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di paolodifalco01
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Chiara SchettinoSolamente 22 anni ma ha già lavorato alla Silicon Valley e ha fondato Conthackto ovvero la prima piattaforma di challenge digitali che va a connettere gli studenti delle superiori di tutta Italia. Siamo parlando di Chiara Schettino che, tra le tante cose, ha anche collaborato con un team internazionale in grado di prediagnosticare il covid classificando i flussi sonori della voce delle persone.

Oltre ad essere la più giovane al mondo ad aver conseguito la certificazione di Scrum Product Owner che attesta le competenze nel campo dell’innovazione manageriale, Chiara ha creato Rosso cioè una startup innovativa che cerca di aumentare il numero di donazioni di sangue da parte di giovani under 35.

E' tra i 25 giovani changemaker under 25 italiani selezionati dell'iniziativa Gen C, che si propone di identificare le storie di giovani che, attraverso le loro innovazioni, si stanno impegnando per realizzare azioni ed iniziative di protagonismo giovanile nei propri territori.

Chiara nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha raccontato com'è nata l'idea di Rosso e come attraverso un piccolo gesto ognuno di noi può contribuire a salvare una vita.

Gli hackathon e il lavoro in Silicon Valley

La passione di Chiara per l'innovazione è nata tra i banchi di scuola o, meglio, tra i banchi del liceo classico europeo di Avellino dove a 15 anni ha avuto la possibilità di partecipare ad un hackathon cioè, come ci spiega lei, "una maratona progettuale, un evento dove si mettono in gioco persone con background differenti provenienti da luoghi diversi. In sostanza c'è una sfida da affrontare con l'obiettivo di sviluppare un progetto che vada a risolvere quel problema. E' molto divertente vista anche l'opportunità di conoscere persone e realtà diverse, scambiare idee e confrontarsi. Io lo consiglio soprattutto agli studenti che, come me, vengono da realtà scolastiche piccole".

Quel primo hackathon però l'ha perso visto che "non avevo ben capito il valore dell'evento. Successivamente la scuola me ne ha proposto un altro e poi altri ancora e questi sono diventati come uno sport: ne facevano uno al mese e, visto che erano online, durante il covid ne facevo uno alla settimana". A portala nella Silicon Valley californiana è stato un hackathon organizzato dal Ministero dell'Istruzione:"Eravamo quattro diciassettenni a San Francisco a lavorare ad un progetto che pensavamo non potesse avere nessun futuro. E' stato incredibile e ho avuto l'opportunità di conoscere altri ragazzi con cui ho creato una community che si chiama Conthackto: l'obiettivo era quello di spiegare ai nostri compagni di banco quello che avevamo appreso in Silicon Valley. Questa si è poi trasformata nella prima piattaforma online di hackathon per la scuola italiana e adesso è una community dove facciamo orientamento per i ragazzi dai 13 ai 18 anni".

La pandemia e il primo esame di Maturità online in Italia

"La pandemia" - come ci dice Chiara - "è stata la scusa che mi ha fatto avvicinare al mondo della sanità: tra i vari hackathon online a cui ho partecipato ce n'è stato uno in cui abbiamo creato insieme ad un team internazionale un algoritmo in grado di diagnosticare il covid attraverso i flussi della voce. Un lavoro complicato visto che in Italia non c'erano ancora pazienti covid e, difatti, riuscire ad ottenere voci per allenare l'algoritmo era molto difficile".

"Un altro tema che mi ha fatto avvicinare molto al mondo della sanità è stato il mio periodo di degenza in ospedale visto che, sempre durante la pandemia, ho affrontato una leucemia. Fortunatamente adesso sto bene ma sono stati anni duri. Il covid sicuramente, da una parte, mi ha aiutato molto ed ha aiutato tutte le persone che come me si ritrovavano chiuse in ospedale visto che i pazienti oncologici devono sempre avere la mascherina. In quel periodo tutti intorno a noi avevano la mascherina, tutti erano molto più attenti".

"Quella situazione surreale ha dato la possibilità a chi era ammalato di poter continuare a vivere. Io per esempio ho fatto la Maturità online: è stata la prima Maturità classica d'Italia con il covid ed è stata veramente facile organizzarla. Forse senza il covid sarebbe stata più complessa. L'anno passato in ospedale, inoltre, è stato l'anno in cui ho conosciuto più persone visto che era molto facile raggiungerle online con quelle chiamate che erano diventate la normalità per tutti".

Rosso e l'obiettivo di aumentare le donazioni di sangue degli under 35

E' stato a partire dalla sua esperienza con la leucemia che Chiara ha sviluppato Rosso visto che "quando ero in ospedale ricevevo molto sangue e, tra l'altro, mi trovavo nella città con l'emergenza sangue più alta d'Italia ovvero Roma. Ogni volta aspettavo più di 15 ore per due sacche di sangue e da lì, ora che sto bene, ho pensato di fare qualcosa per provare a risolvere quel problema. Oggi In Italia la media d'età dei donatori di sangue è superiore ai 45 anni e si può donare fino ai 60-65: questo ci fa capire come sia molto alta".

"Essere un donatore è semplice? Sì ma il punto è che la nostra generazione non ha voglia di informarsi, chiamare, mettere troppo impegno in questo tipo di azioni e per questo con Rosso accompagniamo i donatori in tutto il viaggio della donazione: dalla presa in considerazione dell'idea di donare fino alla donazione vera e propria che deve ripetersi nel tempo. Gli uomini possono donare ogni 90 giorni, le donne in età fertile due volte all'anno. Donare costa poco, 10 minuti all'incirca, e i requisiti minimi sono: avere 18 anni e pesare 50 kg. Per gli studenti c'è anche il giorno a scuola giustificato. Questo piccolo gesto è importantissimo visto che oggi in Italia ci sono un milione e mezzo di donatori, a causa dell'assenza di un ricambio generazionale, siamo in momento di difficoltà".

"Oggi" - conclude Chiara - "sono molto determinata per far sì che il mio contributo sia di valore nel mondo delle donazioni del sangue: io per prima ho subito sulla mia pelle l'emergenza sangue, io per prima so cosa significa attendere 15 ore che sono estenuanti in mancanza di globuli rossi. Oggi il mio obiettivo, insieme alle altre persone, è quello di accorciare le 15 ore di attesa di qualcun altro".

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 17 Febbraio 2023, Ore 16:51
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