ciocino91
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Concetti Chiave

  • Pasolini, nato a Bologna nel 1922, ha vissuto la sua infanzia nel nord Italia e ha affrontato un difficile rapporto con il padre, che ha influenzato profondamente la sua vita e le sue opere.
  • La carriera di Pasolini è divisa in due fasi: inizialmente legata al simbolismo e all'impegno civile, successivamente si concentra sul cinema come mezzo di critica sociale.
  • Il suo romanzo "Ragazzi di vita" utilizza un linguaggio originale e presenta un crudo ritratto del proletariato romano, suscitando polemiche per le sue scene esplicite.
  • Nel suo lavoro poetico, come "Le ceneri di Gramsci", Pasolini esplora temi come l'innocenza pre-industriale e critica la società neocapitalista, mantenendo uno stile ispirato alla tradizione poetica italiana.
  • Con "Scritti corsari" e "Lettere luterane", Pasolini denuncia l'omologazione culturale causata dal consumismo, proponendo idee radicali come l'abolizione della scuola dell'obbligo e della televisione.
In questo appunto viene descritta la biografia di Pasolini. Intellettuale controverso e anticonformista, Pasolini è uno degli autori più influenti del Novecento, che, soprattutto nel cinema, ha saputo mostrare uno spaccato della realtà sociale della sua epoca con occhio sempre attento e critico.
Pier Paolo Pasolini, un intellettuale anticonformista articolo

Indice

  1. Biografia di Pier Paolo Pasolini
  2. Una personalità originale e anticonformista
  3. Simbolismo e critica sociale: i due periodi di Pasolini
  4. "Ragazzi di vita": entra in scena il proletariato
  5. “Una vita violenta” tra le borgate romane
  6. Poesie e altre opere: Pasolini ci racconta l’Italia
  7. “Scritti corsari” e “Lettere luterane”
  8. Confronto tra Paolini, Montale ed Eliot sulla società di massa e l’uniformità linguistica

Biografia di Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

nasce nel 1922 a Bologna ma trascorre l’infanzia e l’adolescenza nel nord Italia, in particolare a Casarsa, in Friuli (regione di origine della madre).

Non ha un’infanzia molto serena a causa dei contrasti con il padre che preferisce il fratello Guido rispetto a lui: tutto ciò sarà alla base di un profondo conflitto edipico che lo segnerà per tutta la vita.
Il 1945 è un anno nodale: viene messo in carcere a causa del suo attivismo antifascista, perde il fratello Guido, partigiano. Nell’autunno dello stesso anno però, si laurea in lettere all’università di Bologna, con una tesi su Pascoli, autore che ammira per lo sperimentalismo linguistico.
Finita l’università, inizia a insegnare in una scuola media in Friuli e diventa segretario di sezione del PCI. Accusato di atti osceni in luogo pubblico e di abuso di minori, subisce un processo e l’espulsione dal PCI e dall’insegnamento. Durante il processo rende nota la sua omosessualità e a seguito di ciò, il padre lo ripudia. L’unica a rimanergli accanto è la madre, che lo segue a Roma. Superati i primi anni di difficoltà economiche egli comincia a insegnare in un parificato. A Roma conosce molti intellettuali, entra nel mondo del cinema e scrive uno dei suoi romanzi più conosciuti: “Ragazzi di vita”, una storia controversa per cui ancora una volta subirà un processo per pornografia. Molti sono gli intellettuali che in questi anni difficili gli sono vicino, Contini, Ungaretti e Calvino. Nel 1955 fonda con alcuni amici “L’Officina”, una rivista aperta allo sperimentalismo formale e politicamente impegnata nella quale tratta le più attuali e impellenti tematiche sociali: dai cambiamenti prodotti dallo sviluppo economico da parte delle masse popolari (sempre più omologate dal sistema capitalistico, dal consumismo e dalla televisione) alle nuove forme di organizzazione industriale, alla delusione per la fine del clima eroico della resistenza e al conformismo dominante anche nei partiti di sinistra.
Nella notte del 2 novembre 1975 Pasolini, al culmine di una notorietà legata anche al suo anticonformismo, viene ucciso sul Lido di Ostia. Ancora oggi è aperta l’inchiesta.
Per ulteriori approfondimenti sull’anticonformismo vedi qui
vita ed opere di Pier Paolo Pasolini

