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Concetti Chiave

  • L'idea di conquistare l'Eritrea nasce nel 1869 con Giuseppe Sapeto e diventa ufficialmente italiana nel 1882, ma fu una colonia molto discussa a causa dei costi elevati per territori poveri e lontani.
  • La Somalia fu conquistata nel 1890 come sbocco per l'emigrazione italiana, con il protettorato sul Sultano di Obbia e l'espansione verso varie località costiere.
  • Francesco Crispi, dopo Depretis, cercò approvazione tramite imprese coloniali, ma la sconfitta nella battaglia di Adua contro l'Etiopia nel 1896 portò alle sue dimissioni.
  • La guerra italo-turca iniziata nel 1911 portò al protettorato sulla Libia, ma fu più costosa e difficile del previsto, con resistenza locale e tensioni sociali in Italia.
  • Nonostante il protettorato ottenuto in Libia, l'impresa si rivelò economicamente svantaggiosa per l'Italia, contribuendo alla crisi politica e sociale interna.

In questo appunto di storia si approfondisce il tema del colonialismo italiano e le sue cause oltre all'illustrazione della conquista o tentativi di conquista della Baia di Assab, l'Eritrea, la Somalia, l'Etiopia e la Libia.

Indice

  1. Prima colonia italiana molto discussa: l’Eritrea
  2. L‘operato di Crispi e Giolitti e l'acquisizione della Somalia e l’Etiopia
  3. Guerra italo-turca o guerra di Libia: l’Italia avrà la sua prima colonia

Prima colonia italiana molto discussa: l’Eritrea

L’idea di conquistare l’Eritrea nacque nel 1869 quando Giuseppe Sapeto iniziò a trattare con l’armatore Rubattino della baia di Assab in modo tale da renderla un porto, ma il governo egiziano rivendicò i loro diritti su questo territorio.
Il 10 luglio 1882 il governo italiano decise di comprare dalla compagnia genovese di navigazione di Rubattino la baia di Assab, in Eritrea, la quale divenne ufficialmente italiana il 5 febbraio.
Colonialismo italiano: Eritrea, Somalia, Etiopia, Libia articolo
Essa, però, fu molto criticata perché si spesero moltissimi soldi per conquistare territori poverissimi e lontanissimi. Dietro al colonialismo italiano c’era un’esigenza di prestigio e il problema dell’emigrazione: centinaia di migliaia di italiani emigravano all’estero in cerca di condizioni di vita migliori che non trovavano in Italia.
Gli italiani, comunque, continuano a conquistare territori in Eritrea fino al 1896, anno in cui si raggiunse la massima espansione.
per maggiori informazioni sull'Eritrea vedi anche qui

L‘operato di Crispi e Giolitti e l'acquisizione della Somalia e l’Etiopia

Il governo italiano scelse di trovare dei territori come sbocco dell’emigrazione. Nel 1890 venne conquistata la Somalia visto che l’8 febbraio 1889 era stato ratificato il protettorato sul Sultano di Obbia, in seguito esteso verso le località costiere di Uarsceik, Mogadiscio, Merca, Brava e Athaleh. La conquista coloniale italiana fu costosa e per niente facile. Ci furono tensioni forti e sconfitte contro l’impero etiope della Bissinia. Nel 1887 Depretis morì e lo sostituì Francesco Crispi, che era stato l’organizzatore della spedizione dei Mille in Sicilia. Crispi segnò una svolta perché aveva come modello il cancelliere tedescoOtto von Bismarck. Crispi fu una figura ambigua perché si propose come grande riformatore, ma allo stesso tempo era un cultore dell’autoritarismo. Fece un’importante riforma amministrativa che rese elettivi i sindaci e fece varare un nuovo codice penale moderno (codice Zanardelli) in cui venne abolita la pena di morte. Sotto Crispi vennero dati maggiori poteri alla polizia e ai prefetti. Nel 1889 Crispi fece il trattato di Uccialli con il quale si alleò con l’Etiopia. Nel 1892 però diede le dimissioni in maniera apparentemente inspiegabile perché in realtà stava per scoppiare lo scandalo della Banca Romana e lo sostituì Giovanni Giolitti. Nel frattempo l’Italia iniziava a modernizzarsi e a industrializzarsi. Giolitti era stato ministro del tesoro sotto il governo Crispi. Da ministro dovette affrontare una serie di rivolte in Sicilia per il costo della vita e per la disoccupazione. Queste proteste vennero chiamate rivolte dei Fasci siciliani. Giolitti cercò di trovare un accordo con i Fasci siciliani. Giolitti si trovò a dover fronteggiare il grandissimo scandalo della Banca Romana. Nel 1893 ritornò Crispi che si propose come salvatore della patria. Represse nel sangue le rivolte dei Fasci siciliani e arrestò molti oppositori politici. Si rese conto che l’Italia stava attraversando un periodo di crisi e di malcontento generale, quindi pensò di distrarre l’opinione pubblica con un’impresa coloniale. Nel 1896 scoppiò la guerra con l’Etiopia, ma l’esercito italiano fu circondato e completamente sconfitto nella battaglia di Adua. Crispi dovette quindi dare le dimissioni.
per maggiori informazioni sulla politica coloniale italiana vedi anche qui

