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docente 24 anni gloriaContinua la serie di interviste che Skuola.net sta portando avanti dando voce ai giovani docenti, parlando delle difficoltà di ritrovarsi in classe a meno di 25 anni di età. Gloria però racconta della sua esperienza in modo molto positivo e costruttivo, sottolineando come la sua giovane età è stata la chiave per avere un buon rapporto non solo con i suoi alunni, ma anche con i docenti, entusiasti di avere una nuova leva tra le loro fila, e con i genitori, grati per l'approccio fresco e giocoso che è riuscita a instaurare con i loro figli.
Tuttavia l'aspetto dolente che non evita di sottolineare è quello inerente al lungo iter che ogni neo-laureato deve seguire per poter insegnare: gli anni di precariato che aspettano ogni nuovo docente sono molti e possono essere molto difficili; per questo Gloria consiglia a tutti coloro che vogliono intraprendere questa strada di essere sicuri della scelta che stanno compiendo, in quanto è necessario essere ben forniti di dedizioni e pazienza.

La differenza d'età? Non è stata un ostacolo per Gloria

"L’essere passati dall’altra parte della cattedra non nego che sia stato abbastanza pauroso all’inizio, soprattutto perché il primo impatto è stato con un’aula d’asilo" esordisce Gloria, parlando della sua primissima esperienza da docente. "Io, avendo la laurea per insegnare alle medie o alle scuole superiori, mi sono ritrovata in un ambiente lontanissimo dal mio. Quindi anche solo trovare l’approccio giusto è stato decisamente impegnativo. Nonostante le paure iniziali però, mi sono comunque trovata sempre bene in tutte le situazioni che ho vissuto finora" commenta positiva la docente.

"All’inizio mi ha fatto strano, perché mi sono trovata a dover gestire un’aula con bambini di tre, quattro o cinque anni: è difficile, soprattutto perché c’è una sola docente messa a coprire una classe intera, talvolta anche composta da venti alunni" ammette la ragazza. "Quindi c’è bisogno di dedicare moltissime attenzioni e accortezze a bambini che in alcuni casi possono avere anche due anni e mezzo, e che non sanno neanche parlare. È una situazione totalmente destabilizzante, ma mi sono subito resa conto di star rispondendo nel modo giusto; ho saputo pormi nel modo giusto per gestire la classe e i bambini, di saperli interessare con le lezioni e le attività che proponevo."

E quindi ribadisce che: "Non ho avuto nessun problema all’asilo, in tutte le classi in cui sono stata e da subito mi hanno rispettata. Io avevo paura della poca differenza d’età che c’era tra me e loro, rispetto alle maestre con le quali erano abituati ad avere a che fare, comunque tutte più anziane di me. Invece mi hanno da subito portato rispetto, vedendomi anche attiva e disponibile a giocare con loro, sono stati molto carini e disponibili ad ascoltarmi e seguirmi."

Cambiando scenario, non è cambiata la risposta dei suoi alunni: "Stessa cosa alle elementari. Quando ho fatto il passaggio da asilo a elementari a febbraio, non nego che ho avuto un po’ di timore, perché mi sono trovata in una situazione ancora diversa rispetto a quella sperimentata fino ad allora" ammette. "Ho dovuto fare supplenze in qualsiasi classe, dalle prime alle seconde alle quinte, quindi ogni giorno trovavo davanti a me bambini diversi, di varie età, con varie materie da trattare, perché alcuni giorni andavo a fare italiano, altri matematica. Quindi ho capito che è fondamentale essere pronti in qualsiasi disciplina e in qualsiasi situazione tu possa trovarti; quindi anche lì è stato un po’ destabilizzante all’inizio capire come gestire un’aula, come stare dietro la cattedra, e come farsi rispettare dai ragazzi" infatti, anche se sembrano pochi gli anni di distacco da asilo a elementari, la differenza è ben percepibile.

