ciocino91
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Concetti Chiave

  • Calvino's early works, like "Il sentiero dei nidi di ragno," showcase fresh neorealism through vivid depictions of wartime Liguria and the partisan experience.
  • His interest in the fantastic is evident in the trilogy "I nostri antenati," which explores human behavior and rationality through allegorical narratives.
  • Calvino's "Le cosmicomiche" blends scientific hypotheses with humor, creating unique narratives that explore cosmic themes through the character Qfwfq.
  • "Le città invisibili" is a series of imaginative city descriptions, presenting a dialogue between Marco Polo and Kublai Khan, reflecting the complexity of civilization.
  • In "Se una notte d’inverno un viaggiatore," Calvino experiments with narrative structures, involving the reader in a metafictional journey through multiple story beginnings.
Questo appunto ha l’obbiettivo di presentare le caratteristiche principali della narrativa e delle opere dello scrittore Italo Calvino, figura portante della letteratura e della narrativa italiana nel secondo Novecento.
Italo Calvino - Narrativa, opere e significato dell'opera articolo

Indice

  1. Il tempo dell’impegno e del neorealismo
  2. Il comico e la fiaba
  3. I nostri antenati
  4. Letteratura e conoscenza: saggistica e posizione dell’intellettuale
  5. Fantascienza e combinatoria narrativa: Le cosmicomiche
  6. Le città invisibili
  7. Se una notte d’inverno un viaggiatore
  8. Significato dell’opera di Calvino
  9. Verso la fine del millennio

Il tempo dell’impegno e del neorealismo

Calvino, con il romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno”, offrì l’immagine più fresca, giovanile e vitale del neorealismo e della stagione dell’impegno politico.

Si rivela nelle sue prime opere una singolare capacità di rappresentazione nitida e immediata, che tocca la realtà della Liguria durante gli anni della guerra e della Resistenza. Mostrando alcuni episodi marginali della lotta partigiana in Liguria, Il sentiero dei nidi di ragno intende soffermarsi sulle zone d’ombra. vengono narrate le vicende di Pin, un ragazzo povero e selvatico, che ruba la pistola a un soldato tedesco, la nasconde in un luogo che solo lui conosce, chiamato “sentiero dei nidi di ragno”, entra poi in rapporto con una banda di partigiani. Il punto di vista del ragazzo trasposta i crudi eventi bellici su un piano avventuroso e fiabesco. La sua azione indica la ricerca di una felicità perduta, di un mondo quasi magico. I Racconti scritti da Calvino negli anni 50 sono divisi in quattro libri. Il primo, Gli idilli difficili, comprende trentadue testi brevi scritti tra il ’45 e il ’58, dedicati al mondo ligure dell’adolescenza, alla guerra partigiana, a rappresentazioni comico–fiabesche della vita cittadina. Il secondo, Le memorie difficili, comprende cinque brevi racconti tratti da Ultimo viene il corvo e i tre di L’entrata in guerra, scritti nel ’53. Il terzo, Gli amori difficili, contiene otto racconti scritti tra il ’49 e il ’58, dedicati all’”avventura” di personaggi diversi. Il quarto, La vita difficile, contiene tre racconti più ampi su caratteri e situazioni della vita sociale contemporanea. Calvino attua un’indagine sulla nuova realtà industriale, sui rapporti e condizionamenti che sostengono lo sviluppo della società italiana. Con questa sua attenzione al mondo che si trasforma, rinuncia a ogni visione schematica dell’impegno intellettuale.
per un approfondimento sul neorealismo vedi qui

Il comico e la fiaba

I dieci racconti con un originale intreccio di comico e di fiabesco legato alla rappresentazione del rapporto tra una famiglia di origine contadina e la difficile vita di una moderna città industriale, hanno al centro la figura del manovale Marcovaldo e i membri della sua famiglia, di fronte a un’organizzazione sociale disumana e totalizzante, che schiaccia i più deboli, i personaggi si difendono con ingenuo coraggio, stravolgendo gli oggetti del paesaggio industriale in mezzo ai quali sono costretti a muoversi, tentando fughe impossibili e ridicole, facendo valere gli elementari diritti dei loro corpi. L’interesse per il fiabesco aveva intanto condotto Calvino a un’indagine sulla tradizione delle fiabe italiane: aveva pubblicato, nel 1956, un’ampia raccolta di duecento Fiabe Italiane, trascritte in una lingua semplice, in grado di trasmetterle anche ai bambini.
per un approfondimento su Marcovaldo vedi qui

