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Appunti di Lettere e filosofia - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Esame Filologia slava

Facoltà Lettere e filosofia

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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. A partire dal XII secolo la lingua slava, che precedentemente era caratterizzata da compattezza, comincia a manifestarsi concretamente in realizzazioni diverse a seconda delle zone, per cui si parla di redazioni anche chiamate slavoni. Le redazioni presentano chiare tracce della realtà linguistica locale di una determinata zona e sono testimonianza del processo che avrebbe portato alla formazione delle lingue slave moderne.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Rassuzdenija o slavjanskom jazyke, San Pietroburgo 1820, di Vostokov, è la descrizione della lingua slava antica intesa come lingua dei testi liturgici e della chiesa, caratterizzata non per l'antichità, ma per la funzionalità, e chiamata 'slavo ecclesiastico'. Dal punto di vista diacronico viene notata un'evoluzione e si distingue tra antico slavo ecclesiastico, la lingua dei secoli X-XI, e slavo ecclesiastico, a partire dal XII sec.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. "Institutiones linguae slavicae dialecti veteris", Vienna 1822, di Dobrovsky, è uno dei testi fondamentali della filologia slava, è il primo tentativo di ricostruzione della lingua slava antica, collocata accanto a latino, greco, germanico per ricostruire l'i.e. Questo punto di vista che verte sull'antichità della lingua sta alla base delle definizioni paleoslavo, slavo antico, vieux slave, staroslavianskij.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. La lingua slava dei codici posteriori al XII secolo può essere definita slavone (ma si tratta di una terminologia superata) o slavo ecclesiastico. In questa lingua si continua a scrivere fino al '700. Dal '600 per circa un secolo vi fu in Russia un dibattito su quale lingua scegliere come lingua nazionale tra lo slavo ecclesiastico e la parlata locale. Questo stesso dibattito si ebbe in Serbia e in Bulgaria nell'800. La differenza tra le lingue slave moderne dipende dal grado di fedeltà che esse hanno mantenuto con lo slavo ecclesiastico nelle diverse risoluzioni del dibattito sulla lingua.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Il paleoslavo o antico slavo ecclesiastico, anche chiamato slavone, presenta i tratti fonetici delle parlate locali, morfologia ricostruita dui codici del X-XI secolo, tratti sintattici e lessicali ripresi dal greco. Si tratta di una lingua scritta, formale, che non rispecchia una parlata, ma che veniva compresa da tutti i parlanti lingue slave, dato che le differenze tra le lingue slave antiche erano minime, tali da non inficiare la comprensione tra i parlanti. In questa lingua si continuò a scrivere in Russia fino al '700.
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Facoltà Lettere e filosofia

