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Concetti Chiave

  • Carlo Magno, figlio di Pipino il Breve, ottenne il controllo completo del regno franco dopo la morte del fratello Carlomanno, favorendo una politica espansionistica significativa.
  • La politica espansionistica di Carlo Magno coprì numerose campagne militari, inclusa l'integrazione dei Sassoni e la creazione della Marca spagnola, consolidando il potere carolingio in Europa.
  • Carlo Magno fu incoronato imperatore dal papa Leone III nel 800, un atto che rafforzò la legittimità e l'autorità del suo regno, segnando un periodo di stabilità imperiale.
  • L'amministrazione dei territori carolingi prevedeva una complessa gerarchia con conti, marchesi e duchi, supportata da vassi dominici e missi per mantenere il controllo e l'ordine.
  • La rinascita carolingia promossa da Carlo Magno vide una fioritura culturale e religiosa, con l'istituzione di scuole e una riforma del clero per rafforzare l'unità culturale dell'impero.

Questo appunto di storia riguarda la vita di Carlo Magno e come dai Pipinidi sia arrivata la sua incoronazione a re, la politica espansionistica e la sua proclamazione a imperatore e l'amministrazione dei suoi territori.

Indice

  1. Biografia di Carlo Magno a breve storia dei Pipinidi
  2. Politica espansionistica di Carlo Magno e il passaggio da re a imperatore
  3. Amministrazione dei territori carolingi: conti, marchesi, duchi, vassi dominici e missi, vassalli, domini
  4. La rinascita carolingia e la riforma culturale del clero

Biografia di Carlo Magno a breve storia dei Pipinidi

Carlo, detto Carlo Magno grazie all’appellativo definito dal suo biografo Eginardo, descrive appieno la grandezza di quest’uomo, infatti Magno deriva dal latino “magnus” cioè grande.

È il figlio primogenito di Pipino il Breve e di Bertrada di Laon. In particolare è stata rilevante la politica del padre per permettere il passaggio dei Pipinidi da maggiordomi di palazzo a sovrani. Nel 743, infatti, Pipino cerca di far salire al trono l’ultimo re merovingio, Childerico II, nonostante ormai il suo potere fosse solo formale ma successivamente, nel 751, lo rinchiude in un convento, raduna i grandi del regno e Pipino il Breve viene eletto re a Soissons. Si fa ungere con l’olio santo dal vescovo Bonifacio e quattro anni dopo si fa consacrare insieme ai figli da papaStefano II. Questo gesto, tra l’altro, indirettamente segna l’istaurazione di un’alleanza tra papato e re che scaturisce nel 755 quando Pipino è chiamato nella penisola italica a combattere contro i Longobardi che preoccupavano Stefano II non tanto per il loro essere ariani visto che a questa altezza cronologica erano tutti cattolici ma per la loro politica espansionistica iniziata con il re Liutprando. L’intervento di Pipino, però, non è risolutivo.
Carlo Magno ed il papa
Pipino muore nel 768 e i suoi territori sono lasciati ai figli che saranno incoronati re il 9 ottobre.
A Carlo vengono assegnati: i territori dell’Austrasia (territorio che costituiva il nord-orientale del regno Merovingio) e la metà nord-occidentale dell’Aquitania, comprendente il nord e l’occidente della Francia.
A Carlomanno invece spettano: la Neustria (situata tra l’Aquitania e il Canale della Manica) la Borgogna, l’Alsazia, la Gotia, la Provenza, l’Alamagna e la parte sud-orientale dell’Aquitania.
Tale divisione favorisce Carlo ma sfavorisce Carlomanno poiché si ritrova a fronteggiare gli arabi provenienti dai Pirenei rendendo ardua l’espansione politica.
L’Aquitania, però, non è del tutto un territorio conquistato perché una piccola parte è ancora governata dai comuni che ci risedevano. Carlo, però, deve fronteggiare il problema da solo, senza l’aiuto del fratello, che per cause sconosciute non l’aveva appoggiato.
Secondo le fonti descrittive, inoltre, la madre Bertrada sarebbe stata una forte assertrice della politica tra Franchi e Longobardi tanto da riuscire ad ottenere un incontro tra i suoi due figli e Desiderio, re dei Longobardi, affinché potessero trovare delle affinità con la principessa, figlia del re stesso. Infatti Carlo, dopo essere stato con Imiltrude, sposa la figlia del re Longobardo, Desideria.
I due, fanno, però, infuriare il papa incutendogli timore poiché un’alleanza franco-longobardo poteva essere svantaggioso per gli interessi romaniCarlomanno si schiera, allora, immediatamente dalla parte del papa mentre il re dei franchi Carlomagno non si lascia intimorire dalle dimostranze dei due tanto da far ricredere anche le idee del pontefice che è tranquillizzato dal cedimento di alcuni territori dell’Italia centrale, donati da Bertrada e Desiderio, allentando momentaneamente la tensione che c’era fra i due.
Nel 771 Carlomanno muore e Carlo Magno rimane l’unico sovrano in carica. Ciò gli permette di attuare una politica espansionistica la quale gli procura terre e bottini.

