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Appunti di Lettere e filosofia - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Esame Glottologia

Facoltà Lettere e filosofia

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4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. In Italia si individuano tre macro-aree linguistiche: l'area dei dialetti settentrionali; l'area dei dialetti toscani; l'area dei dialetti centro-meridionali. Per spiegare questa differenziazione Ascoli applica la teoria del sostrato: le tre componenti etno-linguistiche pre-latine, celtica a nord, etrusca al centro, italica al sud sarebbero state assorbite dal latino e per questo tramite avrebbero poi influenzato i dialetti italiani. Wan von Wartburg spiega invece differenziazione linguistica italiana con la teoria del superstrato: essa sarebbe dipesa dalla stratificazione di popolazioni alloglotte sul dominio linguistico latino, che le avrebbe assorbite.
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Esame Glottologia

Facoltà Lettere e filosofia

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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. In Italia meridionale ci sono minoranze di lingua albanese, soprattutto Arberesh. L'Albanese è una lingua indoeuropea di tarda documentazione. L'Albania è divisa in due aree dialettali, quella settentrionale in cui si parla ghego e quella meridionale in cui si parla tosco. La presenza dell'Albanese in Italia risale alle migrazioni del XIV-XVI sec., ma c'é anche una teoria secondo cui il messapico sarebbe stato l'antenato dell'Albanese.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La diffusione del greco nell'Italia meridionale è avvenuta in tre periodi successivi: nel secondo millennio a.C. con il greco miceneo, nel primo millennio a.C. con le grandi colonizzazioni di età classica e in età imperiale fino alla caduta dell'impero romano d'Oriente con il greco bizantino. Tuttora vi sono minoranze linguistiche grecofone in Puglia e Calabria. Il greco d'Italia è privo di turchismi ed è influenzato dall'Albanese d'Italia (Arberesh).
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3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Tra i secc. VII-I a.C. abbiamo documentazione linguistica dell'Italia antica o pre-romana. Nel VII-V sec. il latino era circoscritto alla parte del Lazio alla sinistra del Tevere. Oltre al latino, sono attestate nell'Italia antica: l'etrusco, il retico, il fenicio, il punico, il greco, le lingue appartenenti al gruppo italico (tra cui osco e umbro), il venetico, il messapico, il falisco, il leponzio.
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3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La parte della linguistica che studia il testo si è sviluppata negli ultimi decenni. L'interesse per i testi è al confine tra linguistica, filologia e filosofia del linguaggio. Austin è stato il primo a riflettere sul testo come atto linguistico. Gli atti linguistici possono essere di tre tipi: locutori, illocutori e perlocutori.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La vocale, dal latino vox, ha valore indipendente, basta da sola a costituire sillaba, a differenza delle consonanti che si appoggiano alle vocali. Le vocali sono prodotte dalle oscillazioni della lingua secondo le coordinate di anteriorità, posteriorità, altezza e bassezza. Il sistema delle vocali si può rappresentare graficamente mediante il triangolo vocalico, rappresentazione poi superata dal trapezio vocalico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La fonetica si serve di un alfabeto fonetico internazionale (IPA). Essa studia i foni dal punto di vista fisico. La fonologia, invece studia i fonemi, unità minime fonologiche aventi valore distintivo. La classificazione dei suoni si basa sul luogo di articolazione (labiali, dentali, palatali, velari) e sul modo di articolazione (fricative, affricate, occlusive, liquide, nasali, approssimanti).
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4,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. I composti rispecchiano la tipologia linguistica della lingua a cui appartengono, e in particolare la sintassi, il modo di collocarsi delle parole. Gli elementi base della sintassi sono soggetto, verbo e oggetto, e determinante e determinato (nome/aggettivo; nome/genitivo o complemento di specificazione). A seconda di come si dispongono questi elementi, le lingue possono essere di tipo SVO o SOV, oppure di tipo determinante-determinato o determinato-determinante. I composti di ciascuna lingua rispetteranno l'ordine sintattico della lingua a cui appartengono.
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3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. L'interferenza linguistica è un fenomeno legato al contatto tra le lingue e alla capacità dei parlanti di impadronirsi di lingue diverse. Il contatto tra le lingue può portare al fenomeno del bilinguismo, in cui due codici linguistici sono usati in modo paritetico da uno stesso parlante, o a quello della diglossia, in cui un codice linguistico è sentito come subordinato ad un altro. Il primo livello dell'interferenza è il prestito, ossia la ricezione di parole da una lingua ad un'altra. Il secondo livello dell'interferenza è il calco, ossia la riproduzione di un elemento della lingua di partenza con materiali della lingua di arrivo.
