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Concetti Chiave

  • Crispi, influenzato da Bismarck, concentrò il potere e represse le proteste popolari, ma introdusse riforme come l'abolizione della pena di morte.
  • In politica estera, rafforzò lo spirito antifrancese della Triplice Alleanza e firmò il Trattato di Uccialli, riconoscendo le conquiste italiane in Eritrea.
  • Il suo governo terminò nel 1891, con turbolenze politiche che portarono alla leadership di Rudinì e Giolitti, e al coinvolgimento nello scandalo della Banca Romana.
  • Crispi fu richiamato al governo per ristabilire l'ordine, affrontando il movimento sociale cattolico e il crescente coinvolgimento dei cattolici nella politica.
  • La politica aggressiva di Crispi portò alla sconfitta nella battaglia di Adua, scatenando una crisi politica e mettendo in crisi la monarchia costituzionale italiana.

Indice

  1. Politica autoritaria e riforme
  2. Triplice alleanza e politica estera
  3. Nuove forze politiche emergenti
  4. Crispi e la repressione dei fasci
  5. Cattolici e questione sociale
  6. Politica espansionista e crisi

Politica autoritaria e riforme

Fu ammiratore di Bismarck e adottò una politica autoritaria accentrando su di se tutti i poteri. Represse ogni protesta popolare che potesse minacciare ogni equilibrio sociale varò leggi sulla pubblica sanità e il codice penale Zanardelli che aboliva la pena di morte e ammetteva il diritto di sciopero.

Triplice alleanza e politica estera

Nella politica estera diede alla triplice alleanza un forte spirito antifrancese e siglò il "Trattato di Uccialli" in ambito coloniale, per cui l'Etiopia riconosceva all'Italia le conquiste in Eritrea.

Nuove forze politiche emergenti

Il suo governo terminò nel '91.

Sulla politica italiana si affacciarono nuove forze: Filippo Turati al congresso di Genova tenne il partito socialista italiano e nel contempo il governo fu affidato ad Antonio di Rudinì nel 91 e a Giolitti nel '92. Giolitti decise di non intervenire con la forza di fronte alla protesta dei fasci siciliani. In Sicilia venne proclamato lo stato d'assedio e nel gennaio del '94 i fasci furono sciolti e nel '93 fu costretto a dimettersi per lo scandalo della banca romana in cui era coinvolto pure Crispi.

Crispi e la repressione dei fasci

In seguito, il Re richiamò Crispi al governo e i fasci vennero soffocati nel sangue.

Cattolici e questione sociale

Sussisteva un clima di "patria in pericolo" e Crispi usava i suoi prefetti per ristabilire l'ordine pubblico. Il suo governo si scontrò anche contro il movimento sociale cattolico. Infatti si assistette all'ingresso dei cattolici nella vita politica e il divieto papale impediva ai fedeli di partecipare alla vita politica, quindi i gruppi cattolici più aperti si svilupparono prevalentemente in campo sociale. coordinata dall'opera dei congressi, ebbe l'effetto di mettere la chiesa e i cattolici di fronte alla questione sociale. Questo processo di crescita fece sviluppare nei cattolici un proprio coerente pensiero sociale capace di confrontarsi con i socialisti. Leone XIII con l'enciclica "rerum novarum", veniva riconosciuta una più equa distribuzione della ricchezza e anche sostenuto la legittimità per i lavoratori di riunirsi e organizzare i sindacati. Così i cattolici prendevano sempre più consapevolezza di voler fondare un loro partito.

Politica espansionista e crisi

Crispi in campo estero attuò una politica espansionista ed aggressiva, quindi anche l'Italia si inserì nel processo di spartizione dell'Africa,portando alla formazione di imperi coloniali diede le dimissioni in seguito alla battaglia di Adua che pose fine alla seconda fase della politica coloniale italiana. Ciò coincise con l'apertura di una grave crisi politica e con l'uccisione di Umberto primo la gracile costruzione di una monarchia costituzionale sembrò vacillare sotto il peso di spinte autoritarie fortissime di alte gerarchie militari e gruppi conservatori: il paese stava sprofondando nella crisi di fine secolo.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali politiche interne adottate da Crispi durante il suo governo?
  2. Crispi adottò una politica autoritaria, accentrando i poteri su di sé e reprimendo le proteste popolari. Varò leggi sulla pubblica sanità e il codice penale Zanardelli, che aboliva la pena di morte e ammetteva il diritto di sciopero.

  3. Come si caratterizzò la politica estera di Crispi?
  4. La politica estera di Crispi fu espansionista e antifrancese, culminando nel "Trattato di Uccialli" con l'Etiopia e l'inserimento dell'Italia nel processo di spartizione dell'Africa, che portò alla formazione di imperi coloniali.

  5. Quali furono le conseguenze della battaglia di Adua per il governo di Crispi?
  6. La sconfitta nella battaglia di Adua portò Crispi a dimettersi, segnando la fine della seconda fase della politica coloniale italiana e l'inizio di una grave crisi politica.

  7. Quale fu l'impatto del movimento sociale cattolico durante il governo di Crispi?
  8. Il movimento sociale cattolico crebbe, sfidando il divieto papale di partecipazione politica e sviluppando un pensiero sociale coerente, culminato nell'enciclica "Rerum Novarum" di Leone XIII, che riconosceva la legittimità dei sindacati e una più equa distribuzione della ricchezza.

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