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Appunti di Filosofia della mente

Esame Filosofia della mente

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia della mente tenuto dal professor Rocco Pititto. Il cervello ha una struttura straordinaria e complessa, composta da cento miliardi di neuroni, le cellule che costituiscono le unità strutturali e funzionali del sistema nervoso. Ciascuno dei neuroni ha con gli altri dai mille ai diecimila punti di contatto o sinapsi, fino a raggiungere miliardi di sinapsi. L'architettura del cervello, costituita da emisferi cerebrali, cervelletto, tronco e corteccia cerebrale, talamo, neuroni e sinapsi, è grandiosa e imponente. Ogni parte del cervello ha una sua funzione particolare. Tutta l'attività, fisica e mentale, dell'organismo umano, è il risultato dell'attività delle cellule, che si trovano all'interno del cranio e che danno vita al cervello dell'uomo. La mente dell'essere dell'uomo è più del cervello, perché è l'organismo umano nel suo insieme, non una singola parte di esso, fosse anche la più importante, a determinare la specificità dell'essere dell'uomo. Nell'uomo, l'ordine linguistico è in continuità con l'ordine mentale, come suo piano espressivo e come suo strumento. Il pensiero si materializza nel linguaggio e si serve del linguaggio come suo strumento, mentre il linguaggio, rapportandosi agli "oggetti mentali", dà loro un significato e si semanticizza.
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Esame Filosofia della mente

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia della mente tenuto dal professor Rocco Pititto. L'uomo è l'essere che ha trasformato il mondo, adattandosi ad esso e modificandolo secondo le sue necessità. All'inizio di questa "rivoluzione" c'è l'evoluzione del cervello umano, dotato di una corteccia sempre più vasta e più complessa rispetto agli altri primati. Dal mondo della natura (animalità) l'uomo è entrato nel mondo della cultura (umanità) mediante lo sviluppo dell'attività mentale e dell'attività linguistica. Diverse sono le ricostruzione dell'albero genealogico degli umani, con notevoli differenze tra l'una e l'altra, in termini qualitativi e quantitativi. Su un aspetto della questione c'è tra gli studiosi una convergenza di vedute, il fatto cioè che l'emergere dell'homo sapiens non sia stato il risultato di un passaggio, più o meno repentino, da una specie all'altra, quanto il risultato di una evoluzione accidentata e per tanti versi oscura. Il processo di sviluppo non è stato lineare, quanto piuttosto una sequenza di tentativi.
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Esame Filosofia della mente

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia della mente tenuto dal professor Rocco Pititto. L'essere umano è l'unico tra gli esseri animali non umani a possedere già dalla nascita un patrimonio genetico cognitivo e linguistico, formatosi nel corso dell'evoluzione. Questo patrimonio è costituito: da un potenziale cognitivo di partenza, dalla capacità di parlare e di operare con simboli linguistici, dalla disponibilità a conseguire, sotto la pressione dell'ambiente e l'influenza degli adulti, una serie di apprendimenti. Mancando le condizioni sociali di apprendimento, o in presenza di disturbi di tipo mentale e linguistico, il potenziale cognitivo e linguistico di partenza è destinato a venir meno e, in seguito, ad atrofizzarsi. Decisivo nel processo di apprendimento è il ruolo del linguaggio.
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Esame Filosofia della mente

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
3,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia della mente tenuto dal professor Rocco Pititto. Secondo S. Pinker, L'istinto del linguaggio, l'uomo, nel corso dell'evoluzione, per sopravvivere ha costruito una "nicchia cognitiva", che costituisce il guscio originario della comunità umana. Gli elementi costitutivi di questa "nicchia" sono l'attività simbolica, il ragionamento causale e la cooperazione tra gli esseri umani. La capacità dell'uomo di parlare e di significare è determinata dalla struttura biologica dell'essere umano (eredità biologica), quanto dalla sua natura relazionale (apprendimento sociale). Nascendo all'esistenza umana, l'uomo nasce predisposto all'apprendimento del linguaggio; la capacità del linguaggio diventa effettiva nelle relazioni con gli altri. Perciò solo nel "commercio" con gli altri esseri umani, l'uomo realizza e sviluppa le sue capacità cognitive e linguistiche: nell'uso del linguaggio l'animale umano conquista il proprio "spazio" nel mondo, che diventa mondo umano.
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Esame Filosofia della mente

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia della mente tenuto dal professor Rocco Pititto. «Gli esseri umani sono unici. Come e perché lo siano ha stimolato per secoli la curiosità di scienziati, filosofi e persino avvocati. Quando cerchiamo di stabilire una distinzione tra animale ed esseri umani nascono controversie e ci si azzuffa sulle idee e sul significato dei dati, e quando il polverone si placa, ciò che resta è una quantità maggiore di dati su cui costruire teorie più forti e stringenti. Stranamente, in questo ambito di ricerca, idee opposte sembrano essere almeno parzialmente corrette» (M.S. Gazzaniga, Human. Quel che ci rende unici, p. 9). In riferimento a quali elementi, o risorse, presenti nell'uomo e assenti in altri esseri viventi, è possibile definire l'unicità dell'essere dell'uomo? Una prima risposta, la più generale, vede nella capacità di simbolizzazione dell'essere dell'uomo la risorsa che differenzia l'uomo dall'animale. Secondo Susan Langer, a contrassegnare la distanza tra l'uomo e gli altri esseri animali non umani non è tanto una sensibilità più alta o una memoria maggiore, ma solo la capacità di trasformare l'esperienza vissuta in simboli e di usarli nella vita quotidiana, traducendoli in parole. «È il potere di usare simboli, il potere del linguaggio che lo fa signore della terra» (S. Langer, Filosofia in una nuova chiave, p. 48).
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