Maxxi88
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Concetti Chiave

  • Il Neoclassicismo si sviluppa tra il Settecento e l'Ottocento, ispirato dall'arte classica, con un focus su armonia e proporzione, rappresentato da artisti come Jacques Louis David e Antonio Canova.
  • Il Romanticismo, evoluzione dello “Sturm und Drang”, enfatizza emozioni, natura e genio individuale, con figure chiave come Turner, Friedrich e Delacroix.
  • Il Realismo, attivo in Francia tra il 1840 e il 1880, presenta rappresentazioni fedeli della realtà sociale, con Courbet e Pellizza da Volpedo tra i principali esponenti.
  • L'Impressionismo, sviluppatosi in Francia tra il 1874 e il 1886, si concentra sulla rappresentazione della realtà sensibile e visiva, con artisti come Monet, Manet e Renoir.
  • Il Post-Impressionismo, attivo dal 1880 al 1900, cerca di superare il naturalismo impressionista con artisti come Cézanne e Van Gogh, esplorando nuove tecniche e visioni artistiche.
In questo appunto vengono descritti vari movimenti artistici. Tanti sono i cambiamenti e i movimenti che si susseguono nell’arte tra il Settecento e il Novecento. Vogliamo proporne una panoramica, che affronta i principali periodi rappresentati dal Neoclassicismo, Romanticismo, Realismo, Impressionismo, Scapigliatura, Post-Impressionismo, Divisionismo, Macchiaioli, Liberty, Espressionismo, Cubismo e Futurismo.
Storia dell’arte tra Neoclassicismo e Avanguardie articolo

Indice

  1. Il Neoclassicismo: il principio del “bello ideale”
  2. Dallo “Sturm und Drang” al Romanticismo
  3. Realismo o Verismo: rappresentare fedelmente la realtà
  4. I pittori del sensibile: l’Ottocento è Impressionismo
  5. La Scapigliatura lombarda
  6. Il Post-Impressionismo: Cézanne e Van Gogh
  7. Il Divisionismo italiano: l’occhio crea l’insieme
  8. La pittura a macchia: i Macchiaioli
  9. Il Liberty in Europa
  10. Espressionismo: Fauves e Die Brücke
  11. Il Cubismo: Picasso e la sua arte
  12. Il Futurismo: l’avanguardia del primo Novecento

Il Neoclassicismo: il principio del “bello ideale”

Il movimento artistico definito “Neoclassicismo” si può circoscrivere nel periodo che va dalla seconda metà del Settecento ai primi anni dell’Ottocento.

Il nome e la tendenza artistica che lo caratterizzano fanno riferimento al rinnovato interesse per i principi dell’arte classica, in contrapposizione ai periodi di arte barocca e al Rococò, dei quali rifiuta i soggetti scandalosi e osceni. Questo rifiuto, unito al fervore per le nuove scoperte archeologiche (vedi i ritrovamenti di Pompei ed Ercolano), fa sì che l’arte neoclassica segua invece i principi di armonia, equilibrio, compostezza, proporzione e serenità dell’arte greca e romana. Con gli artisti che lo rappresentano si torna infatti al principio classico del “bello ideale”. L’antico, però non è mai semplicemente “imitato”, ma idealizzato come un mondo perduto e puro per il quale si prova nostalgia e rimpianto. La migliore espressione neoclassica è riscontrabile nell’architettura che prevede l’abolizione degli apparati decorativi e l’adozione di schemi semplici soprattutto per strutture come ospedali, strade, piazze. Al gusto del primitivo è legata l’elaborazione del concetto di sublime. Sublime è ciò che agisce sul sentimento e che colpisce con forza e commuove l’animo ed è accompagnato da un’impressione di timore e di ignoto. Tra i più grandi artisti del Neoclassicismo, troviamo Jacques Louis David (1748 – 1825) e Antonio Canova (1757 – 1822).
Per ulteriori approfondimenti sul Neoclassicismo vedi qui