Guerra italo-turca o guerra di Libia: l’Italia avrà la sua prima colonia

La Libia tecnicamente era sotto l’impero ottomano ma praticamente era governata da tribù locali.
La guerra iniziò per iniziativa della penisola italica dopo varie discussioni in parlamento sostenute dall’opinione pubblica perché solamente una minoranza di intellettuali era non favorevole a questa mossa e in particolare erano repubblicani e socialisti. Gaetano Salvemini, infatti, considerava la Libia “uno scatolone di sabbia” al contrario di Giovanni Pascoli che esaltava il fatto che “la grande proletaria s’è mossa” insieme ai borghesi e i nazionalisti.
Il movente principale della conquista della Libia stava nella paura dei politici italiani di essere in una condizione di isolamento su tutti i fronti e videro nel Nord Africa una zona interessante per una colonia poiché in questo modo si aumenterebbe il prestigio nazionale e perché la Libia era un territorio tanto vicino all’Italia che sarebbe potuto essere utilizzato per far emigrare i contadini del Sud che erano disoccupati.
Il casus belli si presentò quando la Francia, avente un protettorato sul Marocco, fece un accordo con l’Italia per la spartizione delle zone di influenza.
Colonialismo italiano: Eritrea, Somalia, Etiopia, Libia articolo
Nel 1911 la guerra iniziò con l’arrivo di trentacinque mila soldati sulla costa libica. Il conflitto, però, si presentò più lungo, costoso e difficile di quanto ci si aspettasse ed occorsero più armi e uomini del previsto vista la stenuante resistenza delle tribù locali le quali si difendevano usando la tattica della guerriglia.
Nel 1912 si firmò la pace di Losanna che sancì la fine della guerra con il risultato che l’Italia ebbe il protettorato sulla Libia così come il protettorato militare fino al 1943 su Rodi e l’arcipelago del Dodecaneso.
Dal punto di vista economico, però, l’Italia aveva fatto un pessimo affare tanto che nel 1914 Giolitti si dimise anche perché non riuscì a far approvare la legge sull’aumento dei fondi da mandare il Libia.
Il re, allora, in questo contesto fece richiamare come primo ministro un uomo di Giolitti, Antonio Salandra.
La guerra contribuì, inoltre, a far crescere le tensioni sociali come dimostrò la manifestazione socialista svoltasi ad Ancona in cui la polizia sparò sulla folla uccidendo tre uomini.
Da questo fatto scoppiò una rivolta di socialisti, anarchici, rivoluzionari e partiti di sinistra senza rappresentanza che si diffuse nelle Marche, in Emilia e in Toscana prendendo successivamente il nome di settimana rossa perché si perpetrò tra il 7 e il 14 giugno 1914. Uno dei capi della rivolta fu Filippo Corridoni il quale era convinto che le classi sociali più povere avessero bisogno di combattere con le proprie forze visto che non erano rappresentate dal socialismo, considerato troppo addomesticato.
per maggiori informazioni sul governo di Giolitti vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le motivazioni dietro il colonialismo italiano in Eritrea?
  2. Il colonialismo italiano in Eritrea fu motivato da un desiderio di prestigio e dalla necessità di trovare sbocchi per l'emigrazione, poiché molti italiani emigravano all'estero in cerca di migliori condizioni di vita.

  3. Quali furono le principali azioni di Crispi e Giolitti riguardo alla Somalia e all'Etiopia?
  4. Crispi e Giolitti cercarono di espandere il territorio coloniale italiano in Somalia e Etiopia, con Crispi che firmò il trattato di Uccialli con l'Etiopia e Giolitti che affrontò le rivolte dei Fasci siciliani e lo scandalo della Banca Romana.

  5. Quali furono le cause e le conseguenze della guerra italo-turca per la Libia?
  6. La guerra italo-turca fu causata dal desiderio italiano di evitare l'isolamento politico e aumentare il prestigio nazionale. La guerra si rivelò più lunga e costosa del previsto, portando alla firma della pace di Losanna e al protettorato italiano sulla Libia.

  7. Come reagì l'opinione pubblica italiana alla conquista della Libia?
  8. L'opinione pubblica italiana era divisa; mentre una minoranza di intellettuali, repubblicani e socialisti si oppose, molti borghesi e nazionalisti sostennero la conquista, vedendola come un'opportunità per aumentare il prestigio nazionale.

  9. Quali furono le conseguenze sociali ed economiche della guerra di Libia?
  10. La guerra di Libia portò a tensioni sociali, culminate nella settimana rossa del 1914, e a difficoltà economiche per l'Italia, che si rivelò un pessimo affare economico, contribuendo alle dimissioni di Giolitti.

Domande e risposte

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