I nostri antenati

L’interesse per la fiaba si lega in Calvino, a una passione per la più ampia tradizione della letteratura fantastica, in primo luogo per personaggi e le avventure del romanzo cavalleresco. Questo gusto per il fiabesco e il meraviglioso, accompagnato da una sfuggente ironia, trovano un singolare punto d’incontro in tre romanzi brevi: Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente. I tre romanzi furono raccolti nel 1960 nel volume I nostri antenati, il cui titolo sottolinea il legame che tra le loro vicende hanno con il presente; in quelle figure artificiali si possono riconoscere “i nostri antenati”, cioè i modelli di comportamento umano e intellettuale che agiscono anche nel mondo contemporaneo. I tre romanzi possono essere letti anche come delle parabole sulla ragione, sul legame tra ragione e invenzione. Egli non dà un messaggio fermo e rassicurante; la sua ragione e la sua morale sono essenzialmente “elusive”, non si lasciano prendere e afferrare. Si afferma in questo modo la possibilità di un pensiero e di un impegno cosciente delle loro contraddizioni, aperti verso un’ipotesi di civiltà, di giustizia, di progresso: ma nello stesso tempo si mostra che essi restano implicati nella finzione, fanno parte di un artificio mentale che non può aspirare a una presa totale della realtà. È una ricerca illuministica che esprime tutti i limiti e le difficoltà che la ragione incontra in un mondo labirintico, in cui è sempre facile perdere la strada. Questa ricerca è sostenuta da un linguaggio narrativo lucido ed essenziale, che mette in piena luce oggetti, situazioni, rapporti, che segue gli aspetti oscuri e irrazionali dei comportamenti, che sembra voler identificare realtà e finzione. Il visconte dimezzato ci trasporta nel tardo ‘500 con la vicenda del visconte Menardo di Terralba, diviso letteralmente in due in seguito a uno scontro con i Turchi; da questa vera e propria scissione di Menardo sorgono due personaggi opposti e complementari, il Buono e il Gramo, che rappresentano ciascuno un aspetto parziale dell’umanità, vivono varie avventure, fino alla ricomposizione della persona di Medardo, che diventerà governatore delle sue terre. Il barone rampante è una delle più affascinanti “parabole” della ragione che siano state composte nel nostro secolo. Il barone ligure Cosimo Piovasco di Rondò, all’età di dodici anni, decide di salire su un’elce, e trascorre poi la sua intera vita in cima agli alberi, fino agli anni della Restaurazione; nel suo mondo sospeso egli si organizza in modo da vivere in rapporto con la realtà, pur rimanendo distante e separato: egli rifiuta le convenzioni della vita quotidiana, le regole e i costumi sociali, ma partecipa alla sete di conoscenza del suo tempo, alla progettazione di un mondo giusto e civile, al lavoro rivolto a migliorare la vita sociale. Il personaggio diventa un’immagine trasparente dell’illuminista, dell’intellettuale e dello scrittore che partecipa alla storia, ma con distacco ironico, che lotta per una società universale, ma non concorda mai fino in fondo con le posizioni dei suoi compagni di lotta. La sua fedeltà alla vita sugli alberi resta frutto di una scelta che può anche essere difficile motivare, ma che va mantenuta e difesa fino in fondo. Il cavaliere inesistente si confronta direttamente con il romanzo cavalleresco: siamo al tempo di Carlo Magno. La storia è narrata dalla monaca Teodora e riguarda le avventure di un cavaliere, Agilulfo, di cui esiste solo l’armatura, che fascia il vuoto e da sé si muove per il mondo; una trasparente immagine della razionalità astratta che non riesce a commisurarsi con la realtà. Ma attorno al cavaliere acquistano rilievo altri personaggi, come il giovane Rambaldo, che cerca l’amore di Bradamante e un angolo giusto per capire la realtà. Alla fine non si scopre che la monaca Teodora s’identifica con Bradamante: lei esce dal convento, abbandona la scrittura e si muove sul suo cavallo verso l’indecifrabile futuro.
per un approfondimento sulla narrativa fiabesca vedi qui

