un prestito tardo, entrato in tedesco quando i Latini pronunciavano <c> [ts] (esempio di cronologia relativa). Inoltre poiché i prestiti latini entrati nelle lingue germaniche nel II-I sec. a.C. presentano [k] che in germanico viene mantenuta, a quell'epoca la legge di Grimm era evidentemente terminata (esempio di cronologia assoluta).
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Tra i toponimi ci sono prestiti latini molto antichi entrati nelle lingue germaniche. Ad esempio, ted. Coblens, dal lat. Confluentes ted. Koln, dal lat. Colonia, ted. Aachen dal lat. Acquae. Ed inoltre i toponimi inglesi in -chester, dal lat. castrum, e in -wich, dal lat. vicus. Quest'ultimo, ad esempio, è un prestito molto antico perché è entrato in inglese quano i Latini ancora pronunciavano <v> [w].
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica tenuto dal professor Antonio Filippin. Il contatto linguistico-culturale tra mondo latino e mondo germanico nei secc. I-III d.C. è legato alla romanizzazione della Germania: vi sono prestiti latini nelle lingue germaniche afferenti al lessico profano. Informazioni ci vengono da Cesare, Tacito, Plinio. Dal IV sec. in poi, nella tarda antichità e nell'alto medioevo, i contatti tra i due mondi furono legati alle invasioni barbariche e ai regni gotici: vi sono prestiti germanici in latino afferenti soprattutto al lessico religioso.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica tenuto dal professor Antonio Filippin. Gallese (Cimrico) e Cornico (ormai estinto), lingue celtiche, presentano elementi latini antichi, conservativi, come è possibile vedere dai prestiti latini nelle lingue celtiche: - conservazione di [j]; - conservazione del dittongo [au]; - conservazione delle velari davanti a vocale palatale. L'Irlanda fu invece latinizzata più tardi, per cui i prestiti latini in irlandese presentano esiti fonetici più tardi (ad es. l'esito [o] del dittongo [au]).
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Esame Storia e geografia linguistica dell'Europa

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica tenuto dal professor Antonio Filippin. In una zona limitata della Spagna a ridosso dei Pirenei si parla una lingua non indo-europea, il basco, di difficile classificazione, di cui non è possibile individuare parentele linguistiche. Vi è una teoria secondo cui vi sarebbe una parentela tra il basco e le lingue caucasiche. Alcuni fenomeni fonetici do spagnolo, portoghese e francese, come la presenza di vocale protetica, potrebbero essere, elementi di sostrat basco.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica tenuto dal professor Antonio Filippin. Al tempo dell'impero romano le lingue celtiche si estendevano dall'isola britannica alla Francia, alla Germania e a tutta la penisola iberica. In seguito il celtico subì una regressione dovuta all'espansione del latino e delle lingue Germaniche. Nel Galles, nella Scozia nord-ovest e nell'Irlanda si parlano ancora varietà linguistiche celtiche, in via di regressione. Il bretone, celtico della Britannia, è una varietà celtica di ritorno, portata da Celti che migrarono in Francia all'arrivo dei Germani nell'isola britannica.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica tenuto dal professor Antonio Filippin. Una lingua creola costituisce una fase successiva a un registro di lingua specialistico, il pidgin, che nasce per esigenze di comunicazione settoriale dall'incontro di due lingue diverse. Il pidgin è lo strumento linguistico cui si è dato vita nelle colonie, con un lessico derivato dalle lingue dei colonizzatori e dei colonizzati, settoriale, limitato alle necessità d'uso, senza grammatica in cui le parole sono accostate senza essere flesse. Il creolo è la fase successiva: il pidgin diventa lingua madre, amplia il lessico e introduce una sorta di grammatica.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica tenuto dal professor Antonio Filippin. Nel V sec. la seconda lingua che si affiancò al greco nell'uso liturgico fu l'armeno. L'importanza dell'armeno e dell'arabo consiste nel fatto che Armeni e Arabi hanno tradotto nelle loro lingue testi greci scientifici tardi, i cui originali sono andati perduti. Nel IX sec. le popolazioni slave, penetrate in Europa orientale e nei Balcani, si dotarono di una traduzione della Bibbia in lingua slava antica (paleoslavo o antico bulgaro o antico slavo ecclesiastico). L'alfabeto greco è stato lo strumento di cui si sono servie tutte le lingue parlate nell'area orientale. Le lingue slave, ad esempio, usano l'alfabeto cirillico che è un adattamento dell'alfabeto greco. Anche albanese e romeno, che ora usano l'alfabeto latino, precedentemente usavano l'alfabeto greco.