per maggiori informazioni su Carlo Magno e i Pipinidi vedi anche qui

Politica espansionistica di Carlo Magno e il passaggio da re a imperatore

Inizialmente Carlo Magno placa le ribellioni scoppiate in Borgogna, Aquitania e Provenza rinsaldando così il legame con il re.
Successivamente tra il 772 e l’804 combatte numerose battaglie contro i Sassoni oltre il Reno e impone loro l’evangelizzazione; nel 774 ultima la conquista del regno dei longobardi dopo l’espugnazione di Pavia e la cattura del re Desiderio anche se questo territorio manterrà una certa autonomia visto che non vengono cambiati funzionari, duchi, leggi e l’aristocrazia fondiaria mantiene le sue proprietà. Nel 778 avviene la battaglia di Roncisvalle dove probabilmente Carlo cerca di respingere una rivolta di baschi mentre nel 788 sottomette la Baviera e nel 796 sconfigge gli Avari sul Danubio. Tra l’801 e l’813 si conquista Pamplona, Navarra e Catalogna creando così la Marca spagnola, un’area cuscinetto a nord del fiume Ebro, la quale segna il confine tra il regno
carolingio e l’emirato di Cordova.
Si ritiene questo periodo un momento favorevole per attuare il passaggio da re a imperatore perché sia il papato che l’impero bizantino si stanno indebolendo. In particolare, papa Leone III viene accusato di gravissimi crimi e a Roma viene contestato dal ceto senatorio mentre in Oriente l’imperatrice Irene ha spodestato suo figlio, accusato anch’esso di macchinazioni, provocando ribellioni interne.
Nell’800, quindi, Carlo entra a Roma con truppe armate e rimette sul soglio pontificio il papa. Ciò dimostra che pubblicamente lo sostiene, ha fiducia e lo protegge. Quasi in cambio di questo atto la notte di Natale di quell’anno Leone III incorona Carlo imperatore e lo unge con l’olio santo, segno che il suo potere è legittimato pienamente. Sono molti gli autori che raccontano e interpretano questo evento. Tra tanti si possono citare: Eginardo e la sua “Vita Karoli”, il “Liber pontificalis”, Teofane e la sua “Cronografia”, gli “Annali” di Lorsh.

per maggiori informazioni sulla politica espansionistica di Carlo Magno vedi anche qui

Amministrazione dei territori carolingi: conti, marchesi, duchi, vassi dominici e missi, vassalli, domini

Carlo si ritrova ad amministrare un territorio ampio e disomogeneo in cui il potere locale delle famiglie aristocratiche è ancora molto radicato: il regno dei Longobardi e d’Aquitania, i ducati di Baviera, Carinzia e Bretagna. L’intento del nuovo imperatore, allora, è quello di vincolare personalità troppo influenti, imporre la propria autorevolezza e rafforzare il potere centrale che vede come corte centrale Aquisgrana. Qui sono presenti una reggia e una cappella sull’esempio di Roma e Costantinopoli ed è coordinata da un conte palatino che si occupa di amministrare la giustizia, un cappellano, direttore della cancelleria, un arcicappellano il quale è il capo dei chierici.
Queste aree sotto la corona carolingia sono divise in distretti che prendono nomi diversi a seconda della loro collocazione: comitati, ovvero il territorio originario franco, guidati da funzionari pubblici detti conti, marche, cioè terre di nuova conquista o di confine che più facilmente potrebbero ribellarsi, amministrate da un marchese le cui funzioni sono simili a quelle della prima figura ma con un particolare accento sulle sue prerogative in ambito militare, i ducati, ossia distretti abitativi di popoli che hanno una forte identità culturale e stentano ad integrarsi al mondo carolingio, al cui capo ci sono i duchi.
A loro si affiancano le signorie fondiarie al cui vertice ci sono i proprietari fondiari detti domini i quali posseggono grandi proprietà su cui sorgono aziende agricole o altre proprietà agrarie. Su questa base si articola la curtis divisa in pars dominica e pars massaricia. La prima indica l’insieme di possedimenti controllati e gestiti direttamente dal dominus che esercita poteri di natura pubblica, in realtà mai stati attribuitagli da nessuno, come quello di amministrare la giustizia o derimere le controversie. Sono terre coltivare dai servi praebendarii, chiamati così perché hanno solamente vitto e alloggio (la praebenda). La seconda rappresenta piccoli appezzamenti, definiti mansi, di proprietà del dominus coltivati da coloni liberi obbligati a fare le corvée, prestazioni lavorative gratuite in certi periodi dell’anno. Questi contadini potevano essere massari se non si sa se avessero o meno un contratto scritto e livellari se, al contrario, disponevano di un contratto di lavoro scritto, il libellum.
Ci sono, inoltre, figure strettamente legare all’imperatore e che con lui tessono un rapporto diretto continuamente: i vassi dominici. Generalmente essi godono dell’immunità, un istituto giuridico con cui si concede l’esenzione fiscale e giuridica da un’autorità locale visto che si deve fare riferimento solamente a Carlo. Tecnicamente, però, queste figure si potrebbero descrivere anche come dei vassalli dell’imperatore i quali, a loro volta, potrebbero avere altri vassalli, coloro che in cambio di terre dette feudi giurano al signore fedeltà (consilium) e aiuto militare (auxilium).
Questa sovrapposizione e intreccio di poteri fa diffidare Carlo dai suoi funzionari tanto da portarlo a istituire dei missi dominici, un laico e un ecclesiastico che hanno il compito di controllare l’operato degli incaricati regi ed ecclesiastici, riportare le lamentele del popolo e diffondere due volte l’anno i capitolari, le leggi redatte nel corso dei placita (assemblee di esponenti della grande aristocrazia laica ed ecclesiastica e alti funzionari del regno).

