Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • L'Italia ha iniziato la sua politica coloniale più tardi rispetto alle altre potenze europee, trovando pochi territori liberi da colonizzare.
  • Sotto il governo Crispi, l'Italia ha conquistato la Somalia e l'Eritrea, ma ha subito una sconfitta significativa in Etiopia ad Adua nel 1896.
  • Nel 1911, Giolitti ha intrapreso la conquista della Libia, nonostante i costi elevati e le scarse risorse naturali disponibili.
  • Il fascismo ha consolidato i possessi coloniali esistenti e nel 1935 ha invaso l'Etiopia, provocando sanzioni economiche internazionali.
  • La campagna dell'Etiopia ha rafforzato l'autarchia economica dell'Italia e avvicinato il paese alle potenze non democratiche come la Germania.
In questo appunto di storia per le scuole viene approfondita la politica coloniale dell’impero Italiano, nel momento storico in cui le principali nazioni europee compivano missioni coloniali in paesi del continente africano e nel Sud America.
Politica coloniale italiana: eventi storici articolo

Indice

  1. L’Italia e la politica coloniale
  2. La conquista della Somalia e dell'eritrea. Il tentativo di occupare l’Etiopia
  3. La campagna di Libia
  4. La politica coloniale del fascismo

L’Italia e la politica coloniale

Ciò che distingue l’Italia dalle altre nazioni europee, è il fatto di aver intrapreso una politica coloniale più tardi, questo ha comportato non poche conseguenze allo stato italiano, e diviene necessario, prima di approfondire l’argomento, che i territori liberi, nel momento in cui L’Italia inizia la sua politica coloniale, erano ormai pochi, poiché la maggior parte dei territori erano ormai nelle mani di Francia, Belgio, Gran Bretagna e Germania.
per un ulteriore approfondimento sulla colonizzazione europea vedi anche qua

La conquista della Somalia e dell'eritrea. Il tentativo di occupare l’Etiopia

È il governo Crispi che, sostenitore di una politica di prestigio imbevuta di nazionalismo e di imperialismo si pone con obiettivo la presenza italiana in Africa.

Crispi

inizia la penetrazione in Somalia che viene completata circa 15 anni dopo, creando la Somalia italiana Successivamente l’esercito italiano espande l’occupazione verso l’Eritrea in cui, dopo l’apertura del Canale di Suez la compagnia di navigazione genovese Rubattino aveva acquistato la base commerciale di Assab, che successivamente fu rivenduta al Governo italiano. Nel 1889, l’Italia conclude con la vicina Etiopia il trattato di Uccialli in base al quale all’Italia era riconosciuto una specie di protettorato sull’Etiopia, che tuttavia era previsto nel testo italiano e non nella lingua parlata in Etiopia. Nel 1895, il negus Menelik, preoccupato dalle tendenze espansionistiche italiane, entra in guerra contro l’Italia. Nel 1896, le truppe italiane subiscono una grave sconfitta a Adua: era la prima volta che una potenza europea veniva sconfitta da un esercito africano in una guerra coloniale. La sconfitta di Adua mostrò anche l’imperialismo italiano fosse piuttosto debole perché l’ Italia non aveva ben valutato la difficoltà della situazione.
per un ulteriore approfondimento sul primo colonialismo italiano vedi anche qua

La campagna di Libia

La politica coloniale viene ripresa da Giolitti nel primo decennio del XX secolo. Nel 1911, con l’appoggio diplomatico dell’ Inghilterra e della Francia, subito dopo l’occupazione francese del Marocco, Giolitti intraprende la conquista della Libia sottraendola all’ Impero Ottomano. Veramente Giolitti era sempre stato contrario a guerre coloniali, tuttavia rinunciando ad uno dei pochi territori africani rimasti liberi, l’Italia avrebbe perso prestigio internazionale e anche l’equilibrio nel bacino del Mediterraneo ne sarebbe stato compromesso. La decisione di Giolitti trovava anche consensi nell’opinione pubblica: egli era sostenuto dai liberali, dai conservatori, da molti ambienti industriali, dai cattolici che vedevano nell’impresa libica un’occasione per lottare contro gli “infedeli turchi” e dagli ambienti finanziari legati alla finanza vaticana e soprattutto al Banco di Roma, da anni impegnato in un’opera di penetrazione economica in Libia. Con la pace di Losanna del 1912, l’Impero Ottomano rinuncia alla sovranità politica sulla Libia, anche se la resistenza araba contro l’esercito italiano non cessò e questo fu un pretesto per l’Italia di mantenere l’occupazione di Rodi e del Dodecaneso, dove si era esteso il teatro di guerra. Da un punto di vista economico, l’occupazione della Libia non fu un affare: i costi della guerra erano stati ingenti, le ricchezze naturali che si presupponeva esistesse in realtà erano scarse. La Libia fu definita uno ”scatolone di sabbia”.
per un ulteriore approfondimento sull'occupazione della Libia vedi anche qua

