Concetti Chiave
- Mussolini dichiarò la "guerra parallela" nel 1940, cercando di combattere indipendentemente dalla Germania, ma subì diverse sconfitte militari nel Mediterraneo e altrove.
- Le campagne militari italiane in Africa e Grecia furono fallimentari, con perdite territoriali significative e necessità di aiuto tedesco per contrastare l'avanzata britannica.
- Il 25 luglio 1943, dopo lo sbarco alleato in Sicilia, Mussolini fu arrestato e il fascismo crollò; Badoglio prese il comando e avviò segretamente l'armistizio con gli Alleati.
- Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, l'Italia fu divisa in due: la Repubblica Sociale Italiana sotto Mussolini e il Regno del Sud sotto il controllo anglo-americano.
- Il movimento partigiano italiano, supportato dagli Alleati, crebbe e svolse un ruolo cruciale nella Resistenza contro l'occupazione tedesca, culminando nella liberazione di Milano il 25 aprile 1945.
Indice
- La guerra parallela di Mussolini
- Sconfitte nel Mediterraneo e in Africa
- Crisi e trattative segrete
- Sbarco in Sicilia e caduta del fascismo
- Divisione dell'Italia e armistizio
- Resistenza e caos nel centro-nord
- Liberazione di Mussolini e divisione dell'Italia
- Resistenza antifascista e rappresaglie
- Organizzazione del movimento partigiano
- Svolta di Salerno e governo Badoglio
- Liberazione e insurrezione generale
- Tragedia post-bellica e foibe
La guerra parallela di Mussolini
Il 10 giugno 1940 (giorno della dichiarazione di guerra) Mussolini aveva annunciato la “guerra parallela”, cioè in cui l’Italia non avrebbe combattuto insieme alla Germania.
Sconfitte nel Mediterraneo e in Africa
Guerra nel Mediterraneo: era presidiato dalla flotta inglese, ma a causa dell’incompetenza del suo Stato maggiore subì una serie di sconfitte.
Tra cui l’affondamento di tre corazzate nel Porto di Taranto e di 2 incrociatori nella battaglia di Capo Matapan.
Campagna d’Africa: le operazioni erano comandate dal maresciallo Graziani.
Persero subito l’Etiopia, per evitare di perdere ancora la Libia, furono aiutati dai tedeschi, che bloccarono l’avanzata inglese.
Campagna di Grecia: nell’ottobre del 1940 Mussolini lanciò contro la Grecia le truppe che occupavano l’Albania.
Ci furono molti morti, e l’esercito italiano rimase bloccato sulle montagne.
La Grecia fu invasa da Hitler.
Crisi e trattative segrete
Nel 1942 ci fu un periodo di profonda crisi di sfiducia.
Perché le truppe venivano battute su tutti i fronti e iniziavano a scarseggiare gli alimenti.
Nel marzo del 1943 gli operai iniziarono a fare delle trattative segrete con i consiglieri del re, i capi militari e alcuni dirigenti fascisti.
Sbarco in Sicilia e caduta del fascismo
All’inizio di luglio gli alleati sbarcarono in Sicilia in 4 settimane presero il controllo dell’isola.
Di fronte a questo fatto Vittorio Emanuele II prese degli accordi con i membri del Gran Consiglio del Fascismo, che il 25 luglio chiesero le dimissioni di Mussolini.
Il giorno dopo il re fece arrestare il duce, e lo mandò sul Gran Sasso.
Il re affido l’incarico do formare un nuovo governo a Pietro Badoglio, che determinò la caduta del fascismo.
Divisione dell'Italia e armistizio
Gli alleati, dopo aver risalito l’Italia Meridionale, restarono bloccati a Cassino, dove i tedeschi opposero una resistenza.
Cosi l’Italia per qualche mese restò divisa in due, dalla Linea Gustav.
Intanto Badoglio, in segreto, stava preparando l’armistizio con gli Alleati.
E l’annunciò per radio l’8 settembre del 1943.
Il giorno dopo Badoglio e il re scapparono, perché credevano di essere arrestati e accusati di tradimento dai tedeschi, si recarono a Brindisi dove erano protetti dagli anglo-americani.
Resistenza e caos nel centro-nord
L’Italia del centro-nord entrò nel caos, perché non sapevano se la guerra continuava e contro di chi.
Le SS fecero l’occupazione militare del paese, e iniziarono un’operazione di disarmo e deportazione in Germania dei soldati italiani.
A Roma si scontrarono i reparti dei Granatieri di Sardegna, del Genoa Cavalleria e della divisione Sassari contro i tedeschi; si scontrarono lungo le mura di San Paolo.
Questi scontri furono il primo episodio della Resistenza Italiana.
Al fronte i militari ricevevano degli ordini contrastanti: arrendersi ai tedeschi, arrendersi per salvare l’onore, comportarsi come volevano,…
Liberazione di Mussolini e divisione dell'Italia
Il 12 settembre Hitler fece liberare Mussolini da un comando di paracadutisti tedeschi.
Mussolini era sfiduciato, ma diede retta ad Hitler che voleva ricostruire un esercito.
Nel 1943 l’Italia fu divisa in due:
centro-meridonale: occupato dai Tedeschi, diventò una Repubblica Sociale Italiana (RSI). Era comandata da Mussolini, ma il potere era affidato dal generale delle SS ()Karol Woof) e da un’ambasciatore nazista;
meridione: occupato dagli anglo-americani, diventò il Regno del Sud, ed era affidato a Vittorio Emanuele II.