per maggiori informazioni sull'amministrazione dei territori carolingi vedi anche qui

descrizione della figura storica del re dei Franchi, Carlo Magno

La rinascita carolingia e la riforma culturale del clero

La rinascita carolingia è caratterizzata dall’attuazione di una riforma culturale che ha lo scopo di elevare il livello culturale dei monaci e chierici con l’istituzione di scuole e centri scrittori nelle cattedrali cittadine e nei monasteri extraurbani.
Qui si impara a scrivere e leggere utilizzando i salmi, si apprendono le arti del trivio (grammatica, dialettica, retorica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica, astronomia), si studia, inoltre, la teologia, il canto gregoriano e i canoni che sono delle norme le quali regolano la vita ecclesiastica.
Anche attraverso la cultura si può notare come Carlo cerchi di creare un senso unitario del dominio imperiale: impone la scrittura carolina, più lineare e rotondeggiante, per la redazione di tutti i documenti ufficiali e chiama a corte intellettuali del calibro di Alcuino di York, Paolo Diacono, Benedetto D’Anione al fine di far loro elaborare un’ideologia imperiale basata sui valori cristiani.

per maggiori informazioni sulla rinascita carolingia vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine del titolo "Carlo Magno" e quale ruolo ha avuto Pipino il Breve nella sua ascesa al potere?
  2. Il titolo "Carlo Magno" deriva dall'appellativo "magnus" che significa grande, attribuito da Eginardo. Pipino il Breve, padre di Carlo, ha avuto un ruolo cruciale nella transizione dei Pipinidi da maggiordomi a sovrani, culminando nella sua elezione a re nel 751.

  3. Come si è sviluppata la politica espansionistica di Carlo Magno e quali territori ha conquistato?
  4. Carlo Magno ha condotto una politica espansionistica tra il 772 e l'813, conquistando territori come il regno dei Longobardi, la Baviera, e creando la Marca spagnola. Ha anche combattuto contro i Sassoni e gli Avari, consolidando il suo dominio.

  5. In che modo Carlo Magno ha amministrato i suoi vasti territori e quali figure erano coinvolte?
  6. Carlo Magno ha amministrato i suoi territori attraverso una struttura gerarchica che includeva conti, marchesi, duchi, e vassi dominici. Ha istituito i missi dominici per controllare l'operato dei funzionari e mantenere l'autorità centrale.

  7. Quali erano gli obiettivi della rinascita carolingia e come Carlo Magno ha promosso la cultura?
  8. La rinascita carolingia mirava a elevare il livello culturale del clero attraverso scuole e centri scrittori. Carlo ha promosso l'uso della scrittura carolina e ha invitato intellettuali a corte per sviluppare un'ideologia imperiale basata sui valori cristiani.

  9. Quali eventi hanno portato all'incoronazione di Carlo Magno come imperatore?
  10. L'incoronazione di Carlo Magno come imperatore avvenne nel 800, dopo che aveva sostenuto papa Leone III contro accuse e ribellioni. In cambio del suo supporto, Leone III lo incoronò imperatore, legittimando il suo potere.

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