blakman
Genius
11 min. di lettura
Vota 3,7 / 5

Concetti Chiave

  • Elsa Morante, nata a Roma nel 1912, si distinse per la sua precoce passione per la scrittura e il desiderio di indipendenza, iniziando la sua carriera con fiabe e poesie per bambini.
  • Il suo primo romanzo, "Menzogna e sortilegio", pubblicato nel 1948, vinse il Premio Viareggio e fu apprezzato per la sua trama complessa e lo stile che ricorda i romanzi dell’Ottocento.
  • "L'Isola di Arturo", pubblicato nel 1957, le fece vincere il Premio Strega, diventando la prima donna a ottenere questo riconoscimento, grazie alla sua narrazione coinvolgente e innovativa.
  • Durante un periodo di crisi artistica, Morante pubblicò "La Storia" nel 1974, un romanzo corale ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale che riscosse un grande successo di pubblico e critica.
  • Il suo ultimo romanzo, "Aracoeli", esplora tematiche personali e complesse come il rapporto genitoriale, segnando gli ultimi anni della sua vita caratterizzati da difficoltà fisiche e personali.
In questo appunto di Italiano si analizza la vita di Elsa Morante, la prima scrittrice ad aver vinto il Premio Strega con il romanzo "L’Isola di Arturo" e una delle più importanti autrici del Novecento italiano.
Elsa Morante: la sua biografia e le sue opere articolo

Indice

  1. I primi anni e l'inizio del successo
  2. Il primo romanzo: Menzogna e sortilegio
  3. L'Isola di Arturo e il Premio Strega
  4. La crisi artistica e la sua opera più importante: La Storia
  5. L'Aracoeli e gli ultimi anni di vita

I primi anni e l'inizio del successo

Elsa Morante nacque a Roma nel 1912 da una famiglia modesta, nel quartiere popolare di Testaccio e fin da giovane dimostrò una spiccata attitudine per la scrittura, accompagnata da un grande desiderio di indipendenza.

Terminato il liceo lasciò la famiglia e iniziò a scrivere fiabe e brevi poesie per bambini, collaborando contemporaneamente con giornali e riviste. Si iscrisse alla Facoltà di Lettere, ma per problemi economici non riuscì a terminare gli studi. Tra il 1939 e il 1941 lavorò assiduamente per il settimanale «Oggi». A questo periodo, negli anni ’30, risale l’incontro con Alberto Moravia, all’epoca già scrittore affermato grazie al romanzo “Gli Indifferenti” del 1929. Si sposarono nell’aprile del 1941; tra le frequentazioni della coppia spiccavano personalità e nomi quali Giorgio Bassani, Umberto Saba, Attilio Bertolucci e Pier Paolo Pasolini.
Per sfuggire alle rappresaglie belliche (Moravia era antifascista) si rifugiarono a Fondi. La Morante iniziò la stesura del suo romanzo “Menzogna e sortilegio” mentre Moravia trasse ispirazione per “La Ciociara”.
Per approfondimenti su Alberto Moravia vedi qua

Il primo romanzo: Menzogna e sortilegio

Pubblicato da Einaudi nel 1948 tramite l’aiuto di Natalia Ginzburg, suscitò gli apprezzamenti di molti critici e vinse il Premio Viareggio.
Il libro racconta la storia di Anna, figlia di un nobile decaduto e innamorata di Edoardo, un ricco cugino, con il quale comincia una relazione morbosa. Tanto Anna gli è devota, tanto lui è dispotico e capriccioso. Nel frattempo Francesco, amico di Edoardo, si innamora di Anna, allontanando Rosaria, una prostituta che lo ama e con la quale ha una relazione. Edoardo scompare improvvisamente e Anna, che versa in una difficile situazione economica, sposa Francesco benché ami ancora il cugino. I due hanno una figlia, Elisa, che come il padre adora la madre, ma Anna la ignora e pensa solo al suo grande amore. Alla morte dei genitori, Elisa verrà accolta da Rosaria, ancora innamorata di Francesco. Ed è proprio Elisa la voce narrante di tutta la storia.
Lo stile e la trama ricordano i grandi romanzi dell’Ottocento. Nonostante le connotazioni temporali ben precise, non si percepisce realmente né Palermo né l’epoca in cui si svolgono le vicende, come se l’intento della Morante fosse creare questa atmosfera un po' rarefatta, onirica, appunto menzognera. È una storia al femminile, dove le tre generazioni di donne sono appunto “afflitte” dal male delle bugie che esse stesse si raccontano per poter sopportare la realtà avvilente che le circonda. Elisa, la narratrice, è l’unica che ad un certo punto si rende conto di questa povertà di sentimenti che ha caratterizzato la vita sia della madre sia della nonna; i castelli di carta, costruiti nella mente delle due donne, le porta inevitabilmente alla follia. In tutto il libro emerge che a detenere il potere sono gli uomini: le donne agiscono in virtù dei sentimenti suscitati in loro dagli uomini, figure o malvagie o vittime delle donne, ma sempre e comunque motivo propulsivo.
Elsa Morante sarà per tutta la vita molto legata a questo primo romanzo, che le porterà quella stabilità economica necessaria a dedicarsi con tranquillità alla scrittura. Passeranno dieci anni prima dell’uscita del suo successivo romanzo.

