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Appunti di Lettere e filosofia - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Esame Filologia della letteratura italiana mod. B

Facoltà Lettere e filosofia

Dal corso del Prof. F. Iovine

Università Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Appunto
3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. B tenuto dal professor Francesco Iovine. In Petrarca, RVF XXX, l'immagine della donna penetra attraverso gli occhi nel cuore del poeta, che è la sede della memoria (dottrina dell'innamoramento). Neanche l'evento della morte può separare il poeta dall'amata. La donna amata è cantata come epifania del divino. Vi è anche il tema della poesia che vince il tempo.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. B tenuto dal professor Francesco Iovine. Petrarca, RVF XXII è un componimento composto di soli endecasillabi. Nelle sestine tornano, sebbene con ordine diverso, le stesse parole-rima. L'ordine delle parole-rima è ferreo, vincolante, ABCDEF FEDCBA. I legami sono interstrofici, tra l'ultima rima della sestina precedente e la prima rima della sestina successiva.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. B tenuto dal professor Francesco Iovine. Una metafora di un sonetto di Guinizzelli, tratta dall'ambito tecnico dell'uccellagione, è stata interpretata come un invito a soggiacere alla signoria altrui: un uccello catturato nella pania non deve divincolarsi, perché più si divincola più è preso ("un uccello preso al laccio ha difficile il dibattersi"). Contini ha suggerito una nuova interpretazione: la volontà sarebbe quella di Dio, la regola quella monastica, e il sonetto un'esortazione devota. Ma il principio del Cristianesimo è il libero arbitrio, dunque bisogna interpretare il sonetto nel contesto cronologico coevo. Il dio che esige la sottomissione della volontà nei testi coevi è il dio Amore.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A tenuto dal professor Letterio Cassata. Carlo Michelstaedter poeta di Gorizia, è autore di "Poesie". In "Risveglio", v. 4, nell'autografo si legge "e sfiorano del capo i fiori e l'erbe". Chiavacci e Arangioluiz hanno corretto il v. 4 con una loro congettura: "e sfiorano del capo i fiori l'erbe". L'ultimo verso "pur amando ascolti, non però m'intendi" è ipermetro, forse l'autore aveva scritto "quando".
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A tenuto dal professor Letterio Cassata. "Maggi" di Pietro Feriani è un'opera letteraria in in quartine di ottonari a rima baciata, che riprende le opere popolari e i poemi cavallereschi. Ci è tramandata da due manoscritti. Il verso "ora a morte ogniuno è dato" è tramandato dai manoscritti "ora morte a ogniuno è dato". Secondo la curatrice Gabriella Mazzei il verso tradito dai manoscritti presenta un errore di archetipo per la mancata concordanza tra morte e dato, ma nella lingua antica la sconcordanza di genere è frequente.
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Esame Filologia della letteratura italiana

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana, mod. A, tenuto dal professor Letterio Cassata. Isabella di Morra, donna nobile del '500, petrarchista meridionale, è autrice di 13 componimenti (10 sonetti e 3 canzoni). Analisi dei sonetti Rime 1 e Rime 5. Nell'ultimo verso di Rime 5 vi è un'immagine ardita, "rompere i marmi", che fa parte di una serie di immagini medievali, come 'far piangere i sassi'. Benedetto Croce indagò sulla biografia di questa poetessa.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. La canzone "Amor voglio blasmare" si trova in tre codici trecenteschi, è un adespoto, ossia non porta il nome dell'autore, è stata attribuita a Federico II in base ad argomenti interni (lo stile) ed esterni. Anche "servuto" al v. 6 potrebbe essere indizio di attribuzione a Federico II. Secondo Panvini, invece, "servuto" potrebbe essere un errore del copista per "feruto".
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. Teseida di Boccaccio è un poema epico italiano in ottave, di impostazione storica ma di argomento mitico, che parla di Teseo. Presenta problemi testuali e metrici (ad esempio ipermetrie o parole tronche). Esempi: - 2,15,5 "Gli Atteniesi assai si mervigliaro": con sinalefe e dieresi; - 1,38,4 "sentieri a sua salute cerca e pe' romori": è un verso ipermetro, sono state fatte delle ipotesi per sanarlo, ma non è sanabile; - 2,72,3 "inver la terra della quale nello entrare": è un verso ipermetro, ma "inver" era spesso aferetico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. Il sonetto "Poi che tornato è il sole al corso antico" di Cavalcanti è un componimento giovanile. Al v. 7 alma sostantivo e quiete sostantivo sembrano inaccettabili. In questo caso bisogna interpretare alma aggettivo e quiete sostantivo. "Alma quiete" è un sintagma frequente nella lingua poetica italiana.
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Esame Filologia della letteratura italiana

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
4,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. "I' vegno 'l giorno a te 'nfinite volte" è un sonetto di Cavalcanti a Dante. AL v. 7 Vitetti ritiene che ci sia una corruttella e propone la congettura "d'amor parlavi" al posto di "di me parlavi". In questo modo il senso sarebbe più accettabile ma la genesi dell'errore (un errore di lettura da parte del copista) è improbabile. Di questo sonetto sono state date diverse interpretazioni. Secondo Lamma e Marti il dissenso sarebbe politico, secondo altri sarebbe morale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. Federico II e i poeti della Scuola Siciliana ci sono giunti attraverso tre manoscritti trecenteschi scritti in Toscana: questo ha comportato una toscanizzazione dei poeti siciliani. Non abbiamo altre testimonianze del siciliano di allora, per cui è temerario tentare di intevenire sul testo sicilianizzandolo. Vi è inoltre il problema della rima siciliana imperfetta.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. Dante, Paradiso 7, 35 presenta un caso di sinalefe inconsueto rispetto all'usus dantesco. Si ipotizza ci sia un errore di archetipo, trasmesso a tutta la tradizione. Bisogna congetturare. La congettura migliore è quella che spiega la genesi dell'errore. La corruttela potrebbe spiegarsi come una resistenza a un ordine sintattico sentito come strano.
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Esame Filologia della letteratura italiana

