Concetti Chiave
- Orlando, il protagonista della Chanson de Roland, suona l'olifante con grande dolore durante la battaglia di Roncisvalle, un segnale di aiuto per l'imperatore Carlo Magno e i suoi cavalieri.
- Il corno viene suonato da Orlando solo quando è vicino alla morte, simboleggiando il suo sacrificio eroico e il suo rifiuto di arrendersi ai nemici Mori.
- La scena descrive Orlando come un guerriero fedele e religioso, che preferisce morire piuttosto che cedere alla sconfitta, chiedendo perdono a Dio per i suoi peccati.
- La Chanson de Roland è un poema epico medievale anonimo scritto in lingua d'oïl nel XII secolo, che narra eventi storici, seppur rielaborati, legati alla battaglia di Roncisvalle del 778 d.C.
- L'opera ha avuto un impatto significativo sulla tradizione letteraria epica cavalleresca, influenzando autori italiani come Pulci, Boiardo e Ariosto nei loro racconti delle gesta di Orlando.
Questo appunto di epica per la scuole contiene un estratto del testo Orlando suona il corno, tratto da La Chanson de Roland, con parafrasi e commento dell'opera.
Orlando suona il corno
Il conte Orlando con grande pena e affanno,dolorosamente suona l'olifante.
Dalla Bocca gli zampilla il sangue
chiaro: gli si rompe la tempia del cervello.
La voce del corno si spande lontano:
la sente Carlo che sta passando i valichi,
la ascolta Naimes , l'ascoltano i franchi.
Dice il Re: "Sento il Corno di Orlando!
Mai lo suonerebbe se non stesse combattendo."
Parafrasi
Il conte Orlando, con immenso tormento e angoscia e provando un forte dolore, suona il corno d'avorio.
Dalla sua bocca fuoriesce del sangue chiaro: la tempia del cervello sembra scoppiare.
Il suono dell'olifante si propaga a grande distanza: lo ode l'imperatore Carlo Magno mentre attraversa da una parte all'altra il monte, lo sentono il duca Naimes e i Franchi.
Carlo Magno esclama: "Odo l'olifante di Orlando! Non l'avrebbe mai suonato se non fosse impegnato in un combattimento."
Il testo continua: Gano interviene: "Non si sta svolgendo nessun combattimento! Ormai siete anziano e pallido come un albero fiorito; parlate come se foste un bambino. Sapete perfettamente che Orlando è presuntuoso; mi stupisco che Dio ancora lo sopporti. Conquistò Noples senza il vostro consenso; i Saraceni lasciarono la città e combatterono contro il servitore del re, Orlando. Cercò poi di pulire ogni traccia di sangue lasciata sui prati in modo da nascondere tutto. Suona l'olifante per una sciocchezza. Desidera solo mostrarsi ai compagni d'armi: nessuno osa combattere contro di lui. Continuate il vostro viaggio! Perché indugiare? La Francia è ancora distante."
Dalla bocca del Conte Orlando fuoriesce sangue, le tempie esercitano una forte pressione sulla testa.
Suona il corno con fatica e con sofferenza.
Lo odono re Carlo ed i Francesi.
Il re esclama: "Il suono del corno è costante!"
Il duca Naimes ribatte: "Lo sta suonando un uomo valoroso! Sono certo che stia combattendo! È stato tradito da una persona che vuole ostacolarvi. Prendete le armi, pronunciate a voce alta il grido di battaglia, aiutate chi combatte per voi. È chiaro che Orlando abbia bisogno di aiuto!"
Come si suona il corno nell'opera
Questo passo è tratto dalla seconda parte del poema cavalleresco medievale Chanson de Roland, un poemetto epico anonimo, ossia non ci è pervenuto il nome dell'autore di quest'opera, scritta in lingua d'oïl presumibilmente nel XII secolo. L'episodio narra la battaglia di Roncisvalle nella quale il conte Orlando (Roland), protagonista del poema ed eroico paladino di Carlo Magno, cade in un'imboscata dei nemici Mori, che lo catturano con l'aiuto del traditore Gano di Maganza. Orlando, fino alla morte, non cede e si rifiuta di suonare il corno, l'oggetto utilizzato all'epoca per richiamare i rinforzi dei Franchi durante le battaglie. Orlando sa che la sua fine è giusta e si accinge a suonare il corno solo quando si accascia morente a terra. Quando arrivano i rinforzi, il re Carlo e i suoi cavalieri fedeli si vendicano contro i nemici che hanno ammazzato Orlando e spazzano via l'esercito dei Mori, inseguendoli fino all'Ebro, grazie anche all'aiuto di dio, che allunga le ore di sole di quel giorno per consentire la vittoria definitiva. Durante l'episodio, che coincide quindi con la morte del paladino Orlando, egli viene descritto come un perfetto "guerriero della fede", che preferisce perire piuttosto che far cadere il suo esercito nel tranello nel quale è caduto anche lui. Chiede quindi perdono a Dio per i suoi peccati in terra. In questa scena del poema, Orlando appare più preoccupato di mostrarsi vincitore-vittima degli odiati "infedeli" musulmani, poiché ciò che più conta è la vittoria contro il nemico; la morte è solo una conseguenza inevitabile e ben accetta purché conduca alla vittoria della battaglia in nome di dio.
