Concetti Chiave
- La Ciociara di Alberto Moravia è un romanzo di formazione ambientato durante la Seconda guerra mondiale, focalizzato sui cambiamenti che la guerra impone su individui comuni.
- I temi principali includono la guerra, il dolore, l'amore, la famiglia e l'importanza materiale, con una particolare attenzione al cambiamento interiore dei personaggi.
- Lo stile narrativo di Moravia è semplice e colloquiale, utilizzando un linguaggio coinvolgente che diventa più elevato nei momenti di riflessione filosofica e morale.
- La storia è narrata da Cesira, la protagonista, il cui amore per la figlia Rosetta e le esperienze di guerra le cambiano profondamente, riflettendo le difficoltà e le trasformazioni causate dal conflitto.
- Il romanzo è ambientato tra Roma e la Ciociaria durante gli anni 1943-1944, con uno sfondo storico che riflette gli orrori e le complessità della guerra, influenzando le dinamiche sociali e personali dei personaggi.
Scheda analisi testuale
Autore Alberto Moravia
Titolo La Ciociara
Editore Bompiani (XVII edizione)
1. Caratteristiche del testo
Genere Romanzo di formazione ed ambientazione storica
Indice
Temi principali del romanzo
Temi Il tema della guerra è fondamentale durante tutto lo svolgimento del romanzo e tende a mettere in luce il cambiamento che essa produce nelle persone che la subiscono: per una volta, la guerra non è vista dal punto di vista prettamente militare, ma da quello di due donne semplici costrette a lasciarsi trasportare dal destino. La guerra porta le persone a fare ciò che normalmente nemmeno immaginerebbero di poter fare, come uccidere o rubare; il tema dello stupro, messo spesso in relazione con il tema dell’amore, mostra come un atto di violenza del genere sia equiparabile alla guerra stessa, poiché anch’esso induce un cambiamento profondo nell’animo di una persona. L’amore passa in secondo piano, poiché ad essa il dolore e la preoccupazione non lasciano spazio; molto importante è il tema della famiglia, che vediamo affrontato in modo drammatico nelle figure di Cesira e Rosetta, in quanto testimoniamo l’amore di una madre che cerca, nelle proprie possibilità, di salvare la purezza della figlia, e che si dispera nel constatare il proprio fallimento, oppure gioisce nel proprio successo. Per quanto riguarda le altre famiglie presentate, esse non mostrano un grande senso di affetto ed appartenenza, in quanto è soprattutto evidenziata la maniera in cui ognuno cerca di sopravvivere alla guerra; un altro tema particolare è quello dell’importanza materiale: i beni materiali sono, in questo romanzo, essenziali, poiché la sopravvivenza precede qualsiasi altro sentimento, sia esso di pietà, di compassione o di ribrezzo. Assicurarsi l’essenziale per sopravvivere è l’assoluta priorità e, con il tempo, l’importanza del denaro lascia il posto a quella del cibo e della pulizia; più marginale, ma egualmente importante, è il tema del suicidio, affrontato tramite la figura di Cesira, una madre disperata per le condizioni in cui la guerra ha ridotto sua figlia ed ella stessa: i sogni e le speranze per il futuro si annullano nell’istante in cui l’amore di Rosetta per Cesira sembra venir meno; molto importante è il tema del sentimento politico, presente nella figura di Michele, il quale, contro tutti poiché il più istruito di tutti, condanna l’indifferenza e l’ignoranza, fornendo ai personaggi e al lettore delle massime e dei consigli fondamentali, che sono un profondo punto di riflessione; c’è poi il tema dell’odio, che nel romanzo affiora solo alla fine, mostrandoci come un sentimento apparentemente quotidiano sia, in realtà, estremo e di difficile raggiungimento; il tema del dolore è affrontato in modo molto particolare: sia dal punto di vista comune, sia da un punto di vista totalmente originale, ossia come motore della vita. È il dolore, infatti, che rende un essere umano vivo; a fare da sfondo a tutti i temi citati è il tema della morale, molto approfondito e fonte di varie riflessioni.
Stile e narrazione
Stile Lo stile di Moravia, in questo romanzo, è molto semplice, colloquiale, coinvolgente in quanto rappresenta il semplice parlato dei personaggi protagonisti, che sembrano, appunto, raccontarci dal vivo la storia. Esso, tuttavia, può cambiare improvvisamente, se in presenza di punti di carattere filosofico o morale. In questi punti, infatti, il linguaggio è più alto e meno dialettale, il lessico più ricercato e meno antiquato. Moravia utilizza molti dialoghi, descrizione chiara, periodi brevi, messaggi concisi, che suggeriscono quell’ambiente di semplicità ed essenzialità in cui è ambientato il racconto, ma permettono anche all’autore di trasmettere al lettore alcuni messaggi generali di grande rilievo.