Dallo “Sturm und Drang” al Romanticismo

Il movimento artistico del Romanticismo si sviluppa in Europa nel primo ventennio dell’Ottocento e proseguirà fino alla metà del XIX secolo. Nato sulla scia del movimento culturale dello “Sturm und Drang” (Tempesta e Impeto), il Romanticismo porta in primo piano la sfera del sentimento, della passione e dell’irrazionalità. L’oggetto di interesse non sono i soggetti ma la maniera di sentire. Quella che propone il Romanticismo è quindi un’arte soggettiva e intima che esalta il potere dell’ispirazione e il genio individuale. L’arte romantica non si rifà a principi formali armoniosi e stabiliti e tra le tematiche principali delle loro opere, gli artisti romantici mettono il rapporto tra uomo natura. Nel farlo, indagano sul sentimento del sublime (l’uomo si sente piccolo di frante alla grandezza della natura). Gli artisti che rientrano in questa corrente sono gli inglesi William Turner (1775 – 1851) e John Constable (1776 – 1837), il tedesco Caspar David Friedrich (1774 – 1840), i francesi Eugène Delacroix (1798 – 1863) e Théodore Gericault (1791 – 1824) e l’italiano Francesco Hayez (1791 – 1882).
Per ulteriori approfondimenti sul Romanticismo vedi qui

Realismo o Verismo: rappresentare fedelmente la realtà

Il Realismo o Verismo si sviluppa principalmente in Francia tra il 1840 e il 1880 ed è una corrente artistica che cerca una rappresentazione fedele, oggettiva e imparziale della realtà. I soggetti di cui si occupano gli artisti realisti sono presi dalla sfera sociale e dalla storia. Quest’ultima, infatti, è fatta da gente comune, umile, modesta. Il massimo esponente realista in Francia è Courbet (1819 – 1877) le cui opere ripropongono la quotidianità di contadini al lavoro e poveri. Anche in Italia il verismo prende piede, e lo fa con artisti come Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868 – 1907) la cui opera maggiore, dal tema politico sociale di lotta proletaria è rappresentato da “Il quarto stato” o “Fiumana”, realizzato tra il 1898 e il 1901.
Per ulteriori approfondimenti sul Realismo vedi qui

I pittori del sensibile: l’Ottocento è Impressionismo

La corrente artistica dell’Impressionismo si sviluppa in Francia tra il 1874 e il 1886, un periodo relativamente breve ma che ha significato molto per la storia dell’arte. L’arte impressionista prende il via direttamente dal realismo, poiché si interessa al vero, ma non condivide con quest’ultimo l’impegno ideologico e politico. La grande rivoluzione dell’Impressionismo è soprattutto la tecnica che i suoi esponenti utilizzano e le modalità attraverso cui esprimono il loro obiettivo: rappresentare solo la realtà sensibile. Nel farlo, gli artisti impressionisti evitano qualsiasi riferimento alla “costruzione ideale” che abbiamo della realtà e puntano a rappresentarne invece l’impressione visiva, da un punto di vista strettamente ottico. Così, la pittura diventa solo colore, sparisce il disegno preparatorio (ideale). Questa scelta esecutiva si accosta e si esprime con la scelta di realizzare i quadri non negli atelier ma direttamente sul posto, “en plain air”. I massimi esponenti dell’Impressionismo sono Edouard Manet (1832 – 1883), intorno a cui si formò il gruppo di artisti, Edgar Degas (1834 – 1937), Claude Monet (1840 – 1926), Paul Cézanne (1839 – 1906), Pierre-Auguste Renoir (1841 – 1919).
Per ulteriori approfondimenti sull’Impressionismo vedi qui

La Scapigliatura lombarda

A Milano, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta dell’Ottocento si diffonde il movimento artistico della Scapigliatura. A farne parte sono un gruppo di artisti che vogliono rompere con la tradizione e manifestano un atteggiamento ribelle verso la società e la cultura borghese. L’arte della Scapigliatura preferisce il ritratto alla pittura di paesaggio e si serve di nuove tecniche di pittura che mirano a creare un effetto “vaporoso”. I contorni dei soggetti rappresentati vengono sfocati attraverso pennellate discontinue e luminose, secondo la tecnica del “non finito”. Ad essere messa sotto una nuova luce è la caratterizzazione psicologia dei personaggi. L’evocazione atmosferica, basata su tonalità calde e contrasti chiaroscurali, aiuta a raggiungere questo scopo. Tra i maggiori rappresentanti di questa corrente artistica ricordiamo il pittore italiano Francesco Filippini (1853 – 1895).
Per ulteriori approfondimenti sulla Scapigliatura vedi qui

