Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La poesia "Lampo" di Giovanni Pascoli utilizza forti immagini visive per rappresentare la precarietà e il mistero dell'universo, in linea con il tema frequente della vita effimera nei suoi componimenti.
  • La struttura metrica di "Lampo" è composta da 7 versi endecasillabi con uno schema di rime ABCBCCA, creando un effetto di climax per enfatizzare il temporale descritto.
  • Pascoli utilizza figure retoriche come l'analogia e il climax per associare aggettivi umani a elementi naturali, sottolineando il contrasto tra bianco e nero, simboli di luce e oscurità.
  • Giovanni Pascoli, esponente del Decadentismo, è noto per la sua poetica del "fanciullino", che invita a guardare il mondo con occhi curiosi e incantati, simili a quelli di un bambino.
  • La biografia di Pascoli è segnata da eventi traumatici come la morte del padre e il carcere, che influenzano la sua visione pessimista della vita, ma anche la sua fede nella religione e nel perdono.
In questo appunto di Letteratura Italiana si tratta della poesia Lampo di Giovanni Pascoli contenuta nella raccolta di poesie Myricae. Contiene il testo, la parafrasi, analisi del significato e delle figure metriche e retoriche.
Analisi della poesia "Lampo" di Pascoli e il suo contesto letterario articolo

Indice

  1. Testo: Lampo
  2. Parafrasi: Lampo
  3. Commento: Lampo
  4. Giovanni Pascoli: biografia

Testo: Lampo

E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.

Parafrasi: Lampo

Il cielo e la terra si mostrano:
la terra ansimante, plumbea e distrutta;
il cielo pieno di nuvole, buio e n subbuglio:
bianchissima nel caos ancora silenzioso
una casa viene compare e scompare improvvisamente;
come un occhio che spaventato
si apre e si chiude durante una notte buia.

Commento: Lampo

La lirica si compone di 7 versi endecasillabi con rime ABCBCCA e fa parte della raccolta Myricae il cui titolo rimanda alla definizione di "arbusto che non si eleva da terra".

Infatti questa raccolta vuole aderire alla natura, al passato e ai significati di casa e nido, ben famosi nelle liriche di Pascoli e di cui queste poesie si fanno le portavoci indiscusse. La poesia in questione viene spesso letta e studiata in relazione alla precedente Temporale e alla successiva Tuono. Il Temporale infatti precede la situazione tormentata e disastrosa che vedremo in Lampo e che vedrà la definitiva risoluzione in Tuono. Rispetto a Tuono, Lampo ha aspetti e figure retoriche che invogliano a portare l'attenzione maggiormente sui sensi visivi (occhio che, largo, esterrefatto, s'aprì si chiuse, nella notte nera). Mentre la poesia Tuono ha il focus sui sensi uditivi, perché il tuono è il rumore che succede al lampo, infatti.
Tutto si concentra intorno all’immagine del lampo che, nel suo aspetto realistico, assume il significato simbolico della precarietà dell’universo e del senso del mistero che da esso scaturisce. Il tema della precarietà della vita è assai frequente nei componimenti poetici di Pascoli ed è la conseguenza del clima culturale della fine del XIX secolo quando, a seguito della scomparsa delle certezze filosofiche del Positivismo, l’uomo si trova solo davanti al progresso e senza punti di riferimenti certi: tutto può mutare e tutto ha la data di scadenza. Gli aggettivi: livida, ingombro, tragico, disfatto, bianca bianca, nera, esterrefatto sono tutti paragonabili ai tipici aggettivi che si userebbero per descrivere una persona. In questa ballata invece Pascoli li associa alla terra, alla casa, al cielo, elementi insomma naturali: siamo quindi di fronte alla famosa alla tipica e prima figura retorica pascoliana: l'analogia.
Prendendo sempre in esame questi aggettivi, si vede che formano un crescendo e un decrescendo tipico di un'altra figura retorica: il climax. Presente in questa poesia per dare maggiore spazio all'effetto tipico del temporale.
Il campo semantico è collegato a tutto ciò che è misterioso e anche tragico per la presenza di termini quali ansante, livida, in sussulto, tumulto, la casa che appare e scompare, l’occhio largo esterrefatto, la notte nera. I colori presenti sono il bianco e il nero, gli opposti, che garantiscono ancora maggiori contrasti. Per tradizione occidentale il nero è collegato al tragico e al funebre, il bianco fa pensare alla luce e alla purezza.
La lirica termina con una similitudine: la casa che appare e scompare sotto la luce improvvisa del fulmina è paragonata ad un occhio. Fra i due termini esiste una certa allitterazione. Nel 2° e 3° verso possiamo notare una forma di parallelismo molto significativa consistente nella descrizione della terra e del cielo. La lirica inizia con la congiunzione “e” e ciò dimostra che il componimento è la conclusione di una riflessione precedente. Fra le rime, da segnalare quella del 1° e del 7° verso. Si tratta di una rima semantica come se l’aggettivo “nera” costituisce una risposta al contenuto del primo verso: la terra si mostra quale essa è cioè nera come la notte. Di nero c'è ancora l'ala di gabbiano, ma qui non è importante il colore bensì l'animale che se ne va e che rappresenta, forse, l'addio di Pascoli al nido o l'addio di suo padre alla vita.
Analisi della poesia "Lampo" di Pascoli e il suo contesto letterario articolo

