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di paolodifalco01
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Claudia ConteDa ragazza sognava di diventare un'atleta agonistica poi però è arrivata una malattia, comune nei giovani sportivi, che ha posto fine al suo sogno. Lei non si è scoraggiata e oggi è tra le imprenditrici culturali più innovative del panorama italiano.

Stiamo parlando di Claudia Conte che a 31 anni, oltre alla promozione della cultura attraverso la sua società Far from Shallow, si occupa di promuovere i 17 Obiettivi dell’Agenda ONU 2030 attraverso diversi progetti di utilità sociale in collaborazione con le principali realtà istituzionali del nostro Paese.

In prima linea su diverse tematiche molto importati, dalla lotta alle mafie passando per i diritti umani e arrivando alla parità di genere, è anche una scrittrice e un opinionista Rai. Diversi i riconoscimenti che ha ricevuto nel corso della sua carriera: dall’Oscar dei Giovani in Campidoglio al Premio Eccellenze Italiane in Senato.

Claudia nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato dell'importanza della cultura e di come ognuno di noi può contribuire a migliorare la società in cui viviamo.

La passione per lo sport

Claudia, come ci dice subito, era una studentessa molto diligente anche perché considerava "la scuola come un’opportunità per migliorarmi. Io penso che molto dipenda dal percorso che si fa e dal contesto in cui si nasce: sono nata in un piccolo paese di 4.000 abitanti e avevo capito che per andare via da lì, per provare a fare qualcosa in più, la strada da percorrere era quella dello studio".

Accanto alla scuola c'era anche lo sport che "era un mezzo per mettermi alla prova, per cercare di superare me stessa giorno dopo giorno. Quello dello sport, tra l'altro, è un mondo meritocratico dove se sei forte vinci altrimenti non c’è amicizia o raccomandazione che tenga. Mi ci sono approcciata per gioco ma poi è diventata una professione visto che facevo atletica leggera a livelli agonistici".

"Attraverso lo sport ho avuto l’opportunità di andare in diverse città, conoscere molte persone: una bellissima fase della mia vita che però poi è stata bloccata forzatamente da una malattia che colpisce i giovani sportivi, il morbo di Osgood Schlatter. Nonostante questo non mi sono scoraggiata: a volte le esperienze negative ti aprono strade ancora più belle. Difatti grazie a questa apparente sconfitta ho conosciuto il mondo della recitazione, del cinema, del teatro e poi da lì si sono aperte nuove prospettive che hanno cambiato la mia vita".

L’attivismo che passa per la valorizzazione della cultura e la sostenibilità

Se c'è qualcosa che accomuna tutti i progetti che Claudia porta avanti quella è sicuramente la cultura vista come "strumento di emancipazione, come sviluppo e viatico importante per trasmettere messaggi sociali al mondo. Attraverso la cultura è possibile ogni cambiamento come l’emancipazione femminile, il contrasto alle mafie, il rispetto per l’ambiente. La cultura non è qualcosa di astratto e accademico ma è uno strumento anche politico per effettuare cambiamenti sociali".

Così Claudia ha dato vita a Far from Shallow, una società benefit "che oltre ad avere una finalità di lucro ha quella di fare impatto sociale. Questo si traduce nel vedere la cultura non soltanto come una spesa ma come un asset strategico. Più che finanziamenti a fondo perduto oggi si dovrebbe puntare alla creazione di un asset di imprenditori culturali: occorre creare dei modelli di business per valorizzare il nostro grande patrimonio culturale".

"Ma come si lega la sostenibilità con tutto questo? Con la stessa società promuovo i 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030: parliamo di solidarietà, di riduzione delle disuguaglianze, di parità di genere, di più opportunità per i giovani. Quest'ultimi spesso non sono considerati nel nostro Paese gerontocratico e maschilista. Se non saremo noi a lottare per cambiare le cose, di certo non lo faranno gli 80enni che ancora non vogliono lasciare le loro poltrone e che non riescono a capire la necessità di farsi affiancare dalle nuove generazioni a cui appartiene il diritto di imparare e di crescere".

L'importanza della cultura alla legalità

Difatti, nella sua varie sfaccettature, la cultura si lega anche alla legalità."Mio papà è un poliziotto e forse questo ha influito nel farmi vedere le forze di polizia come amiche e non come nemiche. Mi capita spetto di incontrare giovani che hanno paura della polizia: spesso non si capisce che i poliziotti sono in mezzo a noi per aiutarci, per proteggerci, per garantire la nostra sicurezza, la nostra libertà personale e collettiva incarnando i valori della nostra Costituzione di cui quest’anno ricorre il 75° anniversario dall’entrata in vigore. Le forze dell’ordine vanno amate e ringraziate per quello che fanno per noi".

"Da questa sorta di errore culturale nasce il mio desiderio di sostenere chi si batte per la legalità e lo faccio attraverso libri, incontri... Mi piace parlare dell’impegno di tanti uomini dello Stato, sia del passato ma anche del presente, che difatti garantiscono la nostra sicurezza. Legalità che va intesa anche in termini di contrasto alle mafie, tutt’ora presenti in tutti i settori della vita sociale: dalla mafia che macchiava di sangue si è passati alla mafia imprenditrice che si arricchisce all’ombra sfruttando il mercato globale. Da qui anche l’importanza del nostro impegno nella denuncia di comportamenti criminali: questo dovrebbe essere il compito di tutti e non soltanto di chi lo fa per mestiere".

La parità di genere e il programma su Rai Isoradio

Una delle altre questioni ancora irrisolte nel nostro Paese e per cui Claudia si batte è quella della parità di genere."Purtroppo le donne rispetto agli uomini sono riuscite ad ottenere i diritti molto più tardi: se, per esempio, consideriamo il mondo dei militari ci accorgiamo che ancora non abbiamo un generale donna. Per tutti gli altri settori sicuramente oggi avere due leader donne in politica è un messaggio molto forte. Quando ero piccola in politica vedevo solamente uomini e per questo la vedevo come un qualcosa di esclusivamente maschile. Oggi vedere che il nostro Paese ha una Premier donna così come anche la segretaria del principale partito d’opposizione porta ad un ribaltamento della prospettiva tradizionale".

Tema che è al centro anche del suo nuovo programma radiofonico "Cambiare si può. Storie di successi al femminile" dove a raccontarsi sono 12 protagoniste del nostro tempo "da Noemi a Nina Zilli passando per Claudia Gerini, Valentina Vezzali... Storie straordinarie in un Paese in cui c’è ancora tanto da fare. Noi non parliamo tanto del loro successo attuale ma delle difficoltà che hanno incontrato".

"Questo programma" - conclude Claudia - "nasce per contrastare i pregiudizi di genere e per raccontare anche tutti gli insuccessi di queste donne, tutte quelle porte chiuse in faccia che non devono farci demoralizzare ma darci nuovi stimoli per continuare. Il maestro Albertazzi mi disse che le vere vocazioni sono sempre ostacolate e quindi se il sogno che hai ti porta a dover affrontare anche diversi ostacoli lungo il cammino per realizzarlo vuol dire che sicuramente è quello giusto, è quello che non ti farà dormire la notte per raggiungerlo. Spesso invece quando tutto è lineare e semplice il rischio è che una volta raggiunta la meta non ti dia poi così tanta soddisfazione".

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 12 Maggio 2023, Ore 16:24
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