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Appunti di Lettere e filosofia - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Esame Filologia slava

Facoltà Lettere e filosofia

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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. In alcune fonti storiche antiche si possono rinvenire notizie sugli slavi: - Erodoto; - Plinio il Vecchio; - Giordano; - Pomponio Mela; - Tacito; - Claudio Tolomeo; - tabula peutingeriana; - Prisco di Pania; - Procopio di Cesarea; - Giovanni di Efeso; - Maurizio.
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Esame Filologia slava

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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Tre sono le tesi sull'origine degli slavi: - gli slavi sarebbero originari delle zone marginali dell'Europa orientale, al confine tra Ucraina e Bielorussia; - gli slavi sarebbero originari dell'attuale Polonia; - gli slavi sarebbero originari del bacino del Danubio.
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Esame Filologia slava

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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Gli Slavi oggi si dividono in: - slavi orientali: Russi, Ucraini, Bielorussi; - slavi occidentali: Polacchi, Cechi, Slovacchi; - slavi meridionali: Sloveni, Serbi, Croati, Bulgari, Macedoni, Bosniaci, Erzegovini, Montenegrini.
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Esame Filologia slava

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Questo appunto si riferisce al corso di filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. La filologia slava nasce nell'800 in ambiente romantico, quando era importante la riscoperta delle origini nazionali dei popoli slavi. In quel periodo infatti gli slavi erano sudditi di realtà statali estranee. Furono avanzate rivendicazioni identitarie di tipo nazionale, culturale, linguistico, politico, e riscoperte antiche tradizioni. La filologia slava nasce con l'intento di riscoprire la storia e le tradizioni di questi popoli e con uno spettro vasto di interessi: storico, etnografico, culturale, folklorico, linguistico, non solo critico-testuale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Il gruppo latino 'l davanti a consonante' in area italiana presta esiti differenziati a seconda delle aree: - <l> si conserva in area toscana e in italiano standard; - <l> si trasforma in <u> sporadicamente in Toscana settentrionale e nel sud davanti a consonante dentale o palatale; - <l> si trasforma in <r> talvolta a sud davanti a consonante labiale o velare; - <l> si trasforma in <i> sporadicamente in Toscana e nell'Italia centrale (Lazio, Marche, Abbruzzo).
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Caratteristiche del dialetto romano del 1300: - dittongazione di i,e in sillaba chiusa, di tipo meridionale; - passaggio e > i in iato; - assimilazione -ld- > -ll-; - passaggio br- > vr-.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Tra le caratteristiche dei dialetti italiani centro-meridionali di sostrato osco vi sono: - la palatalizzazione di s- iniziale latina, che è un fenomeno episodico nell'italiano standard, sporadico in toscano e concentrato di area campana; - in passaggio -nd- > -nn- in tutto il centro-sud (fenomeno di assimilazione); Nei dialetti meridionali inoltre vi è la tendenza alla sonorizzazione delle occlusive sorde.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. In area italiana le labiovelari perdono l'elemento labiale davanti a <o> e a vocale palatale, tendono a mantenerlo davanti a <a>, quando <a> è accentata. Vi sono tuttavia delle divergenze nei dialetti italiani e dei casi irregolari nello stesso italiano standard.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Tratti linguistici dei dialetti italiani centro-meridionali: - lat. j- > j-: es. lat. iocum, it. gioco, giocare, napoletano [juka]; - lat. l- > j-: es. lat. luna > juna nel dialetto di Sora. Quest'ultimo fenomeno tuttavia è attestato anche in Italia settentrionale, sebbene in modo indipendente. Si tratta di un fenomeno di palatalizzazione.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Secondo il criterio delle norme areali, all'interno di un'area linguistica dal cui centro si irradiano le innovazioni è probabile che un fenomeno presente in due aree laterali rappresenti lo stadio precedente. Tuttavia potrebbe trattarsi anche di innovazioni autonome e indipendenti l'una dall'altra.
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Esame Storia e geografia linguistica dell'Europa