Giovanni Pascoli: biografia

Giovanni Pascoli

lascia nella tradizione letteraria italiano un insieme di raccolte poetiche oggi indimenticabili. Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna, inizierà una formazione classica ma la morte del padre, nel 1867, segnerà un grande dolore e una rottura dell'armonia familiare. Una morte ingiusta, nel senso che non venne mai chiarito il colpevole e non venne fatta giustizia. Da giovane parteciperà a diverse manifestazioni politiche socialiste, ma presto finirà in carcere, altra esperienza traumatica per Pascoli. Da adulto diventa insegnante e va a vivere con le due sorelle, tornando in qualche modo al nido da cui fu costretto a separarsi in fase adolescenziale. Soggiornerà a Lucca tornando anche alla dimensione campestre che lo ispirerà molto (la maggior parte delle sue poesie sono ambientate nella natura). Per tutte queste vicende di vita, Pascoli si inserisce nel decadentismo tipico della sua epoca, diventando presto un grande esponente. Il Decadentismo puntava alla nostalgia di un passato precedente al Progresso, dove vi erano più certezze e più fiducia nel mondo e nell'uomo. La poesia di Pascoli è misteriosa, aperta verso il nulla, verso l'incertezza del presente, verso la paura dell'abbandono, dell'abisso e della morte. Come Montale, il pensiero di pascoli è negativo e pessimista: non crede che l'uomo possa vivere privo di dolore e incertezze, privo di sofferenze e difficoltà. Nonostante tutto Pascoli crede fortemente nella religione e nell'aiuto verso il prossimo: ogni perdita della sua vita l'ha fortificato nel pensare che tramite il perdono si può trovare se non la luce, la pace. Grazie a ciò il poeta viene anche associato all'estetismo: la creazione del bello, dell'arte, della scrittura ecc. ha un'utilità sociale e morale e, diffondendo la non violenza e l'amore, Pascoli si sente parte di un cambiamento umanitario che sa essere utopistico ma grazie al quale lui stesso riesce a elevarsi dal dolore.
Giovanni viene ricordato comunque per la sua poetica del "fanciullino". Collegandosi a ciò appena scritto, Pascoli è convinto che guardando il mondo con occhi meno arrabbiati disincantati, e invece maggiormente curiosi e incantati, come quelli di un bambino appunto, non solo la vita può sorriderti, ma tu sarai aperto alla bellezza che ancora c'è nell'esistenza umana. Per questo utilizza un linguaggio nuovo e pieno di simbolismo: il simbolo aiuta il lettore a immedesimarsi e a sentire e provare maggiormente.
Per ulteriori approfondimenti su Giovanni Pascoli vedi anche qua.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato simbolico del lampo nella poesia di Giovanni Pascoli?
  2. Il lampo simboleggia la precarietà dell'universo e il senso di mistero che ne deriva, riflettendo il tema della precarietà della vita comune nei componimenti di Pascoli.

  3. Come si collega la poesia "Lampo" alle altre poesie della raccolta Myricae?
  4. "Lampo" è spesso letta in relazione a "Temporale" e "Tuono", dove "Temporale" precede la situazione tormentata di "Lampo" e "Tuono" rappresenta la risoluzione, con un focus sui sensi visivi e uditivi rispettivamente.

  5. Quali figure retoriche sono presenti nella poesia "Lampo"?
  6. La poesia utilizza figure retoriche come l'analogia e il climax, con aggettivi che descrivono elementi naturali e un crescendo e decrescendo per enfatizzare l'effetto del temporale.

  7. Qual è il contesto culturale che influenza la poetica di Giovanni Pascoli?
  8. Pascoli è influenzato dal clima culturale della fine del XIX secolo, caratterizzato dalla perdita delle certezze filosofiche del Positivismo, portando a una visione pessimista e decadente della vita.

  9. In che modo la biografia di Giovanni Pascoli si riflette nella sua poesia?
  10. La vita di Pascoli, segnata da lutti e traumi, si riflette nella sua poesia attraverso temi di dolore, incertezza e nostalgia, ma anche nella ricerca di pace e bellezza attraverso la religione e l'arte.

Domande e risposte

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