
Hassan ha da poco accettato il ruolo di supplente nella scuola nella quale appena un anno fa ha raggiunto il diploma. Ma il ventenne in questione è anche studente universitario di ingegneria; scopriamo quindi nel dettaglio cosa lo ha portato a prendere posto dall’altro lato della cattedra.
- Leggi anche:
- Rosa inizia a insegnare Matematica a 24 anni senza laurea: “Gli alunni hanno bisogno di giovani docenti che possano stimolarli”
- Antonello, in cattedra a 24 anni: "Ho iniziato a insegnare 10 giorni dopo essermi laureato"
- Gloria, maestra a 24 anni: "Insegnare? Non è un lavoro per tutti, ma si deve essere portati"
- Gloria, a 24 anni in cattedra: “Lavoro bellissimo ma stressante, svalutato e mal retribuito. Non so se continuerò”
- Martina sale in cattedra a 24 anni: "Difficile essere accettata dai genitori. Diventare insegnante? Una lunga trafila"
Hassan: da studente a docente in pochi mesi a soli 20 anni
"Alcuni studenti faticavano a darmi del lei, soprattutto quelli più grandi di me. Altri mi hanno messo alla prova per i primi mesi, facendomi qualsiasi domanda gli passasse per la mente. Volevano vedere se ero davvero preparato, se meritavo il loro rispetto". Così esordisce Hassan, interrogato da Fanpage.it che ha riportato tutta la sua storia.La preside dell'Istituto Fratelli Taddia di Cento, Elena Accorsi, è intervenuta per spiegare com’è possibile essere in cattedra a soli venti anni senza lauree, come nel caso di Hassan: "Si tratta di un tema particolarmente spinoso e complesso. In Italia è sempre più difficile trovare i cosiddetti I.T.P., Insegnanti Tecnico Pratici. Ce ne sono pochissimi. Inoltre i concorsi e le graduatorie sono strutturati in un modo tale per cui spesso materie come meccanica e tecniche di laboratorio vengono insegnate da professori che hanno studiato tutt'altro. Dopo il Covid, ci siamo trovati nella situazione di dover sostituire il professore di meccanica, ma non trovavamo nessuno".
A questo punto, continua la dirigente scolastica: "Ci è venuto il guizzo di genio. Dato che il requisito di base per insegnare questa materia è essere diplomato, ci siamo detti ‘ma noi il diplomato ce l' abbiamo!'. E abbiamo chiamato Hassan".
Dunque, Prof Hassan viene descritto dalla preside come un "facilitatore". "Oltre ad essere estremamente preparato, dispone anche delle cosiddette soft skills. È capace di creare un ambiente positivo attorno a sé, ha sempre aiutato i suoi compagni, sa ascoltare", spiega Accorsi.
Insegnante a 20 anni, dopo essere stato bocciato
“Voglio sottolineare che non sono sempre stato così bravo. Una volta studiare non mi piaceva, ero svogliato, non volevo mai andare a scuola. In terza media sono anche stato bocciato", confida Hassan a Fanpage. "Ed è proprio per questo che ai miei alunni, ma anche a chi mi ascolta, vorrei dire: se anche siete stati bocciati, non arrendetevi. A me è capitato e oggi sono a questo punto. Studiate, approfondite, appassionatevi. Oggi senza lo studio non si può fare nulla", afferma il ragazzo. E infatti Hassan tiene molto ai suoi alunni, tanto che lo stesso prof racconta con orgoglio che quando ha preso le redini della sua classe, molti studenti avevano dei debiti: "Oggi sono riuscito a portarli tutti in pari".Ma non è stato semplice questo percorso, infatti "all'inizio è stato strano avere Hassan come prof.", ammette Gabriele Cotromano, alunno di Hassan. "Poi però ci siamo accorti di quanto ci aiutasse avere un professore della nostra stessa età. Capisce cose che chi è più grande non ricorda più, sa cosa vuol dire essere dall'altra parte della cattedra, perché ci è appena stato. Comprende le nostre difficoltà e riesce ad aiutarci".
Hassan spiega che gli studenti del suo corso sono persino autorizzati a guardare il telefono durante le interrogazioni e i compiti che lui assegna: "Il senso di questi esercizi – chiarisce Hassan – è farli ragionare e simulare una situazione reale. Se sei in officina e il cliente ti porta l'auto in panne, puoi anche fare tutte le ricerche sul telefono che vuoi, ma se non sai ragionare, analizzare il problema e se non conosci la specificità di quell'auto, vai poco lontano".
Infine, Hassan parla di come in aula e in laboratorio sia costretto ad avere a che fare con un mostro difficile da battere: il bullismo. "C'è una cosa che proprio non riesco a sopportare e per cui ho dato tante note. È il bullismo", racconta il novello insegnante, e poi precisa: "Finché si scherza va bene. Ma è molto chiaro quando lo scherzo finisce, perché c'è una persona che non ride più, mentre l'altra continua".
Quindi prof Hassan racconta di avere subito lui per primo episodi di bullismo durante i suoi anni di studio: "A chi vive questo tipo di violenza voglio dire: non datela vinta ai bulli. Studiate, pensate al vostro futuro".
Non ha invece una risposta altrettanto pronta quando gli si chiede cosa direbbe ai bulli: "Non ho parole per loro, perché non riesco a capire cosa motiva il loro agire, cosa spinge una persona a divertirsi nell'umiliare qualcun altro. Avrei però qualcosa da dire ai genitori dei bulli: state dietro ai vostri figli e non date loro tutto quello che chiedono. In molti casi sono i genitori a rovinare i figli, quest'anno da docente l'ho proprio visto. Tirano su bambini viziati, che possiedono molto più di quello che meritano e, così, non ne comprendono più il valore" conclude Hassan.