Mussolini chiamò alle armi molte persone, ma di loro se né presentarono solo la metà.
Tra i volontari c’erano molti giovani, loro avevano molte motivazioni: aderirono perché ritenevano disonorevole voltarle le spalle ai tedeschi, altri perché credevano che Hitler vinceva la guerra,…
Resistenza antifascista e rappresaglie
Contro i fascisti e i nazisti cerano anche gli antifascisti.
A Boves un centinaio di uomini catturarono due tedeschi.
Il giorno dopo le truppe del Reich ne volevano la restituzione, gli antifascisti glieli riconsegnarono perché temevano una rappresaglia.
Nonostante la restituzione i tedeschi entrarono nel paese e diedero fuoco a molte case e fucilarono donne, uomini, bambini.
Alla fine di settembre a Napoli ci fu una battaglia dove in 4 giorni riuscirono a cacciare i tedeschi dalla città.
I mesi successivi molti cittadini si unirono ai comunisti e ai socialisti per diventare partigiani (erano dei volontari armati che volevano fare attentati o azioni di guerriglia contro le truppe di occupazione).
Nel dicembre del 1943 le Brigate partigiane contribuirono a sviluppare il semitismo antifascista.
Per molti l’obbiettivo era quello di mandare via gli invasori, mentre per altri di riscattare le sconfitte militari, o di lottare per costruire una società nuova; ma comunque tutti volevano che la guerra finiva.
Organizzazione del movimento partigiano
Dall’8 settembre il movimento partigiano si organizzò in gruppi omogenei e fortemente differenziati l’uno dall’altro, ma tutti diretti dal Cln (comitato di liberazione nazionale).
Era formato dal generale Raffaele Cadorna, dall’economista Ferruccio Parri (fondatore del Partito d’azione) e dal comunista Luigi Longo.
Le formazioni partigiane più numerose erano le Brigate Garibaldi, poi Giustizia e Libertà, e gli ex militari.
Svolta di Salerno e governo Badoglio
Nel Regno del Sud il Governo Badoglio, era sottoposto al controllo del Comando anglo-americano.
A marzo del 1944, dopo 20 anni di esilio, tornò Palmiro Togliatti, che propose alle forze politiche di non far abdicare il re e di partecipare al governo Badoglio, in cambio Vittorio Emanuele II doveva promettere che a guerra finita, tramite un referendum l’Italia doveva scegliere la monarchia o la repubblica (svolta di Salerno).
I membri del Cln non erano d’accordo, ma alla fine accettarono.
Cosi il 24 aprile 1944 nacque il Secondo governo Badoglio, dove parteciparono 6 partiti antifascisti e la vicepresidenza di Togliatti.
Da quel momento le truppe italiane potevano partecipare ai combattimenti.
Grazie alla svolta di Salerno le bande partigiane ottennero armi dagli Alleati, e cominciarono cosi a fare sabotaggi, attentati contro i tedeschi e agguati contro i gerarchi fascisti.
Intanto, però, chi veniva sospettato di aiutare i partigiani, poteva correre il rischio di essere deportato in Germania o ucciso.
Liberazione e insurrezione generale
Nel 1944 dopo tanti tentativi gli Alleati riuscirono a sfondare le linee tedesche a Cassino.
L’11 agosto Firenze fu liberata dai partigiani.
Quando le truppe anglo-americane oltrepassarono il Po, il Cln proclamò l’insurrezione generale dell’Italia settentrionale, e dopo pochi giorni di combattimenti i tedeschi fuggirono da Milano.
Era il 25 aprile 1945, Mussolini tentò di fuggire in Svizzera, ma fu catturato e fucilato dai partigiani il 28 aprile.
Tragedia post-bellica e foibe
Finita la guerra, ci fu un’altra tragedia.
Tito (capo dei partigiani slavi) voleva impadronirsi dell’Istria, voleva farla diventare la settima repubblica iugoslava.
Tito arrivò a Trieste, e l’occupò per 43 giorni, prima che gli Alleati lo costrinsero ad abbandonarla.
Appoggiati da gruppi comunisti locali, sterminarono oppositori civili innocenti.
Molti abitanti della Venezia Giulia furono portati nelle foibe (fosse naturali dell’altopiano del Carso).
Eccidio di Porzus: uomini di una brigata comunitaria al servizio di Tito massacrarono i partigiani della brigata cattolica Osoppo.
Domande da interrogazione
- Cosa annunciò Mussolini il 10 giugno 1940 riguardo alla guerra?
- Quali furono le conseguenze della campagna d'Africa per l'Italia?
- Cosa accadde l'8 settembre 1943 in Italia?
- Qual era l'obiettivo del movimento partigiano italiano?
- Cosa accadde il 25 aprile 1945 in Italia?
Mussolini annunciò la "guerra parallela", in cui l'Italia non avrebbe combattuto insieme alla Germania.
L'Italia perse l'Etiopia e, per evitare di perdere la Libia, ricevette aiuto dai tedeschi che bloccarono l'avanzata inglese.
L'8 settembre 1943, Badoglio annunciò l'armistizio con gli Alleati, portando il caos nel centro-nord Italia e l'occupazione tedesca.
L'obiettivo del movimento partigiano era mandare via gli invasori, riscattare le sconfitte militari e costruire una nuova società.
Il 25 aprile 1945, il Cln proclamò l'insurrezione generale dell'Italia settentrionale, portando alla fuga dei tedeschi da Milano.