Letteratura e conoscenza: saggistica e posizione dell’intellettuale

Con il distacco dal Pci, Calvino abbandona i modelli dell’impegno del dopoguerra. Allo scrittore interessa trovare nuove possibilità di conoscenza: compito dell’intellettuale gli appare proprio quello di entrare fino in fondo nella rete di condizioni, rapporti, sottili combinazioni su cui appare costruita la società industriale. racconta La giornata di uno scrutatore in terza persona. Amerigo Ormea, militante del PCI, è scrutatore, durante le elezioni del 1953, in un saggio elettorale situato in un celebre ospizio per minorati, l’Istituto Cottolengo di Torino, gestito da un ordine religioso. Di fronte alla sofferenza fisica con cui deve entrare in contatto in quell’ambiente, il protagonista s’interroga sul senso dell’azione politica: cerca ansiosamente di capire le ragioni di chi si trova a vivere nell’orrore quotidiano, e avverte la necessità di un impegno umano che tenga conto del male e della sofferenza, che riscatti in qualche modo anche chi vive in condizioni tanto drammatiche.
per un approfondimento sulla giornata di uno scrutatore vedi qui

Fantascienza e combinatoria narrativa: Le cosmicomiche

Le nuove curiosità culturali e scientifiche di Calvino trovano espressione in una serie di racconti elaborati nella fase centrale degli anni ’70 e raccolti nei due volumi Le cosmicomiche e Ti con zero. Nelle cosmicomiche l’autore cerca un comico di movimento capace di istituire rapporti inconsueti tra le cose. Le situazioni comiche nascono, infatti, da un continuo confronto con ipotesi scientifiche sull’origine, sull’evoluzione, sul destino dell’universo. La maggior parte delle storie sono affidate alla voce di un personaggio dal nome impronunciabile, Qfwqf, che ha attraversato le più varie ere cosmologiche ed è vissuto in una delle molteplici situazioni cosmiche possibili ma mai realizzatesi. Questi presenta situazioni che risultano da una combinazione d’ipotesi. È un gioco ostinato con forme della materia, del tempo, dello spazio, del movimento, della visione, estremamente diverse da quelle in cui l’umanità ha sempre vissuto: la scrittura naviga allegramente in un caos uniforme. Il comico nasce proprio dal contrasto tra il mondo “altro” che si rappresenta e le cose anche più banali e quotidiane del nostro mondo contemporaneo di cui Calvino si serve per costruire questa rappresentazione. Pur gettando il suo sguardo negli abissi insondabili del cosmo, Calvino non può perdere di vista i paesaggi della civiltà industriale avanzata. Il testo intitolato Ti con zero analizza le possibilità spazio – temporali di un soggetto che ha appena scagliato una freccia contro un leone avventatosi verso di lui. Più che veri e propri racconti, i testi contengono ostinate riflessioni sull’irrazionalità del presente.
per un approfondimento sulle tematiche di Italo Calvino vedi qui
Italo Calvino - Narrativa, opere e significato dell'opera articolo

Le città invisibili

Da una tensione tra gioco combinatorio e ricerca della realtà sorgono Le città invisibili, un libro sospeso fuori dal tempo e insieme carico di segni del presente, costruito secondo una struttura quasi matematica e insieme agitato da vibrazioni e inquietudini che corrodono il velo di una prosa nitida e ferma. Il libro può sembrare una serie di brevi descrizioni di città ipotetiche, che non corrispondono in nessun modo alle città reali: ciascuna di esse è come una possibile configurazione della civiltà, un possibile modo di inserirsi nella natura, di costruire forme artificiali, di utilizzare il linguaggio, di intrecciare rapporti collettivi. Spesso esse risultano da combinazioni puramente fantastiche. Le descrizioni delle città vengono presentate come frutto di un resoconto che Marco Polo, dopo le sue ambascerie, fa all’imperatore Kublai Kan. In tutto si svolgono diciotto dialoghi tra Marco Polo e il Gran Kan. Tuttavia Marco stesso non ha mai veramente visitato quelle città, che emergono piuttosto dal suo immaginario, a partire dal modello di Venezia.
per un approfondimento sulle città invisibili vedi qui

