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Sapiens
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Concetti Chiave

  • La nascita di Venere è un dipinto di Sandro Botticelli realizzato tra il 1482 e il 1484, conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze, con Venere al centro su una conchiglia, mostrando un chiarore luminoso con l'uso di tempra magra e vernice a chiara d'uovo.
  • Il dipinto La nascita di Venere rappresenta l'armonia suprema delle figure, con contorni decisi e assenza di chiaroscuri, riflettendo un'analogia tra la bellezza ideale e la purezza spirituale.
  • La Primavera, dipinta tra il 1477 e il 1482, è un'opera commissionata da Lorenzo di Pierfrancesco De Medici, esposta agli Uffizi, che lega il quadro alla corte letterario-filosofica di Lorenzo il Magnifico.
  • La composizione de La Primavera è curvilinea e ondeggiante, centrata su Venere, con colori caldi che contrastano con lo sfondo freddo, simbolizzando l'amore come forza naturale secondo il neoplatonismo.
  • Entrambi i dipinti di Botticelli sono legati a temi mitologici e neoplatonici, rappresentando l'incontro tra il sensuale e il divino, con riferimenti alla cultura e simbolismo del Rinascimento fiorentino.
In questo appunto di storia dell’arte si porranno in esame due delle opere più famose del pittore fiorentino Sandro Botticelli: La nascita di Venere e La Primavera.
Sandro Botticelli - Venere e La Primavera articolo

Indice

  1. La nascita di Venere: descrizione
  2. La nascita di Venere: analisi
  3. La Primavera: descrizione
  4. La Primavera: analisi

La nascita di Venere: descrizione

La nascita della Venere o Venere venne effettuata da Botticelli tra il 1482-1484 circa. Il dipinto si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
La pittura utilizzata è stata formata con tempra magra e vernice a chiara d’uovo unito a qualche tocco di oro.

L’effetto avrebbe dovuto suscitare, infatti, un senso di chiarore e luminosità.
È possibile notare come venga raffigurata Venere al centro di tutto e in piedi su di una conchiglia che è appena fuoriuscita dal mare ora schiumoso. Facendo riferimento al mito, il vento fecondatore Zefiro e la ninfa Clori soffiano su Venere trascinandola verso l’isola di Cipro sulle cui rive attende un’altra ninfa, Ora, caratterizzata dalla sua purezza oltre che del cambiamento delle stagioni e, in particolare, della primavera. Ella è ritratta nell’atto di porre un grande mantello rosa dai motivi floreali a Venere. Lei, inoltre, ha una posa che riprende la tradizione classica della Venus pudica caratterizzata dall’avere il seno e il pube coperti con le braccia e di cui la famiglia De Medici avevano una copia. Questo rimando può essere fatto, però, se si considera il bilanciamento del contrapposto degli arti.
Per ulteriori approfondimenti sulla Nascita di Venere vedi anche qui

La nascita di Venere: analisi

Si nota nel disegno la suprema armonia delle figure, l'eleganza della linea come nelle onde del mare, nell'intreccio dei corpi, nel fluire dei capelli, nell'ondeggiare dei veli o il volto in cui si può scorgere uno sguardo assorto e malinconico accentuato dall’inclinazione della testa. Botticelli, nella Nascita di Venere, tende a mostrare il senso plastico e di sostanza corporea con il minimo possibile di materia nonostante ci siano contorni decisi che delineano la figura della donna.
Le figure sono leggiadre; non ci sono ombre né chiaroscuri, questo a segnalare i primi segni della sua crisi mistica. Venere è vista come l'amore (carnale in questo caso) che è il mezzo per arrivare a Dio. Sono presenti arcaismi come il collo lungo, i piedi un po’ tozzi, le onde e gli occhi a mandorla che mostrano la bellezza spirituale. Il soffio di Zefiro riscalda la Venere di Botticelli. A destra dell'opera Venere di Botticelli appare una delle Ore che è simbolo dei bei giorni della primavera. Nel dipinto c'è una similitudine: Venere nasce dalla spuma come l'anima dei Cristiani dall'acqua salata del battesimo. Ella, però, è anche un analogia: come il suo corpo trasuda purezza e candore così è la bellezza ideale neoplatonica. In Venere, allora, convergono sia lo spirito che la materia, l’amore sensuale e la castità, Zefiro e Ora.

