Concetti Chiave
- Mentre Giulio Cesare conquista la Gallia, il Senato a Roma teme il suo potere crescente e rifiuta di prorogargli il comando, portandolo a varcare il Rubicone e diventare nemico della Repubblica.
- L'attraversamento del Rubicone da parte di Cesare nel 49 a.C. segna l'inizio della guerra civile contro Pompeo, sostenuto dal Senato e dalle legioni in Spagna.
- Dopo aver sconfitto Pompeo a Farsalo nel 48 a.C., Cesare si reca in Egitto, dove instaura una relazione con Cleopatra e consolida il suo potere.
- Cesare continua le sue vittorie in Africa e Spagna, culminando con la sua nomina a dittatore a vita nel 46 a.C., consolidando il suo potere a Roma.
- Nonostante le riforme e l'accentramento del potere, cresce il timore di un ritorno alla monarchia, portando alla sua uccisione alle Idi di marzo del 44 a.C.
In questo appunto si descrive Giulio Cesare e l'attraversamento del fiume Rubicone. Mentre Giulio Cesare è fuori da Roma, impegnato alla conquista della Gallia, Crasso viene vinto e ucciso in una sfortunata spedizione contro il feroce popolo orientale dei Parti (53 a. C.). A Roma rimane Pompeo, che aveva governato la Spagna per mezzo di legati senza stabilirsi colà. Pompeo conquista la fiducia del Senato, appoggiandolo e riportando l’ordine a Roma, ancora turbata da lotte interne.
A questo punto Cesare e Pompeo sono rimasti soli, e la storia li renderà rivali.
Indice
Giulio Cesare attraversa il Rubicone
Mentre è impegnato alla conquista della Gallia, Giulio Cesare chiede al Senato una proroga nel comando, ma il Senato glielo rifiuta. Teme infatti il forte consenso che Giulio Cesare ha tra i suoi uomini e soprattutto teme che egli ambisca a diventare imperatore. Cesare allora, in procinto di rientrare a Roma, rifiuta di sciogliere l’esercito e tornare da privato cittadino. Marcia verso Roma con il suo battaglione formato da cinquemila fanti e trecento cavalieri e varca il fiume Rubicone, in Romagna (che segnava il confine del territorio amministrato dal Senato). È il 10 gennaio 49 a.C., e Cesare pronuncia la storica frase “Alea iacta est”, il dado è tratto. Oltrepassando il confine del Rubicone, egli era divenuto infatti un nemico della Repubblica, poiché a nessuno era concesso varcarlo. L’episodio del Rubicone segna così l’inizio della guerra civile e della decadenza dell’Impero Romano. Il Senato chiama Pompeo a difesa della Repubblica: mentre Cesare ha il favore del popolo e dei suoi fedelissimi soldati, Pompeo è forte dell’appoggio del Senato e delle legioni in Spagna, nonché del grande prestigio che ha ottenuto in Oriente.
Per ulteriori approfondimenti su Giulio Cesare vedi qui
La guerra civile tra Cesare e Pompeo
Ma mentre Giulio Cesare si avvicina a Roma, Pompeo e i capi del partito senatoriale fuggono a Brindisi e decidono di imbarcarsi per l’Epiro. Lì, infatti, contavano di raccogliere un esercito ben organizzato. Così, Cesare entra a Roma, e senza bisogno di uccidere o perseguitare nessuno, si impadronisce del tesoro pubblico, abbandonato dai suoi avversari nella fuga precipitosa, e si prepara a combattere. Poi egli si reca in Grecia, dove vince contro le truppe di Pompeo nella battaglia di Farsalo, in Tessaglia (48 a.C.). A seguito della battaglia allora, Pompeo fugge con un piccolo esercito in Egitto, dove punta all’appoggio di re Tolomeo, in contrasto con la sorella Cleopatra che aspirava ad ottenere il trono. I cortigiani del re Tolomeo però lo fanno uccidere.