Se una notte d’inverno un viaggiatore

Il romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore porta all’estremo il gioco sulla combinatoria narrativa, sugli scambi tra le diverse possibilità: è un vero e proprio “romanzo semiotico”. Il libro si rivolge direttamente al lettore, che si accorge che la copia di cui dispone contiene solo le prime sedici pagine. Messosi alla ricerca del resto del libro, s’imbatte in altri nove inizi di romanzi diversi. Nel corso delle varie peripezie che lo portano a leggere questi nove inizi, il lettore incontra la lettrice Ludmilla: tra i due nasce un rapporto amoroso che si conclude con un matrimonio. Ma, tra un romanzo e l’altro, si affacciano sulla scena anche personaggi del mondo letterario e editoriale: il vecchio scrittore Silas Flannery, di cui viene riportato un diario che contiene varie riflessioni dello stesso Calvino sulla scrittura e sull’importanza attribuita agli “inizi”. Dietro la carica gioiosa del libro si avverte un senso di saturazione.
per un approfondimento su Se una notte d'inverno un viaggiatore vedi qui

Verso la fine del millennio

Palomar

è un libro organizzato con un perfetto gioco numerico, con diciotto pezzi distribuiti in tre gruppi, articolati ciascuno in tre ulteriori sottogruppi. Il nome del personaggio contiene molteplici allusioni, ma in primo luogo coincide con quello di un celebre osservatorio astronomico, proprio per indicare paradossalmente la sua attitudine di osservatore del parziale e del minimo: la distaccata partecipazione alla vita del mondo di Palomar, il suo continuo interrogarsi sui limiti della propria posizione e della propria esperienza, fanno di lui un vero e proprio emblema, figura esemplare e ironica dell’intellettuale che può conoscere solo collocandosi ai margini della realtà. Il punto di arrivo di questa conoscenza non è altro che il distacco da se stesso. Il libro si conclude proprio con Palomar che, cercando di pensare alla propria morte, muore.
per un approfondimento su Italo Calvino vedi qui

Significato dell’opera di Calvino

Il valore emblematico dell’opera di Calvino sta soprattutto nel suo aver saputo trasferire quelle varie esperienze in una narrativa carica di passione inventiva e insieme di tensione “critica”, aperta verso il fantastico e il meraviglioso e verso un orizzonte conoscitivo e riflessivo. Le sue opere sembrano cercare un punto di fuga, sottrarsi a ogni tentativo di ridurle in formule e modelli chiusi in se stessi. Ha manifestato nel modo più esemplare le possibilità e i limiti della letteratura in questa fine del millennio, in cui le cose più essenziali possono dirsi solo confrontandosi con la frantumazione e la dispersione.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali del romanzo "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino?
  2. "Il sentiero dei nidi di ragno" offre un'immagine fresca e giovanile del neorealismo, rappresentando la realtà della Liguria durante la guerra e la Resistenza attraverso gli occhi di Pin, un ragazzo che vive avventure fiabesche e avventurose.

  3. Come si intrecciano il comico e il fiabesco nelle opere di Calvino?
  4. Calvino combina il comico e il fiabesco nei racconti di Marcovaldo, dove una famiglia affronta la vita in una città industriale con coraggio ingenuo, e nelle "Fiabe Italiane", una raccolta di fiabe trascritte in una lingua semplice.

  5. Qual è il significato della trilogia "I nostri antenati"?
  6. La trilogia "I nostri antenati" esplora il legame tra ragione e invenzione attraverso personaggi simbolici, come nel "Il visconte dimezzato", "Il barone rampante" e "Il cavaliere inesistente", rappresentando modelli di comportamento umano e intellettuale.

  7. In che modo Calvino esplora la fantascienza e la combinatoria narrativa?
  8. Calvino esplora la fantascienza e la combinatoria narrativa in "Le cosmicomiche" e "Ti con zero", dove utilizza ipotesi scientifiche e un comico di movimento per creare racconti che sfidano le convenzioni spazio-temporali.

  9. Qual è il tema centrale di "Se una notte d'inverno un viaggiatore"?
  10. "Se una notte d'inverno un viaggiatore" è un romanzo semiotico che gioca con la narrativa combinatoria, coinvolgendo il lettore in una ricerca di romanzi incompleti e riflettendo sulla scrittura e l'importanza degli inizi.

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