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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Caratteristiche del paleoslavo: - fonetica: tratti della viva parlata del IX sec. con tolleranza di tratti fonetici locali; - morfologia: tratti della viva parlata del IX sec. con tolleranza di tratti morfologici locali; - sintassi e lessico: calchi e prestiti dal greco.
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3,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Secondo alcuni il protoslavo è una lingua ricostruita in ambito indoeuropeistico, anche chiamato slavo-comune, in quanto lingua comune a tutte le tribù slave in un momento di compattezza linguistica e territoriale. Secondo altri invece il protoslavo rappresenta una fase più antica, preistorica, ricostruita per mezzo degli strumenti della linguistica comparata, mentre lo slavo comune si riferisce a una realtà linguistica più tarda, storica, e costiuirebbe la lingua parlata da tutte le genti slave sin dal periodo delle migrazioni, poi differenziatasi dialettalmente.
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4,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. La lingua dei più antichi codici scritti in slavo, risalenti ai secoli X-XII, provenienti da area bulgara e aventi tratti slavo bulgaro-macedoni. Questa lingua è stata chiamata antico-bulgaro. Ma questa dicitura è stata rigettata da nazioni diverse dalla Bulgaria. In latino questa lingua si chiama vetus slavonico, in italiano paleoslavo o antico slavo ecclesiastico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. I codici in slavo antico risalgono ai secoli X-XII e provengono da area bulgara. Presentano quindi tratti linguistici slavo-meridionali di tipo orientale, ossia bulgaro-macedoni. Pochi codici antichi, per lo più frammenti, presentano tratti slavo-occidentali. Tre sono i gruppi di codici in salvo antico: - codici aventi tratti slavo meridionali; - codici aventi tratti slavo meridionali e orientali; - codici aventi tratti slavo meridionali e occidentali.
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3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Nei testi del IX sec. la lingua degli slavi è sempre chiamata 'slavo' o 'lingua slava'. Si tratta della lingua in cui Cirillo e Metodio tradussero i testi delle scritture. Ci sono giunti codici del X-XII sec. provenienti per lo più da area bulgara, per cui sono legati non alla prima fase cirillo-metodiana, ma alla seconda, in cui i discepoli di Cirillo e Metodio in Bulgaria diedero impulso alla chiesa bulgara e a traduzioni.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Kiev fu fondata nel V sec. dal mitico fondatore eponimo Kij, nell'850 venne presa da guerrieri Variaghi, chiamati Rus/Ros, guidati da Askold, il quale chiese in seguito di essere battezzato, e questo determinò la cristianizzazione della Crimea. In seguito giunse una seconda ondata di Variaghi guidati da Aleg che uccisero Askold e presero Kiev. Questo determinò una ripaganizzazione della zona. Nel 1240 Kiev sarà distrutta dai Mongoli, e la capitale diventerà Mosca.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. I discepoli più importanti di Cirillo e Metodio furono: Clemente, Naum, Angelario, Sava, Gorazd e Costantino di Preslav. I discepoli in fuga arrivarono in Bulgaria, dove furono accolti dal principe Boris. Clemente diventò vescovo di Oxrid in Macedonia. Di qui provengono tutti codici in glagolitico. Da Preslav, invec, capitale della Bulgaria, provengono tutti codici in cirillico, religiosi e non. Si parla dunque di una scuola di Oxrid e di una scuola di Preslav.
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3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Il cirillico antico è un alfabeto greco modificato. Tutte le lettere del greco furono riprese identiche, tuttavia non vi era perfetta coincidenza tra i fonemi del greco e i fonemi slavi. L'inventario fonematico dello slavo era molto più ricco di quello del greco, per cui nel cirillico furono inseriti nuovi grafemi. Il modello di riferimento fu l'onciale greca.
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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Il glagolitico è un alfabeto altamente simbolico. Simboli religiosi come il cerchio, la croce e il triangolo ne sono gli elementi-base. Questo alfabeto è stato ricostruito faticosamente sulla base di fonti epigrafiche, graffiti, due abecedari e una preghiera alfabetica attribuita a Costantino, probabilmente un discepolo di Cirillo e Metodio.
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3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Due sono gli alfabeti slavi antichi, il glagolitico e il cirillico. Si tratta di denominazioni non originarie ma stabilite a posteriori. Dal cirillico antico deriva l'alfabeto cirillico delle lingue slave moderne in seguito alla riforma di Pietro il grande. Da questo cirillico modificato, e in seguito a un'altra riforma di Lenin che eliminò cinque grafemi, deriva il cirillico moderno.
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5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Quando la Moravia chiese a Bisanzio un vescovo nell'862, Michele III inviò Costantino e Metodio. In questo modo veniva realizzata una chiesa con una gerarchia ecclesiastica locale morava sotto la protezione del patriarca di Costantinopoli. Costantino prima di morire prese i voti e si fece chiamare Cirillo. La missione di Cirillo e Metodio fu cruciale per la cristianizzazione degli slavi. Nel 1980 essi sono stati riconosciuti patroni d'Europa. Le due fonti più importanti per la ricostruzione della loro attività sono le loro vite, la Vita Constantini e la Vita Metodi.
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4,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Nel IX sec. a nord si ebbe una cristianizzazione forzata degli slavi, al centro la Carantania era cristianizzata, al sud la Bulgaria era pagana. La Carantania fu il primo caso di richiesta di conversione da parte degli Slavi. La Carantania era diventata protettorato franco, e la chiesa franca intraprese opera missionaria tra gli slavi. La cristianizzazione degli slavi del nord fu condotta con metodi brutali dai Sassoni. La Moravia chiese un vescovo a Bisanzio nel 862.
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5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. I Goti scendendo da nord lungo la Vistola e il Dnestr avrebbero spinto gli slavi verso nord-est e sud-est in una prima fase di espansione. In una seconda fase l'arrivo degli Unni avrebbe trascinato con sé gli Slavi a ovest oltre i Carpazi, in parte a nord e in parte a sud. In una terza fase gli slavi premuti dai Germani e dagli Avari arrivano fino al Baltico e all'Elba.
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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Si ritiene che gli slavi siano un popolo di origine i.e., ma alcuni hanno ipotizzato che Tre sono le ipotesi sulla patria originaria degli slavi: - secondo Dvornik la patria degli slavi sarebbe stata la Polonia; - secondo Vasmer la patria degli slavi sarebbe stata a est dei Carpazi, tra Ucraina e Bielorussia; - secondo Niederle la patria degli slavi sarebbe stata la zona tra il Dnestr e la Vistola.
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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia slava tenuto dalla professoressa Nicoletta Marcialis. Il nome "slavi" in origine era l'etnonimo di una tribù. Due sono le diverse etimologie di "slavo": - dalla radice i.e. *k'leu-, il cui significato è legato all'ascolto, per cui "slavi" significherebbe "persone che parlano e che dicono cose comprensibili", ma questa radice ha anche un secondo significato legato all'acqua, per cui gli slavi sarebbero "gli acquatici, quelli delle paludi"; - da "slava", gloria, per cui "slavi" significherebbe "gloriosi".
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