Facoltà Lettere e filosofia

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3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana tenuto dal professor Letterio Cassata. Nell'incipit del primo canto del Paradiso di Dante vi è un problema di punteggiatura di cui l'ecdotica deve occuparsi. Nei testi a stampa dopo "appressando sé al desire" vi è una virgola. Tuttavia è possibile non mettere questa virgola sulla base di un'epistola di Cangrande. Quindi "desire" regge sia "si profonda" sia "Dio". SI tratta della figura retorica dell'apo koinou, di cui si danno esempi nella Divina Commedia.
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Esame Filologia della letteratura italiana

Facoltà Lettere e filosofia

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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A, tenuto dal professor Letterio Cassata. Nel caso in cui ci siano giunte redazioni precedenti di un testo o edizioni a stampa precedenti a quella definitiva che rispecchia la volontà ultima dell'autore, l'edizione genetica mira a ricostruire la genesi della composizione di un testo. E' anche chiamata edizione diacronica. Ad esempio: l'edizione genetica dei canti di Leopardi (De Robertis, Peruzzi, Moroncini). Per capire il prodotto finito servono gli 'scartafacci', termine dispregiativo usato da Croce.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A tenuto dal professor Letterio Cassata. Al v. 48 del canto I dell'Inferno nell'edizione di Petrocchi si legge 'tremesse', considerata lectio difficilior. Nell'apparato critico è riportata la variante temesse e la variante, minoritaria, tremisse. I commentari antichi erano concordi nel leggere 'temesse'. 'Tremesse' è lezione di due commentari quattrocenteschi. Con 'temesse' si ha l'attribuzione di un sentimento umano, il timore, a un entità inanimata, 'l'aere'. Si tratta di un artificio stilistico noto ai poeti latini e presente anche in altri passi della Commedia dantesca: Inf. VII, 22; Purg. I,25. Bisogna storicizzare il criterio della lectio difficilior.
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Esame Filologia della letteratura italiana

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A tenuto dal professor Letterio Cassata. Esempi di grafia antica da un manoscritto del primo canto dell'Inferno di Dante. La scrittura è continua (scriptio continua). Il titulus su una vocale indica che la vocale stessa è seguita da una nasale. Vi è la cosiddetta nota tironiana, una sorta di 7 che sta per 'et' e che era usato da Tirone, lo schiavo di Cicerone. Vi sono lettere miniate e casi di raddoppiamento fonosintattico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A tenuto dal professor Letterio Cassata. Dante, Purgatorio, XXIV, vv. 52-63, è il dialogo tra Dante e Bonaggiunta da Lucca. Da questo passo la critica letteraria ha tratto la definizione di Dolce Stil Novo. La differenza è tra la poesia precedente convenzionale e la novità del Dolce Stil Novo: il vero poeta deve scrivere ciò che gli detta la sua interiorità. Il termine 'gradir' è attestato dai manoscritti. Alcuni manoscritti però presentano la variante 'guardar', altri 'riguardar'. 'Gradir' è lectio difficilior, 'guardar' è lectio facilior. Ma bisogna controllare anche l'usus scribendi del tempo. Gradire va inteso in senso figurato, 'procedere con la mente', con cui si può confrontare Inferno XXVI, v. 109 e Purgatorio III, vv. 34-35.
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Esame Filologia della letteratura italiana

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana mod. A tenuto dal professor Letterio Cassata. Corazzini, crepuscolare, sonetto 2, 'L'imperatrice', v. 12: esempio di edotica. L'espressione 's'affolla' è pertinente dal punto di vista semantico, inoltre folle... s'affolla è paranomasia. Ma in questo modo la rima talvolta/... s'affolla non è rispettata (rima imperfetta), viene il dubbio che si debba leggere 's'affolta'. Bisogna controllare se 's'affolta' è attestato su un vocabolario storico (Vocabolario degli storici della Crusca; Tommaseo-Bellini; GDLI; LIZ). Da questa ricerca 's'affolta' risulta attestato in Boccaccio, Pulci, Pascoli, D'Annunzio, Montale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filologia della letteratura italiana, mod. A, tenuto dal professor Letterio Cassata. Il termine filologia significa 'amore per il logos', ossia il ragionamento discorsivo, principale facoltà dell'uomo. La filologia è una disciplina tecnica che nasce in età ellenistica ad Alessandria d'Egitto. Nel '400 rinasce in Italia la filologia moderna come ecdotica, scienza volta alla pubblicazione dei testi. Fondamentale per prima cosa è cercare di capire il testo, dal latino textus, 'intreccio' (di parole). Il filologo è colui che cerca di emendare gli errori per ricostruire un testo il più possibile vicino all'originale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Terza fase della produzione libraria italo-greca: - stile rettangolare appiattito di terra d'Otranto, schiacciato sul rigo di base: es. Vaticano greco 2026, Vaticano greco 1221; - minuscola otrantina o salentina barocca: es. Crypt. Z a XXIX, Crypt. Z a XLIV, Laur. Conv. Soppr. 152.
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