Concetti Chiave
- La Restaurazione in Francia segnò un periodo di tensione tra le vecchie idee monarchiche e la crescente borghesia liberale, culminato con l'insurrezione del 1830 e l'ascesa di Luigi Filippo d'Orléans.
- Sotto il Secondo Impero, Napoleone III cercò di riaffermare la Francia come potenza continentale, ma la sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 portò a una grave umiliazione nazionale.
- L'esperimento della Comune di Parigi nel 1871 rappresentò un tentativo di democrazia diretta con riforme radicali, ma fu rapidamente schiacciato dal governo francese.
- La Terza Repubblica si consolidò tra tensioni politiche tra monarchici e repubblicani, introducendo riforme come il suffragio universale e la separazione tra Chiesa e Stato.
- L'affare Dreyfus alla fine del XIX secolo esacerbò le divisioni politiche e sociali in Francia, portando a un rafforzamento delle sinistre e a una rinnovata politica anticlericale.

Indice
L'età della Restaurazione e la nuova Francia
Dopo la caduta dell’imperonapoleonico e l’inizio di quella che venne chiamata l’età della Restaurazione, la Francia visse un momento difficile, di grande insicurezza politica.
Con la restaurazione dei Borboni fu chiaro che i vecchi ideali monarchici mal si allineavano con la borghesia liberale che stava prendendo sempre più piede. A fine luglio del 1830 il popolo insorse contro Carlo X, fratello del defunto Luigi XVI, a causa del suo tentativo di limitare le aperture costituzionali che avevano preso piede negli ultimi anni. La monarchia riuscì a sopravvivere con la nomina, da parte del parlamento, di Luigi Filippo d'Orléans, esponente di un ramo cadetto dei Borboni e considerato di orientamento liberale. Con lui il concetto di sovranità nazionale rimpiazzò la sovranità di diritto divino. Questo cambiamento si manifestò anche sull'intitolazione di Luigi Filippo, non più "re di Francia", bensì "re dei francesi". Durante il suo regno l'alta borghesia, legata alle banche e alla grande impresa, diventò dominante in Francia, appoggiata dall’aristocrazia liberale. Con la monarchia di luglio iniziò un graduale processo di industrializzazione che portò alla creazione di una nuova classe sociale, quella dei proletari urbani.
Nonostante l’iniziale stampo liberale, presto i governi nominati da Luigi Filippo presero una svolta conservatrice, contrastata dalla dall’opposizione della classe operaia, dei repubblicani e dei socialisti, che andarono a costituire una minaccia per la stabilità del regime orleanista, costretto a fronteggiare una serie di insurrezioni. Nel 1848 una nuova insurrezione nella capitale portò all'abolizione della monarchia e alla proclamazione della Seconda Repubblica. Carlo Luigi Napoleone Bonaparte venne eletto presidente di tale repubblica, ma dopo soli 4 anni attua un colpo di Stato, rovescia l’ordinamento politico e tramite un plebiscito popolare (1851-1852) venne proclamato imperatore col titolo di Napoleone III. Questa nuova costruzione politica, dapprima orientata in senso conservatore e poi liberale, ebbe un ruolo fondamentale negli equilibri della politica europea degli anni Cinquanta e Sessanta del 19° secolo.
Per approfondimenti sull'età napoleonica vedi qua
La Francia del Secondo Impero
La Francia di Napoleone III aveva come obiettivo quello di riaffermare la sua posizione di massima potenza continentale; la partecipazione alla guerra di Crimea a fianco degli inglesi, per contrastare le mire della Russia sull’impero ottomani, accrebbe il suo prestigio svolgendo un ruolo da protagonista al congresso di pace (congresso di Parigi). In questa occasione Napoleone III appoggiò i movimenti nazionali che lottavano contro l’equilibrio del congresso di Vienna. Nel 1858 si alleò col Piemonte, garantendogli il proprio appoggio in caso di guerra con l’Austria. In realtà la Francia sperava di sostituirsi all’impero austro-ungarico nel territorio italiano, invece uscì indebolita dal conflitto che vide la formazione di uno Stato nazionale italiano sotto la guida del Piemonte.
