Concetti Chiave
- La Restaurazione mira a restaurare i vecchi regimi monarchici, ignorando i cambiamenti sociali e politici emersi dalla Rivoluzione francese e dall'era napoleonica.
- Il Congresso di Vienna sancisce il ritorno delle monarchie tradizionali e il principio di legittimità, ma non sempre applica tale principio in modo coerente, influenzando i confini europei.
- In Francia, Luigi XVIII concede una Carta Costituzionale che favorisce la nobiltà, mentre in Inghilterra il governo Tory affronta tensioni sociali e economiche post-rivoluzione industriale.
- La riforma elettorale inglese del 1832 amplia il diritto di voto e riduce il controllo dei grandi proprietari, sebbene le classi lavoratrici rimangano escluse dal processo elettorale.
- In Italia, la Restaurazione ripristina il dominio austriaco e i vecchi sovrani, mantenendo politiche reazionarie e oppressive che ostacolano le aspirazioni liberali e indipendentiste.
Indice
- Il fallimento del ritorno all'antico regime
- Modernizzazione e restaurazione degli stati
- Il congresso di Vienna e il principio di legittimità
- Conseguenze della nuova ripartizione europea
- La restaurazione in Francia e Inghilterra
- Riforme e tensioni in Inghilterra
- Restaurazione in Italia e politica reazionaria
Il fallimento del ritorno all'antico regime
Terminata l’esperienza napoleonica i governi vincitori si illusero che il mondo potesse ritornare quello dell’Antico regime, retto dai vecchi sovrani ma si sbagliavano perché la Rivoluzione francese e l’esperienza napoleonica avevano gettato le radici di un cambiamento. Ormai tutti, specie i più giovani, erano consapevoli che bisognava liberarsi dal passato, nel rispetto dei “diritti naturali” (che l’assolutismo si rifiutava di riconoscere ma che erano stati garantiti in Francia sia dalla Rivoluzione che del codice napoleonico).
Modernizzazione e restaurazione degli stati
Gli Stati si modernizzarono nelle loro strutture . Si fece ricorso ad un efficiente corpo di polizia, alla coscrizione obbligatoria (leva obbligatoria) ,alla presenza di prefetti di nomina governativa appoggiati da una potente burocrazia. Artefici di questo Stato moderno nella struttura erano i nobili, il clero e la classe possidente, desiderosi di riconquistare, attraverso la pace, i privilegi e i beni perduti dopo i continui sconvolgimenti del periodo napoleonico. L’aristocrazia pretese di ricostituirsi come classe egemone, tornando ad occupare le più alte cariche dello Stato, dell’esercito e della diplomazia a danno del ceto borghese e rilanciando un’economia di tipo agricolo a scapito di quella mercantile e industriale.
Nobiltà e clero ristabilirono la propria alleanza al fine di regolamentare i reciproci interessi. Fu ricostituita la Compagnia di Gesù (1814 - Pio VII ) che Clemente XIV aveva sciolto, spinto dalle pressioni dei sovrani che volevano eliminare il potere dei gesuiti. Questa tendenza tornare al passato insieme al rifiuto dell’idea di sovranità popolare caratterizzò il periodo storico detto età della Restaurazione.
Il congresso di Vienna e il principio di legittimità
Il ripristino dei vecchi regimi monarchici fu sancito durante il Congresso di Vienna (1814-1815), voluto dal primo ministro austriaco Metternich. Più di quattrocento furono i partecipanti e , tra essi, Charles - Maurice de Talleyrand che, già Ministro degli esteri di Napoleone (fino al 1809, anno in cui fu allontanato dall'imperatore stesso) si trovava ora in una delicata posizione a dover difendere le sorti della Francia e del suo sovrano Luigi XVIII di Borbone, fratello di Luigi XVI ghigliottinato dai rivoluzionari. Talleyrand abilmente chiese giustizia per il suo sovrano, al quale andava “legittimamente” restituito il trono appartenuto ai suoi avi ed inoltre chiese il ripristino dei vecchi confini per il suo paese. I partecipanti al congresso accolsero e fecero proprio il principio di legittimità proposto che consentiva di ignorare le idee di sovranità popolare che si erano affermate durante la Rivoluzione e la conseguente aspirazione ad una carta costituzionale.
