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di paolodifalco01
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Jennifer GuerraDa ragazza il suo gioco preferito al computer era Microsoft Word, oggi fa la scrittrice e la giornalista ed ha collaborato con diverse testate come Fanpage.it, La Stampa e L’Espresso.

Stiamo parlando di Jennifer Guerra che a 28 anni ha già scritto tre libri, tra cui "Un'altra donna" uscito il mese scorso per UTET, e lo scorso anno è stata anche inserita da Forbes tra i 100 under 30 più influenti in Italia.

Jennifer nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato di quanto la nostra società sia paritaria e di come le nuove generazioni hanno questa tematica molto più a cuore degli adulti.

La scelta del liceo scientifico e quella di iscriversi di nuovo all'università

Jennifer ci tiene a specificare che a scuola era "una secchiona" che però "si è è dovuta scontrare con i suoi limiti durante il percorso scolastico perché ha sbagliato scuola". Fondamentalmente se in certe materie andava bene, "per il resto ero abbastanza pessima: sempre con la testa tra le nuvole e molto rompiscatole".

"Ho fatto il liceo scientifico e oggi faccio la giornalista e la scrittrice quindi le scienze, diciamo, le ho chiuse in un cassetto. Nonostante questo a farmi restare al liceo scientifico sono state le materie umanistiche. Le cose sono peggiorate al triennio con l’ingresso di materie come chimica, biologia ma ho tenuto duro fino alla Maturità".

All'università poi ha fatto Lettere e "da vera secchiona mi sono iscritta di nuovo all’università per studiare Filosofia: me la sto prendendo con molta calma visto che, grazie a Lettere, molti esami li ho già sostenuti".

La passione per il femminismo nata con un blog

Tra i temi di cui si occupa c'è anche il femminismo, quest'ultimo come ci spiega:"E' una teoria politica che cerca di immaginare un mondo diverso in cui le donne hanno pieni diritti, piena libertà, piena autodeterminazione ed è anche un movimento che cerca di far in modo che questi concetti politici vengano messi in pratica".

"Per me è un qualcosa che ha completamente stravolto la mia vita e mi ha fatto vedere il mondo da una prospettiva diversa. Tra l’altro io mi sono innamorata del pensiero femminista quando ero alle superiori: il fatto che non mi piaceva molto quello che stavo facendo ha sicuramente influenzato molto la mia passione nei confronti del femminismo.

"Oggi magari potrà sembrare una cosa più scontata visto che basta aprire qualsiasi social e si viene letteralmente inondati da contenuti a tema femminista però quando ho fatto il liceo non era così: basti pensare che ho scoperto cos’era il femminismo grazie ad un blog, l’unico al tempo in italiano che parlava di femminismo ad un pubblico di adolescenti".

La parità di genere nella nostra società e sui banchi di scuola

Attraverso i suoi libri Jennifer ha cercato anche di descrivere la nostra società soffermandosi, in particolar modo, sul nostro Paese che "sta sicuramente facendo dei passi in avanti verso la parità ma purtroppo ancora insufficienti. A livello legislativo ed economico si crede che ci vorrà più di un secolo per raggiungere la parità di genere anche se in realtà questi indicatori sono soltanto parziali visto che ci dicono le leggi che sono state fatte, il divario nei guadagni tra uomini e donne ma non ci dicono molto a livello culturale e sociale quindi in relazione agli stereotipi, le discriminazioni, la rappresentazione mediatica delle donne..."

"Anche se ci sono delle leggi sulla parità di genere non vuol dire che in automatico la società le applichi o sia pronta per quel tipo di cambiamento che dovrebbe partire dalle scuole. Nella mia esperienza ho avuto modo di vedere come gli studenti siano molto più avanti dei professori e dei genitori, spesso i veri ostacoli".

"Mi è capitato più volte di essere invitata alle assemblee d’istituto e che poi l’assemblea fosse fermata o posticipata per i genitori o perché il preside temesse le loro reazioni nonostante l'importanza di questi temi. Forse oggi il cambiamento dovrebbe coinvolgere chi ha responsabilità dell'educazione visto che da parte di ragazzi e ragazze c'è già la volontà di cambiare le cose".

Una società paritaria è un'utopia?

Spesso crediamo che una società pienamente paritaria sia molto distante ma, in realtà, sono diversi i Paesi dove si può parlare di una parità quasi piena come l'Islanda, "un Paese dove il voto alle donne è stato una conquista molto recente e i divari salariali erano oltre il 50% negli anni ’70. E' stato proprio in quegli anni che le cose cambiarono grazie ad un grande sciopero delle donne che si rifiutarono di lavorare, dentro e fuori casa, paralizzando il Paese.

"I supermercati, per esempio, finirono le scorte di salsicce precotte visto che erano uno dei pochi prodotti che i mariti potevano cucinare in autonomia. Grazie a questo sciopero l’Islanda si diede una mossa riuscendo ad eleggere in pochi anni anche la prima Presidente della Repubblica donna in Europa e raggiungendo un indice di parità di genere molto alto".

"Oggi" - continua Jennifer - "tutti gli indici ci dicono che le donne si occupano quasi da sole dei lavori domestici e della cura dei figli: questo si riflette nel mondo del lavoro visto che, molto spesso, la maternità le va a penalizzare. Un problema che non è dovuto solamente al fatto che gli uomini non vogliono aiutare ma anche alle leggi. Nel nostro Paese il congedo di maternità è di 6 mesi mentre quello di paternità è di 10 giorni: da qui emerge anche l’idea che il padre sia una persona superflua e che basti la madre".

Paolo Di Falco