Narratore Il narratore è interno alla vicenda e corrisponde al personaggio di Cesira. Questa scelta è dovuta alla necessità di diffusione del messaggio dell’opera e dei sentimenti dei personaggi attraverso un linguaggio semplice, che sarebbe stato improbabile se appartenente ad un narratore esterno. Questo è, in effetti, molto efficace, anche perché rende la lettura molto piacevole e leggera, sebbene il romanzo sia lungo e ricco di descrizioni.
Personaggi principali
-Cesira è la protagonista assoluta del romanzo. Presentata come una donna forte, determinata, indipendente, matura, si rivela, in realtà, molto sensibile, suscettibile e, a volte, anche fragile. Ciò che la caratterizza più di tutto è l’amore incondizionato per la figlia Rosetta, per la quale gioisce immensamente e allo stesso modo si dispera. In Cesira si nota un certo dispiacere nel trovarsi poco informata e poco istruita rispetto a personaggi come Michele, in quanto vorrebbe riuscire a capire tutto ciò che sta avvenendo con la guerra, ma non ci riesce totalmente. È importante notare che, a differenza di Rosetta, Cesira cambia all’inizio del romanzo, dopo l’incontro sessuale con Giovanni. La morte del marito, sebbene fosse una figura per lei quasi odiosa, la segna e la porta ad uno stravolgimento morale che la segnerà per tutta la vicenda.
Rosetta e il suo cambiamento
-Rosetta è la figlia di Cesira, ed è, insieme a lei, protagonista. Apparentemente un personaggio statico (sebbene non piatto), in quanto, nonostante tutte le difficoltà affrontate, rimanga fedele alla sua natura religiosa, pura, tendente alla perfezione morale, assistiamo ad un brutale cambiamento alla fine del romanzo, dopo una violenza sessuale subita da alcuni goumiers. La sua purezza si annulla totalmente, trasformandola in una donna vissuta, apatica, insensibile e promiscua. Tuttavia, per grande sollievo del lettore, alla fine del romanzo, il rapporto difficilissimo creatosi con Cesira, si risolve con un suo canto accompagnato da lacrime, segno che, nel profondo, Rosetta non è realmente cambiata, ma sta solo reagendo ad un dolore fisico e psicologico inimmaginabile.
Filippo e Michele
-Filippo è un personaggio molto simile a Cesira in fatto di economia e priorità, tuttavia, con l’avanzare della vicenda, si rivela sempre più lontano da Cesira, in quanto egoista, ottuso, ignorante, superficiale. Nell’amore per il figlio, tuttavia, è identico a Cesira, sebbene lo sviluppo del loro rapporto è opposto a quello tra Cesira e Rosetta: dapprima lontani e distaccati per concezioni differenti della guerra, alla fine si trovano vicini in quanto padre e figlio.
-Michele è il figlio di Filippo. Si può definire il personaggio che incarna il tema politico del romanzo, in quanto, essendo l’unico davvero istruito tra i personaggi, è il personaggio più consapevole delle circostanze, più sveglio e più attivo. Durante il racconto si espone spesso al rischio, fatto che lo porterà alla morte. È uno dei personaggi più importanti poiché fornisce quei messaggi morali ed essenziali che l’autore vuole trasmettere al lettore.
Concetta e altri personaggi
-Concetta è un personaggio più secondario, ma comunque importante a livello narrativo. È una donna odiosa, una vera delinquente, capace di dissimulare la realtà dei fatti attraverso un tono esaltato ed allegro. Tende a giustificare tutti gli atteggiamenti negativi della famiglia e dei soldati, utilizzando il pretesto della guerra.
-Altri personaggi importanti sono Giovanni, le varie figure di soldati, Clorindo e il marito di Cesira.
Ambiente e contesto storico
Ambiente (tempo e spazio) La vicenda si svolge durante la Seconda guerra mondiale (e si concentra negli anni 1943 e 1944) tra Roma e la cosiddetta Ciociaria, in particolare nell’ambiente natale di campagna e montagna della protagonista (Fondi – Sant’Eufemia – Vallecorsa).
Ambiente sociale L’ambiente sociale perde qualsiasi importanza, progressivamente, durante lo svolgimento del romanzo. Qualsiasi privilegio economico o sociale, infatti, viene annullato dalle esigenze di sopravvivenza e di difesa dagli orrori della guerra, anche per quanto riguarda Cesira e Rosetta, abituate ad una prospera vita di città.