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4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Le varietà dialettali possono essere subregionali, regionali o sovraregionali. L'opposizione tra lingua standard e dialetto non è netta, ma costituita da una serie di gradazioni intermedie. La proiezione geografica dei fenomeni linguistici è fondamentale anche per la datazione dei fatti linguistici: le aree isolate sono quelle che conservano tratti linguistici più antichi.
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4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La nozione di diasistema linguistico comprende tutte le componenti di una lingua, tutto il sistema linguistico, che si compone di varietà o varianti diatopiche, diafasiche, diastratiche, diamesiche. Una lingua può essere inoltre analizzata dal punto di vista del continuo, ossia come continuum linguistico, o del discreto, come annalisi del livello morfologico, fonetico, ecc.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Nella seconda metà dell'ottocento nascono la linguistica e la filologia romanza con gli studi di G. Paris e W. Meyer-Lubke. Si delinea in questa fase l'interesse per le varietà dei dialetti. I dialetti sono legati alla dimensione geografico-cartografica. Tra un dialetto e l'altro vi è una continuità, un continuum linguistico, i confini sono sfumati. Le isoglosse sono le linee immaginarie che uniscono su una carta tutti i punti in cui si rileva il medesimo fenomeno linguistico.
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4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La linguistica storica si occupa del problema del mutamento linguistico e della classificazione delle lingue. L'analisi diacronica delle lingue è stata privilegiata nell'ottocento, con la comparazione tra le lingue indoeuropee per mezzo del metodo comparativo e la ricostruzione di una protolingua comune alle lingue storiche attestate, chiamata indoeuropeo, che non corrisponde a nessuna delle lingue storicamente attestate.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Alcune lingue prendono il nome di agglutinanti sulla base del cosiddetto processo di agglutinazione. Si tratta di lingue che non appartengono alla famiglia delle lingue indoeuropee. Le lingue agglutinanti tendono a passare dallo stato analitico allo stato sintetico secondo un processo inverso alla consueta tendenza delle lingue a passare dalla sinteticità all'analiticità. Nelle lingue agglutinanti parole isolate con valenza lessicale tendono ad unirsi alla parola e a diventare morfemi.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Si può fare una distinzione delle lingue basata sullo spessore dei testi o corpus documentario. Il corpus è un raggruppamento coeso di testi. Si tratta pertanto di un criterio di classificazione extra-linguistico. Si individuano pertanto: - lingue a piccolo o a grande corpus (letterario ed epigrafico); - lingue di frammentaria attestazione (epigrafica); - lingue note solo da glosse.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Due sono i possibili tipi di classificazione delle lingue: la classificazione genealogica e la classificazione tipologica. Ad essi si è aggiunta una terza tipologia, la classificazione per contatto, che si basa sui contatti che le lingue hanno avuto tra loro nelle varie sedi storiche. Nell'antichità la classificazione delle lingue era basata su criteri extra-linguistici, di tipo etno-geografico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Il mutamento linguistico presenta sempre al centro il livello morfologico della lingua, ossia quello costituito dagli elementi che si caricano dell'espressione delle categorie grammaticali. Spesso in una lingua si verifica un mutamento fonetico, che si traduce poi in un mutamento morfologico, che determina a sua volta un mutamento sintattico. Raramente si passa da un mutamento dei suoni a un mutamento dell'ordine sintattico senza influire sulla morfologia.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. In latino e italiano ci sono casi di compresenza di forme sintetiche e forme analitiche. Vi sono lingue (prevalentemente) sintetiche e lingue (prevalentemente) analitiche. Tra lingue sintetiche e lingue analitiche si può fare una distinzione sotto due punti di vista: quello della classificazione e quello dell'evoluzione. Le lingue sintetiche esprimono le categorie grammaticali all'interno della parola. Le lingue analitiche proiettano le categorie grammaticali all'esterno della parola. Le lingue analitiche sono state considerate un'evoluzione delle lingue sintetiche. C'è una tendenza dalla sinteticità verso l'analiticità.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Il verbo è stato oggetto di interesse dal punto di vista del confronto tra le lingue. La struttura del verbo indiano ha aperto una nuova visione sul verbo delle lingue occidentali. Nell'ottocento si è arrivati a considerare la famiglia delle lingue indoeuropee, caratterizzata dalla centralità del verbo propria del sanscrito. F. Bopp ("Sul sistema della coniugazione del verbo di sanscrito, latino, greco, gotico", 1816) concentrò l'attenzione su un gruppo di lingue che presenta il medesimo sistema verbale, caratterizzato da distinzione delle terminazioni dei tempi principali e dei tempi storici e apofonia radicale.
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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Nome è il sostantivo che individua la serie non onomastica dei nomi (nomi comuni). Verbo è la parte che esprime le categorie più legate alla soggettività. Persona, tempo, modo, diatesi sono le categorie del verbo. Nelle lingue in cui è obbligatorio l'uso del pronome personale il pronome si carica di valenza morfologica e diventa la vera coniugazione del verbo.
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