
Stiamo parlando di Irene D'Intino e Piero Piperno, due under 40 che un'anno fa hanno aperto una libreria di tre piani in centro, Spazio Sette. A un anno di distanza centinaia sono gli scrittori che sono passati dal loro salotto così come i ragazzi e le ragazze diventati abituali clienti e avidi lettori.
Piero e Irene nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci hanno parlato dell'importanza della lettura cercando di confutare il classico luogo comune delle nuove generazioni che non leggono più.
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La passione per la lettura
Come ci dice subito Piero che ci tiene a sottolineare di aver frequentato il liceo scientifico "nonostante avessi una predilezione per le materie classiche, sono andato bene nei primi anni poi è iniziato un lento declino. Questo ha portato ad una bocciatura e ad una brevissima carriera universitaria.A fargli eco è Irene che non manca di sottolineare come il liceo classico, da lei frequentato, sia "notoriamente più complicato". Lei era una studentessa che si collocava "nella nella fascia medio-alta, mi mantenevo con dignità. Mai voti splendidi eccetto la Maturità che è andata molto bene". Apparentemente, eccetto l'eterna disputa tra liceo classico e scientifico, sembrerebbero non avere dei punti in comune.
In realtà una cosa c'è ed è la passione per la lettura che per Piero "è sempre stata un rifugio, un passatempo, una passione". Stessa cosa per Irene che sottolinea come "tante cose che ho letto durante il mio percorso scolastico poi le ho apprezzate dopo".
I classici luoghi comuni sulla lettura e i giovani
Tanti i luoghi comuni sui giovani che non leggono più come una volta, ma quasi mai ci si ferma a riflettere sui motivi. Con un passato nell'editoria dei ragazzi, Irene sottolinea come, per esempio, a scuola "si propongono delle letture distanti dai gusti dei ragazzi anche se qualitativamente superiori. Però non dimentichiamoci che a far scattare la voglia di fare qualcosa è la passione"."Tanti i genitori che dicono 'mio figlio non legge'. A loro bisognerebbe chiedere:'voi leggete?'Spesso anche l'esempio può fare la differenza". "Anche se" - aggiunge Piero - "non so se è vero che si legge di meno visto che in libreria i ragazzi entrano: si capisce che sono lettori forti e spesso scelgono anche delle letture impegnative".
La nascita di Spazio Sette
"Il mio sogno era quello di aprire una piccola fumetteria al centro di Roma perché da lettore so che ce ne sono poche. Poi mi sono lasciato prendere la mano..." Dal sogno di Piero è nata Spazio Sette, libreria che si trova all'interno del palazzo Cavallerini Lazzaroni in via dei Barbieri. Il palazzo, tra Campo de' Fiori e Largo di Torre Argentina, risale al 1600 e nasconde degli splendidi affreschi realizzati da Giacinto e Ludovico Gimigliani.Restaurato negli anni '50 del secolo scorso dall'architetto Mario Fiorentino, è stato sede di un negozio di arredamento che era diventato una vera istituzione nella Capitale e che, difatti, si chiamava Spazio Sette. "Da qui" - sottolinea Irene - "il nome della nostra libreria visto che sapevamo e sappiamo che i romani erano molto affezionati a questo posto gestito da due persone illuminate".
Il modello di libreria internazionale a misura di GenZ
Spazio Sette però non è una semplice libreria ma, come dice Piero, segue una sorta di modello internazionale. "Noi abbiamo sempre pensato che questo spazio sarebbe potuto sopravvivere solamente riempiendolo di cose così all'interno della nostra libreria convivono varie anime: degli incontri, le conferenze al punto bar e le mostre"."L'idea è quella di dare alle persone la possibilità, durante il giorno, di venire a godersi un posto del genere senza pagare il biglietto e magari intercettare un evento interessante, una presentazione che non si aspettavano di trovare..." Difatti a un anno da quell'apertura che sembrava un azzardo a tutti gli effetti, il bilancio è positivo.
"Abbiamo notato un grande interesse verso la nostra iniziativa sin da subito e, pian piano, stiamo costruendo una bella comunità di persone che poi ritornano. Sicuramente anche per il fatto che possano venire qui a parlare con i librai, chiedere un consiglio, trascorrere del tempo" aggiunge Irene.
Paolo Di Falco