Il Post-Impressionismo: Cézanne e Van Gogh

Con il termine Post-Impressionismo si indica il periodo della pittura francese compreso tra il 1880 e il 1900 circa. La pittura post-impressionista, caratterizzata da un desiderio di superamento del naturalismo impressionista, fu espressa da personalità isolate e da gruppi poco omogenei. A partire dal 1880, ci si pose il problema di come dare consistenza alla fugacità dell'Impressionismo e di superare, quindi, il carattere provvisorio della sua visione. In questo clima nasce il Puntillismo, detto anche Neo-Impressionismo. Artista attivo in questi anni è Paul Cézanne, che dopo le esperienze realiste e impressioniste, si dedicò a nuove tecniche come l'accostamento di strisce di colore dalle più scure alle più chiare per dare l'idea del chiaroscuro. Vincent Van Gogh è sicuramente la figura più rappresentativa di questo periodo, iniziò come realista con il dipinto "I mangiatori di patate" e altri di vita contadina, mentre durante il soggiorno parigino conobbe l'Impressionismo e il Post-Impressionismo che lo portarono a schiarire la sua tavolozza e si dedicò alla pittura "en plein air". Tutti gli artisti rifiutati dal circuito ufficiale, da Van Gogh da Cezànne e più tardi anche cubisti e fauves furono racchiusi in un termine generico di Post-Impressionismo.
Per ulteriori approfondimenti sul Post-Impressionismo vedi qui

Il Divisionismo italiano: l’occhio crea l’insieme

Sebbene sorga sulla scia del Neo-Impressionismo, il Divisionismo se ne differenzia per alcuni aspetti: si allontana infatti dall’idea di arte-ricerca per puntare sul carattere simbolico. Il movimento divisionista si diffonde fra gli ultimi due decenni dell’Ottocento e il primissimo Novecento, e riprende il naturalismo romantico degli Scapigliati, soprattutto per quanto riguarda la tecnica degli "avvolgimenti" atmosferici. L’arte divisionista si distingue però per l’accostamento di colori primari puri a piccole pennellate che crea un immenso effetto luminoso. Questi elementi minimi e presentati come divisi sulla tela vengono però integrati dall’occhio dell’osservatore nell’atto percettivo. Dal punto di vista dei contenuti, i divisionisti italiani si rifanno ad un contesto sociale, rappresentando soprattutto la realtà contadina.
Per ulteriori approfondimenti sul Divisionismo vedi qui

La pittura a macchia: i Macchiaioli

Il movimento artistico dei Macchiaioli si sviluppa tra il 1855 e il 1875 a Firenze. Per questa corrente artistica si può parlare di “avanguardia” sebbene non sia guidata da un vero e proprio manifesto. Alla base però, c’è la teoria della macchia di Diego Martelli: “Di più, altrove che nella natura, in qual luogo si comprendono gli originali di tutte le cose? [...] Finché si tratta di sentire tout simplement, si può sentire anche l’infinito, almeno v’è chi lo dice; ma dovendo fare è gioco forza ricorrere alla materia; vedere e toccare. Quindi noi per principio aborriamo quell’arte fantastica che si toglie dal mondo, per rappresentarci un incognito ideale, e domandiamo invece che nell’essere che ci vien presentata predominino queste tre cose: verità, carattere e sentimento.” La pittura a macchia è una tecnica che aiuta a evidenziare i valori tonali, accentuare i chiaroscuri a vantaggio della forza strutturale della luce-colore. I macchiaioli, che utilizzano questa tecnica e da essa prendono il nome, non utilizzano il disegno preparatorio, ma creano l’immagine giocando sui contrasti chiaroscurali.
Per ulteriori approfondimenti sui Macchiaioli vedi qui

Il Liberty in Europa

Il Liberty si diffonde dapprima in Inghilterra intorno al 1847 con Ruskin e Morris per poi diffondersi in Europa entro la fine dell’Ottocento. A seconda della nazione nella quale approda, lo stile assume nomi e caratteristiche differenti. In Italia, ad esempio, si parla di “stile liberty” o “floreale”. In Germania lo chiamano “Judenstile”, mentre in Spagna viene definito “Modernismo” e trova il suo massimo esponente in Gaudì. Il movimento artistico una vita molto breve: si afferma nel 1885 e perde potenza già nel 1914. Il Liberty è un modo di fare arte che rappresenta la borghesia poiché si fonda sul connubio arte-industria, combina infatti in maniera nuova materiali come il metallo e le maioliche. Fonte di ispirazione sono la natura, il simbolismo francese e l’arte giapponese, che ritroviamo espressi in diverse arti: la pittura, la scultura, l’architettura e soprattutto le arti decorative. Le opere Liberty si caratterizzano per l’uso della linea curva, sinuosa, morbida e serpentina e per i suoi richiami al mondo naturale e animale. In Italia il Liberty risponde all’esigenza di omologazione europea della classe borghese. Non a caso si sviluppa soprattutto nelle grandi città industriali come Milano e Torino.
Per ulteriori approfondimenti sullo stile Liberty vedi qui
Storia dell’arte tra Neoclassicismo e Avanguardie articolo