Così, quando Giulio Cesare arriva in Egitto, spodesta Tolomeo e offre il trono a Cleopatra, di cui si è innamorato e con la quale inizia una lunga relazione. Cesare rimane in Egitto per quasi un anno. Seppure Pompeo è stato annientato però, sa che i suoi alleati sono ancora da sconfiggere. Riprende allora la guerra civile e Cesare combatte e vince contro i pompeiani a Tapso e a Utica, due città dell’Africa settentrionale. Prosegue poi in Spagna, dove nuovamente sconfigge i pompeiani a Munda, nel 45 a.C. A questo punto, Cesare torna vittorioso a Roma e, forte del potere ottenuto, a metà del 46 a.C., viene nominato dittatore a vita dal Senato.
Per ulteriori approfondimenti sulla guerra civile tra Cesare e Pompeo vedi qui
Il potere di Giulio Cesare e il timore per la Repubblica
Conquistato il potere, Giulio Cesare ottiene la nomina di dittatore a vita e riesce a farsi concedere dal senato molti privilegi tra cui quello di Princeps Senatus, ad esempio, cioè il primo tra i senatori. Ottiene poi il controllo sulle magistrature, la vigilanza sui costumi e il potere di dichiarare guerra. Durante la sua dittatura egli attua anche alcune riforme: ad esempio richiama gli esuli a Roma e facilita il pagamento dei debiti, accresce la popolazione concedendo la cittadinanza anche ai Galli e amplia l’accesso al Senato concedendo la nomina senatoriale anche a cavalieri italici e ai provinciali. Inoltre, fonda nuove colonie, ridistribuisce le terre e regola e limita l’uso degli schiavi. Avvia anche opere di urbanizzazione che creano nuovi e numerosi posti di lavoro e riforma il calendario che diviene simile al nostro, di dodici mesi e 365 giorni e attribuisce ad uno dei dodici mesi il proprio nome, Iulius (luglio).
Ottenuti ormai pieni poteri e accentrato su di sé tutto il comando, Giulio Cesare inizia però a far insospettire in molti. Il popolo e il Senato comincia infatti a temere che egli stia minando la Repubblica e che voglia riportare la monarchia a Roma. Inoltre iniziano a destare preoccupazione anche le mire espansionistiche del dittatore, che potrebbero riportare Roma in una situazione di guerra, mentre ciò che chiede il popolo è solo la pace. Questo malcontento generale porterà dunque alla congiura dei senatori e all’uccisione di Cesare da parte di Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio il 15 marzo del 44 a.C. (durante le famose Idi di marzo).
Per ulteriori approfondimenti sulla dittatura di Cesare vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'evento che ha segnato l'inizio della guerra civile tra Cesare e Pompeo?
- Come ha reagito Pompeo all'avanzata di Cesare verso Roma?
- Quali furono le conseguenze della vittoria di Cesare nella battaglia di Farsalo?
- Quali riforme attuò Giulio Cesare durante la sua dittatura?
- Cosa portò alla congiura contro Giulio Cesare?
L'evento che ha segnato l'inizio della guerra civile è stato l'attraversamento del fiume Rubicone da parte di Giulio Cesare il 10 gennaio 49 a.C., quando ha pronunciato la frase "Alea iacta est".
Pompeo e i capi del partito senatoriale sono fuggiti a Brindisi e si sono imbarcati per l'Epiro, dove contavano di raccogliere un esercito ben organizzato.
Dopo la vittoria nella battaglia di Farsalo, Pompeo fuggì in Egitto, dove fu ucciso. Cesare, arrivato in Egitto, spodestò Tolomeo e offrì il trono a Cleopatra, con cui iniziò una relazione.
Durante la sua dittatura, Cesare richiamò gli esuli a Roma, facilitò il pagamento dei debiti, concesse la cittadinanza ai Galli, ampliò l'accesso al Senato, fondò nuove colonie, ridistribuì le terre, regolò l'uso degli schiavi e riformò il calendario.
Il malcontento generale per il potere accentrato da Cesare, il timore che volesse riportare la monarchia a Roma e le sue mire espansionistiche portarono alla congiura dei senatori e alla sua uccisione il 15 marzo del 44 a.C.