Conseguenze della nuova ripartizione europea
Il principio di legittimità non sempre fu applicato :
•L’Austria non “restaurò” la Repubblica di Venezia
•La Sassonia fu mutilata a vantaggio della Prussia
•La Polonia scomparve a favore della Prussia, dell’Austria e della Russia
•Non fu restaurata la Repubblica di Genova ma fu ingrandito il regno di Sardegna con l’annessione della Liguria
•Il Belgio (antico possedimento austriaco) fu annesso all'Olanda e si formarono i Paesi Bassi.
Furono dunque rafforzati gli stati confinanti con la Francia che ebbero un ruolo di stati-cuscinetto, una sorta di guardia armata della Restaurazione con lo scopo di evitare nuovi tentativi espansionistici. Inoltre il 26 settembre 1815 Austria, Prussia e Russia si unirono in una coalizione permanente, la Santa Alleanza ,allo scopo di garantire una nuova era di pace. All'Alleanza aderirono Francia, Sardegna, Paesi Bassi e Svezia. L’Inghilterra se ne tenne fuori per non sottoscrivere l’origine divina dell’autorità regia ma strinse un legame diplomatico con Austria, Prussia e Russia, dando vita alla Quadruplice Alleanza.
La nuova ripartizione dell’Europa fu fonte di agitazione e nuove guerre. Si aggravò il dualismo tra Prussia e Austria. Anche in Italia crebbe il malcontento perché essa finì per diventare un dominio dell’Austria mentre in Russia lo zar Alessandro I esercitava il proprio dispotico potere attraverso un rigido apparato burocratico.
La restaurazione in Francia e Inghilterra
Dopo la caduta di Napoleone , in Francia fu restaurata la dinastia borbonica con Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI (che era stato ghigliottinato nel 1793). Egli dovette affrontare
•le forze ultraconservatrici , convinte della necessità di dover restituire beni e privilegi a nobili e clero queste forze erano guidate dal fratello del re, conte di Artois Carlo
•la classe borghese , preoccupata da una possibile svolta involutiva dopo la sostituzione del tricolore rivoluzionario con la bandiera bianca con i gigli d’oro dei Borboni.
Nel 1814 Luigi XVIII concesse la Carta Costituzionale ma essa era tutt'altro che democratica, tant'è che ben presto la monarchia borbonica divenne strumento di potere per la nobiltà (Luigi XVIII addirittura approvò una legge secondo cui gli appartenenti ai censi più elevati avevano diritto a due voti a testa.
Riforme e tensioni in Inghilterra
Anche la gran Bretagna ci fu una restaurazione come per l’Europa continentale. Il governo era nelle mani del partito conservatore Tory, che aveva condotto e vinto la lotta contro la Francia . L’Inghilterra intanto stava attraversando un momento difficile
•a causa delle agitazioni sociali sorte in conseguenza della rivoluzione industriale.
•Con la ripresa dopo la guerra inoltre gli Stati europei non avevano più necessità di importare merci dall'Inghilterra ed il grano altrove costava meno. Ciò ovviamente portava danno all'aristocrazia terriera inglese che il governò cercò di eliminare varando una legge che istituiva un rigido dazio sulle importazioni. Ciò comportò un aumento dei prezzi che danneggiò ancor più le classi povere.
•Altre leggi invece limitavano la libertà di stampa e di associazione
Prime riforme in materia di lavoro e di libertà religiosa
Negli anni ’20 l’Inghilterra varò le prime leggi in materia di lavoro e riconobbe la piena parità di diritti politici e civili agli appartenenti a qualsiasi confessione religiosa. Ciò fu fatto per eliminare i conflitti tra inglesi protestati e irlandesi cattolici (sorti dopo l’annessione dell’Irlanda all'Inghilterra) che di fatto erano stati privati di molte libertà.
L’aristocrazia inglese, temendo la diffusione di nuove idee reazionarie (dopo la rivoluzione di Parigi del 1830), decise di appoggiare il nuovo governo Whig. Esso, nel 1832, varò un’importantissima legge elettorale che aumentava il numero degli elettori (prima avevano diritto al voto solo coloro che avevano un reddito molto elevato ed il voto era pubblico, pertanto soggetto ad intimidazioni e controlli) e fu messa in discussione la supremazia dei grandi proprietari fondiari. Contadini, operai e artigiani continuarono ad essere esclusi dal censo mentre nella Camera dei Comuni la rappresentanza delle città industriali acquistò un peso consistente.