La politica coloniale del fascismo

La politica coloniale viene ripresa dal Fascismo. Inizialmente, il Fascismo cerca di consolidare i possedimenti coloniali già esistenti (Libia, Eritrea, Somalia):

  • - fino al 1930, il maresciallo Graziani vince la resistenza araba in Libia, con rappresaglie, deportazioni ed esecuzioni, soprattutto in Cirenaica. Vengono anche confiscate le terre incolte per assegnarle ai cittadini italiani.
  • - anche in Eritrea e in Somalia, il Fascismo cerca di consolidare la presenza italiana costruendo strade e sviluppando culture locali come quella del cotone e delle banane.
Politica coloniale italiana: eventi storici articolo

Dopo il 1930, comincia a maturare la decisione di occupare militarmente anche l’Etiopia, governata nel frattempo, dall’ imperatore, Hailé Selassié.
L’Etiopia, praticamente, era l’unica parte dell’Africa rimasta al di fuori dalle spartizioni coloniali e su di essa da tempo, specialmente dopo la sconfitta di Adua, l’ Italia aveva indirizzato le proprie mire espansionistiche. Le motivazioni erano legate al prestigio internazionale, di carattere economico (per incrementare la produzione internazionale e trovare uno sbocco alla disoccupazione) e di politica interna (consenso al regime). Inoltre, Mussolini pensava che la Francia non avrebbe posto nessun ostacolo per timore che l’Italia si avvicinasse alla Germania e che difficilmente la Gran Bretagna sarebbe intervenuta apertamente nella questione.
E’ cosi che nel 1935, le truppe italiane invasero l’Etiopia. L’invasione dura sette mesi, Addis Abeba fu occupata e l’imperatore si dette alla fuga. Il mantenimento dell’occupazione non fu pacifico perché le popolazioni indigene organizzarono continuamente delle guerriglie che l’esercito italiano non riuscì mai a vincere. Il re Vittorio Emanuele assunse il titolo di Imperatore d’Etiopia.
Sul piano internazionale, la conquista dell’Etiopia fu considerata un’aggressione e la Società delle Nazioni applicò delle sanzioni economiche nei confronti dell’ Italia: blocco di esportazioni verso l’Italia di materialo bellico, divieto di importare meri dall’ Italia. Il blocco, però, non riguardava merci di primaria importanza e dopo la vittoria furono abolite.
In Italia, la vittoria contro l’Etiopia creò entusiasmo e consensi: l’Italia ora aveva un proprio impero e ciò costituiva una rivincita nei confronti delle nazioni più ricche.
Le conseguenze della campagna dell’Etiopia furono però gravi:

  1. ravvicinamento dell’Italia alla potenze non democratiche che, come la Germania, non avevano applicato le sanzioni.
  2. tendenza dell’economia ad essere autartica cioè autosufficiente. Questo portò alla limitazione delle importazioni e la sostituzione dei prodotti di primaria importanza con i surrogati. Va ricordato che l’Italia era un paese povero di materie prime e l’autarchia ebbe come conseguenza l’indebolimento del sistema produttivo.
per un ulteriore approfondimento sulla conquista dell'Etiopia vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali differenze tra la politica coloniale italiana e quella delle altre nazioni europee?
  2. L'Italia intraprese una politica coloniale più tardi rispetto ad altre nazioni europee, trovando pochi territori liberi disponibili, poiché la maggior parte era già sotto il controllo di Francia, Belgio, Gran Bretagna e Germania.

  3. Quali furono gli esiti della campagna italiana in Etiopia?
  4. La campagna italiana in Etiopia culminò con la sconfitta a Adua nel 1896, segnando la prima volta che una potenza europea veniva sconfitta da un esercito africano in una guerra coloniale, evidenziando la debolezza dell'imperialismo italiano.

  5. Come si sviluppò la campagna di Libia sotto il governo di Giolitti?
  6. Giolitti, sebbene contrario alle guerre coloniali, intraprese la conquista della Libia nel 1911 per mantenere il prestigio internazionale dell'Italia, concludendo con la pace di Losanna del 1912, ma l'occupazione si rivelò economicamente svantaggiosa.

  7. In che modo il Fascismo consolidò i possedimenti coloniali italiani?
  8. Il Fascismo consolidò i possedimenti coloniali in Libia, Eritrea e Somalia attraverso rappresaglie, deportazioni, esecuzioni e lo sviluppo di infrastrutture e colture locali, come il cotone e le banane.

  9. Quali furono le conseguenze internazionali della conquista dell'Etiopia da parte dell'Italia fascista?
  10. La conquista dell'Etiopia fu vista come un'aggressione, portando a sanzioni economiche dalla Società delle Nazioni, ma rafforzò il consenso interno in Italia e avvicinò il paese alle potenze non democratiche come la Germania.

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