L'Isola di Arturo e il Premio Strega

Risale a quasi dieci anni dopo l’uscita del suo secondo romanzo, “L’isola di Arturo” (1957). Il successo è immediato, sia a livello di pubblico che di critica, tanto da farle vincere il Premio Strega, per la prima volta assegnato a una donna
Ambientato sull’isola di Procida (dove la scrittrice visse insieme a Moravia), alla fine degli anni ’30, anche qui, come nel romanzo precedente, si ha l’impressione che la narrazione scorra in un’epoca senza tempo. Il protagonista è Arturo Gerace, orfano di madre, che cresce quasi in totale solitudine tra i confini dell’isola; passa le sue giornate leggendo libri e studiando gli atlanti, cercando di immaginare i viaggi che un giorno farà, in terre lontane, magari in compagnia del padre. L’uomo, adorato e mitizzato da Arturo, è spesso in viaggio finché un giorno non rientra a casa in compagnia di una giovane donna, Nunziata. La nuova moglie del padre, che ha solo un paio d’anni più di Arturo, segna nel ragazzo il distacco dall’infanzia. Se inizialmente cerca dalla matrigna quelle attenzioni materne che non ha mai avuto, col tempo scopre una vera e propria attrazione nei suoi confronti. Respinto da Nunziata, deluso, si rifugia tra le braccia di una giovane vedova che lo inizia al sesso. Abbandonato ormai il mondo dell’infanzia, con le sue illusioni, ad Arturo non resta altra scelta che abbandonare l’isola in cerca di una nuova strada, senza più guardarsi indietro.
Il libro della Morante ha tutte le caratteristiche tipiche del romanzo di formazione: Arturo deve fare i conti con le proprie emozioni e le trasformazioni che lo portano a confrontarsi con la realtà che sgretola le sue fantasie, obbligandolo a crescere. Il tutto narrato con estrema maestria e scorrevolezza. Ma Elsa Morante non si ferma a questo: innovativa, affronta in modo esplicito i temi delle pulsioni sessuali e dell’omosessualità, segreta e rifiutata.