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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. L'allotropia è un fenomeno per cui in una lingua sono compresenti più parole che hanno la stessa origine, una per via popolare, l'altra per via dotta, ciascuna con la propria specializzazione semantica. Ad esempio, in napoletano varva, allotropo popolare, significa mento, barba, allotropo dotto, significa barba. Già in latino vi erano fenomeni di allotropia, ad esempio nell'oscillazione g-/c- iniziale di parola continuata nelle lingue romanze.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Caratteristiche dei dialetti dell'area linguistica laziale dedotti dalle norme areali. Consonantismo: - rafforzamento della consonante iniziale nei monosillabi; - trattamento di b- latina iniziale di parola come v-. Si tratta di fenomeni propri dei dialetti italiani centro-meidionali.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. L'area geolinguistica italiana presenta una frammentazione che rispecchia quella precedente la romanizzazione. Le aree linguistiche pre-romane sono sovrapponibili alle aree dialettali odierne: - l'area dei dialetti italiani settentrionali presentava una facies linguistica celtica; - l'area dei dialetti toscani coincideva con l'area di lingua etrusca; - l'area dei dialetti centrali coincideva con il latino e le lingue italiche; - in Puglia si parlava Messapico; - in Sicilia si parlavano Siculo e Sicano.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. La reazione di sostrato consiste nella presenza di elementi linguistici della lingua di una popolazione che è stata sottomessa nella lingua della popolazione che l'ha sottomessa. La prova corografica di Ascoli consiste nel tentativo di ricondurre le caratteristiche dei dialetti italiani attuali agli elementi di sostrato, cioè alle caratteristiche delle lingue precedenti alla diffusione del latino.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. I dialetti italiani sono divisi in macro aree: - dialetti italiano-settentrionali: a loro volta sono suddivisi in dialetti piemontesi-lombardi, veneziani friulani, emiliano-romagnoli, genovesi-lunigiani; - dialetti toscani; - dialetti centrali; - dialetti meridionali. Ma nel continuum linguistico i confini tra aree dialettali sono impercettibili, non si avverte iato tra tra dialetti contigui.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. In Italia vi sono delle isole linguistiche in cui si parla una varietà di greco. Esse si trovano in Puglia (Salento), in Calabria e in Sicilia. Vi sono diverse teorie sulla loro origine. Secondo Alessio i dialetti greci dell'Italia meridionale continuerebbero una grecità bizantina dei secc. IX-XII d.C. Secondo Rohlfs essi continuerebbero invece una grecità arcaica risalente al greco della Magna Grecia (VI-V sec. a.C.).
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. In Italia sono presenti le seguenti isole linguistiche: - romanze: provenzale (Val d'Aosta, Piemonte ovest), franco-provenzale (Faeto-Puglia), catalana (Alghero); - ladine, in tre grandi aree nell'estrema Italia settentrionale; - rumena: in Istria; - germanica: dialetto cimbro in provincia di Vicenza; - slave: al confine tra Italia e Slovenia vi è una situazione di bilinguismo sloveno-italiano e in Abbruzzo vi è un'isola linguistica croata; - albanesi: in Abbruzzo, Molise, Calabria, Puglia, Sicilia. - greche: in Salento, Calabria, Sicilia.
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Esame Storia e geografia linguistica dell'Europa

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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Cronica, di Anonimo romano, è un'opera del XIV sec., scritta appunto da un personaggio anonimo, probabilmente un notaio, che tratta vicende del tempo di Cola di Rienzo. Si tratta del primo testo letterario scritto in dialetto romano, che ci dà un quadro della struttura linguistica del dialetto parlato a Roma nel 1300, che era un dialetto di tipo meridionale, con caratteristiche fonetiche e lessicali di tipo campano.
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Esame Storia e geografia linguistica dell'Europa

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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Il mozarabico consiste in una traslitterazione in carateeri latini di ciò che era scritto in caratteri arabi. In mozarabico erano scritti brevi componimenti poetici chiamati hargat. Poiché la grafia araba è caratterizzata da assenza della notazione delle vocali, ci sono problemi di ricostruzione del vocalismo a partire dal consonantismo. Il mozarabo si differenzia nettamente dal castigliano, alcuni tratti sono continuati dall'andaluso, altri sono scomparsi in seguito alla ri-ispanizzazione castigliana. Esso presenta alcuni tratti in comune con le aree linguistiche laterali (navarro-aragonese, catalano, portoghese, andaluso), che sono arcaismi, mentre i tratti castigliani sono innovazioni.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa tenuto dal professor Antonio Filippin. Nel VII sec. vi fu un movimento di genti semitiche dalla penisola arabica fino alla penisola iberica, durato 70-80 anni. Gli Arabi dilagarono in tutta la penisola iberica e furono fermati a Poitiex da Carlo Martello. La popolazione della Spagna subì un'arabizzazione che riguardò molto la cultura e in parte la lingua. Si continuava a parlare ibero-romanzo, ma i testi dei secoli 800-1100 somo per lo più in mozarabico.
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