Una personalità originale e anticonformista

Ogni scrittore che non limiti la sua attività a una pura operazione di mercato, ma voglia offrire una testimonianza autentica d’arte o di pensiero, si assume inevitabilmente un ruolo di coscienza critica nei confronti del suo tempo e della condizione umana. È il caso di Pasolini e Sciascia, due autori testimoni coraggiosi e impietosi della crisi dell’Italia contemporanea.
La personalità di Pasolini è una delle più originali della letteratura italiana. Egli è stato, infatti, poeta, narratore, regista e critico scomodo, anticonformista, perché capace di suscitare scandalo. E, allo stesso tempo, ha saputo raccogliere molti consensi, lasciando un segno indelebile nella cultura italiana del secondo Novecento.
Per ulteriori approfondimenti su Sciascia vedi qui

Simbolismo e critica sociale: i due periodi di Pasolini

La sua carriera può essere suddivisa in due fasi. La prima fase è legata al simbolismo e all’impegno civile e ideologico. In essa domina il tema dell’adolescenza divisa tra purezza e maturità peccaminosa: alla civiltà contadina si lega la prima mentre la seconda coincide con la moderna civiltà industriale. Tale dualismo purezza/peccato ha anche un’origine privata nel complesso edipico del poeta: all’infanzia corrisponde l’innocenza correlata all’amatissima figura materna, mentre alla maturità corrisponde il peccato e la colpevolezza per l’amore esclusivo ad essa riservato. Sarà questo, anche, il periodo del plurilinguismo in cui Pasolini ispirandosi a Pascoli scriverà i poemetti narrativi in terzine.
Da un punto di vista ideologico Pasolini si avvicina al pensiero di Gramsci di cui accetta l’idea Marxista, ma rifiuta la non valorizzazione della massa. In questo periodo Pasolini vanta anche una grande filmografia. Nei primi film degli anni Sessanta infatti valorizza la carica positiva delle pulsioni vitali del popolo come alternativa possibile alla spietatezza del capitalismo.
Durante la seconda fase Pasolini mette in discussione la letteratura, che egli ritiene incapace di rispondere ai nuovi bisogni della società di massa; per questo egli ricorrerà al cinema. Lo ritiene infatti non solo uno strumento alternativo alla letteratura, ma anche un modo di criticarla e rifiutarla. Numerose sono, in questa seconda fase, anche le poesie scritte da Pier Paolo Pasolini. Egli, attraverso la poesia e il giornalismo, vuole mantenere vivo il divario esistente tra la dimensione pubblica e privata e cogliere la condizione alienata dell’uomo-massa.
Il tema della corporalità e del rilancio della dimensione privata non ha in Pasolini il valore di un’alternativa alla politica, ma è una forma estrema di opposizione.
Per ulteriori approfondimenti sul capitalismo vedi qui

"Ragazzi di vita": entra in scena il proletariato

“Ragazzi di vita”, pubblicato nel 1955, è formato da una serie di racconti ed è privo di una vera e propria vicenda narrativa. È incentrato sulla corporalità rappresentata dal proletariato romano. Vi è una forte partecipazione personale nel descrivere un mondo istintivo e brutale in cui Pasolini proietta la sua passionalità e il desiderio di libertà. Il protagonista è Riccetto, che vive in delle baracche alla periferia di Roma, in cui vige la totale miseria e degrado. Egli, dopo varie imprese teppistiche, alla fine sceglie il lavoro e si inserisce nella società. Le borgate di Roma, miserabili e violente, diventano l’emblema di un universo a sé stante, ingenuo nelle sue barbarie, che contiene germi di spontaneità e conserva i valori positivi ormai cancellati dal progresso tecnologico. Pasolini ritiene che solo questo mondo grottesco sia quello autentico e adatto a rappresentare l’umanità nella sua essenza. Anche il linguaggio che egli utilizza è alquanto originale: vi è un misto di dialetto romanesco, utilizzato dai personaggi, e italiano borghese, utilizzato dal narratore (la narrazione è infatti in terza persona).
Il romanzo suscitò vivaci polemiche per il modo crudo e lontano dal Neorealismo con cui veniva presentato il popolo e per le scene di sesso per cui l’autore venne addirittura accusato di pornografia.
Per ulteriori approfondimenti sul Neorealismo vedi qui

“Una vita violenta” tra le borgate romane

Una vita violenta”, pubblicato nel 1959, ha la stessa ambientazione del primo romanzo. Esso apparentemente sembra la continuazione del primo, ma in realtà è più articolato e imposta il problema della vita di borgata sotto il profilo sociale e non solo esistenziale.
Il protagonista è Tommaso, nato anch’egli nelle borgate romane che però, a differenza di Riccetto, vuole migliorare la sua condizione studiando e affermandosi nel PCI. Quando sta per ottenere tutto ciò muore cercando di salvare una prostituta che si era gettata nel Tevere. Tale romanzo è meno grottesco rispetto al primo e il protagonista ha una dimensione umana di più spiccata individualità. La morte di Tommaso non è però negativa o meglio la sua salvezza sta proprio in questa morte eroica, non nella speranza di un futuro di lavoro e impegno politico.
Per ulteriori approfondimenti su “Una vita violenta” vedi qui

