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Appunti di Glottologia

Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La glottologia è la scienza delle lingue, che devono essere analizzate su vari livelli: parti foniche, parole, parti del testo. La lingua è un fenomeno storico, concreto. Il termine glottologia, dal gr. glossa, 'lingua' e logos, 'discorso, pensiero', è stato coniato in Italia da Isaia Ascoli nell'ottocento. Due sono i possibili approcci nello studio delle lingue: l'approccio teorico, che corrisponde al livello congnitivo, e l'approccio pratico, che corrisponde al livello comunicativo.
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Esame Glottologia

Facoltà Lettere e filosofia

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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La scrittura comporta il passaggio della lingua dal piano fonico al piano visivo e coincide con il passaggio dalla preistoria alla storia. Quattro sono i tipi di scrittura: geroglifico, cuneiforme, sillabico, alfabetico. Il termine latino signum venne usato dai Romani come trasposizione della parola greca semeion, 'simbolo', nell'accezione di 'segno linguistico'. Il segno linguistico si compone di due elementi: forma e contenuto. Da signum deriva la terminologia della significazione: designazione, designato, significante, significato.
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Esame Glottologia

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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. L'etimologia, dal gr. etymos, 'vero' e logos, 'discorso, pensiero', è la scienza che studia l'origine delle parole. Secondo gli antichi, l'etimologia è lo studio della verità profonda delle cose, che risale alla realtà o essenza delle cose attraverso i segni che le significano. L'etimologia antica è dunque un rapporto tra significati. L'etimologia moderna è invece un rapporto tra significanti, in quanto si basa più sulle relazioni formali dei significanti che sui significati. Due sono i percorsi dell'etimologia: storia della parola; origine remota della parola.
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Esame Glottologia