Sfondo storico Ciò che viene descritto nel romanzo è incorniciato dagli eventi della Seconda guerra mondiale, eventi non registrati fedelmente nei libri di storia, ma importantissimi per comprendere la portata e le conseguenze di questo evento storico. La presenza di nazisti e fascisti è particolarmente sentita dal popolo, in quanto essi esercitano violenze e furti in continuazione; tuttavia, sono rappresentati nel romanzo sia gli aspetti negativi di inglesi e americani, sia quelli positivi di nazisti e fascisti, spesso presentati come semplici uomini costretti a fare la guerra.
Riassunto della trama
Riassunto Cesira, dopo la morte del marito sgradevole e sgarbato, può finalmente essere quella donna indipendente che desidera essere, tramite il mantenimento di una vita dignitosa per lei e sua figlia Rosetta, attraverso il lavoro nel suo negozio. Lo scoppio e il peggioramento della Seconda guerra mondiale, tuttavia, forzano le due donne ad abbandonare la città di Roma ed a cercare riparo nel luogo natale di Cesira, Vallecorsa. La cruda realtà della guerra si presenta loro immediatamente, in quanto si trovano di fronte ad una campagna deserta ed inospitale. Trovano un primo alloggio nella casa di Concetta, dalla quale fuggono appena scoperta la natura criminale dei suoi abitanti, per giungere a Sant’Eufemia, un paese di montagna in cui passeranno nove mesi della loro vita. In un’ alternanza di piacevoli ricordi d’infanzia e terribili esperienze di guerra, Cesira tenta di tenere Rosetta lontana dagli orrori bellici, sperimentando una vita di stenti, un rapporto di amore-odio con gli abitanti ed uno stravolgimento interiore molto profondo. Giunta la tanto aspirata liberazione dal nazismo e dal fascismo, Cesira e Rosetta cominciano un terribile percorso di ritorno verso Roma, nel quale subiranno varie atrocità, tra le quali uno stupro e il secondo incontro con la famiglia di Concetta, deleterie e rivelatrici della natura totalmente modificata delle due donne. Nonostante la tensione della parte finale del romanzo, esso si conclude lietamente, in quanto Cesira e Rosetta tornano, in fondo ancora fedeli alla propria indole iniziale, a Roma, per ricominciare una vita regolare, sebbene mai più identica alla vita prima della guerra.
2. Interpretazioni personali
Coerenza del titolo Il titolo è importante e coerente, in quanto mette subito in luce il rapporto della protagonista con gli ambienti in cui deve affrontare l’esperienza della guerra. Cesira è, infatti, combattuta tra un sentimento di nostalgia ed affetto nei confronti dei territori della Ciociaria, e un sentimento di odio ed insofferenza nei confronti degli stessi territori infettati dalla guerra.
Suggerimento titolo alternativo Essere vivi
Punti importanti
•Trovare paragrafi particolarmente efficaci e indicarne la pagina
pag. 34; pag. 46; pag. 114; pag. 126; pag. 141; pag. 163-164; pag. 189; pag. 206-207; pag. 211; pag. 224; pag.228-229; pag. 265; pag. 302; pag. 328.
•Citare un pensiero importante, un'immagine o altro (p.265)
«Ricordo che Michele disse con un sospiro, quasi suo malgrado, guardando a quelle montagne: “Eh, è bella l’Italia”. Io dissi ridendo: “Michele, tu lo dici come se mi dispiacesse”. E lui: “È vero, un poco mi dispiace perché la bellezza è una tentazione”.»
Citazione
Pagina 163-164 Titolo Siamo tutti morti
«“Macché fumo e macché capanna... io non vi leggerò più perché voi non capite... ed è inutile cercare di far capire a chi non potrà mai capire. Intanto, però, ricordatevi questo: ciascuno di voi è Lazzaro... e io leggendo la storia di Lazzaro ho parlato di voi, di tutti voi... di te Paride, di te Luisa, di te Cesira, di te Rosetta e anche di me stesso e di mio padre e di quel mascalzone di Tonto e di Severino con le sue stoffe e degli sfollati che stanno quassù e dei tedeschi e dei fascisti che stanno giù a valle e insomma di tutti quanti... siete tutti morti, siamo tutti morti e crediamo di essere vivi... finché crederemo di essere vivi perché ci abbiamo le nostre stoffe, le nostre paure, i nostri affarucci, le nostre famiglie, i nostri figli, saremo morti... soltanto il giorno in cui ci accorgeremo di essere morti, stramorti, putrefatti, decomposti e che puzziamo di cadavere lontano un miglio, soltanto allora cominceremo ad essere appena appena vivi... Buonanotte”.»
3.Valutazione
Come consideri l'opera?
Interpretazioni personali e valutazione
La considero estremamente interessante, ma allo stesso tempo devastante a livello emotivo.