In questo suo tentativo di indebolire l’Austria, la Francia facilitò l’ascesa della Prussia, che sotto la guida di del cancelliere Bismark tentava di realizzare l’unità tedesca sotto l’egemonia della Prussia. Nel 1870 la Francia, appoggiata dall’opinione pubblica, dichiarò guerra alla Prussia. L’esercito francese, che pure poteva contare su un armamento moderno ed efficiente, era nettamente inferiore a quello prussiano e subì una gravissima sconfitta a Sedan. La disfatta e la conseguente perdita dell’Alsazia-Lorena rappresentarono per la Francia una vera e propria umiliazione nazionale, sentita da tutti gli strati della società.
Per approfondimenti sul Risorgimento italiano vedi qua
L’esperimento della Comune di Parigi e la Terza Repubblica
La schiacciante vittoria Prussiana e le pesanti condizioni di resa imposte alla Francia, decretarono la fine del secondo impero e la proclamazione della Terza Repubblica. Come presidente venne eletto Adolphe Thiers, liberale e conservatore che si trovò ad avere a che fare con un parlamento egemonizzato da deputati filo-monarchici. Nel marzo del 1871 Parigi fu protagonista di una nuova insurrezione popolare da parte degli operai e dei ceti più poveri, i più duramente colpiti dalle dure condizione post-belliche imposte alla Francia e, in particolare, delle loro condizioni di vita rispetto i borghesi. Si venne così a creare, in seguito alla loro insurrezione, la Comune di Parigi, una sorta di governo indipendente che riguardava esclusivamente il territorio della città di Parigi. Si proclama indipendente al governo francese e dichiara di ispirarsi a quei principi di uguaglianza e libertà che erano stati alla base della Rivoluzione francese. La Comune varò importanti riforme come:
- Il suffragio universale;
- L'abolizione dell'esercito permanente (rimpiazzato con due milizie popolari armate;
- Il divieto di lavoro notturno;
- La confisca dei beni della chiesa;
- La revocabilità/elettività di tutti gli incarichi pubblici;
La Comune di Parigi in realtà nasceva come esperienza di democrazia diretta, cioè nella comune non c’era un’elezione di rappresentanti ma erano tutti i cittadini riuniti in assemblea a prendere le decisioni riguardanti la città. I comunardi diventano un ostacolo per lo stesso governo francese che si trova estromesso dalla capitale. Il 21 maggio un esercito formato dal governo di Versailles assale Parigi ponendo fine all’esperimento della Comune.
Riconquistata Parigi e ripristinato l’ordine, nel 1872 l'Assemblea Nazionale introdusse il servizio militare obbligatorio (esercito permanente). L'anno successivo si ultimò il pagamento dell’indennità di guerra ai tedeschi. Successivamente si operò in processo di ritorno alla normalità e si cercò di restaurare la monarchia, cui l'Assemblea Nazionale era favorevole, tuttavia ci furono delle fratture fra i sostenitori dei Borboni e quelli degli Orleans. Questa diatriba consentì nel 1875 la nascita di una costituzione repubblicana in quanto, in maggioranza, piuttosto che appoggiare i Borboni scelsero questa via che garantirà, dopo un decennio di scontri politici tra repubblicani e monarchici, un definitivo assetto repubblicano alla nazione, pur concedendo molto alle pressioni dei monarchici con l’istituzione di una presidenza della Repubblica la cui carica dura sette anni e i cui poteri sono molto estesi (potere esecutivo, potere di sciogliere le Camere). Dall’altra parte i repubblicani otterranno che il potere sia condiviso, sia attraverso la Camera dei Deputati che con l’elezione a suffragio universale). Nel 1879 i repubblicani conquistarono la maggioranza in entrambe le camere con un programma decisamente anticlericale che condusse all’estromissione della Chiesa dall’ambito dell’istruzione, che venne integralmente statalizzata. Inoltre i gesuiti furono espulsi dalla nazione e venne reintrodotto il divorzio nel diritto di famiglia. Accanto a ciò i repubblicani, pur essi divisi tra loro in diverse e attive correnti di potere, giungono a realizzare alcuni positivi punti del loro programma, concernenti la libertà di stampa, la riduzione della giornata lavorativa a dieci ore (obiettivo raggiunto solo nel 1900 grazie all’incalzare del movimento socialista) e il diritto di formazione dei sindacati.