La crisi artistica e la sua opera più importante: La Storia

Dopo aver vinto il Premio Strega inizia un periodo di scarsa produttività letteraria; pubblica prima una raccolta di poesie, già incluse nei suoi romanzi, e una raccolta di racconti. Durante gli anni ’60 la scrittrice compie numerosi viaggi, tra Cina, Unione Sovietica, Messico, India, Stati Uniti e Brasile, spesso con amici e talvolta col marito, col quale i rapporti sono sempre più tesi. Nel 1961 dopo una relazione col regista Luchino Visconti e una storia col pittore americano Bill Morrow, si separa da Alberto Moravia, senza però divorziare.
Ad accentuare la sua crisi creativa contribuì la morte improvvisa di Morrow, precipitato da un grattacielo. Scossa dalla tragedia e sempre più terrorizzata dalla vecchiaia e dai pericoli che minacciano l’umanità, Elsa Morante si chiude sempre più in se stessa. Nel 1971 inizia a scrivere quello che sarà definito il suo romanzo più importante.
Nel 1974 esce “La Storia”, un romanzo corale ambientato a Roma durante la Seconda Guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi e che nasce dalla volontà di riscattare le persone che dalla storia e dalla vita sono schiacciate. Il successo è immediato. Protagonisti del romanzo sono Iduzza, una maestra per metà ebrea, e i suoi due figli, Giuseppe, e il maggiore, Nino, che da fascista diventa partigiano. Elsa Morante racconta tramite Iduzza gli orrori della guerra, le persecuzioni, le violenze (il figlio Giuseppe è frutto di uno stupro), offrendo così al lettore non solo la rappresentazione dei fatti bellici vissuti dagli ultimi, dal popolo umiliato, ma anche uno sguardo sulla psiche umana, su coloro che si ritrovano intrappolati da forze che sono al di fuori del loro controllo. A fare da sfondo ci sono i quartieri romani di Testaccio, San Lorenzo, il ghetto ebraico e Pietralata, distrutti dai bombardamenti mentre Nazifascisti e Partigiani si scontrano sui colli vicino la città.
Elsa Morante: la sua biografia e le sue opere articolo
Per approfondimenti sulla Seconda Guerra Mondiale vedi qua

L'Aracoeli e gli ultimi anni di vita

Se con “La Storia” la Morante si era voluta concentrare soprattutto sulla storia di una comunità, sulla storia d’Italia, sulla storia degli eventi bellici, insomma la storia con la “S” maiuscola, nel suo ultimo romanzo, “Aracoeli” la scrittrice ritorna a parlare di storie personali. Il protagonista è Manuele, un uomo di mezza età annoiato, stanco dalla vita, disilluso, ma soprattutto un grande inetto, che si piange addosso e che nonostante ciò continua a non fare nulla per cambiare. È un omosessuale represso che non ha mai conosciuto né l’amore né l’amicizia. Ossessionato dal ricordo della sua infanzia, trascorsa con la madre in Andalusia, decide di lasciare tutto e di recarsi in quei luoghi, in una sorta di viaggio della memoria. Viene sviscerato, in maniera complessa e dolorosa, il rapporto amorevole tra madre e figlio, e il rapporto genitoriale in generale.
Fu durante la scrittura di questo libro che Elsa Morante si fratturò un femore, vedendosi costretta a letto. Dopo la pubblicazione del romanzo, la scrittrice, incapace di muoversi e afflitta dai dolori, tentò di uccidersi. Sopravvisse in clinica fino al novembre 1985. Aveva 72 anni.
Elsa Morante ha inciso fortemente su una nuova visione della letteratura, basata sul realismo e sulla convinzione che lo scrittore debba, con le sue opere, testimoniare gli orrori e le ingiustizie del mondo e della società.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il primo romanzo di Elsa Morante e quale riconoscimento ha ricevuto?
  2. Il primo romanzo di Elsa Morante è "Menzogna e sortilegio", pubblicato nel 1948, che ha vinto il Premio Viareggio.

  3. Qual è il significato del romanzo "L'Isola di Arturo" nella carriera di Elsa Morante?
  4. "L'Isola di Arturo" è stato un successo immediato che ha vinto il Premio Strega, rendendo Elsa Morante la prima donna a ricevere questo riconoscimento.

  5. Come ha influenzato la vita personale di Elsa Morante la sua carriera letteraria?
  6. La vita personale di Elsa Morante, inclusi i suoi rapporti con Alberto Moravia e le sue esperienze di viaggio, ha influenzato la sua produzione letteraria e la sua crisi artistica.

  7. Quali temi affronta Elsa Morante nel suo romanzo "La Storia"?
  8. Nel romanzo "La Storia", Elsa Morante affronta temi come gli orrori della guerra, le persecuzioni e le violenze, offrendo uno sguardo sulla psiche umana e le vite degli ultimi.

  9. Quali sono le caratteristiche principali del romanzo "Aracoeli" e come si riflettono nella vita di Elsa Morante?
  10. "Aracoeli" esplora il rapporto madre-figlio e le storie personali, riflettendo la complessità e il dolore della vita di Elsa Morante, che durante la scrittura del libro ha affrontato problemi di salute e un tentativo di suicidio.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community