Essendo una donna e leggendo una storia di guerra dal punto di vista di una donna, ho vissuto con coinvolgimento tutte le difficoltà affrontate dalle protagoniste e ho recepito i vari messaggi dell’autore quasi come un rimprovero verso la superficialità quotidiana di una società relativamente lontana dal panorama della guerra qual è la mia società.
Più che cambiare idea rispetto alla guerra, mi ha indotto ad una più profonda riflessione nei confronti di essa, specialmente in tempi come questi, in cui non possiamo affermare che la guerra sia così lontana dalla nostra realtà.
10, mi ha pienamente coinvolto emotivamente e dal punto di vista narrativo. Mi è piaciuto lo stile, così come il contenuto ed il messaggio.
4.L'autore
Breve biografia
Breve biografia di Moravia
Alberto Pincherle, reale cognome di Moravia, nasce a Roma il 28 Novembre 1907 da Carlo Pincherle, ebreo veneziano, e Teresa Iginia De Marsanich, cattolica di umile estrazione sociale. Nel 1916 si ammala di tubercolosi ossea, da cui riuscirà a guarire solo verso la maggiore età. Le sue condizioni di salute gli hanno provocato difficoltà in ambito sociale e di studio, in quanto, durante la malattia, viene istruito privatamente, fornendogli unicamente il diploma del ginnasio. Tuttavia, questa malattia gli permette di dedicarsi alla lettura, interessandosi così ad autori come Dostoevskij. Viene dimesso nel 1925 e trascorre un periodo di convalescenza a Bressanone e, in seguito, torna a Roma. Qui comincia a frequentare gli ambienti intellettuali romani, dove conosce anche Corrado Alvaro, ai tempi segretario di redazione della rivista «900, su cui pubblica nel 1927 la novella Cortigiana stanca. Intrattiene un’intensa storia d’amore con una certa France, tuttavia destinata al termine, dopodiché, nel 1930, inizia a collaborare con «La Stampa» e si reca come inviato in Inghilterra, dove soggiorna fino all’inverno dell’anno seguente. Nel 1935 decide di recarsi in America, per superare un insuccesso letterario, dove, nel frattempo, continua a scrivere. Nel 1936 conosce Elsa Morante e nel 1939 va a vivere con lei a Capri dove, per cercare di sfuggire alla censura fascista, scrive racconti allegorici. La sua origine ebraica non giova a questa fuga. Nel 1941 sposa la Morante a Roma con rito cattolico ed adotta uno pseudonimo. Dopo l’armistizio del ’43, la situazione per Moravia diventa molto pericolosa, e scappa con la Morante verso il Sud Italia. Nel 1957 pubblica La ciociara. Nel 1962 si separa dalla Morante ed inizia una relazione con Dacia Maraini, dopodiché, all’inizio degli anni Ottanta, comincia la relazione con Carmen Llera. Nei suoi ultimi anni, Moravia si dedica al giornalismo e alla campagna per l’abolizione degli armamenti atomici. Moravia muore a Roma il 26 settembre 1990.
Agostino (1944), La noia (1960), Gli indifferenti (1929), L’amore coniugale (1949), Il conformista (1951), Un’altra vita (1973) e molte altre.
L’interesse profondo di Moravia per gli aspetti terribili della guerra e le sue conseguenze sul popolo più semplice, deriva sicuramente dalla sua esperienza diretta con la Seconda guerra mondiale, resa ancora più aspra dalla sua origine ebraica e dalla necessità di sfuggire dalla censura nelle sue opere letterarie.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del romanzo "La Ciociara" di Alberto Moravia?
- Come viene rappresentato il personaggio di Cesira nel romanzo?
- Quali sono i temi secondari trattati nel romanzo?
- In che modo lo stile di Moravia contribuisce alla narrazione del romanzo?
- Qual è l'importanza del titolo "La Ciociara"?
Il tema principale del romanzo è la guerra e il suo impatto sulle persone comuni, in particolare su due donne, Cesira e Rosetta, che devono affrontare le difficoltà e i cambiamenti che essa comporta.
Cesira è rappresentata come una donna forte, determinata e indipendente, ma anche sensibile e fragile. Il suo amore incondizionato per la figlia Rosetta è un elemento centrale del suo carattere.
I temi secondari includono l'amore, la famiglia, l'importanza dei beni materiali, il suicidio, il sentimento politico, l'odio e il dolore, tutti affrontati in relazione alla guerra e alle sue conseguenze.
Lo stile di Moravia è semplice e colloquiale, rendendo la narrazione coinvolgente e accessibile. Tuttavia, in presenza di riflessioni filosofiche o morali, il linguaggio diventa più elevato e ricercato.
Il titolo è importante perché evidenzia il legame della protagonista, Cesira, con la Ciociaria, un territorio che rappresenta sia nostalgia e affetto, sia odio e insofferenza a causa della guerra.