
Tempestive le reazioni dal mondo dell’istruzione. Seppur condividendo quanto detto da Draghi, i presidi avvertono: l’attuale situazione, in un sistema provato dall’emergenza sanitaria, non va incontro alle esigenze degli studenti.
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I presidi: ok patto generazionale, ma ingressi posticipati vanno contro le esigenze degli studenti
A prendere parola è Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma. “Draghi ha detto che è necessario un patto generazionale per far sì che i nostri giovani possano contribuire, sia adesso sia quando cresceranno, allo sviluppo del nostro Stato. Da questo da questo punto di vista siamo perfettamente d'accordo, però poi vediamo che ci sono degli atti a nostro parere non conseguenti, che non dipendono naturalmente dal presidente Draghi.”Il preside, incalza sul problema che in questi giorni sta facendo mobilitare tanti alunni delle scuole italiane. “Faccio l'esempio delle molte città italiane, a cominciare da Roma, in cui l'ingresso di alcune fasce di ragazzi delle superiori è posticipato intorno alle 10, con uscita verso le due, le tre, le quattro, tornando da scuola - specialmente d'inverno - verso le cinque, cinque e mezza. Io sfido chiunque - commenta il preside - a pensare che questi ragazzi possano avere una vita sociale, tempo per dedicarsi allo sport, alla lettura e soprattutto che possano avere tempo per studiare.”
Doppi turni di ingresso da rivedere: l'appello dei presidi
Gli ingressi posticipati, resi necessari in tempi di Covid per razionalizzare l’accesso a scuola e l’uso dei mezzi pubblici, al fine di evitare sovraffollamenti e assembramenti, sono, secondo il portavoce dei presidi, una misura che deve essere modificata nell’ottica di una migliore organizzazione della quotidianità scolastica. Magari dando alle scuole un ruolo decisivo. “Abbiamo già chiesto che sia rivista questa impostazione di ingresso posticipato dei nostri ragazzi, soprattutto tenendo conto dell'autonomia delle scuole, che in questo periodo è stata completamente schiacciata e messa da parte. Ci sono scuole dove la maggior parte dei ragazzi non prendono i mezzi pubblici: che significa posticipare l'entrata e l'uscita per decongestionare il traffico sui mezzi pubblici quando poi questi ragazzi non prendono i mezzi pubblici?”Giusto quindi che “tutte le istituzioni dello Stato, dal Ministero dell'Istruzione al Ministero della Salute fino alla società civile tengano conto delle parole dette dal presidente Draghi”, ricorda Rusconi, ma anche che “facciano poi degli atti conseguenti che non le smentiscano poi in maniera così decisa”. Il rischio, per il preside, è dunque che le buone intenzioni non trovino riscontro nella realtà dei fatti, “come sta avvenendo per quanto riguarda il problema delle entrate e delle uscite posticipate”.