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Concetti Chiave

  • Elsa Morante nacque a Roma nel 1912 e iniziò a scrivere fin da giovane, mantenendosi con lezioni private e collaborazioni giornalistiche.
  • Nel 1948 raggiunse la fama con "Menzogna e sortilegio", un romanzo che si distanzia dalla letteratura neorealista, creando un dramma familiare e sociale in una Palermo trasfigurata.
  • "L'isola di Arturo", ambientato a Procida, esplora il passaggio dall'infanzia all'età adulta, con temi di amore, gelosia e perdita dell'innocenza.
  • Negli anni '60, Morante si dedicò all'impegno civile con "Il mondo salvato dai ragazzini", enfatizzando l'importanza dell'innocente creatività in una società alienante.
  • Con "La storia", Morante risuscitò il romanzo storico, combinando macrostoria e microstoria, ma incontrò resistenze critiche per il ritorno al narratore onnisciente.

Indice

  1. Infanzia e primi successi
  2. Menzogna e sortilegio
  3. L'isola di Arturo
  4. Impegno civile e poesia
  5. La storia e Aracoeli

Infanzia e primi successi

Nacque a Roma nel 1912 da una maestra di origini ebraiche, il suo cognome non deriva dal padre naturale, ma dal marito della madre, cominciò a scrivere già da giovanissima con testi che apparvero anche sul “Corriere della sera”, fino a vivere da sola mantenendosi con lezioni privare e queste collaborazioni giornalistiche. Nel 1941 sposò Alberto Moravia, da cui si sarebbe separata 20 anni dopo, durante l’occupazione tedesca si nascose tra le montagne della zona di Cassino rientrando a Roma solo dopo la liberazione, la fama giunse nel 1948 con “Menzogna e sortilegio” con cui prese le distanze dalla letteratura neorealista.

Menzogna e sortilegio

L’autrice propone una scrittura di matrice ottocentesca, talora impreziosita da virtuosismi barocchi e vicina, per la struttura, alla narrativa popolare e alla tradizione fiabesco. Il romanzo è un dramma famigliare e sociale, in cui la trattazione di temi e personaggi assume toni esasperati, per le strade di una Palermo trasfigurata dalla fantasia si muovono baroni e bottegai, nobildonne e prostitute, tutti ugualmente intenti a mascherare la loro meschinità dietro la menzogna dell’illusione. Ne emerge il ritratto di una società meridionale misera e gretta, in cui persino i sogni d’amore si nutrono di folli desideri di ascesa sociale, la sua operazione mira a riassumere e concludere l’esperienza passata, mantenendo come referente storico in Novecento, per cui i modelli anteriori sono rifletti alla luce della contemporaneità.

L'isola di Arturo

Il fascino dell’illusione e il potere dell’immaginazione di riversano nel secondo successo di Morante, “L’isola di Artuto”: Procida, l’isola del titolo dove il protagonista trascorre l’infanzia circondato da un paesaggio incontaminato, è incarnazione di uno stato di natura metafora della stagione pura e beata della fanciullezza. Arturo è infatti attirato e insieme respinto dalla terra mitica in cui vive, alla malinconia e ai sogni di evasione segue sempre il suo desiderio di goderne le luci e i profumi, qui scopre l’amore e la gelosia, inizia ad avvertire il sapore della vita, viene a sapere dei loschi traffici del padre e varca la soglia dell’età adulta.

Persa per sempre l’innocenza, abbandonare l’isola si rivela per lui quasi una scelta obbligata, l’estremo rito di passaggio per approdare alla storia e alla conoscenza della realtà.

Impegno civile e poesia

Durante gli anni ’60, sceglie la via dell’impegno civile, nel 1968 pubblica infatti “Il mondo salvato dai ragazzini e altri poemi”, un libro che contiene poesie, canzoni e una commedia, i miti lasciano il posto al racconto diretto e doloroso della realtà contemporanea su cui aleggia il rischio dell’alienazione, aspira ad una società svincolata da ogni istituzione, dove ciascuno sappia amare l’esistenza in modo puro e immediato. I “ragazzini”, quindi gli emarginati dagli infelici molti, cioè da coloro che sono assuefatti dalla società capitalistica e non comprendono la loro innocente creatività, sono in realtà creature privilegiate, in quanto capaci di riscattare con il loro spirito vivace e anticonformista la pericolosa solitudine.

La storia e Aracoeli

Con il suo terzo romanzo intitolato “La storia” ottenne il successo del pubblico risuscitando il genere quasi estinto del romanzo storico, l’opera incontrò però delle resistenze della critica in quanto il ripristino del narratore onnisciente di ottocentesca memoria e la volontà di commuovere il lettore facendo leva su sentimenti facilmente condivisibili invertirono la tendenza moderna incentrata sulla dissoluzione delle forme narrative. Congegna il romanzo come una cronaca lineare, anno per anno, ogni blocco narrativo viene fatto precedere da una sintetica esposizione dei fatti storici risalenti all’anno in questione di modo che il tutto risulti strutturato sui piani dalla macrostoria e della microstoria. Il suo ultimo romanzo è “Aracoeli” accoglie ancora i temi suoi tipici ma interpretati con la prospettiva del pessimismo, il protagonista Manuele è un 40enne omosessuale solo e deluso che prova a dare un senso alla sua identità e di risolvere i dubbi che lo tormentano scavando nel passato, così da rivivere il morboso legame edipico che condivideva con la madre, l’andalusa di nome Aracoeli, anche se questo viaggio nel passato non ha l’esito sperato di liberarlo dal male di vivere che lo affligge.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e i primi successi dell'autrice?
  2. Nata a Roma nel 1912 da una maestra di origini ebraiche, l'autrice iniziò a scrivere da giovane, pubblicando sul "Corriere della sera". La sua fama arrivò nel 1948 con "Menzogna e sortilegio", che segnò una distanza dalla letteratura neorealista.

  3. Quali sono le caratteristiche principali di "Menzogna e sortilegio"?
  4. "Menzogna e sortilegio" è un dramma familiare e sociale con una scrittura di matrice ottocentesca e virtuosismi barocchi. Il romanzo ritrae una società meridionale misera, dove i sogni d'amore sono legati a desideri di ascesa sociale.

  5. Come viene rappresentata l'isola in "L'isola di Arturo"?
  6. Procida, l'isola del titolo, è una metafora della fanciullezza pura e beata. Arturo vive un'infanzia circondato da un paesaggio incontaminato, scoprendo l'amore e la gelosia, e affronta il passaggio all'età adulta.

  7. Qual è l'impegno civile dell'autrice negli anni '60?
  8. Negli anni '60, l'autrice si dedica all'impegno civile, pubblicando "Il mondo salvato dai ragazzini e altri poemi" nel 1968. L'opera aspira a una società libera da istituzioni, dove l'innocente creatività dei "ragazzini" può riscattare la solitudine.

  9. Quali temi affronta "La storia" e come viene strutturato il romanzo?
  10. "La storia" è un romanzo storico che utilizza un narratore onnisciente e mira a commuovere il lettore. È strutturato come una cronaca lineare, con blocchi narrativi preceduti da esposizioni dei fatti storici, integrando macrostoria e microstoria.

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