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Concetti Chiave

  • Il disastro del Vajont del 1963 è stato causato da una frana del Monte Toc che ha provocato inondazioni devastanti, uccidendo circa 1000 persone e distruggendo vari paesi.
  • Il progetto della diga, iniziato nel XIX secolo, mirava a creare un bacino artificiale utilizzando le energie rinnovabili delle valli e dei fiumi, ma ignorava i rischi geologici.
  • La diga del Vajont era progettata per regolare l'acqua stagionale, fornendo energia elettrica a Venezia e dintorni, grazie a un sistema di bacini interconnessi.
  • Nonostante le proteste e i rischi geologici, la costruzione della diga iniziò nel 1956 e fu completata nel 1961, con modifiche che aumentarono le sue dimensioni originali.
  • Oggi, la diga è parzialmente aperta al pubblico e viene commemorata per ricordare la tragedia e sensibilizzare sulle responsabilità ingegneristiche e geologiche.
All’interno di questo appunto viene descritto il disastro del Vajont. Di seguito sono riportate tutta una serie di informazioni riguardanti il luogo in cui è avvenuto il fatto, le cause che lo hanno scatenato, le caratteristiche geologiche del terreno e i progetti futuri che sono stati messi in atto.

Indice

  1. Descrizione del disastro del Vajont
  2. Caratteristiche del progetto
  3. Scopo del progetto della diga del Vajont
  4. Tecniche per la realizzazione del progetto
  5. Altre caratteristiche della diga del Vajont
  6. Informazioni sulla diga oggi e i ricordi del disastro

Descrizione del disastro del Vajont

Il disastro del Vajont si è verificato il 9 ottobre del 1963.
Questo evento disastroso ha avuto delle ripercussioni sia da un punto di vista ambientale che umano. Si tratta del crollo di una parte di terra, ovvero una frana, dalla parte del Monte Toc sul bacino idroelettrico costruito da poco nel torrente del Vajont, presente tra il Friuli e il Veneto. descrizione del drammatico disastro avvenuto nella diga del VajontA causa della rottura di tale diga, l’acqua presente al suo interno ha causato delle inondazioni che hanno interessato alcuni paesi come Erto e Casso e successivamente altri paesi della valle veneta, causando la morte di circa 1000 abitanti. Si pensa che tutto ciò è stato causato da rischi idrogeologici che non sono stati tenuti in considerazioni durante le prime fasi di realizzazione della diga artificiale. È emerso che le caratteristiche morfologiche della diga del Vajont non erano coerenti con le caratteristiche che doveva possedere una generica diga artificiale.
Per ulteriori approfondimenti sul disastro del Vajont vedi qui

Caratteristiche del progetto

L’Italia non avendo molte materie prime a disposizione, iniziò ad utilizzare anche le valle e i fiumi per trarre energie rinnovabili. Infatti, nacquero diverse centrali idroelettriche dalle quali si produceva energia elettrica che a sua volta veniva utilizzata per il lavoro delle industrie. Il progetto del bacino idroelettrico fu realizzato dalla Società Idroelettrica Veneta tra il XIX e il XX secolo. Uno tra i primi che stese il progetto fu l’ingegnere Carlo Semenza durante il 1926. Tra il 1929 e il 1930 vennero condotti diversi studi dal punto di vista geologico per accertare l’assenza di frane in quello specifico luogo. Dal Piaz, diversamente da ciò che era emerso dallo studio del territorio, affermava che la roccia di quel luogo non era adatta per la costruzione di una diga artificiale, in quanto troppo fragile.

Scopo del progetto della diga del Vajont

Lo scopo della diga era soprattutto la creazione di un bacino di acqua artificiale costruito tra le Dolomiti in modo tale da regolare e modulare la presenza di acqua durante le varie stagioni. Da questa struttura, si poteva produrre energia elettrica che poteva essere utilizzata anche dalla città di Venezia e dai paesi vicini anche durante le stagioni in cui i fiumi erano meno ricchi d’acqua, come i periodi estivi caratterizzati da una modesta siccità. L’accumulo di acqua derivante dal fiume Piave scorreva fino ad arrivare alla diga del Vajont mediante l’utilizzo di tubazioni, che sfruttavano i diversi livelli di altezza. All’interno di questo grande progetto, erano inclusi anche altri laghi come quello di Vodo, Valle di Cadore, Val Gallina e Pontesei. Tutti questi laghi erano collegati tra di loro mediante sistemi di vasi comunicanti che, sfruttando il dislivello, riuscivano a confluire alla centrale primaria. La diga del Vajont si estendeva dalla provincia di Belluno fino a Pordenone e rappresentava la diga con un doppio arco tra i più elevati a livello mondiale.
Per ulteriori approfondimenti sullo scopo del progetto della diga vedi qui