"Fin da subito però mi è venuto tutto molto naturale, anche perché ho avuto in passato la possibilità di stare a contatto con ragazzi di diverse età, ho sempre aiutato anche i miei amici nelle spiegazioni a scuola, quindi forse ho sempre avuto in me questa capacità di insegnare e di spiegare alle altre persone gli argomenti che sto trattando. Quindi anche alle elementari mi sono trovata bene fin dalle prime ore, innanzitutto con i bambini, in qualsiasi classe, anche nelle quinte mi hanno sempre portato rispetto" non nasconde Gloria.

"Il mio timore più grande era proprio quello di avere a che fare con le ultime classi, dove la differenza di età si fa sempre più sottile, e vedendomi giovane avrebbero potuto pensare che invece di essere una maestra io fossi loro amica, sorella o cugina, invece fortunatamente non è mai successo" afferma con orgoglio Gloria. "Io mi sono sempre posta in modo amichevole ma mettendo subito in chiaro il mio ruolo nella classe da docente, e ottenendo rispetto da loro. Nonostante ciò cerco comunque di scherzare, di fare battute, mi interesso dei loro problemi e delle loro passioni, tra le quali ora va di moda fare l’album delle figurine di Harry Potter, quindi è successo più volte che io parlassi con loro della saga, che ho visto e letto" racconta.

"Però ho notato, rispetto anche ad altri docenti chiamati per sostituzioni, che con me i bambini hanno un rapporto diverso, sono più allegri durante le lezioni; penso che proprio grazie alla mia giovane età sono interessati alle cose che dico perché sono vicine al loro mondo, non sono cose astratte quelle che io tratto. Infatti cerco di rendere le lezioni accattivanti per loro, facendo riferimenti alla loro vita quotidiana, a situazioni, a giochi o a luoghi che loro conoscono e frequentano spesso, perché sono gli stessi nei quali sono cresciuta anche io, poiché io mi ritrovo a insegnare in una scuola del mio paese - racconta ancora Gloria, svelando il suo segreto per avere una marcia in più- , quindi io sono cresciuta negli stessi banchi, nelle stesse aule, nei giardini, in quella palestra; quindi c’è questa connessione tra me e loro."

Docenti e genitori: un rapporto fatto di gentilezza ed entusiasmo

Passando quindi a parlare degli adulti, Gloria ha poche lamentele da fare: "Da parte dei docenti mi sono trovata sempre molto bene, mi sono confrontata con colleghi disponibili nei miei confronti, innanzitutto nello spiegarmi le basi del lavoro."

Lei, come l'insegnante che abbiamo intervistato prima di lei, sottolinea come i supplenti, anche quelli alle prime armi, siano lasciati a loro stessi: "Anche perché nessuno ti spiega nulla; ti danno l’incarico e ti buttano nell’aula dicendoti ‘Ok, buongiorno e buona lezione!’. Quindi nessuno ti spiega come fare l’insegnante, ma è una cosa che devi maturare sul campo da solo: puoi avere tutte le lauree che vuoi, ma comunque c’è bisogno dell’esperienza, perché senza non puoi andare avanti; puoi conoscere tutte le nozioni del mondo, ma se non riesci a trasmetterle agli studenti che hai davanti è difficile fare l’insegnante."

"Quello che ho imparato finora è che questo non è un lavoro per tutti, ma ci si deve essere portati - tiene a far presente Gloria - , si deve avere una buona attitudine. Ma la mia fortuna è stata che ho sempre trovato colleghi disponibili a insegnarmi le basi del lavoro in classe; ad esempio il funzionamento del registro elettronico, che può sembrare una sciocchezza, ma io da studente l’ho sempre utilizzato da studente, mai dall’altra parte della cattedra e nessuno ti spiega come si fa il primo giorno di lezione. "

"Quindi è stato un sollievo trovare accanto insegnanti molto disponibili che mi hanno spiegato tutto quello che dovevo sapere, e che sono stati a loro volta molto entusiasti di avere nel team una ragazza giovane, che sa approcciare e sa utilizzare ad esempio la LIM o lo stesso computer."