Poesie e altre opere: Pasolini ci racconta l’Italia

All’atmosfera di “Ragazzi di vita” riconducono le pagine dell’incompiuto “Atti impuri”, mentre “Amado mio”, anch’esso incompiuto, riconduce alle contemporanee esperienze di ispirazione autobiografica per il modo con cui l’autore descrive il Friuli.
Fra le poesie di Pasolini ricordiamo “La meglio gioventù”, pubblicato nel 1954, che include anche le “Poesie a Casarsa”, scritti giovanili in dialetto friulano. L’opera racchiude alcuni dei momenti più alti della produzione poetica di Pasolini: egli fa rivivere nella sua coscienza di adulto le prime esperienze di vita, ormai trasformate in nostalgico rimpianto e traduce in delicate immagini l’autenticità primitiva della sua adolescenza. Sono versi di profonda musicalità e dolcezza con cui l’autore si accosta a schemi stilistici vicini a quelli dell’ermetismo, ma anche a contemporanee esperienze neorealistiche e post ermetiche. I temi sono quelli dell’amore per Casarsa e della protezione che il paese gli offriva e quelli dell’amore per la madre. Probabilmente utilizza il dialetto friulano anche per motivi affettivi, perché esso gli ricordava i momenti felici dell’infanzia.
Le poesie in lingua pubblicate con il titolo “L’usignolo della chiesa Cattolica”, sono legate in parte ancora al mondo friulano e in parte al travaglio religioso di Pasolini in quel periodo.
Le ceneri di Gramsci” fu pubblicata nel periodo romano e costituisce una vera svolta. Contiene 11 poemetti e rappresenta il punto più alto della poesia di Pasolini. Il titolo fu ispirato proprio alla lapide di Gramsci in cui era inciso "ceneri di Gramsci" in lingua latina. Uno dei temi dominanti dell’opera è una nozione di popolo inserita in una dimensione preistorica di purezza e innocenza. Questa umanità miserabile ma allegra, ignorante ma saggia, non ancora contaminata dal conformismo piccolo borghese, né deturpata dalle ossessioni consumistiche, è il punto di riferimento ideale di Pasolini. È l’isola di libertà in cui, grazie alla sopravvivenza dei valori di un’Italia popolare e contadina, “l’umile Italia”, è ancora possibile trovare scampo e riscatto dall’omologazione neocapitalista. In quest’opera inoltre Pasolini sviluppa un’analisi delle due componenti essenziali dell’universo popolare: il proletariato contadino e il sottoproletariato urbano; il primo, radicato nelle campagne dell’Italia settentrionale, conserva intatta la libertà della sua cultura non ancora degradata dalla società industriale di massa, il secondo, di cui si fa emblema il popolo delle brigate romane, è ormai contaminato e corrotto dai miti consumistici ai quali però riesce a contrapporre un primitivo istinto vitale. Grazie a questo istinto riesce a difendere la propria identità e salvarsi dalla definiva omologazione. Lo stile è essenziale e si ravvicina alla tradizione ottocentesca, si avrà infatti un riferimento ai poemetti di Pascoli. I temi sono di tipo ideologico-politico e in quest’opera viene fuori più che mai il pensiero politico di Pasolini. Tale romanzo sarà criticato e amato da molti intellettuali, quali Calvino, che apprezzerà lo sperimentalismo linguistico, ma non il suo pensiero politico sulla massa.
Petrolio” è l’ultimo romanzo rimasto incompiuto e rappresenta, come afferma lo stesso Pasolini, “una specie di summa delle sue esperienze e di tutte le sue memorie”. Il protagonista Carlo di cui si rappresenta la scissione psicologica sullo sfondo di un’Italia dominata dalla volgarità neocapitalista, è un personaggio largamente autobiografico e risulta essere anche un personaggio altamente contradditorio proprio come lo stesso Pasolini.
Per ulteriori approfondimenti su “Le ceneri di Gramsci” vedi qui

“Scritti corsari” e “Lettere luterane”