Tecniche per la realizzazione del progetto

Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, questo progetto iniziò ad essere approvato maggiormente dall’opinione pubblica. Nel 1949 vennero effettuati dei controlli dal punto di vista geologico in modo tale da capire se il terreno poteva essere utilizzato per tale scopo. Allo stesso tempo, la scelta del territorio causò l’esproprio delle terre alle persone che vivevano a Erto e Casso. A causa di ciò, si organizzarono diversi scioperi e proteste ma nulla fermò i direttori dei lavori che nel 1956 diedero inizio alla costruzione della diga del Vajont. Nel 1957 il progetto venne approvato del tutto dal ministero competente. Successivamente il progetto subì dei cambiamenti rispetto al progetto iniziale, che portarono ad un aumento delle dimensioni della diga. Nel 1958 iniziarono i lavori della diga utilizzando il calcestruzzo per creare le fondamenta.

Altre caratteristiche della diga del Vajont

Le caratteristiche della diga del Vajont erano numerose. Innanzitutto, la diga aveva una forma ad arco con una doppia curvatura. Il materiale utilizzato per la sua costruzione era calcestruzzo e presentava un’altezza di 261,60 metri. La quota alla base era di 463,90 m.s.l.m (metri sul livello del mare) mentre la quota dal piano della strada era di 725,5 m.s.l.m. Presentava una larghezza di 22,11 metri ed una larghezza nella sommità di 2,92 metri. Furono diverse le imprese che collaborarono con quella principale, le quali contribuirono alla “buon” riuscita della diga ma quella che la portò a termine fu Giuseppe Torno & C. S.p.A. Milano e venne inaugurata il 17 ottobre del 1961. In seguito alla frana, si cercò di capire il motivo e vennero condotti diversi studi, tra cui l’ultimo più accertato avvenne nel 1985 da parte di Müller, Trevisan e Hendron-Patton.
Disastro del Vajont: descrizione dell'evento e considerazioni attuali articolo

Informazioni sulla diga oggi e i ricordi del disastro

Oggi la diga che appartiene all'ENEL, è stata in parte aperta al pubblico nel 2002 con visite guidate e accesso alla passerella lungo la sommità e in altri luoghi limitrofi. Nel 2006 è stata inaugurata una manifestazione annuale di pista intitolata "Sentieri della Memoria", che permette ai partecipanti di accedere ad alcune località all'interno della montagna. Nel 2008, nell’Anno Internazionale del Pianeta Terra, l’UNESCO ha ricordato la tragedia della diga del Vajont come uno dei cinque "racconti cautelativi" causati dalla mancata professionalità di ingegneri e geologi. Nel 2013, in occasione del cinquantesimo anniversario del disastro, la Regione Veneto ha stanziato un milione di euro per le opere di messa in sicurezza e recupero dei corridoi interni alla montagna appartenenti alla Strada Colomber.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali del disastro del Vajont?
  2. Il disastro del Vajont fu causato da una frana dal Monte Toc nel bacino idroelettrico, aggravata da rischi idrogeologici non considerati durante la costruzione della diga.

  3. Qual era lo scopo principale del progetto della diga del Vajont?
  4. Lo scopo principale era creare un bacino artificiale per regolare l'acqua e produrre energia elettrica, utile anche per Venezia e i paesi vicini durante i periodi di siccità.

  5. Quali furono le tecniche utilizzate per la costruzione della diga del Vajont?
  6. La costruzione iniziò nel 1956 con l'uso di calcestruzzo per le fondamenta, dopo vari controlli geologici e nonostante le proteste per l'esproprio delle terre.

  7. Quali sono alcune delle caratteristiche strutturali della diga del Vajont?
  8. La diga aveva una forma ad arco con doppia curvatura, un'altezza di 261,60 metri, e fu costruita principalmente in calcestruzzo.

  9. Come viene ricordato oggi il disastro del Vajont?
  10. Oggi la diga è parzialmente aperta al pubblico, con visite guidate e manifestazioni come "Sentieri della Memoria", e l'UNESCO ha riconosciuto la tragedia come un racconto cautelativo.

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