La tecnologia spesso non viene sfruttata dai docenti più anziani

Gloria racconta quindi un retroscena che più volte è stato evidenziato anche da noi di Skuola.net; l'inutilizzo di tecnologie multimediali per portare avanti le lezioni: "Nella scuola dove sono ora c’è il problema che tutti gli insegnanti sono ormai persone anziane, non c’è nessuna giovane leva, e quindi ho notato la loro difficoltà nell’usare elementi elettronici, che per la mia generazione sono ampiamente conosciuti, per fare lezione."

"Quando invece utilizzare la musica, le immagini, la LIM, portano al coinvolgimento più interessato dell’intera classe e che quindi possono fornire a tutti gli insegnanti enormi vantaggi" spiega la docente. "E ad esempio uso molto anche i libri online con la possibilità della lettura ad alta voce, perché nella mia classe ci sono bambini che hanno il sostegno, e hanno quindi bisogno di sentire anche una voce diversa da quella della docente; hanno difficoltà nella lettura, quindi vedendo il testo proiettato con la lettura guidata hanno la possibilità di mantenere il segno e di comprendere bene la spiegazione. C’è la possibilità poi di vedere video e immagini, integrando la spiegazione classica a un’esperienza multimediale, che però non tutti i docenti sono in grado di utilizzare. Per questo il mio metodo didattico consiste nel far coesistere la spiegazione tradizionale con i nuovi strumenti elettronici. Anche perché i bimbi hanno bisogno di stimoli vari e la loro attenzione è molto ridotta se si mantiene troppo a lungo un determinato approccio, cambiarlo è dunque la soluzione più proficua."

I colleghi più anziani non escludono i giovani supplenti

Tuttavia la ragazza assicura di non essersi trovata in situazioni di difficoltà con i colleghi: "Non mi sono mai ritrovata discriminata da un docente a causa della mia giovane età, ma anzi, sono tutti rimasti sorpresi in positivo perché si sono resi conto che ci sono ancora molti ragazzi che vogliono fare questo mestiere, con passione e dedizione."

Infatti non sono tardati ad arrivare coinvolgimenti su più fronti: "Gli altri docenti mi hanno sempre coinvolta; alle elementari una volta a settimana viene fatta la programmazione, quindi tutti i docenti si riuniscono per decidere il programma da svolgere in classe per tutte le materie durante la settimana, e durante questi incontri non mi sono mai sentita esclusa: al contrario, mi hanno sempre resa partecipe, hanno chiesto più volte il mio parere, mi hanno chiesto cosa volessi insegnare. Alcune volte hanno proposto delle loro idee e anche io le ho adottate, altre volte invece sono stata io a tirar fuori idee condivise e applicate dagli altri colleghi."

Inoltre Gloria racconta anche di un altro episodio che l'ha molto colpita: "Una cosa che poi mi ha molto stupito è stata che, dopo due mesi di servizio, alcuni docenti mi abbiano chiesto un’opinione sui libri di testo da adottare il prossimo anno; una responsabilità per me molto grande, della quale sono stata grata e spaventata al tempo stesso, ma che mi ha fatto capire la stima che sono riuscita a raggiungere in questo breve periodo. Eppure c’è stata una docente che mi ha dato l’incarico di scegliere i libri di testo di italiano perché si è resa conto che c’è bisogno di un cambiamento, possibile solo grazie all’aiuto di una persona più giovane; e quindi il libro che ho scelto è stato apprezzato e selezionato come prossimo libro di testo."

Infine, tiene a sottolineare che anche con i genitori le cose sono sempre andate bene: "Con i genitori è stata la stessa cosa; ho sempre riscontrato in loro un atteggiamento molto positivo, e molti di loro si sono congratulati con me per come spiego, per come ho affrontato degli argomenti in classe, nessuno di loro si è mai lamentato perché sono giovane."

