Concetti Chiave
- La rinascita carolingia dell'VIII secolo fu caratterizzata da un rinnovato fervore culturale sotto il regno di Carlo Magno.
- Carlo Magno sognava di riformare l'impero romano e promuovere l'istruzione per migliorare lo sviluppo sociale.
- L'imperatore introdusse il concetto di "schola" come luogo di istruzione accessibile anche ai laici.
- L'educazione carolingia aveva limiti significativi: era clericale, non popolare e basata sul latino dimenticato dai laici.
- Dopo la morte di Carlo Magno, l'insegnamento ai laici cessò, restando confinato al Clero.
Indice
L'evoluzione delle lingue nazionali
Verso l’800 la lingua latina lasciò spazio agli idiomi rozzi che daranno vita alle lingue nazionali. L’unico a capire e usare ancora il latino era il Clero.
Il sogno di Carlo Magno
Nel regno dei Franchi nel 768 sale al trono Carlo Magno, comincia un fermento culturale che porterà alla corte di Carlo Magno studiosi provenienti da tutte le parti d’Europa. Il sogno di Carlo Magno era riformare l’impero romano e raggiungere un livello culturale per uno sviluppo sociale. Il desiderio di istruzione di Carlo Magno era fortissimo tanto che il suo analfabetismo lo considerava un limite insopportabile. Il merito dell’imperatore sta nel fatto di aver reintrodotto il concetto di istruzione anche per i laici e indicato con il termine di schola il luogo dove viene impartito l’insegnamento, che fino ad allora era usato per indicare una compagnia militare o un insieme di funzionari imperiali.
I limiti dell'educazione carolingia
La rinascita carolingia durò poco, questo perché erano presenti almeno tre grandi limiti nell’educazione: è clericale, cioè dipende dall’insegnamento dei religiosi; non tocca il popolo, perché è rivolta ai pochi che dovevano gestire l’amministrazione dello Stato; utilizza come strumento linguistico il latino che i laici hanno da tempo dimenticato. Con la morte di Carlo Magno la Chiesa non insegnò più ai laici ma solo a coloro i quali facevano parte del Clero.