Durante l’ultimo anno della sua vita (1975) Pasolini pubblicò sul “Corriere della sera” articoli che suscitarono scalpore e polemiche. Essi, raccolti dopo la morte dello scrittore, sono confluiti in due libri: “Scritti corsari” e “Lettere luterane” che costituiscono una sorta di testamento morale in cui vengono affrontati tutti i temi dell’ideologia pasoliniana.
In particolare è analizzato e indagato il motivo dell’omologazione, lo smarrimento dei caratteri originari della cultura popolare a causa del consumismo neo-capitalistico. In alcuni di questi articoli Pasolini propone l’abolizione della scuola dell’obbligo e della televisione, da lui giudicati i principali strumenti di trasmissione dei modelli consumistici. Come un nuovo fascismo, questi infatti soffocano la libertà di coscienza e umiliano la dignità dell’uomo, ridotto a una stupida e infelice caricatura di se stesso. Risulta quindi ovvio che il filo conduttore dell’esperienze umane e artistiche di Pasolini è la sua battaglia contro l’omologazione per cui Pasolini passò momenti di durissimo scontro e doloroso isolamento. Ciò che veniva rimproverato allo scrittore era il rifiuto assoluto della modernità e il suo esplicito rimpianto del mondo contadino e pre-industriale.
Per ulteriori approfondimenti su “Scritti corsari” vedi qui

Confronto tra Paolini, Montale ed Eliot sulla società di massa e l’uniformità linguistica

Il problema della società di massa e del conformismo è stato ampiamente discusso da Pasolini come anche da Montale ed Eliot, anche se fra i tre vi è una sostanziale differenza: gli ultimi due difatti credono che la diffusione della società di massa comporti la perdita dei valori borghesi su cui si è costruita la società occidentale moderna; Pasolini invece crede che le vittime dell’omologazione non siano tanto i borghesi quanto la massa.
Secondo Pasolini il problema non è tanto la perdita della grande civiltà borghese moderna ma piuttosto la perdita delle varie culture, soprattutto popolari, alternative a quelle borghesi dominanti. Quindi non è la borghesia, come dicevano Montale ed Eliot che si popolarizza a causa della civiltà di massa; ma il popolo che si “borghesizza”.
Tale omologazione è presente anche nella lingua che sta quasi divenendo una koiné anche a causa del modello televisivo che sta via via eliminando tutte le forme dialettali e il registro medio alto proprio della letteratura.
Per ulteriori approfondimenti sul tema della borghesia vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i principali eventi della vita di Pier Paolo Pasolini che hanno influenzato la sua carriera?
  2. Pasolini ha vissuto un'infanzia difficile a causa dei contrasti con il padre e ha subito un profondo conflitto edipico. Nel 1945, è stato incarcerato per il suo attivismo antifascista e ha perso il fratello Guido. Dopo la laurea, ha affrontato accuse di atti osceni e abuso di minori, che hanno portato alla sua espulsione dal PCI e dall'insegnamento. Nonostante queste difficoltà, ha trovato successo come scrittore e regista, diventando una figura influente nella cultura italiana.

  3. Come si suddivide la carriera di Pasolini e quali sono le caratteristiche principali di ciascun periodo?
  4. La carriera di Pasolini si divide in due fasi. La prima è caratterizzata dal simbolismo e dall'impegno civile, con un focus sull'adolescenza e il dualismo purezza/peccato. La seconda fase vede Pasolini mettere in discussione la letteratura, preferendo il cinema come mezzo di espressione e critica sociale, e affrontando temi come l'alienazione dell'uomo-massa.

  5. Qual è il significato del romanzo "Ragazzi di vita" e perché ha suscitato polemiche?
  6. "Ragazzi di vita" rappresenta il proletariato romano attraverso la storia di Riccetto, un giovane che vive nella miseria delle borgate. Il romanzo è noto per la sua rappresentazione cruda e lontana dal Neorealismo, con scene di sesso che hanno portato a accuse di pornografia. Pasolini utilizza un linguaggio originale, mescolando dialetto romanesco e italiano borghese.

  7. Quali sono i temi principali delle poesie di Pasolini e come si riflettono nella sua opera "Le ceneri di Gramsci"?
  8. Le poesie di Pasolini esplorano temi come l'amore per la madre e la nostalgia per l'infanzia. "Le ceneri di Gramsci" rappresenta una svolta nella sua poesia, affrontando temi ideologico-politici e analizzando il proletariato contadino e il sottoproletariato urbano. L'opera critica l'omologazione neocapitalista e celebra i valori dell'Italia popolare e contadina.

  9. Quali sono le critiche di Pasolini alla società di massa e all'omologazione culturale?
  10. Pasolini critica l'omologazione culturale causata dal consumismo neo-capitalistico, che porta alla perdita delle culture popolari. Nei suoi "Scritti corsari" e "Lettere luterane", propone l'abolizione della scuola dell'obbligo e della televisione, visti come strumenti di trasmissione dei modelli consumistici. Pasolini vede l'omologazione come una minaccia alla libertà di coscienza e alla dignità umana.

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