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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La linguistica condivide con la filologia il metodo comparativo-ricostruttivo e la dimensione storica della lingua. In una dimensione diacronica è possibile una classificazione delle lingue. Le prime classificazioni delle lingue risalgono alla fine del settecento. Dall'antichità greco-romana e ancora fino al settecento, si riteneva che vi fossero lingue di maggior e minor prestigio. Ad affermarni nelle varie aree sulla varietà dialettale furono le lingue di prestigio, letterario o politico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Nel cinquecento in Italia viene meno la definizione di volgare e subentra quella di dialetto. All'opposizione latino/volgari subentra quella latino/dialetti. Si determina così la morte del latino, non più alimentato dalle lingue parlate. Esponenti della riflessione linguistica in questo periodo sono Bracciolini, Valla, Bembo e Castiglione. nel seicento si occupano di lingua in modo razionalistico Cartesio e Leibniz. La linguistica moderna si fa partire dalla metà del settecento.
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3,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La conoscenza del sanscrito e dell'antica tradizione grammaticale indiana diede un notevole apporto alla linguistica nel settecento e alla tradizione grammaticale europea. La grammatica del sanscrito fu infatti assunta come modello di descrizione delle lingue, soprattutto per quanto riguarda la flessione del nome e del verbo. Ciò fu reso possibile dalla notevole somiglianza tra sanscrito e lingue occidentali. La sistemazione della grammatica del sanscrito fu merito di Panini, grammatico del IV sec. a.C. Ai grammatici indiani risale la segmentazione della parola secondo categorie grammaticali.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Le categorie grammaticali sono proprietà fondamentali della grammatica da cui la lingua non può prescindere e che possono implicare relazioni interne alle parole o esterne (sintattiche), e non hanno implicazioni extralinguistiche. Esempi: le categorie di genere grammaticale, tempo, modo, diatesi verbale, persona.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La distinzione tra soggetto dell'enunciato e soggetto dell'enunciazione risale a Benveniste. L'enunciazione è il processo di formulazione di un atto linguistico. L'enunciato è un'espressione linguistica. Benveniste aveva legato la distinzione tra enunciato e enunciazione alle persone del verbo, ma con 'io' c'é una sovrapposizione di enunciato e enunciazione. Nel rapporto di enunciazione-enunciato giocano un ruolo fondamentale anche i pronomi dimostrativi questo, codesto, quello.
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4 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Nome è il sostantivo che individua la serie non onomastica dei nomi (nomi comuni). Verbo è la parte che esprime le categorie più legate alla soggettività. Persona, tempo, modo, diatesi sono le categorie del verbo. Nelle lingue in cui è obbligatorio l'uso del pronome personale il pronome si carica di valenza morfologica e diventa la vera coniugazione del verbo.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Il verbo è stato oggetto di interesse dal punto di vista del confronto tra le lingue. La struttura del verbo indiano ha aperto una nuova visione sul verbo delle lingue occidentali. Nell'ottocento si è arrivati a considerare la famiglia delle lingue indoeuropee, caratterizzata dalla centralità del verbo propria del sanscrito. F. Bopp ("Sul sistema della coniugazione del verbo di sanscrito, latino, greco, gotico", 1816) concentrò l'attenzione su un gruppo di lingue che presenta il medesimo sistema verbale, caratterizzato da distinzione delle terminazioni dei tempi principali e dei tempi storici e apofonia radicale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. In latino e italiano ci sono casi di compresenza di forme sintetiche e forme analitiche. Vi sono lingue (prevalentemente) sintetiche e lingue (prevalentemente) analitiche. Tra lingue sintetiche e lingue analitiche si può fare una distinzione sotto due punti di vista: quello della classificazione e quello dell'evoluzione. Le lingue sintetiche esprimono le categorie grammaticali all'interno della parola. Le lingue analitiche proiettano le categorie grammaticali all'esterno della parola. Le lingue analitiche sono state considerate un'evoluzione delle lingue sintetiche. C'è una tendenza dalla sinteticità verso l'analiticità.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Il mutamento linguistico presenta sempre al centro il livello morfologico della lingua, ossia quello costituito dagli elementi che si caricano dell'espressione delle categorie grammaticali. Spesso in una lingua si verifica un mutamento fonetico, che si traduce poi in un mutamento morfologico, che determina a sua volta un mutamento sintattico. Raramente si passa da un mutamento dei suoni a un mutamento dell'ordine sintattico senza influire sulla morfologia.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Due sono i possibili tipi di classificazione delle lingue: la classificazione genealogica e la classificazione tipologica. Ad essi si è aggiunta una terza tipologia, la classificazione per contatto, che si basa sui contatti che le lingue hanno avuto tra loro nelle varie sedi storiche. Nell'antichità la classificazione delle lingue era basata su criteri extra-linguistici, di tipo etno-geografico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Si può fare una distinzione delle lingue basata sullo spessore dei testi o corpus documentario. Il corpus è un raggruppamento coeso di testi. Si tratta pertanto di un criterio di classificazione extra-linguistico. Si individuano pertanto: - lingue a piccolo o a grande corpus (letterario ed epigrafico); - lingue di frammentaria attestazione (epigrafica); - lingue note solo da glosse.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Alcune lingue prendono il nome di agglutinanti sulla base del cosiddetto processo di agglutinazione. Si tratta di lingue che non appartengono alla famiglia delle lingue indoeuropee. Le lingue agglutinanti tendono a passare dallo stato analitico allo stato sintetico secondo un processo inverso alla consueta tendenza delle lingue a passare dalla sinteticità all'analiticità. Nelle lingue agglutinanti parole isolate con valenza lessicale tendono ad unirsi alla parola e a diventare morfemi.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La linguistica storica si occupa del problema del mutamento linguistico e della classificazione delle lingue. L'analisi diacronica delle lingue è stata privilegiata nell'ottocento, con la comparazione tra le lingue indoeuropee per mezzo del metodo comparativo e la ricostruzione di una protolingua comune alle lingue storiche attestate, chiamata indoeuropeo, che non corrisponde a nessuna delle lingue storicamente attestate.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Nella seconda metà dell'ottocento nascono la linguistica e la filologia romanza con gli studi di G. Paris e W. Meyer-Lubke. Si delinea in questa fase l'interesse per le varietà dei dialetti. I dialetti sono legati alla dimensione geografico-cartografica. Tra un dialetto e l'altro vi è una continuità, un continuum linguistico, i confini sono sfumati. Le isoglosse sono le linee immaginarie che uniscono su una carta tutti i punti in cui si rileva il medesimo fenomeno linguistico.
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4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La nozione di diasistema linguistico comprende tutte le componenti di una lingua, tutto il sistema linguistico, che si compone di varietà o varianti diatopiche, diafasiche, diastratiche, diamesiche. Una lingua può essere inoltre analizzata dal punto di vista del continuo, ossia come continuum linguistico, o del discreto, come annalisi del livello morfologico, fonetico, ecc.
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4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Le varietà dialettali possono essere subregionali, regionali o sovraregionali. L'opposizione tra lingua standard e dialetto non è netta, ma costituita da una serie di gradazioni intermedie. La proiezione geografica dei fenomeni linguistici è fondamentale anche per la datazione dei fatti linguistici: le aree isolate sono quelle che conservano tratti linguistici più antichi.
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3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. L'interferenza linguistica è un fenomeno legato al contatto tra le lingue e alla capacità dei parlanti di impadronirsi di lingue diverse. Il contatto tra le lingue può portare al fenomeno del bilinguismo, in cui due codici linguistici sono usati in modo paritetico da uno stesso parlante, o a quello della diglossia, in cui un codice linguistico è sentito come subordinato ad un altro. Il primo livello dell'interferenza è il prestito, ossia la ricezione di parole da una lingua ad un'altra. Il secondo livello dell'interferenza è il calco, ossia la riproduzione di un elemento della lingua di partenza con materiali della lingua di arrivo.
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