Col tempo, la politica francese si polarizza sempre più nello scontro tra destra filomonarchica e cattolica contro la sinistra radicale, anticlericale e sostenuta dalla massoneria. Fu in questo contesto, nel 1894, che scoppiò l’affare Dreyfus: un giovane ufficiale dell’esercito, di origine ebraica, fu accusato di tradimento per aver consegnato documenti riservati all'ambasciata tedesca. Ma presto sorgono dubbi sull’effettiva colpevolezza dell’accusato. Le autorità dell’esercito, pur di conservare il prestigio dell’istituzione e confermare la condanna, producono falsa documentazione sul caso. In questo conflitto che vedeva schierate da un lato la sinistra repubblicana a sostegno di Dreyfus e dall’altro la destra a sostegno dell’esercito e della ragion di Stato si innestò la questione relativa alle origini ebraiche del capitano. Nel 1898 Emile Zola pubblicò l'atto di accusa “J'accuse” verso il governo, i militari e i giudici che avevano falsificato la verità; ciò spinse alcuni socialisti ad appoggiare Dreyfus. L'anno seguente fu riaperto il processo ma, nonostante le prove schiaccianti, fu nuovamente decretato colpevole. Solo nel 1902 l’ufficiale, la cui pena era stata commutata da ergastolo e deportazione a “semplice” reclusione, fu liberato con un atto di Grazia del Presidente della Repubblica, ma dovette attendere il 1906 per vedere il suo nome riabilitato.
Alcune delle conseguenze di tale scandalo furono l’unione delle sinistre, che da subito si erano schierate a sostegno di Dreyfus, il rafforzamento dei radicali e la ripresa della politica anticlericale, dato che erano stati proprio i cattolici più conservatori a insistere sulla colpevolezza dell’ufficiale (alla base c’era la convinzione che i gruppi ebraici e massonici stavano acquisendo sempre più potere nelle istituzioni francesi e negli ambienti finanziari).
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della Restaurazione in Francia dopo la caduta di Napoleone?
- Come si sviluppò la Francia sotto il Secondo Impero di Napoleone III?
- Cosa rappresentò la Comune di Parigi e quali furono le sue riforme principali?
- Quali furono le dinamiche politiche della Terza Repubblica in Francia?
- Quali furono le implicazioni dell'affare Dreyfus per la politica francese?
La Restaurazione portò a un periodo di insicurezza politica in Francia, con il ritorno dei Borboni al potere che si scontrò con la crescente influenza della borghesia liberale. Questo culminò con l'insurrezione del 1830 contro Carlo X e l'ascesa di Luigi Filippo d'Orléans, che introdusse il concetto di sovranità nazionale.
Sotto Napoleone III, la Francia cercò di riaffermare la sua potenza continentale, partecipando alla guerra di Crimea e appoggiando movimenti nazionali. Tuttavia, la guerra contro la Prussia nel 1870 portò a una sconfitta umiliante e alla perdita dell'Alsazia-Lorena.
La Comune di Parigi fu un esperimento di democrazia diretta e autogoverno, ispirato ai principi della Rivoluzione francese. Tra le sue riforme principali vi furono il suffragio universale, l'abolizione dell'esercito permanente, e la confisca dei beni della chiesa.
La Terza Repubblica vide un conflitto tra repubblicani e monarchici, con i repubblicani che alla fine ottennero il potere. Fu caratterizzata da riforme anticlericali, come l'estromissione della Chiesa dall'istruzione, e da un rafforzamento delle istituzioni repubblicane.
L'affare Dreyfus polarizzò la politica francese, con la sinistra repubblicana che sosteneva Dreyfus e la destra che difendeva l'esercito. Questo scandalo portò all'unione delle sinistre, al rafforzamento dei radicali e a una ripresa della politica anticlericale.