Diventare insegnanti: non un lavoro per tutti

"Io ho ottenuto il mio posto da insegnante mandando le mad in diverse scuole, le uniche che mi hanno richiamato sono state le scuole del mio paese. Lì ho quindi trovato insegnanti entusiasti di rapportarsi con una ragazza tanto giovane, anche perché la strada per diventare docenti è molto difficile" osserva ancora Gloria.

"Dopo la laurea, bisogna passare per il concorso, che però non viene fatto anche per diversi anni", "Quindi" ribadisce Gloria "c’è una perdita di anni incredibile". "Nonostante io sia laureata magistrale, ho tutti i crediti, non posso insegnare nella mia classe di concorso perché devo prima entrare nelle graduatorie, devo superare il concorso, devo avere l’abilitazione, il che quindi porta via a tutti gli aspiranti prof moltissimi anni a causa di cavilli burocratici" racconta sconfortata la docente.

"E, nel frattempo, ci sono moltissime classi che cambiano insegnante ogni mese e che quindi non hanno la possibilità di avere continuità di insegnamento con un unico docente dall’inizio alla fine dell’anno. Ho dunque notato che c’è effettivamente carenza di docenti ma non si può far nulla per cambiare la situazione, e questa è una cosa che mi rattrista e mi scoraggia" ammette Gloria.

"Perché nonostante io sia qualificata per insegnare, adesso sto mandando la richiesta per entrare nelle Gps ma già so che probabilmente il prossimo anno non verrò chiamata con le Gps perché ho un punteggio basso, essendomi appena laureata, quindi entrare a tempo indeterminato è quasi impossibile, ma anche solo riuscire a ottenere un determinato non è così semplice. Tutto ciò si traduce con il fatto che il prossimo anno potrei essere ancora costretta ad insegnare attraverso le mad, che però non offrono alcuna stabilità perché si ottengono spesso incarichi settimanale, raramente mensili" commenta amareggiata guardando al futuro.

"Vorrei che qualcuno si rendesse conto di questa situazione folle, nella quale si trovano molti laureati che però non possono insegnare, e tante volte le classi si ritrovano a essere coperte da persone non qualificate; conosco esempi di supplenti chiamati a sostituire un collega, ma senza la laurea, portando vecchi diplomi abilitanti di trenta/quaranta anni fa. A queste situazioni si dovrebbe preferire il personale giovane, laureato e qualificato, che invece rimane per anni bloccato senza possibilità di avanzare in graduatoria o senza poter partecipare ai concorsi" accusa la ragazza.

"Diventare insegnante non era il mio sogno, anche se io ho sempre saputo di essere portata per fare la prof. Nonostante ciò il mio percorso universitario si è molto orientato verso l’insegnamento, anche se, devo ammettere, questo è sempre stato il mio piano di riserva. Il mio piano A era diventare giornalista, e infatti è una cosa che sto portando avanti di pari passo; durante il giorno insegno a scuola e il pomeriggio scrivo per un giornale. Quindi sto portando avanti entrambe le carriere perché ho il sogno di riuscire sia in un ambito, sia nell’altro. Tuttavia se la situazione tra concorsi e Gps non dovesse cambiare e se tra qualche anno dovessi ancora essere precaria, non nego che potrei decidere di chiudere con questo lavoro per dedicarmi ad altro" continua la neo-docente che nel giro di qualche anno potrebbe definitivamente abbandonare le scuole.

"Ai ragazzi universitari che vogliono intraprendere il percorso da insegnanti consiglio di impegnarsi tanto e di essere certi di quello che stanno facendo. Perché i bambini devono poter avere un’istruzione adeguata e devono poter avere al loro fianco persone che amano il lavoro che hanno scelto; non è un mestiere da sottovalutare, richiede sacrifici e tanto impegno. Gli studenti non ricevono nulla se dall'altra parte c'è un insegnante svogliato che non riesce a trasmettere passione e gioia per ciò che fa", conclude la giovane venticinquenne.

Data pubblicazione 25 Maggio 2022, Ore 13:39 Data aggiornamento 25 Maggio 2022, Ore 14:11
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