Restaurazione in Italia e politica reazionaria
Anche in Italia fu ristabilita la situazione pre-napoleonica :tornarono al potere i vecchi sovrani detronizzati e fu restaurato il dominio austriaco che esercitava una politica reazionaria ed ultraconservatrice. La Restaurazione fu applicata anche negli stati che non dipendevano dall'Austria.
•Nel Regno delle Due Sicilie tornò Ferdinando I di Borbone (che dovette essere invitato alla moderazione dallo stesso imperatore d’Austria)
•Nel Regno di Sardegna tornarono i Savoia
•Il Papa tornò nello Stato Pontificio , dove fu abolito il codice napoleonico e reintrodotta la tortura.
•Nel Lombardo-Veneto gli Austriaci mantennero il codice napoleonico ed introdussero importanti migliorie : resero l’istruzione elementare obbligatoria, costruirono strade, diedero nuovo impulso all'agricoltura e all'industria(seta e cotone).Adottarono comunque una politica anti-liberale e oppressiva, traendo i due quinti delle proprie entrate dal prelievo fiscale locale e vietando l’impianto di stabilimenti con un numero notevole di operai.
•Nel Granducato di Toscana Ferdinando III di Lorena (fratello dell’imperatore d’Austria) e Leopoldo II,(suo figlio e successore), diedero vita a un governo tollerante e illuminato migliorando le condizioni di vita dei contadini, grazie a opere di bonifica e al ricorso alla mezzadria.
•Nel ducato di Parma e Piacenza si ebbe il governo tollerante di Maria Luisa d’Austria (già moglie di Napoleone).
•Nel ducato di Modena e Reggio con Francesco IV si ebbe un governo conservatore e repressivo.
La politica reazionaria di quasi tutti i sovrani, esasperata dalle persecuzioni della polizia e i rigidi controlli su stampa, associazioni e movimenti politici ,rendevano la dominazione straniera oppressiva, ingiusta, antidemocratica per cui veniva a cadere ogni aspirazione ad un sistema liberale e all'indipendenza.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della Restaurazione in Europa dopo la caduta di Napoleone?
- Quali furono le decisioni principali del Congresso di Vienna?
- Come si manifestò la Restaurazione in Francia e in Gran Bretagna?
- Quali furono le riforme introdotte in Inghilterra negli anni '20 e '30?
- Come si manifestò la Restaurazione in Italia?
Dopo la caduta di Napoleone, i governi vincitori cercarono di ripristinare l'Antico regime, ma le idee di cambiamento introdotte dalla Rivoluzione francese e dall'esperienza napoleonica avevano già preso piede. Gli stati si modernizzarono, ma l'aristocrazia cercò di riconquistare i privilegi perduti, portando a tensioni sociali e politiche.
Il Congresso di Vienna sancì il ripristino dei vecchi regimi monarchici e adottò il principio di legittimità, ignorando le idee di sovranità popolare. Tuttavia, non tutte le decisioni furono coerenti con questo principio, come la mancata restaurazione della Repubblica di Venezia e la spartizione della Polonia.
In Francia, la dinastia borbonica fu restaurata con Luigi XVIII, che dovette affrontare le forze ultraconservatrici e la classe borghese. In Gran Bretagna, il partito conservatore Tory mantenne il potere, affrontando agitazioni sociali e varando leggi protezionistiche e restrittive.
Negli anni '20, l'Inghilterra introdusse leggi sul lavoro e riconobbe la parità di diritti politici e civili per tutte le confessioni religiose. Nel 1832, il governo Whig varò una riforma elettorale che ampliò il numero degli elettori e ridusse la supremazia dei grandi proprietari fondiari.
In Italia, la Restaurazione riportò al potere i vecchi sovrani e ristabilì il dominio austriaco. Ogni stato italiano adottò politiche reazionarie e conservatrici, con alcune eccezioni di governi più tolleranti, ma in generale la dominazione straniera fu oppressiva e antidemocratica.