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Concetti Chiave

  • Dopo la seconda guerra mondiale, il miglioramento delle condizioni di vita nei paesi occidentali ha trasformato tutti in potenziali consumatori, influenzati dal modello americano.
  • Il consumismo si è diffuso con l'acquisto di beni non essenziali, promuovendo un nuovo stile di vita focalizzato sul tempo libero e sul godimento della vita.
  • La pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa hanno giocato un ruolo cruciale nell'affermare il consumismo, sostenuto dall'espansione economica di paesi come gli Stati Uniti e l'Europa occidentale.
  • Critiche al consumismo, come quelle della Scuola di Francoforte e dei movimenti culturali degli anni '60, hanno sottolineato la perdita di identità e l'omologazione culturale.
  • Il consumismo non ha mantenuto la promessa di benessere universale, evidenziato dalle disuguaglianze economiche e dai problemi sociali e ambientali emergenti.

Traccia:
Cerca di sintetizzare l'evoluzione del consumismo negli ultimi decenni e le sue caratteristiche, che ne fanno uno degli elementi distintivi della nostra società contemporanea.
Svolgimento:
Dopo la seconda guerra mondiale nei paesi occidentali la condizioni di vita migliorarono moltissimo grazie ad un notevole aumento della produzione. Anche le persone dei ceti più bassi potettero godere di un benessere prima riservato solo a gruppi ristretti. Tutti divennero potenziali consumatori. il modello americano dilagò, a partire dalla presenza stessa dei soldati yankee nell'ultima fase del conflitto. Essi poi condizionarono le scelte di vita, imponendo prodotti fino ad allora quasi sconosciuti nel mercato nazionale, come la gomma da masticare, la cioccolata, le sigarette e i dischi di musica. La profonda influenza suscitata dagli Stati Uniti sull'Europa riguarda due aspetti in particolare:la diffusione delle idee di democrazia e di modernità, e l'estensione al vecchio continente di un modello economico basato sull'espansione dei consumi privati. Il cosiddetto consumismo infatti si è sviluppato quando sono comparsi nelle case non solo borghesi, ma anche operaie, beni non strettamente necessari alla sopravvivenza, come radio, televisioni, automobili, frigoriferi, aspirapolvere, lavatrici. Nacque così il cosiddetto “tempo libero”, e la gente incominciò a pensare non solo a come vivere, ma a come godersi la vita. Contribuì ad affermare questo stile di vita anche la pubblicità, spesso mediata dai mezzi di comunicazione di massa, quelli già conosciuti, come la radio, e quelli nuovi, come il cinema a colori e la televisione. Tutto ciò fu favorito da una fase di espansione senza precedenti dell'economia di paesi come Stati Uniti, Canada, Giappone ed Europa occidentale (compresa appunto l'Italia). Contro questo dilagare del consumismo non solo a livello economico, ma anche a livello culturale, si levarono le voci dei filosofi della Scuola di Francoforte, i poeti della neo-avanguardia e Italo Calvino, nonché gli esponenti della beat-generation. Tutto ciò creò le basi per il movimento del sessantotto, che ebbe tra i suoi bersagli polemici anche la legge dell'accumulo che si sviluppa nella società borghese. Forse, dopo quegli anni, a parte i recenti movimenti no-global, non si assistette più ad una critica cosi profonda del fenomeno del consumismo. A parte le manifestazioni e le prese di posizione pubbliche, che non sempre corrispondono in privato ad un’esistenza improntata alla assoluta parsimonia, vale la pena di riflettere sulle contraddizioni interne del consumismo. Anzitutto, come diceva lo psicologo Erich Fromm, il consumismo ci fa perdere la nostra identità, il nostro essere, privilegiando il possedere, l’avere. Così questo stile di vita conduce ad una omologazione che tende ad appiattire le caratteristiche regionali e locali, come denunciava Pier Paolo Pasolini. Ma la cosa più sconvolgente è che il consumismo non mantiene tutte le sue promesse. Esso infatti vorrebbe garantire a tutti il benessere, eppure il divario tra paesi ricchi e poveri non si è assottigliato, anzi, in questi decenni solo una percentuale minima della popolazione mondiale può godere di questo stato di agiatezza, sulle spalle di miliardi di poveri. E poi, come mai, comunque, proprio nei paesi ricchi si moltiplicano le patologie connesse con un uso scorretto dei prodotti, come la cattiva alimentazione, con malattie come obesità, anoressia e bulimia? Perché non sono state sconfitte, anzi aumentano le malattie sociali, come la depressione, la solitudine, la disoccupazione, il calo delle nascite, ecc...? Perché il pianeta si sta autodistruggendo, con fenomeni quali la desertificazione, l'effetto serra, l'inquinamento ambientale, ecc...? Malgrado ciò, io sono convinto che di per sé la ricchezza non è un male, a condizione che sia distribuita davvero a tutti, almeno come tentativo. Certi vantaggi, nel campo della salute, dei viaggi e delle comunicazioni, sono innegabili, ma richiamando forse Aristotele, occorre trovare un “giusto mezzo”, cioè un equilibrio tra esigenze di sviluppo e salvaguardia dell’ambiente, tra diffusione planetaria dei mezzi di informazione e protezione delle identità nazionali e locali.

Considerazioni sul Consumismo articolo

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i fattori principali che hanno contribuito all'espansione del consumismo nel dopoguerra?
  2. Dopo la seconda guerra mondiale, il miglioramento delle condizioni di vita e l'aumento della produzione hanno reso il benessere accessibile a più persone, trasformandole in potenziali consumatori. L'influenza americana ha introdotto nuovi prodotti e stili di vita, sostenuti dalla pubblicità e dai mezzi di comunicazione di massa.

  3. In che modo il consumismo ha influenzato la società e la cultura?
  4. Il consumismo ha portato alla diffusione di beni non essenziali e alla nascita del "tempo libero", cambiando il modo in cui le persone vivono e si godono la vita. Ha anche causato un'omologazione culturale, appiattendo le differenze regionali e locali.

  5. Quali critiche sono state mosse contro il consumismo?
  6. Filosofi, poeti e movimenti come la Scuola di Francoforte e il sessantotto hanno criticato il consumismo per la sua enfasi sull'avere piuttosto che sull'essere, e per non mantenere le sue promesse di benessere universale, contribuendo invece a disuguaglianze e problemi sociali.

  7. Quali sono le contraddizioni interne del consumismo evidenziate nel testo?
  8. Il consumismo promette benessere per tutti, ma in realtà solo una piccola parte della popolazione mondiale ne beneficia, mentre i problemi come malattie legate al consumo e disuguaglianze sociali persistono o aumentano.

  9. Qual è la visione proposta per affrontare le sfide del consumismo?
  10. Il testo suggerisce di trovare un equilibrio tra sviluppo e salvaguardia ambientale, e tra diffusione globale dei mezzi di informazione e protezione delle identità locali, per garantire che la ricchezza sia distribuita equamente e sostenibilmente.

Domande e risposte

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