Orlando viene quindi ricordato come l'eroe valoroso e senza paura, perché si rifiuta di suonare il corno per chiamare i rinforzi e deciderà di farlo solo alla sua fine, morente, per annunciare il suo sacrificio al proprio re. Muore così, dopo aver cercato di spezzare la sua spada affinché non cadesse nelle mani dei nemici, voltandosi verso di loro in segno di coraggio. Orlando viene anche ricordato per il sue essere molto devoto e religioso, poiché chiede perdono a Dio per i suoi peccati e rivolge a Lui il proprio guanto destro, in segno di totale sottomissione.
Commento all'opera
Orlando, il conte Roland della tradizione letteraria francese, e la sua morte sono ispirati a un fatto storicamente accaduto, ovvero la battaglia di Roncisvalle del 778 d.C., durante la quale una componente di soldati dell'esercito dei Franchi (anticamente i francesi) cadde in un'imboscata dei nemici (in realtà, è più probabile che si trattasse di una battagli aocmbattuta contro i Baschi e non i Saraceni, ossia i Mori) e venne sconfitta. Durante lo scontro, molti soldati e cavalieri persero la vita, perciò è plausibile che qualcuno di questi si fosse distinto durante la battaglia per le sue gesta eroiche e fosse perciò diventato l'eroe della guerra.
Al tempo delle Chansons de geste, ossia nel periodo in cui le gesta eroiche di guerra venivano rielaborate oralmente e raccontate a corte come storie di eroi, il fatto venne rielaborato secondo i canoni letterari dell'epoca e venne così incluso tra le storie di guerre combattute dai cavalieri di Carlo Magno contro i Mori di Spagna, mentre Orlando venne trasformato in un eroe militare che combatteva contro gli "infedeli", secondo quelle che erano le storie raccontate durante il clima delle prime Crociate.
Il successo della Chanson de Roland fu tale da influenzare profondamente tutta la successiva tradizione epico-cavalleresca, che si ispira appunto al ciclo carolingio. Anche nell'epica cavalleresca italiana il poema Morgante del Pulci racconta la battaglia di Roncisvalle, mentre L'Orlando innamorato di Boiardo si interrompe prima della conclusione, ossia prima della morte dell'eroe. In ultimo, anche L'Orlando Furioso di Ariosto finisce con la definitiva sconfitta dei Saraceni, senza accennare alla morte dell'eroe.
Per ulteriori approfondimenti su La Chanson de Roland vedi anche qua.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico della morte di Orlando nella Chanson de Roland?
- Perché Orlando suona il corno solo alla fine?
- Qual è il significato del corno nell'opera?
- Come viene descritto Orlando nel poema?
- Qual è l'influenza della Chanson de Roland sulla tradizione epico-cavalleresca?
La morte di Orlando è ispirata alla battaglia di Roncisvalle del 778 d.C., dove i Franchi caddero in un'imboscata, probabilmente dei Baschi, e non dei Mori come narrato nel poema.
Orlando suona il corno solo quando è morente per annunciare il suo sacrificio al re Carlo, preferendo morire piuttosto che chiedere aiuto e cadere nel tranello nemico.
Il corno, o olifante, è usato per richiamare i rinforzi durante le battaglie, ma Orlando lo suona solo alla fine, simbolizzando il suo eroismo e sacrificio.
Orlando è descritto come un valoroso guerriero della fede, devoto e coraggioso, che preferisce morire piuttosto che far cadere il suo esercito in un tranello.
La Chanson de Roland ha influenzato profondamente la tradizione epico-cavalleresca, ispirando opere come il Morgante di Pulci e l'Orlando Furioso di Ariosto.