Per ulteriori approfondimenti sulla Venere vedi anche qui

La Primavera: descrizione

La Primavera, titolo che è stato dato dal Vasari nelle sue Vite, è stata dipinta tra il 1477 e il 1482 e ad oggi è conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze anche se in origine era stata commissionata da Lorenzo di Pierfrancesco De Medici per la sua villa in via Larga. In effetti forte, seppure dal punto di vista prettamente intellettuale e analogico, è il legame tra il quadro e la corte letterario-filosofica di Lorenzo il Magnifico.
Il dipinto va visto da destra a sinistra da cui rispettivamente si può scorgere: Zefiro da un colore tendente al blu e con le ali che feconda Clori con dei fiori in bocca in segno del suo essere e trasformarsi in dea della giovinezza e della fioritura dopo il matrimonio con Zefiro, il vento fecondatore. A trasfigurazione ultimata, poi, si può vedere Clori indossare un vestito a tinte floreali mentre è intenta a spargere dei boccioli di rose. Al centro troneggia Venere con addosso un abito bianco, un mantello rosso e un velo in testa. Sembra essere assorta dalla danza affianco a lei delle tre Grazie come si può notare da come tiene la mano. Sopra Venere spunta Cupido il quale, alato e bendato, è teso per scoccare la freccia dell’amore. Al bordo sinistro è possibile, infine, trovare Mercurio con il suo caratteristico abbigliamento: calzari, elmo e caduceo. È a guardia delle nuvole affinché non imbrattino il quadretto idilliaco primaverile che si sta pian piano palesando nel boschetto ombroso composto da un cespuglio di mirto il quale è sacro a Venere, un alloro che simboleggia Lorenzo De Medici così come gli aranci che riecheggiano lo stemma mediceo mentre le zagare richiamano al matrimonio. Secondo la mitologia questo boschetto è nell’isola di Cipro.
Per ulteriori approfondimenti sulla Primavera vedi anche qui
Sandro Botticelli - Venere e La Primavera articolo

La Primavera: analisi

L’andamento del quadro, allora, può essere definito come curvilineo e ondeggiate ma che da una parte trova il suo punto centrale, fisso e stabile in Venere dall’altra contrasta con le linee rettilinee del tronco degli alberi. Un altro contrasto è dato dai colori caldi dei personaggi e dei fiori con i colori freddi dello sfondo.
Per quanto riguarda le interpretazioni, ce ne sono diverse. In particolare si pensa che sia un incitamento per i Medici nel perseguire la strada della virtù anche se è più probabile che si faccia riferimento al neoplatonismo e alla sua concezione dell’amore come forza motrice naturale, da non confondere con la passione.
Per ulteriori approfondimenti sulla Primavera vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è la tecnica pittorica utilizzata da Botticelli ne "La nascita di Venere"?
  2. Botticelli ha utilizzato tempra magra e vernice a chiara d’uovo con tocchi di oro per creare un effetto di chiarore e luminosità.

  3. Quali elementi mitologici sono presenti ne "La nascita di Venere"?
  4. Il dipinto raffigura Venere su una conchiglia, con Zefiro e Clori che la spingono verso l'isola di Cipro, dove l'attende la ninfa Ora.

  5. Qual è il significato simbolico di Venere ne "La nascita di Venere"?
  6. Venere rappresenta l'amore carnale come mezzo per arrivare a Dio, con un'analogia tra la sua nascita dalla spuma e l'anima cristiana dal battesimo.

  7. Qual è la disposizione dei personaggi ne "La Primavera"?
  8. Da destra a sinistra si vedono Zefiro, Clori, Venere al centro, le tre Grazie, Cupido sopra Venere, e Mercurio a sinistra.

  9. Quali sono le interpretazioni principali de "La Primavera"?
  10. Si pensa che il dipinto inciti i Medici a perseguire la virtù, con riferimenti al neoplatonismo e alla concezione dell’amore come forza motrice naturale.

Domande e risposte