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Protesta dell'Istituto tecnico Galilei a Roma per gli orari scaglionati

Prosegue l’ondata di protesta tra gli studenti delle scuole superiori per l’organizzazione di ingressi ed uscite su turnazioni orarie: anche l’Itis Galilei di Roma è sceso in piazza per far sentire il proprio dissenso contro le misure adottate dalla scuola che per le classi del triennio prevedono l’entrata alle ore 09:40 e l’uscita alle ore 15:10 che con la settima ora sarà posticipata alle ore 16:00.

Gli studenti dell’Istituto tecnico, situato in via Conte Verde, nel quartiere Esquilino di Roma, si sono dati appuntamento a piazza Vittorio con l’obiettivo di raccogliere adesioni anche da parte di altre scuole della Capitale che condividono la stessa situazione di disagio per gli orari scaglionati.

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Il comunicato scambiato tra le chat studentesche del Galilei, riportato da IlTempo.it, spiega infatti le ragioni della protesta, chiedendo una revisione sull’organizzazione degli ingressi e delle uscite: “Non vogliamo fare casino ma farci notare dagli altri istituti tecnici con una situazione simile alla nostra, così da poter andare al Ministero per chiedere, per ora, una riduzione di 40 minuti, sull’orario della seconda entrata. L’obiettivo è che con la rotazione della seconda entrata, di cui si sta occupando il vicepreside, si abbiano solo due giorni a settimana in cui entriamo in classe alle 9”. Il messaggio si conclude con un appello rivolto anche alle classi del biennio che nei prossimi anni potrebbero trovarsi nella medesima situazione: “Oggi la situazione non li riguarda ma in futuro, con la rotazione delle entrate di cui si sta occupando il vicepreside, anche loro rischiano di dover entrare alle 9.40”.

Le richieste dei genitori inviate alla Preside

Non solo gli studenti ma anche i genitori non sembrano favorevoli ad una turnazione che prevede un orario di uscita pomeridiano, sebbene la Preside abbia specificato che una tale misura è concorde alle disposizioni imposte dal Ministero dell’Istruzione.
Un papà di uno studente della classe IV dell’Istituto ha infatti raccontato a IlTempo.it di aver inviato una lettera alla Preside per chiederle di “rivedere tale Organizzazione", suggerendo di "alternare a cicli settimanali con le altre classi" e consentendo così di "distribuire in maniera ‘equa’ tale disagio”. Secondo il genitore, un giusto compromesso potrebbe essere quello di una riduzione della durata “delle prime 3 ore a 50 minuti e qualche ora di copresenza. Così facendo l’uscita della 6a ora sarà alle ore 14:30”, nella speranza che l’ipotesi della settima ora sia definitivamente scartata. Questo papà ha dichiarato inoltre di essersi fatto il portavoce anche di molti altri genitori per la comune disapprovazione del nuovo ordinamento orario.

Il racconto di un genitore sui disagi legati alla turnazione pomeridiana

Uscire il pomeriggio da scuola comporta molti disagi per gli studenti poiché stravolge del tutto le abitudini personali di ognuno, compromettendo sia lo studio sia la partecipazione ad attività extra scolastiche. Lo stesso genitore che si è reso promotore della lettera inviata alla Preside, ha infatti descritto a Il Tempo.it i disagi a cui suo figlio, come tutti quelli che vivono lontano dagli istituti, sono costretti: “per tornare a casa nelle peggiori delle ipotesi impiega più di un’ora e mezza. Questo significa che sarà a casa intorno alle 16:10-16:30, se tutto va bene. È normale che un ragazzo debba pranzare verso le 16:30? Considerando che è prevista solo una pausa di 10 minuti, dalle 11,40 alle 11,50, per la consumazione di uno snack (confezionato), così scrivono nella Circolare. La consumazione di uno snack o comunque una pausa di 10 minuti non può essere equiparato ad un pasto normale”.
Ma il pranzo e il viaggio per arrivare e tornare da scuola non sono certo gli unici problemi poiché rientrare a casa a pomeriggio inoltrato, dopo aver appena staccato da scuola, non consente di studiare bene né di "praticare sport o qualsiasi altra attività non avendo tempo libero a disposizione”. E se i figli non possono fare attività sportiva, chi rimborserà le spese per gli abbonamenti già pagati alle strutture? Insomma tra i molti problemi di varia natura che sono determinati da questo tipo di turnazione oraria, molti genitori sono concordi nell’affermare che questa per i figli “non è più vita. E mentre le famiglie sono in attesa che la Preside prenda in considerazione le loro richieste, per provocazione una coppia di genitori ha suggerito al figlio una dimostrazione concreta di “disobbedienza civica”, proponendo di portare "il pranzo da casa da consumare al posto dello snack”. Una provocazione che però da parte del ragazzo non è stata accolta per la sua educazione che, nonostante il dissenso per queste nuove scansioni orarie, non gli consente di “ infrangere le regole, e quindi a malincuore non ha condiviso la nostra proposta di contrasto”.