Espressionismo: Fauves e Die Brücke

L'Espressionismo è la corrente artistica che si diffonde in Francia e in Germania agli inizi del Novecento. In Francia appare per la prima volta nel 1905 con i “Fauves”, le bestie. In Germania invece, il movimento pernde il nome di “Die Brücke”, il Ponte. Un secondo gruppo espressionistico si costituì a Monaco nel 1911: “Der Blaue Reiter”, Il Cavaliere Azzurro, del quale principale ispiratore fu Wassily Kandinskij.
I movimenti artistici accomunabili sotto il nome di Espressionismo nascono in contrapposizione all’Impressionismo, che rappresentava la realtà nel modo in cui l’occhio la percepiva. Questi artisti puntavano a rappresentare attraverso la pittura i sentimenti più intimi, passionali e soggettivi. Così, la corrente artistica si caratterizza per l'utilizzo di colori forti, intensi, violenti e irreali, stesi con pennellate aggressive e ricche di vitalità per rappresentare le proprie emozioni.
Per ulteriori approfondimenti sull’Espressionismo vedi qui

Il Cubismo: Picasso e la sua arte

Il Cubismo è una corrente artistica che si sviluppa con straordinaria rapidità tra il 1907 e il 1914. Caratteristiche fondamentali sono il rifiuto di due aspetti fondamentali della pittura europea dal Rinascimento in poi: la norma classica per la rappresentazione della figura umana e la raffigurazione da un unico punto di vista. Il pittore cubista, infatti, rappresenta simultaneamente diverse prospettive del medesimo oggetto. Il suo obiettivo è infatti riproporre sulla tela non l’immagine come egli la percepisce alla vista, ma ciò che conosce dall'oggetto. Il manifesto del Cubismo è considerato “Les demoiselles d’Avignon” di Pablo Picasso (1881 – 1973), suo massimo esponente. Il cubismo si divide in due momenti: il cubismo analitico e quello sintetico. Il primo sfaccetta ulteriormente il soggetto, tende a mostrarlo nei suoi molteplici aspetti. Il secondo, invece, arriva ad una sintesi di questa molteplicità, ad un appiattimento.
Per ulteriori approfondimenti sul Cubismo vedi qui

Il Futurismo: l’avanguardia del primo Novecento

Il Futurismo è un movimento d'avanguardia formatosi a Milano nel 1909 fondato da Filippo Tommaso Martinetti (1876-1944). Risale invece al 1910 la redazione del “Manifesto della pittura futurista”, e al 1912 quella del “Manifesto della letteratura futurista”. Gli appartenenti al movimento mirano a liberare la società italiana dal bagaglio culturale, storico e artistico del passato e a glorificare l'avvento della modernità. Hanno un atteggiamento politico interventista nei confronti della guerra imminente, e sono affascinati da tutto quello che riguarda le macchine e la modernità. In pittura e scultura, si vuole trasmettere dinamismo e lo si fa attraverso forme spigolose, linee incisive e l'impiego di immagini ripetute dello stesso oggetto.
Per ulteriori approfondimenti sul Futurismo vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principi fondamentali del Neoclassicismo?
  2. Il Neoclassicismo si basa sui principi di armonia, equilibrio, compostezza, proporzione e serenità, ispirandosi all'arte greca e romana e rifiutando i soggetti scandalosi del Barocco e del Rococò.

  3. Come si differenzia il Romanticismo dallo “Sturm und Drang”?
  4. Il Romanticismo, nato dallo “Sturm und Drang”, enfatizza la sfera del sentimento e dell'irrazionalità, proponendo un'arte soggettiva che esalta l'ispirazione e il genio individuale, in contrasto con i principi formali armoniosi.

  5. Qual è l'obiettivo principale del Realismo o Verismo?
  6. Il Realismo o Verismo mira a rappresentare fedelmente e oggettivamente la realtà, concentrandosi su soggetti sociali e storici, spesso raffigurando la vita delle persone comuni e umili.

  7. In che modo l'Impressionismo si distingue dal Realismo?
  8. L'Impressionismo si distingue dal Realismo per la sua tecnica innovativa che si concentra sulla rappresentazione della realtà sensibile e visiva, evitando riferimenti alla costruzione ideale e dipingendo "en plein air".

  9. Quali sono le caratteristiche distintive del Cubismo?
  10. Il Cubismo si caratterizza per il rifiuto della rappresentazione classica e la raffigurazione simultanea di diverse prospettive di un oggetto, cercando di rappresentare ciò che si conosce dell'oggetto piuttosto che la sua immagine visiva.

Domande e risposte