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Questo appunto si riferisce al corso di storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Il territorio in cui il latino era parlato nell'entichità non corrisponde all'attuale area delle lingue romanze. Costituiscono la Romania perduta: parte dell'Europa centrale (Germania), parte della penisola balcanica (eccetto Romania e coste dalmatiche), e l'Africa settentrionale. In tutta l'Europa orientale e in parte dell'Asia il greco fu lingua di cultura fino al XII sec. Oggi è parlato solo in Grecia.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Al di fuori dell'Europa la presenza di lingue indo-europee è legata alle vicende di colonizzazione. L'inglese è la lingua indo-europea di maggior diffusione al di fuori dell'Europa: è parlato in negli Stati Uniti, in Australia, nella repubblica del Sud Africa. Subito dopo l'inglese, lo spagnolo presenta il maggior numero di parlanti nel mondo: esso è parlato in America centrale e meridionale. Nel Canada, invede, il francese è in via di regressione, e inoltre si parla ad Haiti, e in Africa in alcuni stati. In Africa si parlano anche spagnolo, inglese e tedesco in Namibia. Il portoghese è parlato in Brasile.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Il latino dell'impero romano aveva caratteristiche diverse a seconda delle regioni in cui era parlato. Vari sono i fattori che stanno alla base della diversificazione del latino nelle varie aree dell'impero, e quindi della diversificazione delle lingue romanze: - cronologia: il latino si diffuse in tempi diversi e con livelli di evoluzione diversi nelle varie aree dell'impero; - consistenza etnica dei colonizzatori: il latino dei colonizzatori era diverso a seconda della loro estrazione sociale; - reazione di sostrato: influenza esercitata dalle lingue delle popolazioni colonizzate sul latino.
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Esame Storia e geografia linguistica dell'Europa

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Per prestito linguistico si intende l'introduzione di una parola da una lingua cosiddetta di partenza a una lingua cosiddetta di arrivo. La parola presa in prestito viene poi adattata dal punto di vista fonetico e morfologico alle caratteristiche della lingua di arrivo. Un esempio di prestito è 'bubrec' in albanese, che può essere inteso come prestito dal greco 'myrmex' "formica". Nel lessico inglese vi è un 25-30% di lessico preso in prestito dalle lingue romanze.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Un esempio di mutamento lessicale consiste nell'innovazione lessicale: luca bos, la più antica definizione di "elefante" in latino, è stato in un primo momento interpretato come "bue lucano" o "vacca lucana", con riferimento alla battaglia di Eraclea lucana contro Pirro, quando i Romani vennero per la prima volta in contatto con gli elefanti. potrebbe forse derivare dal sanscrito lusabhah. Bisognerebbe quindi considerare luca bos come un unico lessema, lucabos. E infatti il mercato privilegiato dai Greci per l'importazione di elefanti era proprio quello indiano.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Un esempio di mutamento morfologico consiste nel trattamento dell'apofonia. L'apofonia è l'alternanza quantitativa o qualitativa di una vocale, finalizzata alla creazione di temi funzionalmente differenziati. Si tratta di un fenomeno che può abbracciare classi lessicali diverse. In inglese vi è una classe residuale di origine antica di verbi forti caratterizzati da apofonia, non più produttrice di lessico, i verbi introdotti oggi in inglese sono trattati come verbi deboli.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Un esempio di mutamento fonologico è l'induzione di fonemi da parte delle lingue di sostrato. Questo è il caso del fonema celtico [y] nel francese e nei dialetti dell'Italia settentrionale. Questa isoglossa tuttavia è scomparsa dall'area iberica. Le spiegazioni possono essere diverse. Si può notare che nelle lingue in cui è presente questo fonema [y] è presente tutta una serie di vocali arrotondate.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Rispetto alla lingua madre le lingue si modificano per interferenza linguistica, ossia contatti con lingue diverse. Un esempio di interferenza tra sistemi fonologici non sovrapponibili di lingue geneticamente diverse è l'interferenza tra lingue indo-europee e lingue mediterranee pre-indoeuropee.
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